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COME SI FORMA LA COMPLESSA ARCHITETTURA DELL’OSSO?

Il processo, lungo e complesso, è detto ossificazione e avviene sempre a partire dal mesenchima.

➢ Ossificazione diretta (intramembranosa e mantellare) direttamente dal mesenchimale

➢ Ossificazione indiretta (econdriale) indirettamente dalla cartilagine

Le ossa si classificano anche in base al loro sviluppo (ossificazione) in:

• ossa dermiche (o membranose): nel “derma” sottostante un epitelio in “membrane”

mesenchimali (ossa piatte del cranio quali il frontale, l’occipitale)

• ossa encondriali: da un modello cartilagineo in via di accrescimento; si sviluppano da sotto

i muscoli, sono profonde e danno inserzione ai muscoli (le ossa lunghe)

Ossificazione diretta

Avviene a partire da centri di ossificazione che compaiono nel mesenchima nelle fasi precoci della

vita fetale. Nei centri di ossificazione si sviluppa una ricca rete vascolare e si addensano le cellule

mesenchimali, che inizialmente proliferano per poi differenziarsi in cellule osteoprogenitrici, che

a loro volta diventano osteoblasti secernenti, riconoscibili per le maggiori dimensioni cellulari.

Gli osteoblasti secernono matrice organica (osteoide) acidofila e se ne circondano, rimanendo

intrappolati al suo interno come osteociti man mano che procede il processo di mineralizzazione.

Via via che la deposizione di matrice ossea procede e i primi osteoblasti rimangono inclusi nelle

lacune della matrice mineralizzata, trasformandosi in osteociti, nuovi osteoblasti si differenziano del

mesenchima, disponendosi tipicamente sulla superficie dell’osso neoformato, che si accresce in

spessore per apposizione di nuova matrice ossea.

Sulla superficie sono anche presenti numerosi osteoclasti, derivati dai preosteoclasti circolanti, che

erodono l’osso, contribuendo al rimodellamento del primitivo tessuto osseo non lamellare a fibre

intrecciate in tessuto osseo lamellare definitivo.

Sulla superficie dell’osso neoformato, il mesenchima si addenserà a formare il periostio.

Una variante dell’ossificazione diretta è considerata l’ossificazione mantellare, che avviene a

livello del corpo della mandibola a partire dal mesenchima. La peculiarità di questa modalità di

ossificazione è che l’osso in formazione si modella attorno ad un abbozzo cartilagineo conformato a

ferro di cavallo

Ossificazione indiretta

L’ossificazione indiretta (endocondriale) è tipica delle ossa lunghe e brevi e richiede la presenza di

un abbozzo di cartilagine ialina. In questo caso il processo è più lungo e complesso, in quanto

prevede un doppio passaggio, da mesenchima a tessuto cartilagineo e da tessuto cartilagineo a

tessuto osseo.

Nelle ossa lunghe, i primi segni di ossificazione compaiono nella parte centrale della diafisi. I

condrociti dell’abbozzo cartilagineo diventano ipertrofici e inducono il differenziamento di cellule

del pericondrio in cellule osteoprogenitrici e quindi in osteoblasti, i quali depositano un sottile

manicotto osseo nella zona centrale della diafisi. In seguito, andando in contro a morte

programmata (apoptosi), lasciano liberi gli spazi (cavità) che potranno essere occupati da

osteoblasti, capillari e tessuto emopoietico e rilasciano dei fattori che provocheranno la

mineralizzazione della matrice cartilaginea su cui gli osteoblasti depositeranno matrice ossea.

Contemporaneamente avviene il processo di riassorbimento della matrice calcificata ad opera di

condroclasti multinucleati, con formazione ed ampliamento della cavità midollare centrale.

IL SANGUE

Nel nostro organismo circolano, in media, 5 litri di sangue. Al suo movimento e alla sua efficienza è

legata la nostra vita.

Il sangue è un tessuto liquido attraverso il quale si realizza il trasporto di sostanze nutritive, gas,

ormoni e prodotti di rifiuto.

Il sangue, inoltre, trasporta cellule specializzate che difendono i tessuti periferici da infezioni e

malattie

Funzioni:

• trasporta gas disciolti portando ossigeno dai polmoni ai tessuti e anidride carbonica dai

tessuti ai polmoni;

• distribuisce le sostanze nutritive assorbite nell’intestino;

• trasporta i prodotti di rifiuto dai tessuti periferici ai siti di eliminazione come i reni;

• consegna enzimi e ormoni a specifici tessuti;

• riduce le perdite dei liquidi attraverso i vasi danneggiati o ad altri lesionati (coagulazione);

• difende il corpo dalle tossine e dagli agenti patogeni;

• aiuta a regolare la temperatura del corpo.

Composizione:

➢ 55% di plasma

➢ 45% di elementi figurati (44% di globuli rossi + 1% di globuli bianchi e piastrine)

Composizione del plasma

• 92% di acqua (trasporto di molecole organiche e inorganiche, elementi corpuscolati e

calore);

• 7% di proteine plasmatiche: albumine (regolatrici della pressione osmotica e le più piccole

circolanti), globuline α-β-γ (funzione immunitaria), fibrinogeno (componente essenziale del

sistema di coagulazione), proteine regolatrici (enzimi, proenzimi, ormoni).

Elementi figurati del sangue

• Globuli rossi o eritrociti o emazie o RBC

• Globuli bianchi o leucociti o WBT (granulociti neutrofili, basofili, eosinofili, monociti,

linfociti B e T)

• Piastrine o PLT

Globuli rossi

Gli eritrociti, detti anche globuli rossi, sono “cellule” altamente differenziate adibite al trasporto

dei gas respiratori.

Nei mammiferi sono privi di nucleo e di organelli citoplasmatici (persi durante le fasi di

maturazione nel midollo osseo) e hanno forma di disco biconcavo.

Gli eritrociti permangono in circolo per circa 4 mesi e, una volta invecchiati, vengono rimossi dal

circolo dai macrofagi presenti a livello della milza. La milza, organo emocateretico, cattura i

globuli rossi invecchiati grazie ai suoi piccoli capillari, i quali non riescono più a proseguire a causa

della carenza di elasticità che consegue all’invecchiamento. La nuova formazione di globuli rossi

avviene nell’adulto nel midollo osseo.

Un globulo rosso che contiene ancora il nucleo viene detto reticolocita. Essi non devono superare

un certo limite altrimenti possono indicare una forma di leucemia.

Quando gli eritrociti superano il diametro di 12-14 μm vengono detti megalociti.

Il citoplasma contiene una proteina acidofila e cromogena che conferisce il colore rosso al sangue e

che viene chiamata emoglobina. L’emoglobina:

• grassa proteina tetramerica, composta da 4 catene proteiche legate covalentemente ad un

gruppo prostetico Eme (atomo di ferro)

• trasportatore dei gas respiratori: ossiemoglobina legata all’ossigeno, carbaminoemoglobina

legata alla CO e trasporta anche ossido nitrico (NO)

2

• 4 tipi di globine: α β γ δ

nel feto: HbF (emoglobina fetale) α γ

2 2

nell’adulto: HbA α β (96%), HbA α δ (2%), HbF (2%)

1 2 2 2 2 2

La membrana cellulare di un eritrocita è sostenuta da un citoscheletro contenente actina/spectrina

che ne mantiene la forma, pur essendo molto deformabile;

• molto flessibile, resistente alle forze tangenziali

• 50% di proteine (prevalentemente integrali)

• 40% di lipidi

• 10% di carboidrati

• sulla superficie extracellulare presentano antigeni A e B che determinano il gruppo

sanguigno +

• fattore Rh (macacus rhesus) gruppo di antigeni C, D, E (85% Rh )

Globuli bianchi

I leucociti o globuli bianchi sono deputati alla difesa dell’organismo contro l’attacco di agenti

patogeni di varia natura.

Usano il sangue come mezzo di trasporto dal midollo ai loro principali siti di attività (spesso fuori

dal torrente circolatorio).

Esistono 5 tipi di globuli bianchi:

• Neutrofili 40-75%

• Eosinofili 5% > Granulociti (polimorfonucleati, fuori dal vaso muoiono nel tessuto)

• Basofili 0,5%

• Linfociti 20-50% > Agranulociti (diametro variabile, escono ed entrano nel vaso)

• Monociti 1-5%

Un aumento, oltre i valori normali, di neutrofili nel sangue indica un infezione di origine batteria e

un aumento di linfociti indica un infezione di tipo virale.

Granulociti neutrofili

• sono una delle serie mieloidi dei globuli bianchi;

• contengono tre tipi di granuli nel citoplasma;

• fagocitano batteri e sostanze estranee;

• cellule di forma tondeggiante;

• abbandonano il circolo sanguigno per raggiungere i focolai di infiammazione;

• un volta fagocitato il corpo estraneo si autodistruggono andando in apoptosi.

Granulociti eosinofili

• forma tondeggiante simile ai granulociti neutrofili;

• hanno un nucleo bilobato con granuli citoplasmatici rosso-arancio (acidofili);

• abbandonano il circolo sanguigno per andare verso i focolai di infiammazione;

• fagocitano il complesso antigene – anticorpo.

Granulociti basofili

• forma tondeggiante e dimensioni leggermente inferiori a quelle degli altri granulociti;

• presentano un nucleo polilobato (2-3 lobi);

• sono simili ai mastociti del tessuto connettivo;

• i granuli contengono eparina (anticoagulante) ed istamina (vasodilatatore).

Monociti

• serie mieloide di globuli bianchi;

• fagocitano molti tipi di sostanze estranee;

• rappresentano gli elementi circolanti di dimensioni maggiori;

• forma ovale – tondeggiante con abbondante citoplasma grigio – azzurro;

• nucleo a forma di cavallo;

• migrano nel tessuto connettivo e si trasformano in macrofagi, dove risiedono per mesi.

Linfociti

• popolano gli organi e i tessuti linfoidi, nonché la linfa;

• si distinguono in linfociti B, T ed NK (Natural Killer);

• i linfociti B sostengono la risposta immunitaria umorale e sono in grado di differenziarsi

in plasmacellule capaci di produrre anticorpi contro specifici antigeni;

• i linfociti T sono responsabili della risposta immunitaria cellulare, che interviene nel

rigetto dei organi trapiantati e nelle reazioni di ipersensibilità ritardata;

• i linfociti NK (Natural Killer) presentano nei loro granuli le perforine, che producono dei

pori nelle membrane delle cellule bersaglio portandole alla lisi. Sono responsabili

dell’immunità innata (presente fin dalla nascita) contro cellule neoplastiche o infette da

virus.

Il sistema monocitico – macrofagico

• precursori midollari (monoblasti e promonociti)

• monociti circolanti e macrofagi tissutali (mobili e fissi o istiociti)

• cellule epatiche del Kupffer

• cellule dei seni della milza e dei linfonodi

• macrofagi alveolari del polmone

• macrofagi liberi nei liquidi sinoviali, pleurici e peritoneali

• cellule dendritiche presentanti l’antigene

Le piastrine

Le piastrine sono frammenti cellulari rappresentanti porzioni citoplasmatiche provenienti dal

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A.A. 2017-2018
44 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/17 Istologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Monster90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Di Pietro Roberta.