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6. PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DELLA PRODUZIONE
Nel capitolo seguente si parlerà della pianificazione e programmazione della produzione entrando più nel
dettaglio. Si analizzerà il processo a partire dalla stesura del piano ordini, tramite anche ai dati previsionali,
si arriverà alla formulazione del piano dettagliato di produzione, e alla pianificazione operativa.
In xxx il processo di pianificazione ha inizio nell’Ufficio Commerciale, il quale, sulla base di dati storici e
delle previsioni future, delle analisi dei budget, delle indagini di mercato, dell’area geografica di destinazione
del prodotto e della fase nel ciclo di vita del prodotto stesso, elabora il piano della domanda. Esso è
composto, oltre che dalle previsioni di vendita anche dagli ordini inseriti già nel portafoglio (più il periodo è
vicino e più il piano ordini sarà composto da ordini in essere, e viceversa). Il piano della domanda funge da
integratore tra il mondo commerciale e quello logistico e produttivo. Una prima criticità, con cui ci si
scontra, risiede nelle diverse chiavi di lettura del piano elaborato: mentre la funzione commerciale traduce il
piano della domanda in termini di fatturato, l’interpretazione della produzione avviene per prodotti o per
famiglie di prodotto. La soluzione corrisponde all’impiego in azienda delle family bill e delle distinte base.
Una volta formulato il piano ordini si passa al confronto dei vincoli produttivi, elaborando il piano
principale di produzione (S&OP) che dà come output le informazioni dettagliate riguardanti le risorse
produttive disponibili e la domanda che è possibile soddisfare; in caso di infattibilità esso valuta anche le
possibili soluzioni (incremento della capacità produttiva o modifica delle richieste commerciali). Questo,
insieme con l’MPS rappresentano la pianificazione della produzione di medio-lungo termine. L’S&OP quindi
formula i piani di produzione, in termini di volumi produttivi riferiti a gruppi o famiglie di prodotti, nei
diversi bucket, che consentono la minimizzazione dei costi; l’MPS invece può essere considerato come la
disaggregazione dell’output dell’S&OP al livello di singoli item, e sfrutta le sue informazioni per stabilire
quantitativamente i prodotti da produrre dettagliando i lotti e le sequenze di produzione. Quindi l’MPS
procede alle decisioni di dettaglio sul quanto produrre di ciascun codice, cosa in ogni bucket e quando,
riferendosi alla singola fase produttiva del prodotto finito. A questo punto termina la pianificazione di
medio-lungo termine e si analizza il breve termine che riguarda la pianificazione dei fabbisogni dei materiali.
Viene adoperato l’algoritmo dell’MRP, specie in quelle realtà in cui il core business è costituito da
componenti ad alto costo unitario come nel caso di xxx. Questa fase di pianificazione non fa altro che
scendere ancor più nel dettaglio e, esplodendo la distinta base del prodotto finito, vede quali sono gli ordini
ed i relativi fabbisogni di materie prime, componenti e semilavorati dedicati al dato prodotto, le date entro
quando richiedere l’approvvigionamento ed entro quando rendere disponibili i materiali e in che quantità, in
accordo con le tempistiche e le quantità ricevute in input dall’MPS. Il piano di produzione del prodotto finito
viene quindi tradotto in piani dettagliati di acquisto, fabbricazione, conto lavorazione e montaggio dei
componenti sotto forma di tabella intitolata Record classico dell’MRP.
Fig.18:http://www.asprova.jp/mrp/glossary/en/fig/mrp_133-2.jpg,
http://www.asprova.jp/mrp/glossary/en/cat248/post-714.html
Questo record identifica nelle colonne i vari periodi mentre le righe rappresentano il fabbisogno lordo, gli
ordini emessi in arrivo, la disponibilità, il fabbisogno netto e gli ordini pianificati ancora da emettere. Nel
caso in cui la domanda o la disponibilità di un prodotto subiscano delle variazioni, il sistema trasferisce
l’informazione ad ogni altro elemento del sistema stesso apportando tutte le variazioni di fabbisogno dei
componenti. L’MRP è una procedura che elabora le informazione nel medio termine, e di conseguenza
fornisce informazioni più dettagliate, più affidabili, ma sicuramente più onerose. Ovviamente data la mole di
informazioni trattate (la numerosità dei codici che compongono il prodotto finito e la sua complessità, la
totalità di materiali osservati presenti in azienda e i legami che esistono tra semilavorati e prodotti finiti), è
facile il verificarsi di infattibilità/incongruenze tra il fabbisogno e la disponibilità. Le informazioni in output
dall’MRP rappresentano i dati in input della programmazione operativa, dello scheduling. Quest’ultimo pone
l’attenzione sulle decisioni circa quali operazioni fare eseguire e su quali centri di lavoro e/o macchine,
focalizzandosi su:
• Allocazione delle operazioni sulle singole risorse disponibili;
• Sequenziamento dei lavori sulle risorse, considerando le caratteristiche dei lavori stessi,
dell’impianto e di quello che è stato fissato nel piano MRP.
In questo caso il tempo viene visto come una variabile continua: l’ordine viene espresso come quantità da
produrre dalle ore x alle ore y.
Per stabilire la frequenza delle previsioni si ricorre alla discretizzazione in n intervalli dell’orizzonte
temporale di riferimento. Dalla dimensione degli intervalli, definiti Time Bucket, dipenderanno la cadenza
della previsione e la sua precisione (se il time bucket è giornaliero, le previsioni vengono fatte giornalmente
e risultano più dettagliate). Tuttavia il ricorso ad una elevata discretizzazione, rende la previsione più onerosa
(se la domanda è annuale occorrono 365 bucket), meno affidabile e significativa: la previsione giornaliera a
distanza di un anno dalla sua elaborazione ha una validità inferiore. In aggiunta è compromessa l’importanza
gestionale in quanto la possibilità di trovare delle soluzioni adeguate ad errori di previsioni lontane nel tempo
è molto elevata. Similmente viene considerato l’orizzonte di pianificazione sulla base del quale si analizza la
domanda, la capacità produttiva e i fabbisogni di materiale. Non ha senso considerare orizzonti temporali
superiori alla capacità di fare previsioni di domanda affidabili. Esso deve includere fenomeni che siano
significativi per l’attività dell’impresa (deve consentire il calcolo della stagionalità o della periodicità del
business), e che le permettano una corretta organizzazione dal punto di vista logistico-produttivi. Questo
consentirà all’impresa di rispondere alla domanda prevista nei termini giusti: se la produzione di un pezzo
richiede n mesi non ha senso che l’orizzonte di riferimento sia di un tempo inferiore. Terzo parametro per la
gestione a fabbisogno è la frequenza di rielaborazione, la cui modalità dipende dalla tipologia di business.
Nel caso di xxx., il carnet ordine non presenta una forte dinamicità, se non per pochi clienti che generalmente
modificano le date di consegna, per cui la frequenza di ripianificazione può considerarsi bassa ma deve
comunque essere possibile nel caso in cui vi siano delle anomalie.
L’elaborazione dell’MRP avviene con un approccio top-down: partendo dal prodotto finito si scende la
distinta sino al livello di materie prime.
Esso è così composto:
1. Determinazione dei fabbisogni netti per periodo (definendo “che cosa” è necessario);
2. Lottizzazione, ovvero le quantità da ordinare (definendo “quanto” è necessario di ogni pezzo);
3. Precessione, cioè la determinazione del periodo (stabilendo “quando” i pezzi devono essere
disponibili e con quale anticipo emettere l’ordine);
4. Determinazione dei fabbisogni lordi per i componenti diretti.
L’attività di pianificazione svolta dall’MRP viene eseguita spaziando a ritroso sull’orizzonte temporale:
partendo dalla data di consegna della torretta e di tutti gli items che la costituiscono, si calcola sia quanti
materiali sono necessari, sia quando questi debbano essere disponibili in azienda e con quale anticipo. Come
risultato si ottiene una tabella la quale contiene tutte le informazioni che consentono di creare, a partire dal
piano principale di produzione, il piano ordini di approvvigionamento.
Una volta ottenuto il piano ordini da parte dell’Ufficio Acquisti, e quindi saputo i prodotti finiti richiesti, si
procede ad analizzare le quantità e le tempistiche produttive.
Per il calcolo delle quantità di materiali e pezzi necessari, l’MRP in un primo momento, partendo
dall’esplosione della distinta base dell’assieme, elabora il fabbisogno lordo (gross requirements); questo deve
essere nettificato periodo per periodo, in funzione del time bucket, attraverso l’impiego delle scorte presenti
a magazzino (on hand), nel caso in cui queste siano disponibili, e tramite le quantità che sono in arrivo
poiché pianificate in passato. Il fabbisogno netto richiede la produzione o l’acquisto del codice nelle quantità
che possono differire da quanto realmente si necessita, questo dipende dalla politica di lot sizing impiegata in
azienda. La tecnica adoperata da xxx, per quanto concerne il reparto di produzione e quindi l’officina, è
quella che analizza gli ordini per singolo fabbisogno di un determinato periodo, detta “Lot for Lot”. Grazie a
questa politica, la possibilità di creare stock che innalzano inevitabilmente il valore del magazzino, si riduce;
questo è un obiettivo che xxx cerca di raggiungere in accordo anche con la modalità produttiva aziendale del
“Make to Order”. Altre modalità di lottizzazione sono i lotti di riordino a quantità fisse (EOQ-ROP), riordino
a copertura del fabbisogno di più periodi, lotto minimo-multiplo di riordino.
Dopo aver ottenuto il fabbisogno netto e proceduto alla lottizzazione tenendo conto dei vincoli e dei tempi di
attraversamento, si ottiene il piano ordini da emettere per l’assieme. Tale pianificazione viene eseguita su
tutti i livelli della distinta base del prodotto finito, quindi per tutti i componenti che sono a domanda
dipendente; tuttavia esso viene impiegato anche per la pianificazione di prodotti a domanda indipendente,
come per esempio i pezzi di ricambio.
Con riguardo alle tempistiche, invece, il rilascio dell’ordine del pezzo viene determinato anticipando, di un
tempo pari al lead time di approvvigionamento dell’articolo, la data entro la quale l’articolo deve soddisfare
il fabbisogno. Per determinare quando l’assieme sarà pronto per essere assemblato e spedito sarà necessario
il calcolo del lead time cumulato. Scendendo per ogni livello