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IL DIABETE
Nei diabetici, l’apporto di carboidrati deve costituire il 50-55% del totale giornaliero di calorie,
l’apporto di grassi circa il 30% e l’apporto proteico introno al 10-20%. L’alcool va assunti in quantità
modesta ed è sconsigliato nei pazienti in sovrappeso. Anche le fibre sono utili nel controllo
glicemico.
L’esercizio fisico, riduce l’intolleranza al glucosio (migliorando la sensibilità all’insulina e riducendo
la glicemia), diminuisce il ruolo dei fattori di rischio cardiovascolare, mantiene il peso corporeo entro
limiti giusti e ha favorevoli effetti psicologici.
Le raccomandazioni da seguire quindi sono perdere peso attraverso un’adeguata alimentazione e
una modesta attività fisica (questo fa scendere anche il rischio in soggetti predisposti) ed è inoltre
necessario investire nell’informazione e nella formazione di operatori sanitari dediti a far conoscere
e prevenire meglio questa malattia.
CAPITOLO 4: BRONCOPNEUMOPATIE CRONICO-OSTRUTTIVE (BPCO)
Le BPCO comprendono un gruppo di affezioni croniche dell’apparato respiratorio, di solito
ostruttive e clinicamente anche molto differenti tra loro. Il decorso cronico, è caratterizzato
generalmente da uno stato di infiammazione cronico del tessuto polmonare e dall’ostruzione delle
vie bronchiali con ipersecrezione di muco. Queste malattie, aumentano la predisposizione dei
soggetti colpiti nei confronti delle infezioni respiratorie e negli ultimi decenni, queste affezioni sono
aumentante notevolmente.
Per le BPCO è possibile classificare quattro livelli di gravità della patologia:
• Stadio 0, soggetto a rischio che presenta tosse cronica e produzione di espettorato,
funzionalità respiratoria ancora normale
• Stadio 1, malattia lieve, caratterizzata da una leggera riduzione della capacità respiratoria
• Stadio 2, malattia moderata, caratterizzata da una riduzione più consistente della capacità
respiratoria e dispnea in caso di sforzo 85
• Stadio 3, malattia severa, caratterizzata da una forte riduzione della capacità respiratoria o
da segni clinici di insufficienza respiratoria o cardiaca
Ogni anno in Italia si verificano circa 30mila decessi per queste patologie, di cui 16mila provocati da
bronchite, enfisema e asma.
Le BPCO sono associate a molteplici fattori di rischio:
• Età
• Sesso (maschile)
• Deficit di alfa1-antitripsina, proteina che protegge i polmoni
• Classe sociale (soprattutto le più povere)
• Attività lavorativa
• Residenza
• Fattori climatici e stagionali (inverni più freddi)
• Infezioni respiratorie passate che deteriorano i bronchi
• Patologie respiratorie complesse che possono contribuire allo sviluppo della malattia, in
particolare asma e ipersensibilità bronchiale
Nel tempo, la situazione epidemiologia è mutata profondamente rispetto al passato e si ritiene che
fattori favorenti e/o limitanti abbiano interagito nei due sessi in maniera diseguale.
Un altro fattore di rischio importante è il fumo di sigaretta: questo contiene sostanze chimiche
irritanti prodotte dalla combustione del tabacco. La bronchite cronica infatti, è più frequente nei
fumatori e più si fuma, più è alta la sua incidenza. Smettere di fumare rallenta il tutto ma non
restituisce il recupero della piena funzionalità respiratoria.
Da non sottovalutare anche l’inquinamento atmosferico che può incidere notevolmente nello
sviluppo di queste patologie. Stesso discorso anche per i lavoratori esposti all’inalazione di polveri e
ai soggetti in età infantile esposti al fumo passivo.
CAPITOLO 4.1: BRONCHITE CRONICA
La bronchite cronica è la patologia respiratoria più diffusa oggi. Questa, è una patologia che evolve
frequentemente verso l’insufficienza respiratoria e provoca danni economici rilevanti per minor
rendimento produttivo e maggior onere assistenziale. E’ possibile intervenire con tre livelli di
prevenzione (primaria, secondaria, terziaria) contro questa malattia.
La diagnosi della bronchite cronica è essenzialmente basata su sintomi clinici in quanto si basa sulla
presenza di tosse e catarro per almeno 3 mesi all’anno e per 2 anni consecutivi; è possibile anche
diagnosticarla con esami medici come la spirometria.
Clinicamente, si distinguono tre forme:
• Bronchite cronica semplice
• Bronchite cronica mucopurulenta
• Bronchite cronica ostruttiva 86
CAPITOLO 4.2: PREVENZIONE DELLE BPCO
Gli obiettivi della prevenzione delle BPCO sono:
• Prevenire l’insorgenza e la progressione della malattia
• Ridurre i sintomi
• Migliorare la capacità respiratoria sotto sforzo e lo stato di salute generale
• Prevenire e trattare le complicanze e l’aggravarsi della malattia
• Ridurre la mortalità
La prevenzione primaria, consiste nel rimuovere i fattori causali di rischio come il fumo,
l’inquinamento atmosferico e l’esposizione al fumo passivo.
La prevenzione secondaria e terziaria invece, consiste in una diagnosi precoce, nella terapia delle
alterazioni funzionali eventualmente già insorte, nel vaccino anti-influenzale nelle categorie a rischio
e controllare il peso per non affaticare ulteriormente il sistema respiratorio.
CAPITOLO 5: OBESITA’
In molti Paesi europei, più della metà della popolazione adulta si trova al di sopra della soglia di
“sovrappeso” e circa il 20-30% degli adulti risulta obeso. Anche l’obesità infantile è in continuo
aumento e si sta sviluppando la tendenza che il bambino resti poi obeso anche in età adulta,
aumentando i rischi per la salute.
L’obesità è definita come un eccessivo accumulo di grasso corporeo in relazione alla massa magra,
in termini sia di quantità assoluta, sia di distribuzione in punti precisi del corpo. La misurazione della
distribuzione del grasso corporeo può essere effettuata con diversi metodi: dalla misura delle pieghe
della pelle, al rapporto tra la circonferenza della vita e dei fianchi, o con tecniche più sofisticate
come la TAC e gli ultrasuoni. L’indice di massa corporea (IMC) o Body mass index (BMI) è un ottimo
criterio diagnostico per conoscere la diffusione dell’obesità e consiste nel dividere il peso (in KG)
per l’altezza (in metri) al quadrato: 2
IMC = peso in KG / (altezza in metri)
Se questo IMC è:
• < 18,5 allora si è sottopeso
• 18,5-24,99 allora si è normopeso
• 25-29.99 allora si è sovrappeso
• > 30 allora si è in presenza di obesità
Obesità e sovrappeso sono condizioni associate a morte prematura e ormai universalmente
riconosciute come fattore di rischi per le principali malattie croniche (soprattutto quando si è obesi
già da piccoli e quindi è più probabile che lo sia anche da adulto). 87
L’obesità è associata all’insorgenza di disturbi neurologici, cardiovascolari, endocrini, muscolo-
scheletrici, renali, gastro-intestinali, polmonari e anche psicosociali.
L’obesità è determinata da:
• Fattori genetici
• Fattori perinatali e legati all’infanzia
• Insufficiente attività fisica
• Abitudini dietetiche sbagliate
CAPITOLO 5.1: EPIDEMIOLOGIA DELL’OBESITA’
L’obesità è in aumento in tutto il mondo, in ogni sesso e fascia d’età. Questa, è la principale
condizione associata a disagio psicosociale e malattie croniche. Il trattamento dell’obesità è gravato
da un alto numero di insuccessi a lungo termine ed è un problema importante dal punto di vista
economico.
Nel 2008, oltre un miliardo e mezzo di persone di tutto il mondo erano in sovrappeso e il trend è in
continuo aumento. Nel 2013, sono stati stimati circa 42 milioni di bambini sotto i 5 anni in
sovrappeso o obesi.
L’obesità causa ogni anno la morte di circa 2,8 milioni di adulti, risultando il quanto fattore di
mortalità al mondo.
In Europa, si stimano circa 400 milioni di persone in sovrappeso di cui circa 130 milioni di obesi. La
percentuale di obesi, cresce con l’aumentare dell’età per poi diminuire tra gli anziani.
In Italia, nel 2012 più di un terzo degli adulti era in sovrappeso mentre una persona su dieci era
obesa (soprattutto al Sud). Anche nel nostro Paese, l’obesità aumenta con l’aumentare dell’età e
non scende negli anziani ed è maggiore negli uomini. L’eccesso di peso è più frequente nelle persone
con basso livello di istruzione e in quelle con molte difficoltà economiche.
Nel 2014, in Italia, tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, circa il 38% riteneva che il proprio
figlio fosse sotto-normopeso e solo il 29% pensava che la quantità di cibo da lui assunta fosse
eccessiva. Inoltre, solo il 41% delle madri di bambini fisicamente poco attivi riteneva che il proprio
figlio svolgesse poca attività motoria. Quindi si può chiaramente capire che tra i genitori c’è una
cattiva visione e valutazione dell’obesità. I bambini in sovrappeso e obesi sono maggiormente al
Sud. CAPITOLO 5.2: PREVENZIONE DELL’OBESITA’
Per prevenire l’obesità bisogna innanzitutto riconoscere i comportamenti errati che sono alla base
della sua comparsa e del suo mantenimento. Oltre ai programmi preventivi in ambito sanitario e
scolastico, sono necessari interventi di politica sociale favorevoli all’adozione di un’alimentazione
88
corretta e alla pratica di attività motorie.
La riduzione dell’obesità è un importante obiettivo di salute collegato all’alimentazione e all’attività
fisica.
La prevenzione dell’obesità deve avere luogo in ogni posto (dalla casa alla scuola ecc.) e a ogni
livello (urbano, sanitario, politico, sociale ecc.).
La prevenzione dell’obesità si basa sui seguenti criteri:
• Assicurare una buona nutrizione e costante controllo glicemico della donna in gravidanza,
incoraggiando anche l’allattamento al seno fino almeno ai 6 mesi di vita
• Abituare i bambini a una dieta varia e ricca di frutta e verdura, limitando il consumo di
bevande dolci e gasate
• Incoraggiare la pratica sportiva e limitare la sedentarietà
• Essere da esempio per gli altri e per i propri figli
CAPITOLO 6: MALATTIE DELL’ETA’ EVOLUTIVA - MIOPIA
La miopia, consiste in un disturbo di tipo refrattivo: in questo caso, i raggi luminosi paralleli
provenienti dall’infinito vanno a fuoco davanti alla retina anziché su di essa, in condizioni di riposo
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