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Il problema della verità e le scienze dello spirito
Nella seconda sezione Gadamer affronta il tema della comprensione. La sezione è divisa in due sottosezioni: preparazione storia ed elementi di una teoria ermeneutica.Circolo ermeneutico
Nella prima sottosezione Gadamer fa una ricostruzione storica e critica dell'ermeneutica romantica e storicistica, ritenuta schiava del modello metodologico delle scienze naturali, cioè di un sapere oggettivo e alienato da ogni interesse del soggetto. Questo ha prodotto la coscienza storica, dove la comprensione storiografica è vista come un problema di metodo e l'oggetto storiografico come qualcosa da studiare sperimentalmente. Inoltre, lo storicismo, pur avendo dato valore alle epoche passate, ha continuato a credere secondo una concezione illuministica, che potesse esserci una conoscenza obiettiva del mondo storico, secondo una linea scientifica, trascurando la storicità del soggetto.storiografico, destoricizzando il processo interpretativo e dando alla coscienza storica un carattere oggettivo. Gadamer invece vuole dare uno statuto di verità al sapere storico, senza ricadere nell'oggettività, affrontando questa tesi nella seconda sottosezione, quando affronta la storicità del comprendere umano, considerato come principio della comprensione storica stessa.
Nella seconda sottosezione, Gadamer recupera il circolo ermeneutico di Heidegger, riconoscendo a questo di aver colto oltre l'aspetto metodologico del circolo ermeneutico, secondo il quale le singole parti rimandano al tutto del testo e il tutto è compreso nelle parti, l'aspetto euristico e conoscitivo, cogliendo la struttura ontologica del comprendere umano, il quale si muove in una situazione circolare, dove ciò che si deve comprendere è già in qualche modo compreso: esiste quindi una precomprensione.
Secondo Heidegger, tutto si trova inserito in una
serie di preconcetti, presupposti e pregiudizi, i quali testimoniano l'appartenenza degli individui a un mondo sociale e culturale del passato e pertanto sono indispensabili per il nostro conoscere. Attraverso questa scoperta ontologica, Heidegger ha individuato nel circolo ermeneutico anche la dimensione euristica efficiente di ogni conoscere. Allora secondo Gadamer il circolo di Heidegger non deve essere degradato a circolo vizioso, perché in esso si nasconde una possibilità positiva del conoscere più originario. Per Gadamer il problema non è quello di liberarsi del circolo, ma di acquistarne coscienza, mettendo alla prova i pregiudizi degli interpreti di fronte all'incontro con i testi e mostrandosi pronti ad adeguare le proprie presupposizioni. L'interprete deve lasciarsi urtare dal testo, deve essere disposto a lasciarsi dire qualcosa. PREGIUDIZIO E ILLUMINISMO. AUTORITÀ E TRADIZIONE Con il circolo ermeneutico, Gadamer compie una vera e propria rivoluzione nel modo di intendere il pregiudizio. Contrariamente alla concezione illuminista, che considera il pregiudizio come un ostacolo alla ragione e alla libertà, Gadamer lo riconosce come un elemento fondamentale per la comprensione del testo. Il pregiudizio non è qualcosa di negativo da eliminare, ma un punto di partenza necessario per l'interpretazione. Inoltre, Gadamer mette in discussione l'idea di autorità come fonte di conoscenza. Secondo lui, l'autorità non può essere considerata come un dogma da accettare acriticamente, ma deve essere messa in discussione e confrontata con la propria esperienza e comprensione. La tradizione, invece, non deve essere intesa come un insieme di regole fisse e immutabili, ma come un processo di trasmissione e reinterpretazione continua. In conclusione, il circolo ermeneutico di Gadamer rappresenta una nuova prospettiva sulla conoscenza e sull'interpretazione dei testi, in cui i pregiudizi e la tradizione giocano un ruolo fondamentale.La propria rivalutazione ermeneutica del pregiudizio, il quale significa un giudizio dato prima di un esame completo di tutti gli elementi rilevanti. Allontanandosi dalla concezione illuminista, la quale vedeva il pregiudizio come qualcosa di necessariamente negativo e falso, Gadamer afferma il contrario, ossia accanto a pregiudizi falsi e illegittimi possono esistere pregiudizi veri e legittimi che indirizzano verso una giusta comprensione. Secondo Gadamer la concezione negativa del pregiudizio, ha portato l'Illuminismo ad avere un pregiudizio contro tutti i pregiudizi, influenzando così anche la cultura moderna. Inoltre Gadamer sottolinea come i pregiudizi facciano parte integrante della nostra realtà storica, in quanto essi sono schemi di comprensione ereditati dalla propria famiglia, dalla propria cultura, dalla società e dallo stato, al punto che un'ipotetica eliminazione coinciderebbe con l'annullamento della nostra concreta coscienza storica e culturale.
quindi come un punto di riferimento che può fornire conoscenze e informazioni valide. Inoltre, Gadamer sottolinea l'importanza di un uso disciplinato della ragione, che ci permette di evitare errori dovuti alla precipitazione nel giudizio. In conclusione, secondo Gadamer, è necessario trovare un equilibrio tra l'obbedienza all'autorità e l'uso della propria ragione, in modo da evitare sia i pregiudizi derivanti dall'obbedienza acritica, sia gli errori dovuti alla precipitazione nel giudizio.come un legame tra persone ragionevoli e deve fungere da atto per riconoscere chi ci sia superiore in giudizio ed in intelligenza. Un altro concetto che Gadamer sviluppa è quello di tradizione e lo sviluppa partendo dalla concezione romantica, la quale concepiva autorità e tradizione come modello, consacrato dalla storia e dall'uso per ispirare le azioni umani, in opposizione alla libertà e alla ragione. Ma Gadamer si rifiuta di vedere un contrasto tra tradizione e ragione e libertà, perché la tradizione è un libero e razionale atto di riappropriazione rinnovante di ciò che è stato: essa è conservazione che opera accanto e dentro ogni mutamento storico e conserva tutto ciò del passato che non contrasta con la libertà e la razionalità. La tradizione, in Gadamer, svolge un ruolo fondamentale: serve a dimostrare che l'uomo non può vivere al di fuori di essa, perché la tradizione fa parte.della storia, ma per valere non può essere imposta contro la ragione, bensì ha bisogno di essere razionalmente e liberamente accettata. CONCETTI CENTRALI DELL'ERMENEUTICA Lontananza temporale. L'interpretazione ermeneutica vede un rapporto di lontananza e/o di vicinanza tra il testo e l'interprete. La vicinanza temporale significa che i pregiudizi, di cui si compone la precomprensione, dicono che noi apparteniamo ad una tradizione culturale, la quale porta l'interprete e il testo interpretato nello stesso sviluppo storico. La lontananza temporale è data invece dal fatto che il testo è qualcosa d'altro rispetto all'interprete, per collocazione nello spazio o nel tempo, per linguaggio, per il modo di pensare. Ma tale lontananza non è un abisso vuoto, ma uno spazio riempito dalla tradizione, che funge da ponte tra due mondi lontani. Inoltre Gadamer sostiene che la distanza temporale tra l'interprete e il testo nonÈ un ostacolo da superare per la comprensione del testo; ma un testo lontanocronologicamente ci permette una maggiore comprensione, eliminando pregiudizi e interpretazioni non adeguate fornitein precedenza. La storia degli effetti. Il rapporto di lontananza e vicinanza tra interprete e testo viene sviluppato da Gadamer dalconcetto di storia degli effetti, ossia gli effetti che un testo ha prodotto sulla storia e sulla cultura. Tale concetto alludein primis al fatto che l'interprete è più propenso ad interpretare solo sulla base di una serie di interpretazioni già date equindi sulla scorta degli effetti prodotti da un determinato evento. Inoltre Gadamer ribadisce che l'interprete si rapportacon l'oggetto da interpretare, il quale determina e tocca con i suoi effetti anche l'interprete stesso. La coscienza della determinazione storica. Tale concetto è legato a quello della storia degli effetti: Gadamer vuoleintendere laconsapevolezza che l'interprete deve avere di essere anch'egli determinato, ossia anche l'interprete, con il suo modo di pensare, le sue aspettative e le sue supposizioni, è esposto agli effetti storico-culturali del suo tempo, risultando così imparziale, neutrale e oggettivo davanti al testo.
La fusione degli orizzonti. Per Gadamer la fusione degli orizzonti è l'incontro e il rapporto che avviene tra il testo e l'interprete, ossia è la fusione della storia degli effetti del testo e la coscienza dell'autore storicamente sempre determinata; tali orizzonti non sono separati e lontani, ma vivono in un unico grande orizzonte. La coscienza storica dell'interprete quindi non è annullata ma posta al servizio della comprensione dell'epoca culturale di produzione del testo e degli effetti della sua storia e del suo autore. Questa fusione è resa possibile dalla tradizione storica, ossia dal collegamento tra
passare attraverso l'esperienza e l'azione. Quindi, l'applicazione diventa fondamentale per sviluppare la virtù. Gadamer sottolinea che l'applicazione non è solo un'azione pratica, ma implica anche una dimensione etica. L'applicazione richiede una comprensione profonda del contesto e delle circostanze in cui si agisce, così come una riflessione sulle conseguenze delle proprie azioni. Inoltre, Gadamer evidenzia che l'applicazione non può essere ridotta a una semplice tecnica o procedura. È un processo complesso che richiede un coinvolgimento personale e una capacità di discernimento. L'applicazione implica una scelta consapevole e responsabile, basata su una comprensione autentica della situazione. In conclusione, l'applicazione è un elemento cruciale nel processo ermeneutico. Attraverso l'applicazione, si passa dalla comprensione teorica alla pratica concreta, mettendo in gioco la propria moralità e responsabilità. L'applicazione è ciò che permette di tradurre la conoscenza in azione e di dare significato alla nostra vita.essere abituati e addestrati a quella virtù. Allora l'uomo riesce ad affermare la propria personalità, quando riesce ad acquisire il proprio comportamento attraverso la sua azione. Quindi conoscere una virtù significa comprendere le proprie azioni, andando a recuperare così l'applicazione, in quanto per Aristotele la conoscenza del bene è un momento importante per il comportamento etico e per il saper pratico rivolto all'azione. E allora anche per Gadamer diventa importante l'etica in quanto porta ad un sapere pratico composto dalle nostre conoscenze dei fini e dei mezzi, il quale ha a che fare con la comprensione. Per Gadamer applicazione, quindi interpretazione, non significa attribuire un modello generale a un singolo caso, ma cogliere il testo originale del testo in cui ci si occupa. Legato al tema della virtù aristotelica e in particolare a quella della saggezza, si delinea così il compito dell'ermeneuta, chefunge da mediatore tra il testo e il mondo, cercando di avvicinare il passato del testo con il presente in cui egli si trova a vivere. Questo dialogo tra passato e presente si svolge in Gadamer nella dialettica di domanda e risposta, con la quale, prendendo spunto da Socrate e Platone, Gadamer vuole sottolineare che c'è un continuo scambio di significati tra il testo e il lettore.