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Il mondo germanico ha visto il proprio lessico modificarsi nel corso del tempo in seguito a vari momenti di

contatto linguistico con aree non germaniche. Vi sono parole facilmente riconoscibili come straniere perché

hanno una stringa fonetica estranea rispetto alla lingua in cui sono incluse. Per questo si fa una distinzione

tra prestiti non integrati cioè che non hanno subito fenomeni di adattamento, al contrario invece i prestiti

integrati che subiscono variazioni, e vengono adattati in modo da sembrare della lingua in cui li troviamo.

Attraverso tali parole un linguista si pone degli interrogativi, quali: come mai nella nostra lingua x abbiamo

parole di lingua y, dunque straniere) quando è giunta questa parola? Da chi? Perché? Etc. dunque l’analisi

del lessico di una lingua ci porta a fare delle riflessioni sulla storia della lingua, che inevitabilmente rimanda

alla storia del paese. Lo studio del lessico è fondamentale anche per lo studio dei contatti linguistici intercorsi

tra lingue di famigli differenti. Molto spesso i parlanti guardano all’immediatezza che si vuole dare al

discorso, per cui si può scegliere di adottare il prestito extra-linguistico, oppure se si tratta di un purista della

lingua sceglierà di mantenere la versione autoctona. Queste confluenze linguistiche si possono spiegare

attraverso l’analisi della storia culturale dei paesi in contatto. Un lessema di matrice non germanica ci

permette di fotografare una determina fase storica di cui non possediamo altro tipo di documentazione; nel

nostro caso l’analisi del lessico è utile per capire la storia delle lingue che stiamo studiando. In particole nel

nostro caso sappiamo che i singoli gruppi germanici si sono sviluppati nel tempo e come effetto di queste

migrazioni si sono verificati scambi/scontri culturali. Questi fenomeni di interferenza sono evidenti soprattutto

se analizziamo le fonti linguistiche; ogni movimento ha portato le popolazioni in ambito di plurilinguismo

(nell’area tedesca vi sono una serie di glossari a dimostrazione che alcuni monaci si siano mossi in ambito di

bilinguismo). Le tracce linguistiche sono evidenti soprattutto nell’onomastica (es: Winchester, in cui cester fa

riferimento a castrum latino). Il passaggio di un termine da una lingua all’altra presuppone da parte dei

parlanti la capacità di comprendere la semantica di parole nuove; un plurilinguismo inteso non solo tra

parlanti di lingue germaniche e non, ma anche tra parlanti di lingue interne al gruppo germanico. Gli elementi

lessicali introdotti in una lingua da un’altra straniera sono detti prestiti che solitamente sono dovuti o

all’assenza di tale concetto e quindi di una parola adatta nella propria lingua, o perché la versione di tale

parola nella propria lingua risulta fuori uso, o perché la lingua da cui si prende un prestito è di maggior

prestigio. Quando vi è un prestito bisogna considerare anche il grado di permeabilità di una lingua

all’influenza straniera. Con i prestiti si può verificare o un fenomeno di arricchimento del vocabolario o di

cambiamento. Con la conquista normanna una serie di termini, che prima avevano una certa importanza,

subiscono una riduzione nel proprio campo semantico. Ci sono termini dell’inglese antico che non ricoprono

più un determinato significato ma sono dedicati ad ambiti più specifici, mentre il corrispondente significato

del termine iniziale viene ricoperto da una parola in francese antico (il francese non ha cancellato i lessemi

dell’inglese antico, semplicemente ne ha ridimensionato la valenza semantica). Nel rapporto di due lingue

germaniche si possono verificare fenomeni di doppioni lessicali cioè due termini in cui la radice germanica

è la stessa, mentre l’aspetto fonetico varia e cambia anche il significato; altro fenomeno è quello degli

allotropi lessicali prestiti della stessa parola, entrati in epoche diverse. Altro fenomeno che avviene quando

ci sono dei contatti linguistici è il calco cioè quando un concetto nuovo è importato da una cultura diversa,

preso da una lingua/cultura differente, ma facendo uso del proprio lessico. Si distingue tra calco strutturale

quando si prende la parola straniera di cui si ha bisogno, la si analizza, dopodiché si imitano le parole

straniere e le si sostituisce con parole autoctone (es: la parola inglese unmood -unanime- deriva da un=uno

e mood=stato d’animo) ha calcato una parola latina per creare un aggettivo in inglese antico completamente

nuovo; oppure si parla di calco semantico quando non si imita la struttura di una parola, ma il valore

semantico da attribuire ad una parola. Il calco a differenza del prestito richiede la competenza linguistica di

chi lo attua (inoltre il prestito non richiede alcuno sforzo se non quello di memorizzarlo). Questo tipo di

fenomeni si verificano perché in qualche modo le lingue nel corso della propria storia si trovano a dover

ampliare il proprio lessico.

Esempi di toponomastica inglese: in Inghilterra sono passate popolazioni celtiche, poi i Romani e poi le

popolazioni nordiche, dunque molti elementi lessicali nei nomi di luogo mostrano tracce di questa

stratificazione. Es: Lockness, dove Lock è un elemento celtico e ness norreno; oppure Stratford upon Avon

dove strat deriva dal latino strada, ford è di base germanica (=guado) quindi la strada del guado e Avon ha

una base lessicale di tipo celtico (che ha a che fare con l’acqua che scorre).

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
27 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MarcoPascale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof De Bonis Giuseppe Donato.