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SAT
dinamica dell’acqua nel suolo è lenta rispetto al movimento dell’acqua in superficie, ma la variabilità del fenomeno
in relazione alla tessitura è enorme. Suoli argillosi hanno una variabilità inferiore rispetto ai suoli sabbiosi che hanno
un range superiore in termini di ordini di grandezza.
Per quanto riguarda l’infiltrazione, è possibile esprimere la velocità con cui l’acqua si infiltra nel suolo in mm/h o in
cm/h. La velocità o tasso di infiltrazione (f) rappresenta la quantità d’acqua che attraversa la superficie di un suolo
caratterizzato da un determinato tasso di umidità, in un determinato lasso temporale.
Questa velocità ha un limite superiore, se si supera questo limite l’accumulo si ferma e si ha ristagno. Questo limite è
detto capacità di inflitrazione (f ) che corrisponde alla velocità massima di infiltrazione. L’andamento di f è più alto
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all’inizio e diminuisce progressivamente nel tempo all’aumentare del tasso di umidità.
La misura della conducibilità idraulica può essere effettuata in campo attraverso infiltrometri a doppio cilindro che
misurano l’infiltrazione simulando il terreno. L'infiltrometro a doppio anello è formato da due anelli concentrici di
varie dimensioni, i quali vanno infissi nel terreno per una profondità proporzionale alle loro dimensioni, tenendo
conto del fatto che l'anello esterno ha la funzione di contenere l'espansione laterale dell'acqua e l'anello interno
invece delimita il terreno destinato alla prova di filtrazione. È una misura molto valida per valutare la conducibilità
idraulica a saturazione, il doppio cilindro consente di valutare anche l’entità dei flussi laterali.
Il permeametro di Guelph è uno strumento che possiede una punta da infiggere nel terreno, in cui è posizionata,
all’estremità, una coppa porosa. La coppa porosa è un recipiente particolare, in cui si crea un bulbo sferico di
inumidimento. Diverse formule consentono di calcolare la capacità idrica a saturazione. Questo strumento fornisce
misure speditive e richiede una quantità di acqua inferiore rispetto ad altri strumenti.
L’attività biotica nel suolo può avere un’influenza rilevante sia sulla conducibilità idraulica che sulla capacità di
ritenzione dei suoli. Solitamente è necessario un campione di grandi dimensioni, data l’estrema eterogeneità della
porosità esistente in un appezzamento e, di conseguenza, della conducibilità. La conducibilità idraulica quantifica
l’attraversamento dell’acqua in un suolo. Un suolo con un’elevata conducibilità a parità di differenza di potenziale
avrà un flusso maggiore rispetto ad un suolo con limitata conducibilità.
Fattori che influenzano la dinamica dell’acqua nel suolo
L’eterogeneità spaziale delle caratteristiche del suolo è un fattore determinante nella dinamica dei processi idrologici
già alla scala di campo e ancor più su scale territoriali vaste. I fattori che influenzano la dinamica dell’acqua nel suolo
sono: caratteristiche dello stesso, compattazione, fessure e crepacciature, copertura vegetale e lavorazioni.
Mettendo in relazione i parametri idrologici del suolo alla composizione dello stesso, attraverso misurazioni è
possibile cercare di stabilire l’esistenza di una relazione tra i due set di dati. In alcuni suoli la compattazione
superficiale può aumentare a seguito di eventi piovosi, mentre altri possiedono caratteristiche di crepacciabilità.
L’intercettazione della vegetazione riduce l’intensità delle piogge e anche grazie alla presenza delle radici
contribuiscono a ridurre la compattazione. Le lavorazioni interrompono la continuità dei pori nel suolo causando
minori tassi di infiltrazione, altre tipologie di lavorazione conducono ad una maggiore infiltrazione e ridotta erosione
superficiale.
ACQUE SOTTERRANEE
La riserva idrica sotterranea è costituita da strati di materiale permeabile (acquiferi) saturi d'acqua (falda). Gli strati
permeabili sono spesso costituiti da sabbie e ghiaie e sono alternati a strati praticamente impermeabili (acquiclude)
costituiti da argille o rocce compatte. Nelle pianure è solitamente presente un materasso alluvionale importante, il
quale può raggiungere anche i 100m di profondità. L’acqua che percola, al netto dei fenomeni di ridistribuzione, in
ogni caso raggiunge supporti come rocce o strati di argille impermeabili. Si creano così degli acquiferi, ovvero strati
sotterranei in grado di immagazzinare acqua e di mantenerla in condizioni di saturazione (falde). L’acqua è
immagazzinata negli interstizi presenti all’interno del terreno. All’interno di questi sistemi possono crearsi delle
distinzioni a livelli diversi per la diversità delle argille. Ad esempio acquiferi confinati sono compresi tra due strati
impermeabili, sono i più pregiati e sono impiegati per le acque potabili. L’area di ricarica si trova a monte, anche a
notevole distanza rispetto alla collocazione dell’acquifero. All’interno dei due strati impermeabili l’acqua è in
pressione. Se la piezometrica supera il piano di campagna si hanno fenomeni di artesianesimo veri e propri (l'acqua
sgorga naturalmente da un pozzo che giunga alla falda artesiana). L’acquifero superficiale è quello direttamente in
contatto con la superficie e risente più direttamente dell’apporto di inquinanti. Negli acquiferi superficiali la
superficie della falda è libera di oscillare in funzione del carico e coincide con la piezometrica. La ricarica avviene per
percolazione attraverso lo strato insaturo.
I processi, ovvero i flussi legati alle differenze di potenziale, sono più semplici rispetto a quelli esistenti nella zona
insatura, infatti in questo caso la conducibilità è costante, siccome persiste la situazione di saturazione. Il flusso negli
acquiferi è lento ma le quantità movimentate sono considerevoli. Perché all’interno di un acquifero avvenga il
ricambio idrico possono servire tempi lunghissimi. Gli acquiferi possono anche ritrovarsi in interstizi di fratture di
rocce.
Il deflusso delle acque avviene quindi secondo gradienti piezometrici con velocità proporzionali ai gradienti stessi. Le
velocità sono comunque molto inferiori a quelle degli altri tipi di deflusso. Si tratta comunque di veri e propri
serbatoi in cui l’acqua può essere in pressione. Tipicamente nella pianura Padana gli acquiferi sono 3, uno
superficiale, uno confinato e uno più profondo. I tassi di ricarica di questi acquiferi sono direttamente proporzionali
alla loro profondità.
Nel caso l’acquifero si trovi a ridosso del mare, se il livello dell’acquifero si abbassa, si può avere l’intrusione del
cuneo salino verso l’entroterra. Questo può penetrare significativamente anche verso zone irrigue causando seri
problemi e inficiando la qualità dell’acqua.
L’acqua in ogni caso è soggetta alle leggi dell’idraulica e pertanto insistono le perdite di carico. Lungo l’acquifero
infatti, la linea dei carichi totali, a causa del movimento, seppur lento, scende.
Esiste un’interazione significativa tra le falde e le acque superficiali, a seconda dell’idrografia e dell’idrogeologia può
avvenire lo scambio dall’acquifero verso il flusso superficiale (fiumi) e viceversa. Ad esempio, all’inizio del suo corso,
il fiume Serio alimenta la falda essendo a livello superiore, mentre a ridosso della confluenza con l’Adda è ad un
livello inferiore rispetto alla falda ed è la falda ad alimentare il fiume (o il fiume che drena la falda). Il moto nei diversi
acquiferi è estremamente lento e i tempi possono variare da alcuni giorni fino a millenni.
Monitoraggio sulla soggiacenza di falda
Le acque sotterranee sono accessibili tramite due tipologie di opere, pozzi e piezometri. In entrambi i casi si tratta
infatti di perforazioni verticali, di profondità tale da interessare la falda acquifera, nelle quali è stata installata una
tubazione di rivestimento per sostenere le pareti. Le differenze sostanziali tra le due opere sono le seguenti:
• Uso: i pozzi vengono realizzati per il prelievo della risorsa idrica sotterranea, mentre i piezometri sono
dedicati al monitoraggio delle acque sotterranee (ciò non toglie che anche i pozzi possano essere utilizzati
per il monitoraggio);
• Diametro: è solitamente variabile dai 20 ai 100 cm nei pozzi e tra i 5 ed i 10 cm nei piezometri;
• Materiali: la tubazione è generalmente in materiali metallici nei pozzi, in materiali termoplastici nei
piezometri;
• Pompa: il pozzo è dotato di una pompa fissa e di tubazione di mandata per l’adduzione dell’acqua emunta,
mentre il tubo piezometrico è a sé stante e vi viene inserita una pompa portatile solo in occasione dei
prelievi finalizzati al monitoraggio.
Il piezometro, nel campo dell'idrogeologia, è quindi un dispositivo di osservazione avente lo scopo di misurare
l’altezza piezometrica di una falda ad una certa profondità. L'uso di piezometri consente di ricostruire la superficie
piezometrica della falda, ossia la superficie (reale per le falde libere, virtuale per quelle confinate) sulla quale la
pressione è pari a quella atmosferica. La superficie piezometrica viene ricostruita interpolando le misure effettuate
in più piezometri presenti nell'area investigata. I piezometri sono utilizzati anche per il monitoraggio della qualità
delle acque di falda, mediante prelievo di campioni d’acqua al loro interno. Il piezometro può essere provvisto di una
sonda automatica che registra periodicamente (ad es. ogni x ore) il livello freatico. Alcune sonde sono dotate di
sensori per alcune grandezze chimico-fisiche dell’acqua come: temperatura, pH, potenziale redox, conducibilità
elettrica, salinità, torbidità, profondità, ossigeno disciolto, presenza di clorofilla-a, cianobatteri, ioni specifici.
Misurazioni manuali possono essere eseguite con un freatimetro. Trattasi di un cavo elettrico graduato con un
contatto elettrico terminale, che si chiude a contatto con l’acqua e produce un segnale elettrico/luminoso.
L’alimentazione nell’irrigazione per scorrimento/sommersione, può modificare il livello della falda superficiale.
Tramite l’uso di piezometri è possibile osservare come le ricariche della falda superficiale, in un’area soggetta
all’irrigazione per scorrimento, segue il medesimo calendario degli interventi irrigui, e mettendo in risalto il gradiente
topografico.
EVAPOTRASPIRAZIONE
Per ET si