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Estratto del documento

HIV.

Nel mondo è molto diffusa come malattia: si contano circa 36 milioni di malati di cui 30 milioni nei paesi in

via di sviluppo→ in diminuzione in Africa, nei Caraibi e in Europa; in aumento in Europa orientale.

Ad oggi non i sono mezzi per eliminare l’infezione; sono disponibili però delle terapie antiretrovirali, molto

utili in quanto rallentano molto la replicazione del virus, allungando il periodo di latenza; inoltre rallentano

il danno del sistema immunitario e prevengono (e trattano) la maggior parte delle infezioni opportunistiche

che si possono manifestare. La terapia antiretrovirale impedisce l’ingresso del virus nelle cellule e agisce nel

momento in cui il virus trascrive il suo RNA in DNA.

La malattia può essere prevenuta tramite la denuncia obbligatoria, l’utilizzo di siringhe monouso, l’utilizzo

di protezioni sessuali, controllo del sangue ed emoderivati, trattamento dei bambini alla nascita o della

madre durante la gravidanza→ importante è anche informare il partner e il personale sanitario del proprio

stato di salute se si è HIV+. Infezioni correlate all’assistenza sanitaria

Sono le infezioni contratte in ambito ospedaliero e rappresentano una grande sfida per la salute pubblica,

perché sono un insieme eterogeneo di condizioni diverse dal punto di vista microbiologico, fisiologico ed

epidemiologico che hanno un alto impatto sui costi sanitari.

Le infezioni ospedaliere sono tutte le infezioni che insorgono durante il ricovero in ospedale (il paziente

non era infetto prima di essere ricoverato). Insorgono circa in 48 ore dal momento in cui il paziente entra in

ospedale→ sono chiamate infezioni comunitarie.

Queste infezioni consentono l’ingresso dei microrganismi anche in sedi corporee sterili. Si è creata una

situazione di emergenza di ceppi batterici resistenti agli antibiotici, visto il largo uso di questi farmaci a

scopo profilattico o terapeutico.

Negli ultimi anni sono aumentati i pazienti ricoverati in ospedali e gli ambienti di cure extra-ospedaliere

(residenze sanitarie per anziani, assistenza ambulatoriale, assistenza domiciliare, ecc).

Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria sono molto costose per la sanità e per la collettività, in quanto

aumentano il numero di giorni di degenza dei pazienti, la loro mortalità, il rischio occupazionale degli

operatori (personale ospedaliero, assistenti volontari e tirocinanti), ecc.

In Italia il 5-8% dei pazienti ricoverati contrae un’infezione ospedaliera e il 30% di esse sono potenzialmente

prevenibile ed è direttamente causa del decesso nell’1% dei casi.

Le infezioni ospedaliere si dividono in:

● ISC→ infezioni del sito chirurgico;

● Batteriemie;

● IVR→ polmonite e vie respiratorie compromesse;

● IVU→ infezioni delle vie urinarie;

● CIC→ infezioni associate a catetere intravascolare centrale.

La contaminazione riguarda individui sani, ovvero personale medico e paramedico e visitatori o individui

ricoverati per cause particolarmente importanti, ovvero a causa di traumi, infezioni, malattie degenerative,

intossicazione, ecc.

I pazienti che potrebbero poi contrarre un’infezione possono avere ipersensibilità propria (il paziente è

sensibile al batterio per varie cause) o ipersensibilità indotta (in caso di operazioni chirurgiche, chemio e

radioterapie, ecc).

Possiamo avere:

● infezioni endogene, ovvero infezioni che si localizzano sulla cute del soggetto→ dovute a

procedure invasive che causano un’interruzione della normale barriera di difesa, consentendo

l’ingresso del microrganismo (es. infezione di E. Coli per coloro che hanno un catetere);

● infezioni esogene, cioè le infezioni che partono da un reservoir microbico ospedaliero, ovvero che

provengono da altri pazienti, staff ospedaliero (si diffondono tramite le mani) e dall’ambiente,

come acqua, cibo, disinfettanti, presidi medici contaminati, ecc. Le principali fonti di partenza sono

locali umidi e di difficile pulizia.

Questo tipo di infezioni si trasmettono: per contatto diretto, tramite mani e tosse o starnuti; per contatto

indiretto, tramite veicolo contaminato (es. strumenti chirurgici); per via aerea per i microrganismi più

resistenti.

I fattori favorenti sono di tipo:

ambientale→ dati da un aumento di pazienti con elevata recettività, antibioticoresistenza, numero elevato

di persone a contatto con il paziente, durata della degenza, ecc;

individuali→ come età, patologie già presenti che compromettono le funzioni del nostro metabolismo,

lesioni cutanee che consentono il passaggio del patogeno, traumi gravi come ustioni, trapianti d’organi,

deficit immunitario, stato nutrizionale, ecc.;

latrogeni→ come uso di procedure invasive, abuso di farmaci, interventi protratti e laboriosi, esposizione

prolungata di organi interni, permanenza di cannula e catetere, personale non formato in modo adeguato

alla prevenzione delle infezioni.

Gli studi di riferimento di questo tipo di infezioni sono stati il SIPIO (studio italiano prevenzione infezioni

ospedaliere), il NNIS e il SENIC. Grazie a questo studio si individuarono dei patogeni nosocomiali, che

possono essere convenzionali (quindi presenti nella flora microbica esogena) o opportunisti (presenti nella

flora microbiota o provenienti dall’esterno).

NB Le Batteriemie sono le infezioni più letali. Dal 1980 sono diminuite le infezioni dei Gram negativi e

aumentate quelle dovute a Gram-positivi.

I fattori che hanno contribuito la comparsa di batteri multi-resistente sono:

● ammissione di pazienti in ospedali con preesistenti infezioni da parte di gruppi resistenti;

● diffusione di batteri da uomo a uomo, in genere dovuta alla presenza di tali microrganismi sulle

mani del personale;

● diffusione indiretta di batteri resistenti tra pazienti tramite contaminazione ambientale (es.

strumenti per la terapia);

● utilizzo incontrollato degli antibiotici;

● aumento dei viaggi internazionali con conseguente diffusione dei ceppi batterici.

Tubercolosi multiresistente: molto presente tra i pazienti HIV positivi; partita dall’America, dagli anni 90 ci

sono stati segnalazioni simili anche in Europa. Ha una letalità molto elevata (dal 70 al 90%)→ l’intervallo tra

l’esposizione e lo sviluppo della malattia è molto breve. Questa malattia rappresenta un rischio importante

per gli operatori sanitari.

Lo studio condotto in Italia nel 2011 ha evidenziato che su 100 pazienti ricoverati in un giorno, 6,3 avevano

un ICA (infezione correlata all’assistenza sanitaria). Di questi circa il 15% erano in terapia intensiva, dove vi

è respirazione assistita e catetere urinario→ le infezioni respiratorie, le infezioni urinarie, le ISC e le

Batteriemie sono le infezioni che si sono mostrate più frequenti.

● Infezioni delle vie urinarie→ spesso causate da condizioni anatomo-funzionali, dalla presenza del

catetere, dal diabete, l’immunodepressione, ecc→ le sacche che sono utilizzate (dove sfocia il

catetere) sono dotate di una doppia valvola che impedisce la risalita di urine e agenti patogeni.

Queste valvole non sono presenti nei sistemi a “drenaggi aperti”, cosa che contribuisce molto

l’insorgenza di infezioni. Può avvenire per movimenti ascendenti (dall’ambiente esterno) o

discendenti (a causa di problemi propri del paziente) del patogeno. La batteriuria che ne deriva può

essere sintomatica o sintomatica;

● Infezioni a causa del catetere venoso centrale→ hanno due sedi di possibile infezione; il primo è il

sito in cui il catetere venoso entra nel corpo del soggetto e il secondo è il sito di raccordo usato per

infusione di medicinali e sostanze nutritive;

● Batteriemie→ causate da batteri circolanti nell’ambiente dove è ricoverato il paziente (soprattutto

nel reparto di terapia intensiva).

Lo studio ha inoltre evidenziato che in Italia la diffusione di microrganismi multiresistenti è molto alta

rispetto ad altri paesi.

La prevenzione viene effettuata tramite interventi di tipo organizzativo (come sistema di sorveglianza,

costruzione ad hoc di ospedali, diminuzione della durata di degenza), interventi concernenti la pratica

clinica (es. controllo dell'uso degli antibiotici, ecc); interventi rivolti ai comportamenti e alla formazione

del personale ospedaliero (promozione dei comportamenti adeguati nel personale, es. lavaggio delle

mani, formazione di tutto il personale, ecc) e interventi sull’ambiente (programma di controllo delle

IO→ rilevazione delle frequenza delle infezioni, individuazione delle fonti di infezioni ed eliminazioni

delle stesse, blocco della trasmissione del patogeno).

→Il lavaggio delle mani si effettua in due modi: il lavaggio sociale, con lo scopo di allontanare lo sporco

e il lavaggio antisettico che ha lo scopo di rimuovere lo sporco, la flora batterica transitoria e parte

della flora batterica normale (flora residente: microrganismi normalmente presente sulla cute; flora

transitoria: microrganismi che colonizzano lo strato più superficiale della cute).

Malattie trasmesse da vettori

MALARIA→ malattia molto diffusa nel mondo; data da un protozoo del genere Plasmodium, di cui

esistono

molti tipi (Vivax, Falciparum, Malariae, ovale). Il genere Vivax e ovale danno una forma della malattia

benigna; la Falciparum da una terzana maligna.

Senza il vettore la mattia non esiste, in quanto ha due fasi di sviluppo:

● Fase asessuata, che avviene nell’uomo (ospite intermedio);

● Fase sessuata, che si compie nella zanzare femmina (è l’ospite definitivo).

Ciclo di infezione della malattia: il vettore infetta l’ospite umano, che viene infettato a livello epatico;

nell’uomo avviene il ciclo replicato con conseguente invasione dei globuli rossi. In un secondo

momento un

secondo vettore, pungendo l’uomo, entra in contatto con il patogeno. Nel secondo vettore si compie la

seconda parte del ciclo (fase sessuata) → questo andrà poi a infettare nuovi soggetti, in quanto la

zanzara è

il vettore che andrà poi a pungere altri individui.

Patogenosi nell’uomo: diminuzione degli eritrociti con conseguente anemia emolitica in quanto sono

immesse nel circolo sanguigno prodotti progenitrici e sostanze come istamina, che possono provare un

rallentamento del flusso ematico e la formazione di piccoli trombi disseminati.

E’ stata diffusa anche in Italia fino alla metà degli anni '40.

Zanzara: vettore obbligato. Per far fronte al problema si sono utilizzati metodi come la bonifica di aree

paludose e insetticidi.

Le zanzare diventano infettati per l'uomo in un periodo variabile da 1 a 4 settimane in rapporto soprattutto

alle condizioni di temperatura e umidità. La zanzara punge l'uomo; la malaria va ad interessare i globuli

rossi grazie a un ulteriore infezione del plasmodio. Come con

Dettagli
A.A. 2019-2020
47 pagine
SSD Scienze mediche MED/42 Igiene generale e applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eleonoramachelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Igiene ambientale e tutela della salute e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Capei Raffaella.