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Questi racconti (gunki monogatari) nacquero inizialmente per essere raccontati
oralmente. A partire dalla fine del XII secolo comincia a prendere piede la figura
del Biwa Hōshi (Biwa è un mandolino gigante che si suona con un plettro d'osso
gigante, Hoshi significa monaco), cioè la figura del monaco itinerante che andava
in giro a raccontare le gesta epiche ed eroiche dei samurai. Spesso cechi, si
suppone che erano vestiti da “bonzi” (vedi tibetani).
L'opera veniva proprio cantata al pubblico militare. Era un modo per intrattenere
gli uomini che erano famelici di dettagli che stimolassero la propria fantasia in
ambito guerresco. Il testo è il risultato di un'aggiunta di dettagli in un ordine
discontinuo che poi ha determinato la creazione dei testi che ora noi abbiamo.
Gunki Monogatari
I hanno da una parte un nucleo di fatti storici e gesta che
sono fedeli alla realtà ma con l'aggiunta di elementi letterari; questo misto è
chiamato abbellimento letterario. Un esempio di abbellimento è quello di
Minamoto no Tametomo, un uomo fortissimo, enorme, muscoloso. Come i grandi
eroi viene sopraffatto da un imbroglio. Viene sorpreso mentre sta facendo il bagno
e gli vengono recinti i tendini della mano destra per non fargli scoccare più frecce.
Viene esiliato a Goshima, abitata da demoni (elementi fantastici). Tametomo
guarisce, conquista Goshima, sottomette i demoni e conquista tutto il territorio
circostante. Ad un certo punto Goshirakawa gli manda un esercito che lo porta
alla "fine". Egli decide di non voler più uccidere essere umani perchè è contro la
visione buddhista. Decide di gettare una freccia mortale contro una nave e fa
affondare la nave di Goshirakawa. Si ritira, recita le sue ultime preghiere e si
uccide. Qui cominciamo a vedere i primi esempi di Harakiri (o Seppuku), suicido
per sventramento. Questo tipo di suicidio diviene un vero e proprio rituale.
All'inizio ci si limitava a gettarsi sulla spada o semplicemente infilandosela nello
stomaco. La persona moriva sventrata e il proprio intestino veniva messo su un
vassoio per offrirla alla persona che l'aveva costretta a suicidarsi.
Il racconto continua con l'ira dell'imperatore Sutoku che perde la battaglia e viene
esiliato. Il racconto si tinge di tinte molto fosche, Sutoku copia per anni dei sutra
con il proprio sangue e li spedisce a Goshirakawa; poi si recide con i denti la
punta della lingua e scrive un'ultima terrificante preghiera, volta ad invocare gli
spiriti maligni per essere trasformato in uno spirito cattivo e distruttivo. Nel 1177
Sutoku muore e dalla sua pira funeraria il fumo si diresse verso la capitale.
Goshirakawa ordina poi a Minamoto no Yoshitomo (suo alleato) di uccidere il
padre Tameyoshi e i suoi fratelli minori in modo da non permettere loro di
vendicarsi. Heiji monogatari
Altro gunki monogatari è lo che racconta della rivolta di Heian
del 1160, avvenuta pochi anni dopo lo scompiglio di Hōgen. L'opera è divisa in 3
parti: nascita, sviluppo ed epilogo della rivolta. L'introduzione è interessante per
via della sfumatura confuciana. Il narratore mostra ciò che per lui è il vero leader
militare: egli deve essere un grande uomo militare ma anche pratico di arte e
poesia. Tra i protagonisti annoveriamo Fujiwara no Nobuyori e Fujiwara no
Michiyori (Shinzei – nome buddhista). Sono due personaggi che dal punto di vista
storico e letterario si contrastano tra di loro. Nobuyori è un soldato senza qualità,
un vile ed un imbroglione. Michiyori è il classico confuciano in un periodo in cui
le arti stavano decadendo.
Nobuyori convince Yoshitomo, approfittando dell'assenza di Kiyomori dalla
capitale, che si era recato per pellegrinaggio a Kumano, a sferrare un attacco al
palazzo di Goshirakawa. Kiyomori era riuscito a legarsi con una politica
matrimoniale alla corte. Il racconto è molto crudo. Il palazzo Sanjō viene messo a
ferro e fuoco e tutti gli abitanti del palazzo, incluse le guardie, vengono uccise.
L'unico che non viene ucciso è Goshirakawa che viene fatto prigioniero. La rivolta
viene sedata, Shinzei, dalla parte di Goshirakawa, capisce che sta per arrivare la
sua fine: comincia ad avere visioni e presagi nefasti. Si vede trafitto alla gola in
un lago, vede un arcobaleno bianco che trafigge il sole e vede la sua morte in un
tempio. Decide di salvarsi: si fa seppellire e respira con il bambù. Shinzei viene
ritrovato, disseppellito e ucciso. Un suo servitore aveva fatto la spia. Nobuyori
viene catturato e trattato in maniera degradante da Kiyomori. Riesce a scappare e
chiede perdono a Goshirakawa (sovrano). Egli non perdona né Nobuyori né
Yoshitomo, uno viene decapitato e l'altro ucciso. Yoshitomo aveva come sua
concubina Tokiwa, la donna più bella del Giappone. Costei aveva due figli e per
risparmiare loro la vita diventa l'amante di Kiyomori.
Heike monogatari
Lo ha completamente un altro livello letterario. Narra dello
scontro di Taira e Minamoto. Il titolo si riferisce solo al clan dei Taira. Per quello
che riguarda il testo (siamo tra il 1180-85) si suppone che sia stato scritto anni
dopo rispetto agli avvenimenti che racconta. Si ipotizza che a scriverlo fu
Yukinaga, di cui non sappiamo niente. Quello che sappiamo bene è che una delle
forme definitive, quella più accreditata, risale al 1317 a opera del monaco
Kakuichi, per questo il testo è anche chiamato Kakuichi-bon.
Il protagonista è Taira no Kiyomori, il quale è riuscito a mettere le mani in
maniera salda sulla corte.
Dall'imperatore deriva il potere militare. Senza la "benedizione" dell'imperatore la
classe militare non avrebbe avuto potere. Tutto il testo è imbevuto di filosofia
buddhista. Viene esplicitata dalla parabola ascendente verso il potere nell'epilogo.
Fiori di Sala: i fiori che erano presenti alla morte del Buddha e cambiarono
colore. Ciò che è prospero è destinato a morire: questo concetto (tutto è destinato
a morire e cambiare) è una visione buddhista. Questo incipit è molto importante
perchè sottolinea che anche i potenti possono cadere. Non si tratta di una poesia
ma il testo in prosa è scritto in modo tale da ricordare la ritmica delle poesie
waka, quindi segue la metrica di alternanza di 5 e 7 sillabe.
Sofisticatezza letteraria (Ascolto dell'epilogo cantato con il Biwa.: questo passo
commenta la fine di Kiyomori per quanto il suo potere divenne immenso. La
storia è questa: Kiyomori ha preso il controllo della capitale e Yoritomo, il figlio di
Yoshitomo, viene contattato da un monaco che si presenta da lui con un teschio,
dicendogli che quello è il padre. Il monaco lo incita a combattere per sconfiggere
Kiyomori dicendogli anche che quest'ultimo aveva cominciato a perdere il potere
sulle periferie. Cominciano a crearsi rivolte finchè in una di esse l'esercito di
Kiyomori non viene distrutto.
La storia più triste dell'Heike monogatari è quella di Antoku che a soli 3 anni
viene ucciso perchè era diventato imperatore. La nonna sul campo di battaglia, da
una nave, si suicida con lui buttandosi in acqua e viene seguita dal suo seguito e
dal figlio di Kiyomori.
Dal punto di vista letterario è molto interessante la contrapposizione tra Kiyomori
e il figlio Shigemori. Kiyomori è incontrollabile. La sua sete di potere sembra non
avere fine. L'unico che lo riesce a contrastare e farlo ragionare è il figlio, il quale è
descritto come un soggetto molto più versato nelle arti letterarie invece di quelle
marziali. Altre fonti storiche dicono che Shigemori fu un grande combattente ma
nell'Heike monogatari non viene sottolineata questa caratteristica.
Un episodio che ha permesso di scrivere delle pagine molto commoventi e che
getta luce sul carattere di Kiyomori è quello di Gio e Hotoke. Gio è una ballerina
di strada che un giorno si esibisce presso Kiyomori. Egli se ne invaghisce e lei
diventa la sua amante. La voce si sparge, anche le sue colleghe voglio tentare la
carta della fortuna. Una di queste, molto audace, chiede di essere ricevuta.
Kiyomori, invaghito di Gio, si rifiuta e quest'ultima si immedesima nell'animo
della ragazza e capisce cosa stia provando; riesce così a far cambiare idea a
Kiyomori in modo da far esibire Hotoke (la danza si chiama Shirabyōshi). Costei è
molto più bella e brava, per questo Kiyomori non esita a cacciare Gio che,
allontanandosi in lacrime, non fa altro che pensare al suicidio (nell'ottica
buddhista è una cosa negativa). Kiyomori vede che Hotoke è triste e fa chiamare
Gio per farla ballare per Hotoke. Gio in un primo momento rifiuta ma poi accetta
perchè era lei che aiutava economicamente la famiglia. Ella compone una poesia
con la quale dice che la vita è illusione, tutto ciò che sale è destinato a cadere.
Quando va via decide di lasciare la capitale perchè è troppo triste. Si fa monaca
con la madre e la sorella. Una notte mentre stanno chiacchierando si sente
bussare alla porta e vedono Hotoke con il capo rasato. Commossa dal gesto di
Gio, e compresa l'insignificanza della vita, decide di farsi monaca anche lei.
Il personaggio più epico è l'indiscusso Kiyomori ma quello che ha influenzato la
storia dei giapponesi è Minamoto no Yoshitsune. Fonti principali sono non solo
l'Heike monogatari ma anche il Gikeiki, (la lettura On di Yoshitsune = Gikeiki, la
storia di Yoshitsune) e due opere del teatro No quali Ataka e Kanjinchō. Da
piccolo venne mandato a studiare in un monastero senza però ottenere risultati.
Era più abile con le arti marziali, infatti, venne istruito da un Tengu, un folletto
rosso con il naso lungo e poteri magici.
La storia di Yoshitsune comincia con l'incontro con Benkei. Egli è visto come un
grande eroe. Al contrario di Tametomo, egli è piccolo ed ha tratti femminili.
Benkei è un monaco molto abile con le armi. Un giorno decide di fare una
donazione al monastero privando 100 persone di una spada: ne rapina 99 con
tranquillità e il centesimo è Yoshitsune. Benkei, vedendo la sua figura esile,
decide di non attaccarlo ma poi ci ripensa. Yoshitsune disarma Benkei con il
ventaglio e resta folgorato della sua bravura. Da quel momento in poi i due
vivranno un rapporto simbiotico, molto stretto, fino alla morte.
Nel 1184 Yoshitsune venne messo a capo del clan Minamoto dal fratello maggiore
Yoritomo e nella battaglia di Ichi no Tani riesce a sconfiggere l'esercito dei Taira,
ritiratosi in una baia facilmente raggiungibile.
I Taira scappano, vengono seguiti da Yoshitsune e nella battaglia di Yashima del
1185 vengono battuti di nuovo. Yoshitsune ha la meglio perchè usa navi leggere e
veloci a confronto dei Taira che usano delle navi grandi e pesanti.