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VINO E PAESAGGI VITICOLI A VENEZIA E IN LAGUNA [7/12]
Pergole: fanno fresco d’estate e costituiscono un micro ambito produttivo.
Trasporto attraverso barche o carri fino al luoghi di consumo. Nella riva del vin vicino a Rialto arrivavano le
zattere con il prodotto finito.
Malvasia: oggi si sente parlare principalmente di malvasia istriana ma originariamente veniva dalla Grecia.
Quado le città crescevano, gli spazi per l’agricoltura venivano marginalizzati.
SPECIFICITA’ AMBIENTALI:
✓ Insularità
✓ Maree/acqua alta: variazioni non solo giornaliere ma anche di lungo periodo
✓ Variazioni di livello delle acque lagunari (lungo periodo)
✓ Tempeste marine e venti (Scirocco e Bora)
✓ Dune e terreni sabbiosi
✓ Salinità dei suoli
✓ Terroir salmastro: caratteristiche biologiche, chimiche e climatiche che fanno sì che quell’area dia delle
particolari connotazioni al vino. La sapidità della salinità dei suoli si percepisce nei vini che si ricavano.
✓ Resistenza alla fillossera: insetto infestante molto dannoso per le viti di cui c’è stata una grande epidemia
a partire dal 1863 ed è originario degli U.S.A. Le viti precedenti vengono passate vie e vengono inseriti nuovi
innesti fatti partire dalla vite americana che era immune alla malattia. In alcune aree sono resistite delle vigne
pre-fillosseriche che gli esperti chiamano “viti a piede franco”, senza l’innesto. Questo accade a Venezia
perché:
▪ L’insularità funge da protezione
▪ I suoli sabbiosi costituiscono un ambiente sfavorevole alla fillossera.
▪ La laguna di Venezia è un patrimonio ampelografico
Malamocco, Lido rete come protezione delle vigne come difese dai venti.
Sant’Erasmo ripristinato un antico sistema di drenaggio concepito per desalinizzare almeno in parte il suolo.
Vigna Murata, Mazzorbo protegge un bene economicamente importante dai venti. Spesso si costruivano
quindi isole vitate completamente circondate da mura (es. San Giacomo).
• Lo sviluppo dei vigneti è dovuto da fattori storici e ambientali allo stesso tempo.
VIGNETI DI VENEZIA
Si può dividere la laguna di Venezia in:
• Centro storico
• Murano, Burano, Lido
Con 4 categorie di vigneti veneziani (due nel centro storico e 2 nella parte della laguna nord e del Lido)
1. Vigneti di tradizione monastica all’interno di monasteri o conventi. Rappresentano una realtà incardinata
nella storia di questi ordini.
▪ Carmelitani Scalzi
▪ Monastero dei SS. Giuseppe e Bonaventura
▪ Convento di S. Francesco della Vigna
▪ Parrocchia di Sant’Elena
▪ Monastero della Santissima Trinità (Giudecca) PAGINA 10
Tutti i vigneti sono in zone periferiche (sempre del centro storico). Erano caratterizzate da una presenza molto
più alta di zone industriali e agricole, terreni quindi con scopi di produttività.
PERCHE’ VIGNETI NEI CONVENTI:
La vite e il vino sono importanti a livello teologico, liturgico e regolare: il vino è il sangue di Cristo, nella Bibbia
si fa spesso riferimento alla vite, non si può celebrare la messa senza il vino.
Autoconsumo: era il primo motivo per il quale veniva coltivata la vite.
Vigneti “invisibili”: circondati da alte mura, non sono percepibili del paesaggio urbano.
Rappresentano sopravvivenze del passato: una volta i religiosi erano molti di più. Ora sono meno e molti sono
anziani e non possono quindi lavorare alla vigna. Bisogna quindi pensare a metodi contemporanei per aiutarli.
2. Vigneti “sociali” sopravvivono grazie all’iniziativa di un’associazione. 50/60 associati divisi tra chi lavora e
chi solo contribuisce alla causa. Il punto di partenza è la cultura del vino, che ha in se aspetti conviviali e
sociali. Dalla dimensione del bere insieme si sono spostati al fare vino insieme a partire dalla cura collettiva
della vigna. Si propongono di salvaguardare e far conoscere un patrimonio a rischio e di riprendere il contatto
con la terra. Salvaguardano il paesaggio viticolo veneziano riappropriandosi degli spazi urbani e vivendo la
città in modo differente.
• Vigneto dell’Hotel Cipriani - Vigneto della Casa di Riposo IRE
• Vigneti dell’Isola delle Vignole - Vigneto dell’ex Convento di San Michele
• Pergola della Corte Sconta - Pergola Campiello della Tana
3. Vigneto di autoconsumo simili a quelli di autoconsumo dell’entroterra veneziano. Sono un’associazione di
orto e vigna. Tipici dell’Isola di Sant’Erasmo. Per questo tipo di vigna si pone lo stesso problema che per
quelle di tradizione monastica: chi lavora la terra è anziano.
4. Vigneti commerciali: realtà completamente diverse dalle altre. Tre a Sant’Erasmo (orto di Venezia (2),
Prosecco del Nobil Homo), Venissa, (Mazzorbo).
INVESTIMENTI:
• Da parte di imprenditori esterni dalla laguna di Venezia.
• Circuiti locali selezionati ed esportazione
• Integrazione con forme di enoturismo lagunare
ASSOCIAZIONE TRA INSULARITÀ E FEMMINILITÀ: [11/12]
La normalità territoriale è associata al continente (maturità, completezza, pieno sviluppo economico e
geopolitico).
L’isola al contrario è caratterizzata da una condizione di minorità, arretratezza, isolamento. Questi fattori,
inseriti all’interno di una cultura patriarcale, rendono facile proiettare l’idea di femminilità nel contesto insulare.
Femminilità ha caratteristiche che vanno contenute perché ha caratteristiche potenzialmente pericolose.
Gli argonauti: si imbattono nell’isola di Lemno, popolata solo da donne guerriere pericolose (hanno sterminato
tutti gli uomini).
La Fata Morgana abita nell’isola di Avalon: all’inizio è una figura benevola che accudisce re Artù ma poi assume
connotati stregoneschi e esoterici.
Isola di Lesbo: Saffo istitutrice del tiaso: istituzione formativa per ragazze che vengono mandate alla poetessa
dalle loro famiglie. Le ragazze vengono introdotte anche alla sessualità attraverso l’omoerotismo. Sono libere di
esprimere ogni tipo di arte e di amarsi a vicenda.
Toponomastica legata alle donne:
Isla Mujeres e Mahiladu (attuale nome) una volta si chiamava Minicoy (isola delle donne).
Gli uomini che abitavano le isole, partivano per il mare lasciando le donne. L’amministrazione dell’isola restava
quindi alle donne. A Minicoy, rimane una società matriarcale dove è il consiglio delle anziane a prendere le
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decisioni importanti per la comunità e, al momento del matrimonio è l’uomo a prendere il cognome della donna
e a trasferirsi a casa dei suoi genitori.
L’archetipo dell’isola è utilizzata da:
• Pubblicità
• Marketingturistico
• Mass media
L’archetipo dell’isola è standardizzato e banalizzato. Il clichè si divide in due: l’isola mediterranea per i cibi
(tonno) e l’isola tropicale per profumi, cataloghi di viaggi e abbronzanti.
Isole in vendita e affitto:
poste come su un catalogo, senza considerare la loro collocazione geografica o le dimensioni.
PAESAGGIDELLE ZONE UMIDE E PAESAGGI DI BONIFICA.
Zone umide
Il termine è utilizzato facendo un calco dall’inglese “wetlands”. Il termine indica una varietà importante di
paesaggi: possono essere paludi, stagni, zone acquitrinose, saline, risaie, campi allagati tradizionali.
Può essere quindi naturale, artificiale o semi artificiale; nella maggior parte dei casi si tratta di un’area
naturale con interventi antropici (Venezia).
Può presentare acque dolci o salate. Alcune zone umide sono permanenti, altre sono periodiche e compaiono
solo nelle stagioni delle piogge.
Possono trovarsi in zone interne o in costa; ad altitudini diverse (torbiere d’alta quota: terreni ricchi di torbia,
residui vegetali che vanno via via a compattarsi e sono estremamente umidi e impregnati d’acqua.)
La commistione tra terra e acqua è una costane in continua evoluzione. Tutte le zone umide sono infatti
estremamente mutevoli. Le zone umide costiere sono particolarmente mutevoli: cambiano nel corso delle
stagioni o anche della stessa giornata. Cambiano secondo delle evapotraspirazioni e delle precipitazioni più o
meno importanti.
1971 a Ramsar ci fu una grande conferenza internazionale da cui risultò la “convenzione di Ramsar” per la
conservazione delle zone umide, zone fondamentali per l’avifauna. Per la prima volta si riconoscono delle
dinamiche comuni che derivano dal fatto di presentare la commistione di terra e acqua.
• Riconoscono delle dinamiche e problemi comuni
• Sensibilizzazione sociale: sono gli ambienti più ricchi dal punto di vista vegetale e animale.
Compiono regolazione idro-geologica fungono da casse di espansione naturale in caso di alluvioni o piogge
intense. Fitodepurazione.
Rapporto delle popolazioni e postura culturale:
Chinino sostanza contro la malaria. In Sardegna la malaria era estremamente diffusa. Molti sono talassemici,
mutazione genetica che rende resistenti alla malaria
Black Lagoon rappresenta la laguna come un ambiente pericoloso popolato da mostri.
• Per la cultura pre Ramsar, le lagune sono ambienti inutili, quindi sostituibili, malsani e pericolosi
(malattie e misteriosi). Tutti questi fattori portano a una demonizzazione socio-politica. Per lungo tempo
si è pensato che bastasse respirare i miasmi delle zone umide per ammalarsi.
È vero che le zone umide hanno condizioni di difficile penetrabilità e sono conoscibili solo da chi le vive
dall’interno. La palude rimane un luogo problematico sia fisicamente che in modo figurato. Mussolini parlava di
palude del parlamentarismo.
Ma queste zone erano usate per pratiche tradizionali: pesca (più sicura rispetto a quella in mare), caccia (come
passatempo aristocratico), raccolta, attività saliniera, pascolo.
I casoni veneziani erano costruiti con materiali interamente provenienti della zona palustre.
• Cibo.
• Dai materiali si ricavano sedie, cappelli, ceste
• Allevamento per i bachi da seta PAGINA 12
• Pascolo per ovini
• Raccoglitori umani di sanguisughe che poi venivano rivendute a medici e farmacisti.
Wilderness: se ne parla soprattutto nella cultura americana in relazione ai grandi spazi del nord.
Le zone umide italiane erano molto gestite dalle comunità locali che esercitavano interventi di artificializzazione
che però non erano tali da inficiare il grado di naturalità.
AREE BONIFICATE
Bonificare: bonum facere: fare buono ciò che prima non era. Rendere buono un terreno o un territorio e le acque
superficiali che lo interessano. Arrico Serpieri (agronomo) nominato sottosegretario alla bonifica integrale sotto
Mussolini. È stato