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PERSONALE:
o numero di addetti
preparazione del personale
GESTIONE delle fasi operative più rilevanti:
o 24
movimentazione
alimentazione
abbeverata e qualità dell’acqua
igiene degli stalli igiene di mungitura
- AREA B:
STRUTTURE DI STABULAZIONE:
o superficie disponibile per capo
materiale della lettiera
STRUTTURE PARTICOLARI:
o vitelli
infermeria
sala parto
ATTREZZATURE:
o Mangiatoia
abbeveratoi
- AREA C:
COMPORTAMENTO:
o prove di verifica del comportamento verso l’uomo
CONDIZIONE CORPOREA:
o body condition score
pulizia degli animali
CONDIZIONE SANITARIA:
o Mortalità
zoppie
Mastiti
Stato del mantello e lesioni cutanee
- AREA E:
Procedure generali di biosicurezza, sistemi per la prevenzione delle principali
o
patologie e condizioni sanitarie 14 RILEVAZIONI P. 13,5 / 46
Tutto ciò ha portato ad indicare un livello di benessere che viene espresso attraverso un certificato.
Attraverso questo certificato di benessere, si attribuisce un punteggio che va da un minimo del 17%
ad un massimo del 59% per il management aziendale, che unito a BCS e strutture aziendali, offre un
valore complessivo di benessere (il quale, per essere ottimale, deve raggiungere percentuali
definite).
OBIETTIVO CONFERIRE UN’ETICHETTA E UNA CERTIFICAZIONE A PRODOTTI
CARNEI O LETTEI in ambito di allevamento bovino.
PRODUZIONE DI LATTE MONDIALE: abbiamo visto che l’Europa è leader di questo settore,
con il 24% che caratterizza la produzione mondiale di latte, seguita da Asia, America del nord e
America del sud.
Nel panorama europeo, l’Italia contribuisce con un 8%, fanno da padroni la Germania e a seguire
la Francia.
In Italia le regioni del nord, in modo particolare Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto,
sono quelle più produttive del settore perché, aldilà degli spazi e della conformazione ambientale
che favorisce questi ambienti a stabulazione libera, c’è una spiccata vocazione manageriale. 25
Negli ultimi 10 anni c’è stato quasi un dimezzamento degli allevamenti di bovine da latte in
risposta alla crisi e a vantaggio di quelli allevamenti che presentavano un gran numero di capi.
Fondamentalmente, si sono andate a chiudere le realtà piccole, quelle con un basso numero di
animali allevati che non riuscivano a produrre a sufficienza per il mercato.
C’è stata una vera e propria riorganizzazione aziendale, con un ampliamento delle strutture e una
razionalizzazione del numero dei capi allevati.
L’evoluzione in allevamento, avvenuta negli ultimi 10 anni, ha portato ad un aumento della media
di produzione di latte: nel 2015 si sono registrati quasi 110 kg in più rispetto al 2014, con una
media per capo che si attesta intorno a Kg. 9582 (quasi 96 quintali per vacca).
Vi è stato un aumento del numero di vacche iscritte e controllate (nonostante il periodo così difficile
per l’economia dell’aziende): con 1.106.461 vacche iscritte al Libro Genealogico, l’Italia continua a
collocarsi tra le primissime popolazioni di Holstein iscritte e controllate a livello mondiale.
Questa evoluzione ha quindi portato a dimensioni degli allevamenti sempre più consistenti in
termini numerici (aumento della numerosità media).
Spesso, oltre ad avere una contrazione del numero degli addetti, ci troviamo di fronte ad addetti non
adeguatamente formati e con scarsa sensibilità individuale (gli operatori indiani per cultura hanno
un occhio di riguardo verso i bovini, perché ritenuti sacri).
POTENZIALITÀ DEL SETTORE LATTIERO CASEARIO: La crescita dell’economia e della
popolazione mondiale sta determinando una rapida espansione della domanda globale, soprattutto
nei cosiddetti “paesi emergenti” ovvero i paesi del Sud-est asiatico, Sud America e Medio Oriente,
dove, grazie all’aumento del reddito pro capite, si stanno progressivamente abbandonando i regimi
alimentari tradizionali, a favore di diete con maggiore presenza di proteine animali.
Le previsioni FAO indicano il lattiero caseario come uno dei settori più dinamici nel prossimo
decennio e, pertanto, la veloce evoluzione della domanda rappresenterà il principale driver di
cambiamento del mercato.
STUTTURE D’ALLEVAMENTO
L’ambiente dell’allevamento rappresenta l’insieme di tutti i fattori che possono interagire con
l’animale, influenzandone l’aspetto psico-fisico, il metabolismo, il comportamento e la
riproduzione. Sono i grossi 4 OUTPUT, che abbiamo chiamato Animal Based Misures.
STABULAZIONE: I sistemi di stabulazione utilizzati hanno un ruolo importante nella
determinazione del benessere delle bovine da latte. Gli animali dovrebbero avere:
- Spazio a sufficienza per muoversi: lo spazio è un fattore prioritario e deve essere garantito
nelle zone di riposo, nelle zone in cui si mangia ma anche nelle zone di passaggio;
- Costante accesso all’alimento e all’acqua;
- Area di riposo confortevole ed asciutta;
- Riparo in caso di maltempo. 26
STALLA:
Deve soddisfare anche le esigenze dell’allevatore:
- Possibilità di controllo dell’animale;
- Possibilità di controllo della produzione;
- Possibilità di controllo dell’alimentazione;
- Possibilità di controllo delle macchine.
Obiettivo principale della stalla è realizzare la massima attività produttiva con il minor costo.
La stalla deve garantire “le cinque libertà” ed oggi, secondo la FAWC (Farm Animal Welfare
Council) del Regno Unito, l’animale deve possedere:
- Libertà dalla fame;
- Libertà dal disagio fisico e termico;
- Libertà da traumi e malattie;
- Libertà da paura e stress;
- Libertà dalle “derivazioni del comportamento normale”.
La stalla deve essere strutturata per incontrare le esigenze di tutte le categorie: vitelli, manze,
animali da produzione e animali con problemi. Anche la razza influenza le strutture, perché ci
troviamo di fronte ad animali con moli e corporature diverse.
La stalla a stabulazione libera ha una differenza principale da quella a stabulazione fissa: la
presenza della sala mungitura.
Importanti anche i magazzini e i sili per gli alimenti e il ricovero macchine.
Suddivisione in zone o aree:
- Area di riposo: detta anche area di decubito, dove gli animali riposano per circa 6 ore e
ruminano per circa 12 ore. Deve essere sana, confortevole in termini di T, umidità, areazione
e con pavimentazione morbida. La paglia è il materiale migliore per le cuccette, mentre per
le lettiere è meglio la sabbia;
- Area di alimentazione e corsia di foraggiamento: Le bovine vi passano ¼ della giornata e
vi depositano i 2/3 delle feci, che sono trasportate dal raschiatore. Nella stabulazione fissa,
l’area di alimentazione coincide con l’area di riposo perché l’animale è legato alla catena e
finito di mangiare si sdraia, mentre nella stabulazione libera è in genere sistemata
ortogonalmente o parallelamente all’area di riposo, da cui però è sempre nettamente distinta.
Comprende la corsia di foraggiamento, nella quale passa il mezzo che scarica l’unifeed nelle
mangiatoie. Nella corsia di alimentazione è presente il raschiatore che raccoglie i rifiuti e vi
passano le bovine per passare dall’area di riposo all’area di alimentazione e viceversa;
- Area di esercizio: non sempre presente, è l’area in cui l’animale circola liberamente. Nella
stabulazione libera coincide anche con il paddock esterno, in cui l’animale permane per 6/12
ore al giorno e dove l’animale compie la deambulazione e una parte della ruminazione.
Nella stabulazione fissa l’animale è portato soltanto per qualche ora al giorno, solo a
piacimento dell’allevatore. Viene utilizzata, quindi, per la ginnastica funzionale ed è
collocata solitamente all’esterno;
- Zona di mungitura : deve presiedere al raggruppamento delle vacche e comprende anche il
locale di raccolta del latte. 27
LEZIONE 28 Marzo
La stalla può presentare varie tipologie, le due
principali differenziazioni sono le seguenti:
- stabulazione (posta) fissa: rappresenta la
prima forma di stabulazione e il suo numero
di capi è ben definito. È ancora diffusa nelle
aziende (soprattutto del nord) con un limitato numero di capi o nelle aziende montane che
praticano il pascolo stagionale.
Può rappresentare una valida soluzione per allevamenti con meno di 35-40 capi.
La disposizione degli animali può essere ad una fila o a due file. Nel caso in cui abbiamo
una disposizione su due file, gli animali possono essere posizionati groppa a groppa (quando
siamo in presenza di pochi animali, le due file tra loro non si guardano) o testa a testa
(quando siamo in presenza di molti capi, le due file tra loro si guardano).
- stabulazione libera: diffusa nelle grandi aziende di pianura con più di 30/40 capi.
Si suddivide a sua volta in: stabulazione libera senza cuccette (quindi a lettiera permanente)
e stabulazione libera con cuccette nell’area di riposo. La zona di riposo non coincide con la
zona di alimentazione (come nella stabulazione fissa): le bovine sono quindi libere di
spostarsi e la superficie della stalla viene divisa in zone funzionali, ad ognuna delle quali
corrisponde una funzione specifica degli animali ospitati e degli operatori di stalla.
Se l’azienda presenta più di cinquanta capi è consigliabile la suddivisione in gruppi, per
seguire meglio l’alimentazione o la gestione riproduttiva.
Nella stabulazione fissa, gli animali sono legati alla catena, non hanno possibilità di movimento a
parte alzata e decubito e hanno tazza per l’abbeveraggio
e un secchio per l’alimento. Il fieno è presente a volontà
nella mangiatoia.
La somministrazione degli alimenti è meccanizzata solo
con stabulazioni che prevedono file di animali ‘testa a
testa’ e quando abbiamo ampi spazi della struttura.
La corsia di foraggiamento (che dovrebbe avere una
larghezza compresa tra i 3 e i 5/6 metri) è leggermente
sopraelevata rispetto al piano degli animali. Se le
dimensioni di tale corsia sono ampie, la
somministrazione degli alimenti risulta meccanizzata,
altrimenti interviene l’operatore manualmente.
Per la posta la lunghezza corretta dev’essere di 1.6-1.8 metri, in maniera tale da poter far
raccogliere le feci nella cunetta e mantenere, così, la mammella pulita: se la mammella fosse sporca
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e il latte si prendesse nella stalla stessa, la qualità del latte
risentirebbe di queste condizioni (mungitur