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La politica scolastica
L'importanza di un approccio integrato dell'intera scuola per ottenere risultati più marcati e che siano duraturi nel tempo. La definizione di una vera e propria politica scolastica anti bullismo, intendendo con ciò, oltre a una ferma e chiara dichiarazione circa l'inaccessibilità di qualsiasi forma di prepotenza, l'elaborazione di un insieme di obiettivi, di linee guida anti violenza e di un sistema di regole basato sul rispetto e sulla cooperazione.
POLITICA SCOLASTICA: dichiarazione di intenti che guida l'azione o l'organizzazione interna della scuola.. stabilisce una serie di obiettivi chiari e condivisi che forniscono agli studenti, al personale e a genitori la comprensione dell'impegno della scuola nel fare qualcosa circa il bullismo.
La POLITICA SCOLASTICA ANTI BULLISMO: costituisce il fondamento per una chiara comunicazione tra tutte le componenti della scuola riguardo alle aspettative circa i
comportamenti più appropriati e le conseguenze per i comportamenti di prepotenza, aiuta a prendere decisioni rispetto a tali conseguenze e permette al personale della scuola, ai genitori e agli studenti di comunicare in maniera uniforme su questi temi. Il tempo e l’impegno impiegati per la discussione e la stesura della politica scolastica, e successivamente per la sua effettiva implementazione, forniscono anche alla comunità allargata la misura di quanto i temi del bullismo e del cyberbullismo siano presi seriamente in considerazione dalla scuola. Rispetto alla natura di questo tipo di documento, ci sono evidenze del fatto che le cosiddette politiche di “tolleranza zero”, che impongono l’applicazione di conseguenze pre determinate a comportamenti negativi, spesso di tipo unicamente punitivo, quali sospensioni, espulsioni o altre sanzioni analoghe, non sono realmente efficaci nella modifica del comportamento individuale.Il mantenimento della disciplina e il miglioramento del clima relazionale e del senso di sicurezza nella scuola sono obiettivi importanti. Tuttavia, le politiche punitive non costituiscono un vero e proprio deterrente per i comportamenti antisociali e possono addirittura rappresentare un fattore di rischio per la riproposizione di tali comportamenti da parte degli studenti sospesi dalla scuola.
Da un punto di vista psicologico, la sensazione di essere aggrediti dalla stessa comunità che dovrebbe educarli rischia di accrescere in loro sentimenti di alienazione, ansia o rifiuto.
Le politiche che hanno più probabilità di successo sono quelle che prevedono strategie di intervento volte ad aiutare gli studenti a modificare il proprio comportamento, ad aumentare il loro senso di appartenenza alla comunità scolastica e a coinvolgere l'intera comunità nella prevenzione dei comportamenti problematici, nel miglioramento del clima della scuola e nel supporto agli studenti.
studenti indifficoltà Definizione della politica scolastica antibullismo e alla scelta di determinati contenuti che si ritiene importanti includere dipende dalla situazione specifica della scuola e non può considerarsi mai definitivamente concluso prevedere una revisione e un aggiornamento della politica stessa:- Definire correttamente una politica scolastica anti bullismo
A disposizione delle scuole dall'ufficio scolastico regionale o dai singoli uffici provinciali. Altri modelli di politica scolastica possono essere trovati nelle scuole del territorio che già hanno affrontato questo tipo di percorso negli anni precedenti.
Non copia - incolla: il lavoro interno alla scuola, discussione e preparazione della propria politica, costituisce un momento fondamentale da non sottovalutare a cui dedicare sufficiente tempo. Rappresenta di fatto già una prima forma concreta di intervento anti bullismo e segna l'avvio di un percorso di lavoro che, proprio all'interno della cornice teorica e metodologica fornita dalla politica, durerà diversi anni.
In questa fase, sarà anche importante tenere conto di altri documenti presenti nella scuola.
Passo 3. Identificare le procedure di denuncia e di intervento: un aspetto importante è la capacità della scuola di venire a conoscenza
degliepisodi che accadono al suo interno per poter intervenire in maniera tempestivae appropriata.-È opportuno definite le modalità con cui specifici episodi di cui si èvittima o semplici testimoni possano essere denunciati-sarà necessario individuare a priori le persone incaricate diraccogliere queste testimonianze, le diverse modalità con cui farlo,nonché le procedure di intervento successive alla denuncia o allaraccolta di eventuali ulteriori informazioni-ovviamente non si tratta in questo caso di stabilire rigidamente le azioni daintraprendere dopo una denuncia, che dipenderanno di volta in voltada chi è coinvolto e dalle caratteristiche della situazione riportata-utile stabilire alcune linee guida rispetto a percorsi diversi di azione a secondadi alcuni variabili-tali linee guida:DA UN LATO, consentono all’operatore della scuola responsabile della raccoltadella denuncia di non dover improvvisare una risposta immediata
Nella situazione di urgenza, magari sotto la pressione dei dirigenti o di altre persone, dall'altro, esse possono essere un miglior garante di giustizia per le persone direttamente coinvolte.
Evitare un linguaggio che dia alla denuncia una percezione negativa, mentre è necessario che ne siano chiaramente definite l'utilità e le conseguenze.
È importante ripercorrere le esperienze passate dalla scuola al fine di individuare quelle modalità di intervento eventualmente già presenti nella prassi quotidiana, anche se in maniera non formalizzata e, in alcuni casi, con differenze marcate a seconda di chi le utilizza, allo scopo di modificarle o integrarle nella nuova politica.
Passo 4. Prevedere l'aiuto della vittima: quando ci si trova ad affrontare problemi legati a comportamenti negativi, un rischio spesso sottovalutato è quello che l'assistenza nei confronti di chi ha subito direttamente le conseguenze di quel comportamento, la vittima.
passi in secondo piano. La protezione e il sostegno al soggetto più debole devono essere prioritari: è importante prevedere esplicitamente modalità di ascolto e aiuto allo studente vittima di prepotenze, per garantirne non solo l'incolumità fisica, ma anche il benessere psicologico e scolastico che possono essere messi a rischio sia dalle prepotenze subite sia dal possibile stigma sociale che spesso accompagna la vittima nel gruppo dei pari.
A tale scopo, oltre al supporto che la scuola può offrire alla vittima, è opportuno prevedere la possibilità di ricorrere a risorse esterne qualora vi sia la necessità di un intervento più approfondito e specialistico.
Passo 5. Prevedere le attività di prevenzione: le linee di azione per la prevenzione delle prepotenze nella scuola e il miglioramento del clima generale e delle relazioni sociali. La politica scolastica non può limitarsi a definire i comportamenti vietati e le
Modalità di gestione delle emergenze, ma al contrario deve indirizzare il lavoro educativo di tutte e componenti nel lungo periodo. Utile indicare l'impegno della scuola per l'implementazione di attività, che verranno successivamente specificate a seconda delle esigenze, di formazione del personale, di coinvolgimento delle famiglie, di lavoro con gli studenti volte alla prevenzione dei comportamenti problematici e all'acquisizione di competenze per la migliore gestione delle difficoltà personali e relazionali. È utile prevedere non solo affermazioni chiare su quali sono i comportamenti non accettati, ma anche sugli obiettivi e valori positivi su cui si fonda questo lavoro, nonché sui comportamenti e cambiamenti attesi.
ATTIVITÀ ANTI BULLISMO A LIVELLO DI SCUOLA
TRA GLI INTERVENTI SIGNIFICATIVI A QUESTO LIVELLO, orientati al cambiamento del clima relazionale della scuola e associati a un decremento nei comportamenti di prepotenza, vi sono
soprattutto le conferenze scolastiche, la formazione specifica degli insegnanti e il miglioramento della supervisione delle attività dei bambini e degli spazi in cui esse si svolgono. LE CONFERENZE SCOLASTICHE: si propongono primariamente di aumentare la consapevolezza e la conoscenza del problema del bullismo negli studenti, nel personale della scuola e nei genitori. Inoltre tali conferenze possono costituire un modo per comunicare formalmente, anche alle componenti della comunità allargata, l'inizio dell'intervento nella scuola e le modalità del suo svolgimento. Le conferenze non possono rappresentare un momento di vera e propria formazione, per la quale è necessario un percorso più prolungato, destinato a un gruppo più ristretto di partecipanti e caratterizzato dall'uso di metodologie più attive e partecipative.