vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CAPITOLO 5-A SCUOLA DI CITTADINANZA CON L’EDUCAZIONE SPAZIO-
GEOGRAFICA
Secondo il MIUR, il concetto di cittadinanza identificala capacità di sentirsi cittadini attivi,
che esercitano diritti inviolabili e rispettano i doveri inderogabili della società di cui fanno
parte ad ogni livello, da quello familiare a quello scolastico, da quello regionale a quello
nazionale, da quello europeo a quello mondiale, nella vita quotidiana e nello studio e nel
mondo del lavoro.
Catia Brunelli, nel volume Per la formazione di una cittadinanza universale, precisa come
la classica definizione del concetto di cittadinanza, strettamente ancorata agli aspetti
giuridici e politici, oramai risulta parziale ed incongruente di fronte alla trasformazione di
senso dei cardini stessi su cui essa si basa, vale a dire i concetti di confine, di stato, di
popolo, di civile convivenza in un mondo sempre più integrato. La cittadinanza dovrebbe
essere considerata nei termini di una categoria concettuale in grado di guidare l’individuo
nella messa in atto di comportamenti rispettosi contemporaneamente del qui e dell’altrove,
de sé e dell’altro.
L’educazione geografico dello spazio si caratterizza per l’elevato apporto a vantaggio della
formazione del bambino, del preadolescente e dell’adolescente, ne loro rispettivi abiti
civici, in quanto giovani componenti di una umanità attenta e consapevole, responsabile e
auspicabilmente solidale, impegnata a costruire un mondo popolato di uomini e donne
nuovi (Frabboni).
I concetti forti del sapere geografico, sostenibilità, permanenza, diversità, globalità e
qualità della vita, e le fondamentali abilità spaziali, rappresentano condizioni molto
importanti per una appropriata ed efficace espressione quotidiana di cittadinanza.
Il campo educativo Cittadinanza e Costituzione insegna come comportarsi adeguatamente
nelle differenti situazioni della vita sociale.
Nei Programmi del 1985 per la primaria, nel paragrafo riguardante l’Educazione alla
convivenza democratica, si sottolinea che la scuola deve operare affinché il fanciullo sia
sensibile ai problemi della salute e dell’igiene personale, del rispetto dell’ambiente naturale
e del corretto atteggiamento verso gli esseri viventi, della conservazione di strutture e
servizi di pubblica utilità, del comportamento stradale, del risparmio energetico.
I Piani di indirizzo nazionale del 2003 individuano come finalità specifica e prioritaria della
scuola l’educazione alla Convivenza civile, da realizzare attraverso lo sviluppo nei giovani
di un’autonoma capacità di giudizio e di una coscienza civica.
Nasce una nuova visione di comportamento corretto, che si manifesta in tutte le situazioni
e contesti di vita quotidiana, anche quelli in cui non vi è la concreta presenza dell’altro. La
convivenza umana può essere civile se si basa su una comune condizione: la personale
consapevolezza etica e morale in tutti i campi d’azione dell’esperienza umana, dai
comportamenti pubblici a quelli privati, da quelli igienici a quelli alimentari, da quelli
improntati al rispetto dell’ambiente a quelli che coinvolgono le relazioni interpersonali tra
soggetti dello stesso o diverso sesso.
Assume molta importanza l’interdisciplinarità.
Le Indicazioni per il Curricolo del 2007 ribadiscono l’importanza della convivenza civile, i
cui obiettivi fondamentali sono la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di un’etica
della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e agire in modo consapevole
e che implicano l’impegno ad elaborare idee e a promuovere azioni finalizzate al
miglioramento continuo del proprio contesto di vita.
Il concetto di convivenza civile viene modificato con educazione alla cittadinanza: secondo
tale indicazione il compto della scuola è di insegnare a vivere e convivere, nonché
affiancare l’obiettivo di insegnare ad essere a quello di insegnare ad apprendere.
La legge 169, del 30 ottobre 2008, nel primo articolo ripropone l’importanza
dell’educazione alla convivenza civile, chiamata qui Cittadinanza e Costituzione, e la
colloca specificatamente nell’ambito disciplinare storico-geografico. Il termine si riferisce
allo studio dell’educazione civica, ambientale, stradale e della salute, con un recupero
della Costituzione come testo base per la formazione di cittadini attivi e consapevoli.
La scuola, quindi, è un’istituzione che non solo il compito di trasmettere conoscenze ma
deve formare dei cittadini attivi, consapevoli e rispettosi, mossi da un’etica comune nel
costante rispetto degli altri e dello spazio che li circonda.
La pratica educativa che si basa sulla riflessione intorno ai parametri spaziali risulti un
contesto formativo funzionale ed indispensabile per maturare convinzioni e comportamenti
idonei ad interiorizzare, manifestare e promuovere una cittadinanza consapevole e attiva.
Lo spazio sezione e gli spazi di intersezione all’interno dell’edificio scolastico, così come
lo spazio esterno del giardino, rappresentano in miniatura gli spazi dei vissuti di ciascun
cittadino, con specifiche regole.
Avvicinare i bambini alla conoscenza dei sistemi geografici che coinvolgono direttamente i
vissuti di ciascuno di essi, delle loro esperienze quotidiane alla ricerca delle principali
caratteristiche che li identificano, può rappresentare un importante fattore per una
progressiva maturazione di una sensibilità nei confronti dell’ambiente naturale.
L’educazione stradale, rimanda all’ambito della cultura della legalità e del rispetto delle
regole, fondamentale in una società civile e democratica: proporre percorsi di
apprendimento e riflessione nell’ambito dell’educazione stradale significa educare i
bambini e i giovani alla cultura della sicurezza e della legalità e alla cittadinanza attiva e
questo li renderà nel futuro cittadini consapevoli e coscienziosi.
Esempi di attività di educazione stradale per la scuola dell’infanzia (pag. 89/90).
CAPITOLO 6-LA CONQUISTA DELLO SPAZIO TRA CULTURA E INTERCULTURA
Il bambino, ancora prima di nascere, possiede una rappresentazione motoria dello spazio.
Quando il neonato viene a contatto con il nuovo ambiente, che gli richiede un importante
sforzo di adattamento, egli organizza i suoi movimenti in funzione allo spazio che circonda
il suo corpo.
La costruzione motoria dello spazio avviene tramite azioni coordinate che, dapprima
agiscono sullo spazio peripersonale o vicino, e in un secondo momento in quello
extrapersonale o lontano.
Le conoscenze di ogni bambino si manifestano nel suo agire sull’ambiente.
La sfida della scuola dell’infanzia, nell’accogliere bambini e bambine portatori di
conoscenze e abilità maturate in diversi contesti, consiste nell’offrire, tramite un’attenta
progettazione, una gamma di proposte didattiche che promuovano le peculiarità di ognuno
e ne facilitino l’espressione.
Nelle esperienze che i bambini e le bambine affrontano non si promuove una conoscenza
o un’abilità senza stimolare in essi tutte le capacità di cui dispongono. In un contesto
interculturale, pur mantenendo tutti i linguaggi attivi, si possono amplificare quelli che
permettono la mediazione necessaria per favorire l’apprendimento di tutti i soggetti
coinvolti.
Il corpo ha un ruolo fondamentale nel procedere verso l’acquisizione dei concetti spaziali,
ma alle percezioni devono seguire le capacità di discriminare, di generalizzare, di astrarre
ed infine di verbalizzare.
Tramite la metodologia e le strategie utilizzate, l’esperienza accompagna il bambino alla
scoperta dello spazio ponendolo come soggetto attivo che risponde ai propri bisogni di
agire, scoprire e sapere, così che egli impari a trovare in se stesso le motivazioni alla
conoscenza.
Per promuovere le motivazioni e stimolare la curiosità è determinante l’organizzazione di
uscite didattiche che pongono i bambini in situazioni reali. Il coinvolgimento dei soggetti in
una situazione concreta sviluppa il piacere all’esplorazione e alla ricerca, favorendo
l’acquisizione di conoscenze ed abilità.
L’attivazione di una didattica interculturale, a supporto ad esempio di una seconda lingua
in fase di acquisizione, ha il compto di attivare azioni a favore dell’esposizione naturale in
contesti ricchi di punti di riferimento concreti.
Es. Progetto del Bosco, pag 97-101.
CAPITOLO 7-IL GIARDINO REALE ED IDEALE. UN PERCORSO DI CO-
PROGETTAZIONE DELLO SPAZIO
Maria Montessori è stata la prima a riconoscere l’importanza della creazione di un
ambiente stimolante per permetter ai bambini di maturare solidi e duraturi apprendimenti
ed ha sostenuto l’efficacia della diversificazione degli spazi per offrire loro percorsi di
crescita cognitiva differenziati ed individualizzati.
La riorganizzazione spaziale operata da Maria Montessori ha ridefinito la scuola
dell’infanzia, eliminando molti elementi della tradizione: lo spazio-scuola è strutturato come
fosse una piccola casa, sia negli arredi, che diventano a misura di bambino, che nella
modalità di spazializzazione degli oggetti, scomparendo il tradizionale ordine a scacchiera
dei banchi rivolti verso la cattedra, la quale viene rimossa. I bambini possono muoversi
liberamente nello spazio, scegliendo autonomamente dove collocarsi e quali materiali
utilizzare. La struttura comuncativa e simbolica alla bse dell’organizzazione degli spazi è
molto attuale, poiché il bambino gestisce drettamente gli arredi, i materiali ed il
funzionamento generale della scuola senza dover sottostare passivamente alle intenzioni
degli insegnanti, i quali divengono mediatori di conoscenze ed apprendimenti.
Frabboni, più recentemente, propone una strutturazione alternativa dello spazio-scuola,
per promuovere il passaggio da una tipologia di scuola chiusa, in cui l’unico contatto tra i
bambini avviene durante la pausa pranzo, ad una soluzione di scuola aperta. Lo spazio
scuola risulta essere suddiviso in spazi di sezione, che presentano una strutturazione per
angoli e dove il bambino svolge prevalentemente delle attività cognitive, e in spazi di
intersezione, nei quali si propongono attività di tipo espressivo. Tali spazi devono poter
essere frequentemente smontati ed allestiti in modi didatticamente sempre diversi, per
rispondere ai bisogni infantili e per assicurare continuamente nuove curiosità ai piccoli.
La strutturazione non deve riguardare solo gli ambienti interni, ma anche quelli esterni: qui
dovrebbero essere presenti varie aree (per promuovere il gioco libero di movimento, per
favorire il gioco simbolico, per attività manipolative, aree scientifico-naturalistiche, per il