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Hannah Arendt e Contesto storico
Il contesto storico nel quale Hannah Arendt sviluppò la sua tesi va pressappoco
dall’inizio degli anni Trenta del 900 sino agli anni Sessanta. Questi furono anni critici
per tutto il mondo a causa delle due grandi guerre mondiali. Le cause, i conflitti e le
conseguenze di queste due grandi tragedie sono ormai note a tutti, ma ciò che
interessa la filosofa è il suolo della Germania. Siamo nel novembre del 1923 e Adolf
Hitler, finito in prigione per aver tentato di organizzare un colpo di Stato a Monaco di
Baviera, è un politico di secondo piano. Il punto di svolta per Hitler arrivò con la
grande Depressione che colpì la Germania intorno agli anni 30, con la creazione del
suo Partito nazionalsocialista (o nazista) il cui programma è presentato nel libro
“Mein Kampf” (la mia battaglia) pubblicato nel 1925 e destinato a diventare una sorta
di testo sacro del nazismo. Al centro dei suoi piani c’era un’utopia nazionalista e
razzista basata sulla convinzione dell’esistenza di una razza superiore e
conquistatrice, quella ariana, sviluppatasi in particolar modo nella Germania del nord,
che nel tempo di era “inquinata” per la commistione con le razze inferiori. Per
realizzare il suo sogno, e cioè far sviluppare la razza ariana in una posizione di
supremazia, bisognava schiacciare i nemici interni, primi fra tutti gli ebrei
“colpevoli” di essere un popolo senza patria, portatori della crisi dei valori morali
nonché di essersi arricchiti speculando sulla crisi economica mondiale. Nel 1933
Hitler diventa cancelliere tedesco e nasce il Terzo Reich. Nel suo regime si realizza
totalmente il principio del capo che costituisce la base della sua dottrina. Il capo
(Fuhrer corrisponde al termine italiano duce) non era solo colui al quale spettavano le
decisioni più importanti, ma era anche la fonte suprema del diritto, colui il quale
guidava il popolo e sapeva esprimere le autentiche aspirazioni. Il cuore ideologico del
Terzo Reich era la lotta contro gli ebrei, i quali erano una minoranza e vivevano
prevalentemente nelle grandi città delle nazioni. La discriminazione fu legalmente
stabilita nel 1935 con le cosiddette “Leggi di Norimberga” che tolsero agli ebrei la
parità dei diritti e proibirono i matrimoni fra ebrei e non ebrei. Alla discriminazione
legale seguì una emarginazione dalla vita sociale e la persecuzione aumentò a partire
dalla celeberrima “notte dei cristalli”. A guerra mondiale già iniziata, Hitler intraprese
la crudele “soluzione finale” la quale prevedeva la deportazione in massa e il
progressivo sterminio del popolo ebraico.
Hannah Arendt sviluppa le sue teorie proprio in questo periodo storico. La filosofa
nasce nel 1906 a Linden in una famiglia benestante appartenente alla borghesia
ebraica. Fu allieva di Heiddger e si laureò in filosofia nel 1929 sotto la guida di Karl
Jaspers con una dissertazione su “il concetto di amore in Agostino”. L’autrice si
dedicò molto allo studio del totalitarismo e proprio in questa situazione scrisse le due