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Rappresentazione del moto turbolento in una corrente
Gli strumenti a nostra disposizione per lo studio di un fluido reale sono: il numero di Reynolds, le equazioni di Navier-Stokes qui sotto espresse:
p Dτ Dt = f + u2 => lagrangiano della velocitalog. di viscosita dinamica
∇ · u = 0 -> Poiche si considera il fluido incomprimibile, l’equazione di continuità ha questa forma.
Poiche il fenomeno del moto turbolento è molto complesso e legato all’instabilità del moto stesso che si svolge per filetti rettilinei, o meglio per filetti che mantengono in qualche modo la loro identità, si vede da questa instabilità che crea dei vortici. I vortici hanno dimensioni variabili; scomparse trasversalmente alla corrente e sono associati vortici di dimensioni minori.
Si arriva a vortici sempre più piccoli fino a quando non interviene la viscosità e questo porta alla diminuzione di energia.
Parlando ancora in termini generali, si vede che esistono varie forme di turbolenze legate alle varie forme di campo di moto. (per esempio, elicoide). La naturalmente, per essere mantenuti, vengono forniti di energia. Infatti, vengono fatti molti esperimenti come nelle gallerie del vento in cui vengono messe delle griglie in posizione ortogonale alle traiettorie.
teoria dei fluidi per creare della turbolenza
la girella da la misura dei vortici. La turbolenza dopo un
certo tratto tendi ad annullarsi questo tipo di turbolenza si chiama
TURBOLENZA LIBERA.
le turbolenze libere è importante in moltissimi di problemi
per esempio sappiamo che quando un aereo vola dietro gli
si crea una scia turbolenta che si estingue dopo un certo
spazio e siccome perché non viene sostenuta da niente però
in realtà crea delle forti perturbazioni nel campo di moto
per cui è molto pericoloso per un aereo seguire la scia di un
altro aereo. Quindi ci sono molti problemi importanti di
turbolenza libera che noi non andremo a studiare, onde
un altro tipo di turbolenze è più facile di studiare sia
un altro tipo di turbolenza chiamato TURBOLENZA DI PARETE
(interno sulle le correnti). La turbolenza di parete invece
sostenuta dalle tensione tangenziale che si sviluppa alla
superficie di contatto della corrente liquida con la parete sol-
da. Proviamo ad analizzare uno piccolo esempio nel caso
della TURBOLENZA DI PARETE.
Consideriamo la parete di
una tubazione e il fondo
di un canale e consideriamo
anche un piccolo del laminare
questa parete. Poiché questa
onda che lamina le parete
e regola vale il principio dell’aderenza, sa che che la velocità
Dunque si ha che
vx = <vx> + v'x
dove
- <vx> = Velocità media = velocità di trasporto (responsabile del moto di insieme)
- v'x = Velocità di agitazione turbolenta
per cui si ha che:
vx = <vx> + v'x
H.B.
La vx media, <vx> è il valore medio rappresentato nel diagramma delle rette parallelo all'asse delle ascisse attorno al quale avviene la fluttuazione con il moto mediamente stazionario.
Operatore di media
Sì definisce l'operatore di media temporale <>
Se si considera un intervallo di tempo T e si considera l'integrale
<> = 1/T ∫tt+T θ dτ con t istante generico
Quantità che si vuole mediare
Si è definito l'operatore di media temporale per definire la velocità di trasporto.
Il tempo T è irrilevante per quanto riguarda il moto mediamente stazionario, mentre non è totalmente irrilevante nel caso di un moto qualunque e vario turbolento in cui quindi anche la velocità di trasporto varia nel tempo; per cui può essere interessante vedere la variazione nel tempo della velocità di trasporto per cui il tempo T normalmente
Questi tre termini si mettono in una forma leggermente diversa tenendo conto del fatto che ∇·⊽°=0 che già viene fuori da come
∂⊽x⁄∂x + ∂⊽y⁄∂y + ∂⊽z⁄∂z = 0.
Tale quantità rimane nulla se si moltiplica per la componente lungo x delle velocità di agitazione turbolenta ux, e quindi risulta nulla anche la sua media temporale:
< ux ∂⊽x⁄∂x + ux ∂⊽y⁄∂y + ux ∂⊽z⁄∂z > = 0.
Ora sommiamo tale quantità (nulla) ai tre termini considerati:
< ux ∂ux⁄∂x + ux ∂uy⁄∂y + ux ∂uz⁄∂z > + < ∂uy⁄∂y + ∂uz⁄∂z > = 0.
dove è la funzione è uguale quindi con ogni derivata apparente
2 < ux ∂ux⁄∂x > = ∂⁄∂x < ux2 >
< ux ∂uy⁄∂y + ∂uy⁄∂y > = < uy ∂uy⁄∂y > = ∂⁄∂y < uduxy >
< ux ∂uz⁄∂z > + < uz ∂uz⁄∂z > = < ∂uz⁄∂z > = ∂⁄∂z < uxz >
< ∂ux2 > = ∂⁄∂y < ⊽y > < uz >
Gli ultimi tre termini del primo membro dati da:
< (ux-ux) ∂ux⁄∂x > + < (ux) ∂uy⁄∂y > + < (ux⊽z) ∂uz⁄∂z > sono nulli.