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CAPITOLO 13: IL CLIMA E LA BIOSFERA
DAL TEMPO ATMOSFERICO AL CLIMA
Il clima, insieme alla struttura geologica, ai processi della vita vegetale e animale e alle
attività antropiche, concorre a determinare gli aspetti del PAESAGGIO e caratterizza ogni
ambiente della superficie terrestre.
Gli elementi del tempo e del clima sono gli stessi (temperatura, pressione e venti, umidità
e precipitazioni); ma mentre il tempo consiste in una COMBINAZIONE MOMENTANEA di
questi elementi, il clima rappresenta il loro STATO INTERMEDIO. Il clima può essere
definito come L’INSIEME DELLE VARIETA’ QUOTIDIANE DEL TEMPO ATMOSFERICO.
Gli elementi climatici possono combinarsi tra loro in molti modi, variando in funzione di
numerosi fattori (latitudine, altitudine, distribuzione delle terre e dei mari, correnti marine,
vegetazione, attività umane).
La scienza che si occupa delle caratteristiche, della distribuzione dei diversi tipi climatici
nelle varie zone della terra e dei loro mutamenti nel tempo è la CLIMATOLOGIA.
I CLIMI, LE ROCCE, GLI ORGANISMI E L’ESISTENZA DEI SUOLI
Il clima è uno dei principali responsabili della FORMAZIONE DEL SUOLO. Il suolo è la
parte più estrema e sottile della crosta terrestre, costituita sia da sostanze minerali che da
residui organici. La decomposizione della frazione organica del suolo dà origine
all’HUMUS.
La scienza che studia i suoli è la PEDOLOGIA. La formazione del suolo dipende da
diversi fattori:
• La natura della ROCCIA MADRE
• La CONFIGURAZIONE DEL RILIEVO
• L’attività degli ORGANISMI
• Il tempo di esposizione ai PROCESSI PEDOGENETICI
• IL CLIMA
Gli elementi climatici più coinvolti nei processi pedogenetici sono:
• LE PRECIPITAZIONI: che consentono l’esistenza di una soluzione complessa,
ricca di sostanza assimilabili da parte delle piante. Penetrando nel suolo, l’acqua
scioglie parte dei Sali minerali contenuti nei livelli più superficiali, per poi depositarli
in quelli più profondi. Dove l’acqua è presente in quantità sufficiente, il suolo
assume un profilo con diversi orizzonti
• LE TEMPERATURE ELEVATE favoriscono l’ATTIVITA’ CHIMICA. Durante la
pedogenesi esse influiscono sulle modalità di alterazione e disgregazione della
roccia madre e sulla velocità di decomposizione della sostanza organica
• IL VENTO favorisce l’evaporazione dell’acqua e può produrre l’accumulo dei
materiali che costituiscono il mantello detritico nel quale si sviluppa il suolo
LE CONDIZIONI CLIMATICO-AMBIENTALI E LAPRESENZA DI PIANTE E
ANIMALI
Le condizioni climatiche influiscono sul TIPO e sulla DENSITA’ della VEGETAZIONE e
sulla diffusione della FAUNA. La distribuzione delle specie vegetali dipende da:
• LA LUCE: ogni specie vegetale può svilupparsi in un determinato intervallo di
intensità luminosa. Si riconoscono PIANTE SCIAFILE (che necessitano di poca
luce) e PIANTE ELIOFILE (che richiedono molta luce)
• IL CALORE: per la vita delle diverse specie esiste un intervallo di temperatura
ottimale. In base alle esigenze termiche si distinguono PIANTE MEGATERME,
MESOTERME, MICROTERME, ECHISTOTERME
• ACQUA: in base alla loro necessità di acqua, le piante possono essere distinte in
IGROFILE, MESOFILE, XEROFILE
Gli animali sono meno legati delle piante alle condizioni climatiche; comunque essi sono
dipendenti dalla DISPONIBILITA’ DI ACQUA E DI VEGETAZIONE.
Esigenze ambientali simili determinano lo sviluppo di FORMAZIONI VEGETALI e lo
sviluppo di particolari ASSOCIAZIONI ANIMALI. Le specie animali e vegetali che vivono
in una data zona della Terra sono legate da diversi tipi di INTERAZIONI (predazione,
commensalismo, simbiosi, mutualismo, parassitismo). Esse formano una COMUNITA’
BIOLOGICA (biocenosi) che interagisce con l’ambiente fisico circostante (biotopo).
Un BIOTOPO e la relativa BIOCENOSI costituiscono un ECOSISTEMA. Più ecosistemi
possono costituire grandi ambienti relativamente unitari detti BIOMI. La distribuzione
mondiale dei biomi dipende dalle condizioni climatiche.
IL PROBLEMA DELLA CLASSIFICAZIONE DEI CLIMI
La grande importanza dei climi e la notevole varietà di condizioni climatiche esistenti
renderebbe necessaria una classificazione rigorosa dei climi, che dovrebbe descriverne gli
elementi e i fattori e tenere conto delle cause che determinano ciascun tipo climatico. Tutto
questo, però, presenta notevoli difficoltà.
Nella classificazione di Koppen vengono individuati CINQUE GRANDI GRUPPI
CLIMATICI. I diversi gruppi climatici vengono distinti in funzione delle FORMAZIONI
VEGETALI presenti e di LIMITI DI TEMPERATURA E DI PRECIPITAZIONE. Ciascuno dei
grandi gruppi climatici comprendere due o più tipi climatici. A partire dalle basse latitudini si
incontrano:
• CLIMI MEGATERMICI UMIDI
• CLIMI ARIDI
• CLIMI MESOTERMICI
• CLIMI MICROTERMINI
• CLIMI NIVALI
La distribuzione geografica dei climi non è, però, secondo fasce continue, ma in zone
alquanto discontinue.
CARATTERISTICHE E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI DIVERSI
CLIMI
Ogni zona climatica della Terra è caratterizzata da condizioni di temperatura, umidità e
pressione all’incirca omogenee. Tra una zona e quella successiva NON ESISTE UN
LIMITE NETTO, ma si verifica un PASSAGGIO GRADUALE da una combinazione di
elementi climatici e all’altra. Tenendo presente questi aspetti, si possono considerare le
caratteristiche fondamentali dei diversi tipi climatici.
• CLIMI MEGATERMICI UMIDI: le aree interessate da questi climi sono quelle della
ZONA INTERTROPICALE. In questo gruppo si distinguono tre tipi:
CLIMA EQUATORIALE (foresta equatoriale)
- CLIMA DELLA SAVANA
- CLIMA MONSONICO (giungla)
-
• CLIMI ARIDI: le precipitazioni sono SCARSE in rapporto alle temperature. Si
distinguono due tipi climatici:
CLIMA PREDESERTICO (steppa predesertica)
- CLIMA DESERTICO
-
• CLIMI MESOTERMICI: sono climi delle medie latitudini. Si distinguono tre tipi
climatici in funzione del regime pluviometrico:
CLIMA SINICO (monsonico cinese)
- CLIMA MEDITERRANEO (macchia mediterranea)
- CLIMA TEMPERATO FRESCO (varietà oceanica e varietà continentale)
-
• CLIMI MICROTERMICI: si distinguono due tipi climatici:
CLIMA FREDDO A ESTATE CALDA (con i biomi ella foresta decidua e della
- steppa-prateria)
CLIMA FREDDO A INVERNO PROLUNGATO (foresta di conifere)
-
• CLIMI NIVALI: si distinguono due tipi climatici:
CLIMA DELLA TUNDRA
- CLIMA DEL GELO PERENNE
- CLIMA DI ALTA MONTAGNA
-
IL TEMPO, IL CLIMA, L’UOMO E IL RISCHIO DI RISCALDAMENTO
ATMOSFERICO GLOBALE
Dalla metà degli anni ’70 del XX secolo si è registrato un COSTANTE AUMENTO DELLA
TEMPERATURA MEDIA DEL GLOBO, del quale sono responsabili anche gli ESSERI
UMANI che, con le loro attività, hanno prodotto un AUMENTO DI GAS SERRA (in
particolare l’anidride carbonica). Le attività umane possono indurre CAMBIAMENTI DEL
CLIMA di due tipi:
MODIFICAZIONI VOLONTARIE, che mirano a produrre fenomeni meteorologici
- come le PIOGGE ARTIFICIALI o ad impedire il loro verificarsi, come la LOTTA
ALLA GRANDINE
MODIFICAZIONI INVOLONTARIE, come l’INCREMENTO DELL’EFFETTO
- SERRA, il principale responsabile del rischio di RISCALDAMENTO GLOBALE.
CAPITOLO 14: L’AMBIENTE MARINO
UNA COMPONENTE FONDAMENTALE DEL SISTEMA TERRA
L’idrosfera marina (oceano globale) è una componente caratteristica del nostro pianeta, di
enorme importanza geografica e ambientale. Oceani e mari contribuiscono a soddisfare i
bisogni dell’umanità come riserva alimentare, come giacimento di materie prime,
minerarie, come riserva e risorsa d’acqua, come fonte di energia.
L’IDROSFERA MARINA COPRA CIRCA IL 71% della superficie terrestre e comprende il
96% dell’acqua disponibile sulla terra. Le caratteristiche delle acque marine sono oggetto
di studio dell’OCEANOGRAFIA.
LE CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE E GEOLOGICHE DEL FONDO
MARINO
Oceani e mari differiscono sia per ASPETTI GEOGRAFICI che per CARATTERISTICHE
GEOLOGICHE.
• Gli oceani sono i bacini principali di maggiori dimensioni: OCEANO ATLANTICO,
PACIFICO, INDIANO e hanno un fondale di tipo BASALTICO.
• I mari sono BACINI SECONDARI (mari mediterranei, mari adiacenti) e spesso
giacciono su un basamento di tipo CONTINENTALE
La curva ipsografica della superficie terrestre indica che la profondità media degli oceani è
di -3800 m e che, partendo dalle terre emerse e procedendo verso il mare aperto, si
susseguono tratti con andamenti diversi:
• PIATTAFORMA CONTINENTALE, con pendenza media del 2%
• SCARPATA CONTINENTALE, più ripida e meno estesa
• RIALZO CONTINENTALE, al piede della scarpata
• FONDI OCEANICI VERI E PROPRI
• FOSSE
I sedimenti dei fondi marini hanno caratteristiche che variano procedendo dalla costa
verso il mare aperto:
• Nella zona litorale si depositano i MATERIALI GROSSOLANI
• Nella zona sublitorale prevalgono i SILT E LE ARGILLE
• Sui fondi oceanici sono presenti i FUNGHI A GLOBIGERINE, FUNGHI SILICEI,
FUNGHI ABISSALI. Questi ultimi sono spesso tappezzati da noduli polimetallici,
un’enorme risorsa di materiali utili
Nei fondali oceanici sono presenti anche forme particolari, come i CANYON, incisi da
correnti di torbida, e gli EDIFICI VULCANICI, attivi o estinti. Sugli orli di questi ultimi
possono svilupparsi SCOGLIERE ORGANOGENE che formano ATOLLI E BARRIERE
CORALLINE.
LE CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE DELLE ACQUE E LA VITA
NEL MARE
L’acqua del mare contiene in soluzione quasi tutti gli elementi noti in natura. Tra le
caratteristiche chimiche è molto importante la SALINITA’, cioè il contenuto di Sali (g/l). La
salinità media di oceani e mari è intorno a 35 grammi per litro. Il valore della salinità varia
soprattutto in funzione della temperatura e, quindi, della LATITUDINE e della STAGIONE.
I rapporti tra i costituenti principali dell’acqua restano INVARIATI anche al variare della
salinità. I costituenti minori e gli elementi in tracce, invece, sono presenti in proporzioni
variabili perché spesso influenzati da FENOMENI BIOLOGICI, come avviene per il
fosforo, l’azoto e il silicio. Questi ultimi elementi, indispensabili per la vita, vengono detti
NUTRIENTI.
Nell’acqua di mare sono presenti anche GAS DISCIOLTI, che in genere provengono
dall’atmosfera.
Tra le caratteristiche fisiche delle acque marine le più importanti sono:
• DENSITA’: la quale AUMENTA ALL’AUMENTARE DELL