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INTERSETTORIALI
Ambito settoriale non solo nel nostro Paese ma anche nella maggior parte degli altri. Vi è un particolare evento nella storia Italiana, già da tempo la CISL (cattolica) premeva per un maggiore decentramento della contrattazione in favore della contrattazione in azienda. Nel '55 abbiamo una svolta simbolica, nella FIAT (simbolo del settore manifatturiero del Paese), alle elezioni dei rappresentanti di base (o commissioni interne) la FIOM (CGL) perde in modo massiccio a dell'epoca, in particolare il dirigente Divantaggio della CISL. Questo segnale fece sì che la CGIL Vittorio, cambiò posizione in favore della contrattazione aziendale (più praticata nel mondo anglosassone, dove viene vista meno bene la contrattazione di settore).
La contrattazione aziendale Tradizionalmente più importante nel mondo anglosassone, mentre viene vista con maggiore sospetto nel centro e nel nord Europa perché si crede che divida i lavoratori.
segmenti le loro tutele. Perquanto riguarda invece il caso tedesco viene formalmente esclusa, anche se non di fatto.
In Italia decolla negli anni '60 grazie alla spinta della CISL e alla sponda di INTERSID delle aziende pubbliche. Fino agli anni '80 cresce e aiuta il rafforzamento sindacale nei luoghi di lavoro. Opera CONTRATTAZIONE "INTEGRATIVA" come rispetto ai contratti nazionali.
La concertazione si manifesta prima nei Paesi scandinavi: Saltjobaden 1938. Diventa uno strumento molto usato per fronteggiare i problemi della stagflazione negli anni '70. Consente alla "POLITICA di entrare nelle istituzioni, DI CLASSE" ovvero viene riconosciuto il aumento del potere dei sindacati di influenzare le politiche pubbliche. È un volano per sindacati perché aiuta a rendere encompassing la loro rappresentanza, cioè rappresentano in generale il mondo del lavoro.
Il consolidamento: le ragioni di forza
Gli indicatori che attestano
l’avvenuto decollo, il rafforzamento e la stabilizzazione dell’azione sindacale: la crescita costante della sindacalizzazione fino agli anni ’70 grazie alle grandi fabbriche e poi al radicamento nel pubblico impiego; - SOCIALI: fabbriche e poi al radicamento nel pubblico impiego; - ISTITUZIONALI: legislazione promozionale da parte dello Stato (governi non solo pro-labour, vengono sostenuti i diritti fondamentali dei lavoratori); - ESTENSIONE DEL WELFARE E DELLE PROTEZIONI SOCIALI. La specificità italiana Durante il ventennio fascista non sono presenti organizzazioni sindacali libere fino a quando nel 1944 vengono ricostruiti, o meglio si crea la CGIL che, negli anni della guerra fredda, si divide e nascono così altre confederazioni come CISL e UIL, e altri sindacati autonomi. Dopo gli entusiasmi della ricostruzione il sindacato diventa man mano meno forte, perché? Innanzitutto, una prima spiegazione ci è fornita dal clima aziendale paternalistico, se non addirittura autoritario, e da una mancanzaDistrumenti per far valere le proprie rivendicazioni, oltretutto il mondo del sindacato era diviso a seguitoanni ’60 il movimento sindacale èdelle contrapposizioni politiche di quegli anni. Quindi fino aglidi conseguenza escluso dall’accesso alla sferadebole e diviso, una situazione simile a quella francese,politica nella quale ogni organizzazione coltiva rapporti con i partiti di riferimento (come avvenivanei paesi del nord e del centro Europa).La traiettoria italiana al ciclo di lotte dell’autunno caldo del 1969, i sindacati fannoAlla fine degli anni Sessanta, grazieregistrare un’impennata e un grande rilancio organizzativo che determina una maggiore osmosi tra lenostre tre confederazioni. Quali sono i vettori di questo cambiamento? Il caso italiano è peculiareperché a partire dl ’69 (l’autunno caldo) prendono vita una serie di conflitti, di lotte, il perché è daricercare nel fatto che il meccanismo fordista si
Il fenomeno italiano è peculiare, come è stato detto in precedenza, perché ha una particolare forza e consistenza: le lotte durano circa un decennio, un'attività costante di conflitto (conflitto permanente) a causa dei ritardi che la realtà italiana viveva. Nel nostro Paese, infatti, si presentano problemi che si erano già gradualmente manifestati e risolti in altre regioni europee come ad esempio piena occupazione. Tutti fattori che sono poi esplosi in contemporanea.
Accanto alla maggiore unità tra i sindacati aumenta anche il loro grado di autonomia dai partiti. La CISL "apparteneva" alla Democrazia Cristiana, la CGIL al Partito Comunista e poi
al PartitoSocialista, la UIL al Partito Socialdemocratico, al Partito Repubblicano e poi al Partito Socialista.di cui sentono l’esigenza di ridurreTutte e tre le confederazioni avevano dei legami fitti con i partitiil peso. Il sindacato diventa “SOGGETTO (come lo definisce lo studioso Trentin)POLITICO”ovvero entra nella sfera pubblica senza aver bisogno dei partiti, alla pari delle esperienze centroeuropee. accordano (1970) sull’incompatibilità tra cariche sindacali e cariche politiche.Le confederazioni siInfatti, prima, i dirigenti sindacali erano anche scelti dalle segreterie dei partiti (in particolare nel casodella CGIL) e di conseguenza erano presenti anche in Parlamento, ricoprendo ugualmente la caricadi sindacalisti. Definita questa incompatibilità i sindacalisti decidono di dimettersi dai loro seggitornando a far parte delle loro organizzazioni natie, pur mantenendo i loro legami politici. 6La capacità di intercettare i nuovi
contrattuali in ambito aziendale che si sommano a quelle nazionali. Il potenziamento della militanza di base sindacale che si esprime a livello diffuso ma che si concretizza nell'esperienza dei e nell'azione dei CONSIGLI DI FABBRICA DELEGATI AZIENDALI. I delegati vengono eletti su scheda bianca, ovvero su base non competitiva, i lavoratori identificano i loro delegati che sono dotati di potere contrattuale, oltre al compito di rappresentanza e assistenza.
Per questo la traiettoria del sindacalismo italiano si differenzia progressivamente da quello francese, sia perché diventa molto più forte sul piano sociale, sia perché lancia temi e campagne generali che lo spingono verso l'arena politica. Anche nel ciclo alto... ovvero nel consolidamento del sindacato, restano delle differenze nelle culture sindacali, nella struttura contrattuale e nei modelli organizzativi e nei tassi di sindacalizzazione.
I SINDACATI: LE DIFFICOLTÀ
Dai primi anni
’80 si manifestano i fattori che hanno inciso in maniera negativa nella vita dei sindacati, essi hanno dato vita ad un percorso più accidentato e a riguardo vi sono varie ipotesi, alcuni credono sia un ridimensionamento, altri un declino (descritto in tal senso nei primi anni 2000 da Clamfors), altri ancora un accerchiamento.
Una prima periodizzazione
Fino alla fine del secolo seguono traiettorie differenziate, cioè in un quadro più ostile alcuni sindacati mantengono le loro posizioni ed altri (come avviene in Italia) perdono di consistenza. Aumentano le differenze tra i sindacati del centro e nord Europa, che sono molto forti, e gli altri sindacati. In linea generale però, nel nuovo secolo, abbiamo una convergenza verso il basso anche se, pur perdendo numeri e quindi peso rimangono "di massa" a differenza dei partiti.
I fattori di novità
un'epoca che rende più ostili le condizioni di lavoro dei sindacati, ciò è
Entriamo nell'affermazione di politiche neo-liberiste, politiche che mettono al centro il mercato e l'impresa, nei Paesi anglosassoni. La difficoltà che ne deriva è mettere in opera misure post-keynesiane efficienti. L'affermazione di politiche anti-union, frutto di politiche neo-liberiste appena citate, ovvero che vanno contro quello che è l'unione sindacale e la sua forza tanto da mettere in discussione lo scambio politico.
Gli effetti: il processo di ridimensionamento dei sindacati era già iniziato negli Stati Uniti, poi avvenne anche nel Regno Unito. I sindacati anglosassoni infatti sono spiazzati, rimangono più solidi sindacati che contribuiscono a politiche macro-economiche efficaci, in particolare in Svezia e in Germania, Paesi con un apparato legislativo più forte che permette un maggiore insediamento sindacale. L'Italia si trova in una posizione intermedia.
In molti Paesi vengono proposte politiche di
concertazione (a Gran Bretagna, Italia e Germania) come mezzo per ridurre l'inflazione e le altre criticità sul modello dei Paesi del nord Europa. Nello stesso tempo si affacciano flessibilità delle aziende e decentramento contrattuale, un rinnovato interesse soprattutto per quest'ultimo. Il nuovo vento è favorito da uno spostamento dei rapporti di FORZA A FAVORE DEL MONDO DATORIALE dopo un momento di grande forza dei sindacati. Prendono corpo politiche trainate dal mercato: flessibilità e allontanamento dalla piena occupazione. Il decentramento si manifesta anche dietro una spinta manageriale. Vengono ampliati da altri fattori, non dimentichiamo che negli anni '90 prende corpo la travolgente GLOBALIZZAZIONE DEI MERCATI trainata dalle NUOVE TECNOLOGIE, le imprese diventano più fluide e iniziano ad operare in settori meno sindacalizzati. Le politiche sindacali rimangono in ambito nazionale, confinate in un ambito ristretto.mentre non decollano quelle