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I DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO - DSA
I disturbi specifici dell'apprendimento sono le condizioni che maggiormente si rivelano essere la causa di difficoltà di adattamento nella fascia di età del bambino della scuola primaria, sia nel contesto scuola, che nel contesto familiare. Quindi, si tratta di disturbi dell'età evolutiva, la cui diagnosi è possibile che venga fatta alla fine della seconda elementare o alla fine della terza elementare. È necessario dare del tempo al bambino per poter provare ad apprendere, ma se le difficoltà persistono, allora si parla di disturbo specifico dell'apprendimento.
Avere una difficoltà a carico della capacità di lettura, di scrittura o nella matematica, ha un impatto estremamente importante sul bambino. Nella vita di un bambino la scuola svolge un ruolo primario e quindi si ha che l'autostima del bambino si basa molto su quello che accade a scuola e se
Le difficoltà che i bambini affrontano riguardano principalmente l'ambiente in cui trascorrono molte ore al giorno e che ruota attorno alla loro vita, con un impatto significativo. Tuttavia, ci sono bambini che reagiscono meglio alla presa di coscienza delle proprie difficoltà, mentre altri hanno grandi difficoltà nella gestione dell'impatto emotivo che tutto ciò comporta.
- Dislessia;
- Disortografia;
- Disgrafia;
- Discalculia;
- Disturbo della comprensione del testo, anche se ancora non fa parte, a pieno titolo, dei disturbi dell'apprendimento.
Motivazione e inclusione scolastica.
Nel DSM-5, i DSA sono inseriti all'interno dei disturbi del neuro-sviluppo, quindi sono condizioni con esordio nel primo periodo dello sviluppo - abbiamo detto che la diagnosi ufficiale si fa in 2^ o 3^ della scuola primaria - che causano una compromissione al funzionamento personale-sociale-scolastico della persona.
Quindi, nonostante che siano disturbi specifici dell'apprendimento, che si riscontrano maggiormente nell'ambiente scolastico, si vede come abbiano delle importanti ripercussioni a livello emotivo, ma anche a livello sociale (si tratta di disturbi che impattano sull'emotività e che possono condurre a problematiche ansiose-depressive e quindi non sono da sottovalutare o banalizzare). Sono regolati, a livello legislativo, dalla L.170/10 ed intorno c'è tutta una serie di accordi Stato-Regioni-Consensus Conference che regolamentano come devono essere diagnosticati ed affrontati a livello scolastico. Il fatto che questi disturbi vengano definiti "specifici dell'apprendimento" significa che non sono secondari a nient'altro; quindi, non sono secondari a una disabilità intellettiva (se così fosse, un disturbo specifico della lettura, non sarebbe specifico, ma acquisito a causa del deficit cognitivo). Quindi, il funzionamentoDisturbi specifici dell'apprendimento
Per poter parlare di disturbo specifico dell'apprendimento, l'intelletto generale dell'individuo deve essere nella norma. La disabilità intellettiva è quindi il criterio di esclusione per questa diagnosi.
In base al deficit funzionale, ovvero all'abilità specifica che viene colpita, si distinguono 4 condizioni:
- Dislessia: disturbo di lettura
- Disortografia: disturbo di scrittura (codifica fonologica e competenza ortografica)
- Disgrafia: mancanza di fluidità nella scrittura
- Discalculia: compromissione dell'abilità di numero e di calcolo
Non si può dire che questi bambini non
Sanno leggere o non sanno scrivere in toto, non riescono a automatizzare questa abilità; pensate ad andare in bicicletta: quando si impara facciamo tutta una serie di passaggi e poi, piano piano, si automatizza e si riesce ad andare in bicicletta senza pensarci. Allo stesso modo vengono acquisite tutte le abilità, fra cui, anche quelle degli apprendimenti scolastici. Se non riesco a stabilizzare la routine, se non riesco a eseguire queste azioni in modo veloce e accurato con il minimo dispendio energetico – quindi in modo automatico -, è chiaro che se tutte le mie energie sono concentrate sul processo di lettura non capisco quello che leggo; se tutte le mie energie sono concentrate per ricordarmi qual è la letterina M e qual è la letterina N per scriverla correttamente mi perdo mentre sto scrivendo. Nuotare, andare in bicicletta, correre e leggere, ma anche fare i calcoli sono tutte abilità sullo stesso piano: se non si automatizzano si fa uno
sia necessario fornire loro un supporto adeguato.se trovo difficile una cosa che pertante persone è così naturale, la prima cosa che penserò è che ''sono uno stupido''. Il nostro cervello non è fatto per leggere e scrivere: i nostri antenati non avevano idea di che cosa volesse dire leggere e scrivere, il nostro cervello è fatto per: "se vedo un serpente, scappo", "se vedo un leone, corro"; abbiamo riutilizzato alcune aree del nostro cervello deputandole a queste abilità: è chiaro che non funzionano sempre benissimo proprio perché il nostro cervello non è nato e si è sviluppato per questo: è plastico e quindi siamo riusciti ad adattarlo ad acquisire una nuova abilità, però non è pensato per questo, quindi ecco che ci sono i disturbi dell'apprendimento. A livello neurobiologico non si è ancora capito che cosa non funziona, sono moltissimi i fattori genetici, ambientali e familiari.
a livello eziologico, di cui ancora non si è individuata la causa. I disturbi specifici dell'apprendimento sono disfunzioni neurobiologiche, ma non solo lesioni ad aree cerebrali, non c'è un gene particolare che è alterato, alle volte si trovano dei marcatori, ma la cosa certa è che è una disfunzione neurobiologica e infatti si è inserita nei disturbi del neuro-sviluppo. Ci sono anche fattori ambientali che possono aumentare o diminuire la probabilità: per esempio vivere in una famiglia con un buon status socio-economico dà maggiori possibilità sia di esposizione a lettura, scrittura, sia di un riconoscimento precoce, sia di accesso ai servizi in modo più rapido, sia di comprensione del mio disagio; i genitori, come reagisce la scuola, se le insegnanti sono attente e fanno la segnalazione in tempo, se i miei amici mi prendono in giro per come leggo, sono tutti fattori ambientali; non sempre è vero, matendenzialmente è un fattore protettivo. Dai DSA non si guarisce: è uno dei disturbi cronici, non è che non si impara a leggere e quindi non si leggerà mai, ma si legge con lentezza e si farà sempre qualche errore in più rispetto alla media, si rimarrà sempre un pezzettino sotto a quello che è l'andamento medio, normo-statico, in questo senso è cronico. Si tratta però di una condizione modificabile, quindi non è che se un bimbo è affetto da DSA si può lasciare perdere perché è irrecuperabile, ci si lavora sopra perché con il potenziamento, con un trattamento si riesce sicuramente a migliorare la sua condizione. Non rientrerà nella norma, altrimenti si è sbagliata la diagnosi in partenza, ma può migliorare e quindi modificarsi. Come la gran parte dei disturbi del neuro-sviluppo, spesso si associano ad altre condizioni e quindi si parla di comorbidità; spesso,I disturbi dell'apprendimento, insorgono quando ci sono stati dei ritardi o dei disturbi del linguaggio; spesso l'emotività che accompagna il disturbo specifico dell'apprendimento, può evolvere in problematiche di comportamento. Si parla appunto di comorbidità, perché il disturbo specifico dell'apprendimento è specifico e non secondario ad un'altra causa. (non legge male perché è disattento; legge male perché non ha acquisito in maniera automatica le abilità di lettura).
È importante comprendere tutto questo per fare una buona diagnosi e inoltre, si vede come, la prevalenza di questi disturbi sia alta, fra il 2,5% e il 3,5% dei bambini in età scolare e quindi non sono pochi e non sono sicuramente da sottovalutare. Il fatto è che, grazie ad una più attenta formazione degli insegnanti, se ne parla di più di DSA e anche i genitori risultano essere più capaci nel affrontare la situazione.
Rendersi conto della loro presenza; quindi, può sembrare che vi sia una maggiore prevalenza di tali disturbi, ma in realtà non ce ne sono di più, è che si riescono a diagnosticare prima. Se prima colui che aveva questo disturbo veniva bollato come ''colui che non è adatto ad andare a scuola'', per cui a 14 anni andava a lavorare ed era a posto, ora che l'obbligo scolastico si è prolungato e che siamo immersi in un mondo che ci richiede di saper leggere e scrivere, a partire da computer e telefoni, è più semplice mettere in evidenza un disturbo dell'apprendimento. Quindi, non sono aumentati i casi è che si riescono a riconoscere come tali.
Riconoscimento e intervento: interventi precoci e tempestivi sono fondamentali, in quanto, prima viene effettuata la diagnosi, prima si inizia l'intervento e prima si scardina l'idea del ''non so fare perché sono stupido''.
gli permetteranno di affrontare al meglio le sue difficoltà. Successivamente, si lavora sulla motivazione, cercando di stimolare l'interesse del bambino per gli argomenti trattati e rendendo lo studio più coinvolgente e divertente. Si cerca di creare un ambiente di apprendimento positivo, in cui il bambino si senta supportato e valorizzato. Inoltre, si utilizzano diverse strategie didattiche, come l'uso di materiali multimediali, giochi educativi e attività pratiche, per favorire l'apprendimento attivo e la comprensione dei concetti. Infine, si valuta costantemente il progresso del bambino e si adattano le metodologie di insegnamento in base alle sue esigenze e capacità.