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(ES).
4. La separazione di ioni può avvenire mediante l’utilizzo di campi magnetici, campi elettrici,
(TOF) time of flight.
A questo punto la strada si separa possiamo avere :
Il detector direttamente, Mentre negli strumenti di ultima
quindi l’analisi è generazione dopo una prima analisi
computerizzata. degli ioni, possono avvenire
esperimenti di frammentazione
(MSMS) degli analiti che ci danno
altre informazioni, dopodiché dopo
aver ottenuto lo spettro di
frammentazione, i pesi molecolari
dei frammenti ottenuti, possono
essere ancora una volta mandati al
detector, analizzati, e si può così
ottenere lo spettro di questi
È da tenere bene a mente che tutta questa parte dello spettrometro di massa è sotto vuoto spinto,
ovviamente gli attriti che potrebbero esserci con l’aria potrebbero competere informazioni, ma nel
caso del TOF vedremo che è necessario che tutto sia sottovuoto.
Particolarità:
L’elettrospray divide le sorgenti definite hard da quelle definite soft, le sorgenti hard danno luogo a
frammentazione totale del campione, cioè l’analita supera l’inlet e passa alla sorgente, se sottoposto
ad un tipo di ionizzazione ad impatto elettronico, ha come conseguenza la totale frammentazione
dell’analita. Ma nell’elettrospray, grazie agli accorgimenti di Fenn e Tanaka, non si ha la rottura del
campione, questo viene preservato nella sua interezza, e a meno che non si decida di fare precisi
esperimenti di frammentazione, il campione rimane intatto, quindi lo spettro dell’ analita che
ricaviamo alla fine è relativo all’analita intatto.
La prima informazione che ci da uno spettrometro di massa è quello relativo alla massa degli analiti
presenti, la massa essendo strettamente correlata alla struttura chimica dell’analita, ci permette di
identificare, dal punto di vista qualitativo, gli analiti presenti, inoltre si possono dare informazioni
sulla composizione di una miscela, oppure la purezza del picco cromatografico, per le informazioni
quantitative andiamo con i piedi di piombo. Abbiamo detto che la caratteristica delle molecole che
possono essere analizzate allo spettrometro di massa, è che devono essere ionizzabili e passare in
fase gassosa; i vari analiti hanno diversa capacità di fare ciò ciò dipende dalla loro efficienza di
ionizzazione, che è strettamente correlata con la loro natura fisico-chimica, quindi non è una
grandezza che può essere rifinita
a prescindere osservando la sequenza di una proteina. Quindi a meno che la miscela di analita non
venga modificata, parlare di informazione qualitativa basandosi semplicemente sullo sprettro di
massa, è una questione delicata che va affrontata con la dovuta attenzione.
Abbiamo detto che i metodi di introduzione del campione sono vari, il campione può essere
iniettato direttamente tramite siringa all’interno dello spettrometro di massa, attraverso un gas
cromatografo, o attraverso un HPLC…
Il fisico che ha inventato il Maldi ha studiato tutti i possibili metodi di trasferimento di energia da
una sorgente agli analiti, per avere dei segnali riconducibili al peso molecolare degli analiti.
A meno che una molecola non abbia delle caratteristiche particolari per quanto riguarda gli
orbitali, se io vado a bombardare con un laser “succede quello che pensate cioè che se ne va a quel
paese”, tuttavia il laser fornisce dei vantaggi enormi, poiché costiuisce una fonte di energia
focalizzabile che può trasferire energia sotto opportune condizioni alla miscela di analiti, e grazie a
questo trasferimento è possibile ottenere gli spettri di massa.
Il piatto porta campione è una piastrina, dove
ogni numero corrisponde ad un esperimento. Ad
esempio in posizione 99 io vado a caricare una
miscela di analiti con opportuna matrice, che sarà
diversa rispetto alla miscela presente in 98.
Quindi su una piastrina posso caricare fino a 100
esperimenti. Sulla piastrina che adesso c’è in
dipartimento si possono caricare un numero
ancora maggiore di esperimenti.
Come funziona il MALDI?
C’è una sorgente laser che mi permette la produzione del fascio laser che impatta la piastrina, sulla
quale sarà stato depositato (in blu) l’analita, (in nero) eventuali cationi che inevitabilmente ci si
porta appresso in qualsiasi tipo di esperimento, possono essere sodio o altri cationi, e (in giallo)
abbiamo la matrice.
Cosa è la matrice? La matrice ha la funzione di sovrapporsi tra la sorgente di energia laser e
l’analita, proteggendo quest’ultimo e andando a trasformare quell’energia in qualcosa che possa
essere utilizzabile dall’analita. A una prima occhiata che che caratteristica accomuna queste
molecole? Sono sistemi p greco coniugati, il che garantisce un ottima interazione con la sorgente di
luce. Questo perché avviene la promozione da π a π* (da pgreco a pgreco star), se io fornisco
energia al sistema avviene la promozione allo stato eccitato, al ritornare allo stato fondamentale
avviene un emissione di energia che viene presa dall’analita. Ecco un esempio di alcune matrici che
vengono utilizzate.
Un’ altra cosa in comune di queste matrici, è che sono tutte e 3 acidi, liberano H+ in soluzione,
protonano la mia miscela di analiti, e quindi gli analiti possono essere analizzati.
Questo è quello che succede: viene depositata sulla piastrina una miscela di matrice e analita,
quando viene depositata io non posso inserire la miscela allo stato liquido nello spettrometro di
massa, ma devo aspettare che questa si secchi (si dice cristallizzare, ma non è corretto perché non
c’è niente di cristallino), quando questa si secca si osserva sulla superficie una totale eterogenicità
di matrice e analita, quindi il rapporto matrice/analita su un punto della
piastrina non corrisponderà a quello presente su un altro punto. Questo perchè il processo di
essiccazione è un processo accoppiato all’aumento del disordine del sistema e quindi la superficie
che si genera non è omogenea.
Diverse generazioni dello spettrometro di massa MALDI presenta sempre un joestik in quanto
essendo ogni pozzetto della piastrina infinitesimale, dobbiamo andare a beccare il punto in cui il
rapporto tra matrice e analita è tale da darci una buona risoluzione, e per fare ciò dobbiamo fare
appunto movimenti infinitesimali.
Il laser parte e avviene la ionizzazione in fase gassosa dell’analita e la formazione degli ioni che
saranno MH+, questo per dire che gli ioni che vengono prodotti con la sorgente MALDI sono di
tipo monocarica. Per ogni analita, a prescindere da gli esso sia, viene aggiunta una sola carica.
Questo è fondamentale perché sull’ asse delle x c’è M/Z, se la carica è una ad ogni picco del grafico
corrisponde il peso molecolare dell’ analita intatto.
C’è la parte all’interno dello strumento dove metto la piastrina, sparo con il laser si formano gli ioni
in fase gassosa carichi di energia, a questo punto noi abbiamo le condizioni per porterli analizzare.
L’analisi è il far interagire il nostro analita con qualcosa che ci permette di dedurne il peso
molecolare. La prima cosa che si può fare per analizzarli è usare un campo elettrico di segno
opposto rispetto agli ioni che vogliamo analizzare, in questo modo gli ioni si staccano dalla
piastrina, ma noi non vogliamo che questi una volta staccati passino alla rinfusa all’interno
dell’analizzatore, ma vogliamo che la linea di partenza sia la stessa per tutti in modo tale da andare
a discernere per il tempo di percorrenza del tratto in analisi. Per garantire ciò c’è un ulteriore campo
elettrico all’entrata dell’ analizzatore, che a differenza del precedente deve avere lo stesso segno
degli analiti, perché quando questi partono il campo elettico deve fungere da tappo rallentandoli. Io
decido il periodo di durata del blocco ed ogni tot di tempo il blocco viene tolto si formano così
pacchetti di ioni che passano all’interno dell’analizzatore dove avviene la separazione sulla base del
tempo di percorrenza nello stesso settore.
In base al raccolto questi ioni avranno una diversa permanenza all’interno del tubo di volo. I diversi
pacchetti di ioni non hanno la stessa energia cinetica, ciò che hanno di uguale è la stessa spinta
iniziale, perché il potenziale che io ho messo per staccare gli ioni è lo stesso, ma poi come
quest’energia venga dissipata sottoforma di energia cinetica all’interno del tubo di
1 �
volo, ciò dipende dalla massa. Perché l’energia cinetica è ugaule ad ( per × ) ed m è diversa
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i vari analiti. 2