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LA CASA, IL VILLAGGIO, LA CITTA’
L’uomo abbandona la caverna e conquista gli spazi liberi e il diritto di contemplare la volta stellata,
maturano nel corso del tempo esigenze e canoni estetici.
“se a fare una società non basta un grumo di uomini, a fare una città non ne basta uno di case” – ciò che
conta è la qualità della dimora, la grandezza e forma.
In un ambiente in cui si costruisce l’autonomia della specie, la reificazione urbana appare come un sogno e
lo strumento necessario alla sua storicizzazione.
IL CONTROLLO ORGANIZZATIVO: LA STRUTTURAZIONE
DARE SENSO
Homo geographicus : creazione di atlanti, il mondo grande è diviso dagli uomini in unità più piccole.
Il colore simboleggia un corpo di regole politiche, i contorni punteggiati indicano le frontiere e ogni colore
vale per il suo stato.
Struttura: ognuno degli spazi delimitati dalle linee, contesti territoriali in cui la società realizza i suoi
obiettivi.
Le linee che quadrettano la terra (meridiani, paralleli, latitudine, longitudine) delimitano gli spazi, ogni
struttura territoriale è a suo modo un universo.
LA MULTISTABILITA’ STRUTTURALE
Finalità di una struttura:
1- Funzioni costitutive (quelle per cui la struttura è stata creata)
2- Funzioni accessorie (quelle che la struttura sviluppa nel corso della sua esistenza)
Le strutture sono sistemi non banali in grado di apprendere attraverso l’auto-osservazione capaci di mutare
il proprio comportamento.
Le funzioni accessorie sono creazioni rivolte a realizzare la funzione costitutiva e a garantire la
sopravvivenza della struttura stessa.
Patologia geografica: eccesso di territorializzazione (struttura che sfugge al controllo collettivo) e deficit di
territorializzazione (quando si pone al disotto della attese sociali).
CONFIGURAZIONI: LA TERRITORIALITA’ DEL MONDO
PAESAGGIO
Il paesaggio è la prima configurazione della territorialità.
BISOGNO DI PAESAGGIO: MIMESI E COMPRENSIONE TACITA
Il discorso sul paesaggio si costruisce da basso, riflessione riguardo il paesaggio come impianto naturale,
architettura prima da cui tutte le altre deriverebbero.
Per quanto modificato il paesaggio rimarrà sempre una scena originaria – si confonde con la natura –
paesaggio urbano, paesaggio rurale, paesaggio industriale, paesaggio agrario.
La lettura del paesaggio che fa un cittadino può essere un’attività cosciente e articolata oppure
un’inarticolata comprensione di coloro che fanno parte di un certo sistema culturale. (presa di coscienza del
paesaggio – percezioni, attitudini, comportamenti, circuiti di condivisione).
IL DISPOSITIVO PAESISTICO: INTERAZIONE SIMBOLICA
LO STATUTO DELLO SGURADO
Cosa vediamo quando ci guardiamo intorno?
Artefatti simbolici, materiali, strutturali in cui si esprime il processo di territorializzazione ma se un
osservatore è in grado di organizzare in un’unità visiva tale processo, si capisce sempre meglio come il
paesaggio sia un’interazione simbolica tra sostanza comunicativa e qualità dell’osservatore.
INSIDER/OUTSIDER
Il paesaggio è altro dal territorio e il fare paesistico, il paesaggio è una POSSIBILITA’ DI COMPRENDERE
attraverso percorsi cognitivi nei quali assumono posto centrale le categorie esperienziali.
Pratica memoriale: esperienza che restituisce il paesaggio per sequenza di eventi.
Pratica progettuale: si incarica di prefigurare un programma e mette in ordine le nostre aspettative, da una
forma al desiderio.
ESPERIENZA PAESISTICA: va contestualizzata socialmente, connessa all’attitudine collettiva si accedere alla
conoscenza e al sentimento.
Alcune culture non possiedono linguisticamente l’idea di paesaggio ma è necessaria perché bisogna avere
almeno un’idea di paesaggio o mettere in campo strategie per costruire l’idea.
LO SPAZIO INTELLIGENTE
IL PAESAGGIO E’ UNO SPAZIO LIMINARE (superficiale)
Natura decisamente liminare del paesaggio per quanto possa essere reso secondo traduzione di tipo
paratattico (2 frasi sullo stesso piano).
La visione paratattica dello spazio tende a mettere tutte le cose al loro posto.
LIMINARE spazio al margine, la chiave per accedere alla liminarità sta nel stabilire le condizioni di
utilizzazione.
Il paesaggio non tanto si vede ma si pensa e tanto più si pensa in quanto si dice con la parola, la
rappresentazione figurativa, l’evocazione sensoriale.
IL PAESAGGIO E’ UNO SPAZIO PUBBLICO
SOCIOTOPIA formazione geografica costruita dal basso ma dove si formula e si definisce la legittimità dei
comportamenti sociali. Stampo in cui si modella la condotta sociale.
Nell’età della globalizzazione in cui è vitale la circolazione dell’informazione, il paesaggio appare di più
come un capitale comunicativo – mette a nudo la conflittualità sociale e interviene nella produzione di
consapevolezza identitaria.
LA COESIONE OSSERVATIVA
Paesaggio: totalità tra spettatore e spazio liminare e spazio pubblico. In nessun modo può essere
considerato fisso e non può essere confuso con gli oggetti che lo compongono.
Totalità in cui si riconoscono gli ICONEMI (proiezione della nostra maniera di percepire).
Modello di questo dinamismo: diade cliché (l’abitudine che non parla più) e archetipo (l’icona che appare in
un contesto percettivo diverso che può essere modificato).
COESIONE OSSERVATIVA:
1) Coesione vertebrata (accostamenti fisici tra elementi che nella loro materialità evidente descrivono
la qualità iconica del territorio)
2) Coesione epidittica (il paesaggio viene colto in una dimensione dimostrativa)
Il bello del paesaggio non è solo frutto di sensibilità estetizzante ma l’esito di un comportamento volto a
conservare e trasmettere i valori.
ARTEFATTO trucco, qualcosa di costruito
PARADIGMA modello di riferimento
ETEROSCOPIE, SCENOGRAFIE, PAESAGGIO
Quando si parla di paesaggio bisogna schivare l’idea dell’esistenza di un paradigma di qualsiasi tipo
attraverso cui si forma la configurazione paesistica del processo di territorializzazione.
Il paesaggio può essere plasmato nei suoi aspetti materiali e simbolici sia da interventi locali che da
interventi esterni: distinzione tra territorializzazione autocentrata ed eterocentrata.
Avviene qualcosa di fondamentale quando i cambiamenti sfuggono al controllo delle collettività insediate.
Il paesaggio è una conquista culturale e non può essere catapultato fuori dalla civiltà che ne possiede di
volta in volta il senso.
DESIGNAZIONE parola per dirlo, è il segno primo dell’esistenza di una coscienza pesistica, condizione per
distinguere le società paysagères da quelle che paysagères non sono.
Il paesaggio non può essere imposto all’esterno, non fa ombra perché non è materiale, è creato dal mondo
delle sensazioni e dal mondo del logos.
OPSIS ciò che si vede
LOGOS pensiero che ha concepito e creato le condizioni di un agire territoriale
ERMENEUTICA tecnica dell’interpretazione
LUOGO
Seconda configurazione della territorialità.
Ogni posto è luogo, il luogo è d’ovunque – a determinare una localizzazione è l’idea che gli uomini si fanno
sulla necessità di un’ubicazione.
GENEALOGIA DEL LUOGO
Quante volte abbiamo impiegato la parola luogo mentre potevamo utilizzarne altre?
CNRTL (centre national de ressources textuelles et lexicales) enumera 46 sinonimi del termine LIEU una
trentina è nel solco etimologico del termine.
LUOGO porzione determinata dello spazio, meta-strumento indispensabile a ogni tecnologia
dell’intelletto. È privo di spessore concettuale.
Predicazione del luogo:
1- Di tipo posizionale (porzione dello spazio determinato dalla sua posizione)
2- Legato alla cosa (legato alla materialità di una qualunque occupazione)
Obliquità e omologazione: il luogo è dappertutto e tutto può essere in un luogo, nel momento stesso in cui
lo designo.
IL LUOGO COME QUALITA’ SPAZIALE E COME DISPOSITIVO DI INDIVIDUALIZZAZIONE
“la geografia è la scienza dei luoghi e non quella degli uomini”.
GEOGRAFIA scienza che si occupa degli uomini attraverso lo studio dei luoghi che essi creano e in cui
vivono.
COSMOLOGIE MANDINGHE: IL LUOGO-MONDO
DA WULA A DUGU da spazio naturale a territorio (territorializzazione per i malinké)
TOPOGENESI rappresenta e alimenta effetto del processo di territorializzazione.
La nascita del mondo è considerata non come una creazione ma come un parto, bisogna procedere alla
definizione delle diverse formazioni geografiche:
DUNYA: mondo terrestre come tale
WULA: spazio naturale
DUGU: insediamento
MARA: spazio politico
La tradizione mandinga indica che la violenza è una necessità cosmogonica, inerente alla nascita stessa del
mondo terrestre e accompagna ogni nascita.
FANTASMAGORIE DEL LUOGO
Tutte le località sono disposte per accogliere locazioni fatto salvo qualche vincolo posizionale, metrico o
fisico-naturale.
Quando la location (un segmento astratto e puramente virtuale della superficie terrestre) diventa una
location (voce di cinema) iniziano diversi processi:
1- Si dota il designatore di una sua efficacia referenziale
2- Si libera il designatore della sua prigione referenziale e lo si impiega con valenze performative o
simboliche.
Oggi le locations dei film sono soggetto di attenzione anche da parte dei tour operator per la realizzazione
di itinerari ispirati al cineturismo.
Se il riferimento è una posizione, basta procedere a qualche operazione linguisticamente opportuna per
ottenerne una.
La località diventa luogo grazie a una pratica e grazie alle condizioni che si creano per continuare a svolgere
quella pratica o per attivarne altre. (per fare aeroplani non basta una fabbrica, bisogna avere anche le
condizioni per permettere il funzionamento. Es: relazioni con altri luoghi).
LUOGHI COMUNI
Quando il luogo si declina come location allora L’EVENTO E’ LUOGO, siamo abituati che il luogo è l’evento.
Ci sono indicalità forti e deboli (costante predicativa di tipo locazionale che non può esaurirsi in essa).
Indicalità locazionali forti quelle in cui l’azione ha un decisivo radicamento locale e più spesso ci appare
come una localizzazione tecnica. Quelle in cui si rende nulla e impensabile un’azione che non si faccia nel
luogo deputato (derby milan-inter a san siro, palio di siena a siena).
AMBIENTE
Terz