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PREFAZIONE:
Il turismo è legato all'immagine turistica che i diversi luoghi proiettano sui potenziali
fruitori (turisti).
Dalla fase preturistica durante l'epoca del Grand Tour e della "Liguria vista da
lontano" (soprattuto dall'Inghilerra di allora), a quella delle nuove mete di un turismo
d'elitè nel Piemonte ligure, alla Ligura come meta di massa nella Santa Margherita e
Rapallo nel secondo dopoguerra, alla Liguria "alternativa" delle Cinque Terre negli
anni Settanta,
fino allo
sviluppo
turistico attuale
"postfordista"
dell'entroterra
ligure e al
turismo urbano
nel rilancio di
Genova
"capitale della
cultura"
europea, si
snodano
immagini
diverse e quasi
contradditorie
della vocazione turistica della regione.
INTRODUZIONE:
Fare turismo significa vedere, conoscere, amare (o odiare), luoghi per noi non usuali;
spesso significa fare in modo che essi si debbano adeguare per essere più adatti alle
nostre esigenze, per meglio ospitarci, attrarci, divertirci, o addirittura che si
trasformino, cambiando volto per assomigliare a qualcosa che noi riteniamo, secondo
stereotipi di volta in volta variabili, "turisticamente più attraente". Il turismo
rappresenta un fattore di trasformazione dell'ambiente, del territorio e del paesaggio,
influenzato dalle condizioni economiche, dalla politica, dalle mode.
Esistono delle premesse necessarie perchè il turismo diventi un fenomeno diffuso; si
tratta delle condizioni socio-economiche e delle capacità tecnlogiche, ma altrettanto
fondamentali sono le condizioni politiche (libertà di movimento) e il clima culturale
(mode). E' dunque necessario che le condizioni socio-economiche rendano possibili
gli spostamenti "per svago", che le capacità tecnologiche consentano l'accessibilità
dei luoghi, che la politica garantisca la libertà di movimento e la sicurezza di chi
viaggia per fare di una regione una "regione turistica".
Studiare la geografia storica del turismo significa innanzitutto cercare di capire come
si è formata, e modificata l'immagine di un dato luogo nel corso della storia, come
questa stessa "immagine turistica" abbia poi segnato le fortune (e sfortune) di quel
luogo come destinazione turistica, influenzando di volta in volta la dimensione dei
flussi di visitatori in arrivo, la loro stagionalità ed anche le diverse attività ricreative
da essi praticate. Siginifica capire anche come l'immagine turistica sia talora
influenzata dal contesto culturale e dalle sue mode.
La Ligura è la prima regione italiana ad essere lanciata come destinazione "turistica"
e non come meta di "viaggio". La Liguria nasce come destinazione turistica d'elite,
agli inizia del 900, con Bordighera e San Remo, e con tale acquisice un paesaggio
segnato da alberghi sfarzosi, giardini lussereggianti ecc. E' dapprincipio una meta per
il turismo invernale; ma viene proposta anche come meta estiva, dove poter fare "i
bagni di mare", a chi ne abbisogna per ragioni di salute, ma a anche a tutti coloro che
vogliono effettuare una villeggiatura sana.
CAPITOLO 1: (IL GRAND TOUR E LA LIGURIA "VISTA DA LONTANO")
Il Grand Tour era un viaggio intrappreso perlopiù dai rampolli dell'aristocrazia che
seguiva un itinerario strandardizzato il quale, dopo aver toccato Parigi e la Francia e
le principali città italiane, ritornava nuovamente alle isola britanniche attraverso la
Svizzera, la Germania e i Paesi Bassi. Il tempo necessario per completare questo
viaggio era di circa tre anni. Il ramapollo partiva quindi ragazzo e doveva ritornare al
suo paese uomo maturo capace di assumersi le responsabilità di governo o
accademiche che il suo rango elevato richiedeva. Si sta affermando così la prassi di
turismo come svago, come divertimento, come "piacere", ma si è restii ad
ammetterlo, perchè la funzione iniziatica del Grand Tour continua ad essere spesso
sottaciuta, continuando a dare risalto alla sua funzione formativa.
La Ligura si trova però in una posizione molto marginale rispetto ai traffici turistici
dell'epoca. Una delle motivazioni sono le cattive condizioni delle vie di
comunicazioni liguri. Il sistema viario della regione, pur ben sviluppato in epoca
romana (Tabula Peutigingeriana), durante i secoli del Medioevo e fino ai primi
decenni dell'800 si riduce ad alcuni tratti longiutudinali che dalle località costiere
risalgono le strette valli alpine e appenniniche. I collegamenti fra le località costiere
avvengono preferibilmente per mare, poichè la viabilità terrestre è pessima.
Per tutta l'età moderna, l'immagine che si da alla Liguria nelle descrizioni letterarie e
poetiche è quella vista dal mare. Il paesaggio liguere non viene percorso nè tanto
meno "vissuto e consumato". Soltanto per accidente (naufragi, temepeste...) succede
che i viaggiatori debbano mettere piede a terra per soggiornare in qualche locanda
fino al ristabilirsi delle condizioni favorevoli al rimbarco o più raramente per
continuare il viaggio via terra. La più celebre descrizione della Liguara è quella di J.
Addison, il quale navigò da Marsiglia a Genova nel 1699, effettuando anche un
sbargo a Sanremo. Ricordiamo anche la testimonianza di T. Smollet che nel 1766
descrive la locanda sanremese nella quale egli aveva prenottato ("bettola, miserabile,
due letti senza cortine e pagliericci").
Il territorio ligure oltre ad essere poco accogliante, anche se piacevole, appare
altrettanto inospitale nelle carte geografiche. Si noti che in quegli anni sono rarissime
le rappresentazioni cartografiche della Ligura come soggetto a se stante: essa viene
rappresentata sempre quale un'appendice del Piemonte, il che testimonia la scarsa
attenzione da parte "dell'offerta" (cartografi, autorità politiche), e soprattutto da parte
"della domanda" (viaggiatori). Il fatto che mancassero carte ad hoc della Ligura, era
motivo di scoraggiamento per quei viaggiatori che avrebbero comunque avuto la
curiosità di visitare la regione.
In secondo luogo, le carte della Ligura presentavano alcune imperfezioni, un
eccessivo stiramento in senso est-ovest. Infine il territorio della regione rappresentato
sulle carte corografiche svelava tutta la sua asperità e contribuiva a dissuadere il
viaggiatore a compiere il percorso via terra e a preferire quello via mare.
Qualche prodromo del turismo in Liguria occidentale si era presentato già nel corso
del XVIII sec, ma si trattava di episodi isolati di villeggianti inglesi che lasciavano le
loro regioni umide e nebbiose per svernare sulle coste miti e soleggiare del
Mediterraneo. Stava nascendo cioè una nuova forma di turismo, quello climatico
invernale, che caratterizzò il turismo ligure fino al boom del turismo balneare estivo.
Infatti il turismo ligure fino alla Grande Guerra era caratterizzato dalla presenza di
visitatori soprattutto nel semestre invernale; invece tra le due guerre e alla fine della
Seconda guerra mondiale coesisteranno le due stagioni (invernale: turismo climatico
ed estiva: turismo balneare).
L'occasione che fece conoscere agli inglesi la regione nizzarda fu soprattutto la
guerra di secessione austriaca quando la GB, nemica della Francia, presidiava il mar
Ligure con una flotta nei pressi di Nizza (Villafranca).
Henry Brougham si può considerare il primo turista e promotre di tuirsmo; egli,
cancelliere del regno, nel 1831 lasciò le isole britanniche con l'intenzione di visitare
l'Italia. In Italia venne però fermato dalle guardie sanitarie a causa di un'epidemia di
colera; cercò dunque un luogo per sostare e lo trovò a Cannes. La sua permanenza in
questa città richiamò altri sui concittadini.
La situazione cambio infatti radicalmente nel terzo decennio dell'Ottocento anche per
il miglioramento delle vie di comunicazione liguri già iniziato sotto Napoleone. Nel
1829 vennero apportate alcune modifiche alla via Aurelia, venne collegato il tratto
Ventimiglia-Nizza e Genova-Noli. Tuttavia, perchè la via di terra venisse preferita
alla via di mare si dovette aspettare ancora qualche anno e in particolare la seconda
metà del secolo.
Se è vero che senza i progressi nel campo dei trasporti e della viabilità la Liguria non
avrebbe potuto trasformarsi nella meta turistica che poi diventerà, è anche vero che
senza l'opera di alcuni importanti "promotori turistici" quali Ruffini, Farina, tale
decollo non sarebbe stato possibile.
I flussi turistici inglesi, presto seguiti dall'insieme dell'aristocrazia e dell'alta
borghesia europea, si concentrarono massicciamente sulla riviera italo-francese.
Dapprima Nizza, poi Cannes, Bordighera, Sanremo, Alassio, Portofino, Rapallo,
divennero, malgrato l'iniziale insufficienza di strutture ricettive, le località più
attraenti per i turisti del Nord Europa. I motivi di questo inaspettato successo da parte
delle località liguri, che fecero concorrenza a mete consolidate del Mediterraneo
orientale, sono da ricercarsi nelle condizioni climatiche della regione.
Durante l'Ottocento il soggiorno climatico era indubbiamento la pratica turistica più
diffusa (la medicina era impotente dinanzi a molte patologie). La climatoterapia era la
cura più indicata per il male del secolo: la tubercolosi; infatti le località turistiche
erano tanto più frequentate tanto più offrivano un clima adatto a tali cure.
Tuttavia si venne a formare così una moda, per cui alla fine il soggiorno climatico
diventò spesso soltanto un pretesto per la pratica turistica.
Gli inglesi erano attratti dalla Riviera poichè trovavano più vicino a loro le stesse
condizioni geografiche e climatiche che potevano offrire i più lontati Dominion;
infatti essi potevano raggiungere in qualche giorno una regione che presentava
condizioni climatiche da loro conosciute ma spesso irraggiungibili.
E' interessante osservare la carta delle isoflore. Per isoflora si intende la linea
isometrica che unisce i punti della carta che delimitano aree aventi lo stesso
patrimonio botanico; la curva isoflora degli agrumi ha una posizione molto
meridionale, ma a causa di un'anomalia climatica anche nella Riviera crescono e
maturiano gli agrumi. Anche le palme, la cui presenta, nella varietà canariensis,
caratterizza straordinariamente il paesaggio dell'estremo ponente ligure (pianta
autoctona della Riviera). La tradizione vuole che tale pianta sia giunta in Riviera nel
V sec d.C a d'opera dell'eremita Sant'Ampelio il quale, proveniente dall'Egitt