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Il valore predittivo positivo si abbassa a sua volta. I calcoli sono pressoché gli stessi, avremo
tuttavia che alla fine: 9 9
= = 14,5%
Valore predittivo dei risultati positivo: 9+49,5 58,5
Tutto ciò ci fa capire che anche se un test è molto valido, può essere ugualmente scarsamente
predittivo se la prevalenza è bassa. La scelta rispetto al valore da prediligere, va fatta in base al tipo
di patologia presa in considerazione. Per esempio, sarà inutile e controproducente utilizzare un test
di screening che ha un basso valore predittivo dei risultati positivi su una patologia come il tumore.
In questo modo, infatti, rischieremmo di dare una notizia non vera e peraltro pesantissima al
paziente, quando in realtà potrebbe benissimo non avere un tumore visto la scarsa predittività
positiva del test. Vale lo stesso per le malattie infettive, dove invece però è sconsigliabile utilizzare
test di screening con un basso valore predittivo negativo. In questo caso infatti rischieremmo di dire
ad una persona infetta (capace quindi di infettare a sua volta), che è sano, proprio perché il test non
è abbastanza predittivo verso i casi negativi e quindi non mi sa dire con sicurezza chi è sano.
Affidabilità di un test di screening
Un test è affidabile, come già detto, se dà sempre gli stessi risultati quando viene eseguito dallo
stesso soggetto, per più volte, nelle stesse condizioni. I fattori che condizionano la riproducibilità
sono: la varietà inerente al metodo (stabilità dei reagenti o fluttuazioni della sostanza misurata) e gli
errori dell’osservatore (errori di lettura, variabilità tra osservatori diversi, ma anche variabilità dello
stesso osservatore).
Quantità di malattia non ancora diagnosticata, svelata dallo screening
Un test di screening, al fine di essere davvero efficiente, deve essere capace di individuare il
maggior numero di casi di malattia. Questo è influenzato da diversi fattori:
1. Prevalenza della malattia non ancora riconosciuta (maggiore è la prevalenza dei casi non
diagnosticati, maggiore sono i casi individuati da un test di screening)
2. Sensibilità del test (deve essere elevata affinché il test sia utile)
3. Screening multifasico (è talvolta conveniente applicare più test di screening per diverse
malattie, nella stessa visita)
4. Frequenza dello screening (se si effettuano due campagne di screening molto lontane nel
tempo fra loro, sarà possibile individuare molti nuovi casi la seconda volta; se, invece,
effettuiamo campagne di screening tutti gli anni, riusciremo ad individuare molti meno casi,
quell’anno specifico)
tipiche di
5. Partecipazione allo screening e al follow-up, la malattia sotto studio deve essere percepita
dalla popolazione da sottoporre allo screening come una seria minaccia alla salute personale,
minaccia che po’ essere annullata dalla partecipazione al programma di screening. Maggiore
è la partecipazione, maggiore è la probabilità di individuare la presenza della malattia.
Valutazione dell’efficacia delle campagne di screening
Se una campagna di screening è efficace, deve portare ad una riduzione dei casi di malattia e quindi
l’impatto di una campagna si valuta l’impatto a livello di incidenza e
anche delle morti. Per valutare
di mortalità. Devono ovviamente essere effettuate anche le valutazione economiche, ossia, a fronte
ho evitato, quale è stato l’impegno economico? Questo fattore va ovviamente
di tutti i casi che
considerato in base ai risultati ottenuti dalla campagna.
Le fonti dei dati nell’epidemiologia
La prima cosa da fare durante uno studio epidemiologico è la raccolta di dati. Talvolta questi sono
già disponibili, ne sono un esempio: diagnosi cliniche, cartelle cliniche, certificati di morte, ecc.
Se invece mancano, è necessario ricercarli, attraverso questionari, interviste, ecc.
Ciascuno di questi dati presenta sempre pregi e difetti, che vanno considerati in base al tipo di
studio che vogliamo svolgere.
Una volta che abbiamo questi dati, la prima domanda da porsi è se sono affidabili. Questi infatti
possono avere una diversa attendibilità. A livello regionale per esempio, possiamo avere dei dati
quest’ultima,
con bassa attendibilità; tuttavia, può dipendere anche da chi ha raccolto di dati stessi.
Nel 2009 per esempio, quando ci fu la pandemia di H1N1, il personale sanitario era allarmato, tutti
di conseguenza segnalavano i casi di influenza.
Oggi ovviamente, non essendoci questo rischio, non c’è più l’attenzione del 2009; in questo modo
però si va ad inficiare il dato disponibile, che non è probabilmente realistico per via della poca
attenzione verso i casi di influenza da parte degli operatori sanitari. Un altro elemento su cui porre
attenzione è che talvolta, come già detto, i dati sono disponibili, ma magari risultano inutili, in
quanto raccolti per finalità che a noi possono non servire per lo studio. Un certificato di morte
il sesso e l’età, ma non altri dati,
magari ci dice la causa del decesso, che potrebbero invece
interessare a uno studio epidemiologico, come ad esempio se la persona fumava o no.
Anamnesi ed esame obiettivo
Osservazione diretta (visita medica). Spesso è presente una scarsa attendibilità delle informazioni
dovuta all’errore dell’investigatore/esaminatore oppure, come nel caso dell’anamnesi, per
incompletezza o mancanza delle risposte.
Osservazioni di medici specialisti
Ampia variabilità delle osservazioni effettuate su uno stesso soggetto da persone diverse, ma che
praticano la stessa specialità.
Diagnosi cliniche
E’ necessario stare molto attenzione agli errori. Anche quando, infatti, le osservazioni sono
complete e accurate e il procedimento usato è corretto, dobbiamo considerare il fatto che medici con
esempio, l’uso
una diversa preparazione usano criteri diversi per giungere alla stessa diagnosi (per
di termini diversi per la stessa condizione clinica)
Nasce quindi la necessità di attenersi a criteri specifici e oggettivi nel formulare la diagnosi, i quali
siano accettati da tutti, applicati e descritti nella loro applicazione (per poter verificare che essa sia
stata fatta correttamente).
Cartelle cliniche
Spesso troviamo annotazioni carenti, di difficile comprensibilità o illeggibili. Anche quando tutti i
dati sono completi e leggibili, due persone possono trarre dalla stessa cartella informazioni
differenti (soggettività di interpretazione).
Schede di dimissione ospedaliera (SDO)
Sono più attendibili. prestazioni erogate (DRG): per l’ospedale
Hanno scopo amministrativo per il pagamento delle
costituisce il documento di rimborso da parte della regione.
Il ministero della Salute elabora e pubblica periodicamente i dati, in cui possiamo trovare:
1. Dati anagrafici del paziente
2. Caratteristiche della degenza (giorni di ricovero, procedure diagnostiche, interventi
terapeutici, trasferimenti di reparto)
3. Diagnosi dimissione
4. Eventuali patologie concomitanti
Tuttavia, molto spesso, al posto della reale terapia, vengono segnate le terapie più remunerative,
così da essere rimborsati maggiormente. I dati che quindi andremo a valutare, molte volte non sono
attendibili. Spesso, inoltre, in ospedale si trovano anche dati per malattie non rappresentative della
popolazione, come nel caso della rosolia, varicella o influenza.
Denunce di malattia
Per legge, alcune malattie devono essere denunciate alle autorità sanitarie al momento della
dell’insorgenza di epidemie
diagnosi, per contribuire alla rilevazione precoce e per poter adottare
adeguate misure preventive.
Queste registrazioni sono utili anche per valutare l’incidenza di quelle malattie in una comunità.
Nonostante l’obbligo di legge, molti casi non vengono denunciati.
Le malattie infettive sono suddivise in classi di notifica
1. Classe 1: Sono quelle malattie molto pericolose, per le quali si richiede una segnalazione
immediata (colera, febbre gialla, peste, poliomielite, botulismo, rabbia, influenza con
isolamento virale, tetano, ecc.)
2. Classe 2: Malattie rilevanti perché ad elevata frequenza (ne sono un esempio diarree
infettive, epatiti virali, tifo, ecc.)
3. Classe 3: Malattie per le quali sono richieste particolari documentazioni (AIDS, malaria,
tubercolosi, ecc.)
4. Classe 4: Malattie per le quali alla segnalazione del singolo caso da parte del medico deve
seguire la segnalazione alla ASL solo quando si verificano focolai epidemici (dermatofitosi,
scabbia, infezioni, tossinfezioni di origine alimentare, ecc.)
Tutto ciò che non rientra nelle altre 4 va in questa classe. I dati all’interno,
5. Classe 5:
pertanto, sono quasi completamente inaffidabili.
Quando sono stati raccolti tutti questi dati, ad opera del servizio della ASL, viene fatto un riepilogo
Quest’ultima
e questa certificazione viene inviata periodicamente alla regione. a sua volta la invia il
tutto al ministero.
Certificati di assistenza al parto
E’ un’altra importante fonte di informazione sulle gravidanze, nascite, morti fetali e malformazioni
Per legge è compilato dall’operatore sanitario che assiste al parto. L’obbligo di
congenite.
compilazione è del 100%, il che è molto importante in quanto fornisce molte informazioni utili per
l’epidemiologia.
Certificati di morte
Anche questi sono importantissimi per la ricerca. Anche qua possiamo tuttavia trovare dati
inaccurati. Forniscono informazioni sulle malattie a esito mortale, che possono essere usate per
studiare la frequenza di tali patologie a livello locale, nazionale o internazionale.
Spesso tuttavia, nonostante più malattie possono aver contribuito a causare la morte, ne viene
segnalata solo una, che può non essere quella determinante. Questo è un fattore negativo, che
bisogna ben considerare nella raccolta di dati epidemiologici.
Le schede di morte, ci informano di una causa iniziale, una intermedia e una terminale, oltre che
alcuni casi morbosi che hanno contribuito al processo; il problema è che spesso queste tre cause non
sono compilate interamente, il che elimina la possibilità di raccogliere dati specifici.
Ad esempio, se si scrive solo la causa finale, che può essere un arresto cardiocircolatorio, si dice
tutto e nulla, in quanto ogni morte presenta ovviamente questo sintomo, ciò che interesserebbe è
sapere invece i motivi di quell’arresto.
Questionari
Sono strumenti molto utilizzati in campo epidemiologico. Questi sono sicuramente ottimi ma
presentano dei problemi, causati dalle “non risposte”. Se io infatti mando un questionario a 100