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MISURE SINTETICHE DI COSTO
Capiamo la necessità quindi di avere delle misure di costo espressive di quanto costa effettivamente la gestione. Ne sono state elaborate diverse, qui ne presentiamo due:
Il TER, o total expense ratio, considera le sole componenti di costo ricorrente (quindi le commissioni di gestione, di banca depositaria, di oneri di negoziazione, l'eventuale commissione incentivo performance) tenendo presente che alcune di queste possono essere calcolate solo su base retrospettiva - perché le commissioni su incentivo io non so ex ante quanto possono essere a meno che non adotto una convenzione in cui ipotizzo di avere delle commissioni di un certo importo per x anni, oppure il TER lo passo andare a calcolare ex post, nel senso che potrà andare a vedere quanto sono state le commissioni in circolo nel singolo anno e potrà aggiungere alle componenti di costo effettivamente ricorrenti anche il calcolo delle commissioni di incentivo. In questa misura del
ter non ci sono le una tantum, perché non sono ricorrenti, quindi le front load o le end load non possono essere inserite in questa misura per la loro particolare caratteristica.
C'è una misura alternativa più omnicomprensiva che è il total shareholder cost TSC che include anche le componenti una tantum. È chiaro che le componenti una tantum per essere inserite devono essere calcolate su una base convenzionale, dovrò avere un'idea dell'orizzonte d'investimento standard come abbiamo visto nell'esempio precedente. Questo è in modo da poter dire che io so che quelle commissioni gravano in un certo modo perché l'orizzonte di investimento è definito, e attraverso un'opportuna quantificazione dei flussi possono dire effettivamente quanto mi è costata la gestione all inclusive, tenendo conto anche delle componenti una tantum.
Quanto costano allora questi fondi?
C'è qui un confronto
dei valori mediani del TER dati 2019:Sono distinti i fondi azionari e fondi obbligazionari. Si riscontra che in Italia i fondi azionari costano molto di più degli obbligazionari.
È vero che i fondi azionari sono nettamente più costosi degli altri – e altrettanto vale per i flessibili – ma quando si compra un portafoglio obbligazionario nelle situazioni di tasso dei mercati di oggi, per recuperare l'1% si fa una grande fatica perché se i tassi di mercato sono sotto l'1% per alcuni Stati sovrani capiamo che investire/comprare bond e tenerli fino a scadenza pagandolo % all'anno non è una grande strategia.
L'unico modo per riuscire a recuperare i costi in situazioni di questo genere è quello di avere una gestione attiva in cui si cerca di avere non solo un rendimento che arriva dalle cedole, ma anche un rendimento che arriva dai Delta prezzi derivanti dei movimenti dei tassi. Quindi la strategia deve incorporare, in un momento.come quello storico attuale, il tentativo di tenere un rendimento complessivo che vada oltre alle cedole perché bond di nuova emissione che rendono questi soldi qui non ce ne sono molti e quelli che offrono rendimenti tipicamente espongono al rischio di insolvenza molto elevato. Questa è un'altra figura che mostra per l'Italia il TER e TSC. Quello che si vede è che evidentemente il TSC è più alto del TER perché ci sono altre componenti non computate nel TER che sono le front-end load. Quello che si vede è che le "fettine arancioni", che sono i costi di sottoscrizione e riscatto, sono andate crescendo nel tempo e sono componenti più difficili da calcolare per l'investitore. Non solo le commissioni hanno avuto un'evoluzione nel tempo spostandosi verso commissioni meno osservabili, ma si osserva anche che il costo cambia a seconda dei tipi di fondi. A chi vanno le commissioni? L'abbiamo giàdetto – circa il 70% delle commissioni sono retrocesse alla rete di collocamento. I consulenti fee only pagati solo dall’investitore direttamente sono pochissimi, quindi circa 1,4% di un costo del 2% fondo azionario va alla banca e non al gestore del fondo. Nella tabella vediamo che quello che conta è la media ponderata nel tempo che ci mostra come le commissioni siano appunto intorno al 70%. È migliorata – almeno sotto il profilo della trasparenza – la situazione post Mifid? Teoricamente sì nel senso che di queste strutture dei costi deve essere data informativa al cliente con un certo dettaglio e certi standard, ma la verità è che c’è ancora della strada da fare. Questi sono dati di uno studio fatto l’anno scorso: 45 Fa vedere il numero di pagine dei rendiconti dati ai risparmiatori sui fondi sottoscritti ex post per un campione di circa una ventina di banche. Capiamo che un rendiconto di 2 pagine sarà molto.
sintetico con poca ma significativa informazione, l'informazione è infatti tutta lì; se abbiamo un rendiconto con 39 pagine diventa invece "facile" andare a nascondere le informazioni.
Il pallino all'interno della barra indica la pagina in cui comincia l'esposizione quantitativa dei costi e se io guardo l'ultima barra a destra (che è quella meno trasparente) essa fa un prospetto di circa 40 pagine dove di costi si comincia a parlare attorno a pagina 30, è chiaro che prima di arrivare a pagina 30 anche l'investitore meglio disposto si è "scocciato". Quindi, se si vuole avere una vera trasparenza sui costi del servizio evidentemente bisogna riuscire a strutturare meglio l'informativa di modo da averla subito disponibile e comparabile.
Non solo si inizia a parlare a pagina 30 di costi, ma non sempre i costi sono presentati in modo sintetico attraverso una tabella o un elenco puntato ma si trova, invece,
Unadescrizione diluita, nascosta, sparsa nel testo. Non possiamo quindi parlare di certo dibest practices.
COMMISSIONI DI INCENTIVO
Fin qui abbiamo parlato di commissioni di gestione ma in realtà sappiamo che ci sono anche le commissioni di incentivo, le commissioni di performance, che in realtà rientrano anche all'interno di costi di gestione. Quindi quando parliamo dei costi, se ci sono le commissioni di performance entrano in quei prospetti insieme alle commissioni di gestione di base.
Come sono calcolate queste commissioni di incentivo? Il parametro è calcolato su una certa base che è il rendimento ottenuto nell'unità di tempo di cui una quota che può essere significativa, spesso arriva al 20% di questo rendimento differenziale rispetto a un benchmark o un parametro indicato, viene trattenuta dalla società di produzione.
Bisogna distinguere tra l'intervallo di calcolo e l'intervallo di prelievo perché le commissioni
risparmiatore. Allora in un'ottica di questo genere bisogna stare attenti all'intervallo di calcolo che non sia più corto di quello del prelievo e che sia sufficientemente lungo, perché più è lungo più è tutelata nei confronti dell'investitore.
La seconda caratteristica che può esserci o non esserci è il cosiddetto meccanismo dello high water mark (HWM) che letteralmente è il segno lasciato sul muro dall'alluvione. Analogamente quando si parla di fondi di investimento, l'high water mark è il segno lasciato dal fondo in periodi precedenti: l'idea è che in questo meccanismo la commissione incentivo può essere accompagnata dalla previsione passata. Esso è più facile da vedere quando si parla di un high water mark assoluto, cioè le commissioni di incentivo sono pagabili solo se il valore del fondo supera il record storico, quindi quando il valore del fondo non solo batte il
Il benchmark del periodo masupera il valore massimo del fondo riscontrato nel passato, allora posso direragionevolmente che ho fatto qualcosa di molto utile per il risparmiatore/ per diinvestitore e quindi prelevare una parte di queste commissioni incentivo, un extrarendimento.
Non si può dire lo stesso se ad esempio l'aumento del fondo ha semplicementerecuperato delle perdite precedenti: il fondo ha raggiunto 120, poi è sceso a 95, poi da95 è risalito a 110 e io magari avevo già pagato le commesse d'incentivo quando eroarrivato a 120, poi il fondo è sceso, ha recuperato una parte delle perdite, l'idea di farpagare le commissioni incentivo per il fatto che ha ripreso le perdite evidentemente daun lato può essere legittimo però è una cosa molto diversa da un meccanismo in cuic'è l'high water mark in cui le commissioni di incentivo si iniziano a pagare solo se laquota del fondo supera il valore di 120.
Che era il massimo ottenuto in precedenza. Questi sistemi di high water mark possono essere o assoluto – e appunto calcolato sul valore della quota - o relativo – che succede quando il rendimento percentuale del fondo supera il rendimento percentuale record. È un po' più complicato e di adozione meno frequente.
Un altro punto nel meccanismo di high water mark è capire ogni quanto si azzera il contatore perché le commissioni di incentivo vengono previste con una certa frequenza, in una parte significativa di questi casi è previsto HWM, ma tipicamente esso – anche quello assoluto – si azzera al raggiungimento di un certo orizzonte temporale. Ad esempio, io calcolo la commissione di incentivo con HWM assoluto ma ogni anno azzero il contatore ovvero io pago le commissioni solo se supero il valore record ma a fine anno il valore iniziale viene considerato record.
Più spesso si azzera il contatore più HWM perde di
efficacia perché non vado a contatto