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INDIVIDUALI(quando vengono trasmessi personalmente da persona a persona o fra piccoli gruppi) e DI
MASSA(quando vengono impiegati i mass-media).
Talvolta, l’uomo si insedia in luoghi potenzialmente pericolosi (a Napoli, lungo le pendici del Vesuvio ad esempio)
perché l’uomo ha una percezione dei rischi naturali assai particolare:taluni gruppi scelgono il proprio insediamento
in vista di pericoli futuri e vogliono tutelarsi, per altri si tratta di una probabilità remota, per cui non vale la pena di
preoccuparsi.
L’uomo nella storia antica e contemporanea, non è statico. Si sposta, producendo un fenomeno di MIGRAZIONE:
Intercontinentale: la popolazione si sposta da un continente all’altro;
o Da campagna a città;
o Forzata-volontaria: dettata da leggi razziali o per necessità economiche/politiche, voluta per ricerca
o personale di avventure o di un ambiente più congeniale alle proprie aspirazioni.
La migrazione è data da PUSH FACTORS(fattori di spinta) e PULL FACTORS( FATTORI DI ATTRAZIONE).Inoltre,
essa è decisa anche in base all’UTILITà LOCALE, cioè dal livello di soddisfazione percepito da un soggetto
rispetto ad un’ubicazione.
La migrazione può essere:
Graduale(da fattoria a paese, poi da paese a periferia, poi da periferia a città);
o A catena(flusso migratorio che parte da un’origine comune per arrivare ad una meta predisposta);
o Contro migrazione(emigranti che tornano al Paese di origine);
o Gerarchica(da luoghi di minore dimensione a luoghi più grandi)
o
Ravenstein ha formulato delle leggi della migrazione, secondo cui si prediligono brevi distanze ma le maggiori
sono indirizzate verso le grandi città(soprattutto partendo dalla campagna). Ogni flusso migratorio, inoltre, ha un
contro flusso e, la maggior parte dei migranti internazionali, sono uomini.
Lo studio statistico della popolazione umana è la DEMOGRAFIA, la geografia della popolazione. Essa è data dal
tasso di Natalità, Mortalità e Fecondità (il tasso di fecondità femminile necessario al ‘rimpiazzo’ delle morti).
E’ stata a tal proposito costruita la Piramide demografica: un grafico speculare che porta i dati della crescita della
popolazione. Sull’asse delle x c’è la quantità di persone e sull’asse delle y ci sono le fasce d’età, dalle più giovani
alle più anziane (quest’ultime infatti riportano maggiori decessi e quindi si forma il vertice della piramide). Il grafico
è speculare perché a destra ci sono i dati relativi alla popolazione femminile e a sinistra quella maschile.
Nella DEMOGRAFIA si tiene conto di:
Indice di dipendenza:rapporto tra popolazione produttiva e inattiva;
o Tempo del raddoppio:tempo necessario ad un popolo per raddoppiare il numero di individui;
o Transizione demografica:variazione dei livelli di fecondità/mortalità legati al processo di urbanizzazione e
o industrializzazione. Essa prevede 4 stadi:
1. alta natalità e alta mortalità
calo mortalità e maggiore natalità (Dal 1860 si è avuto un calo della mortalità portando ad una transizione
epiderologica)
2.
3. calo mortalità e natalità
4. lievi incrementi demografici seguiti da un calo della popolazione (5* stadio).
E’ stata formulata un’ EQUAZIONE DEMOGRAFICA che sintetizza il contributo dato alla variazione regionale da
fattori naturali(nascita, morte) e di migrazione netta (immigrazione, emigrazione).
L’ambiente abitato dall’uomo si chiama ECUMENE, quello disabitato ANECUMENE.
Il calcolo della popolazione avviene con lo studio della DENSITà di popolazione, che può essere
AGRICOLA(rapporto tra popolazione rurale e terre coltivabili), FISIOLOGICA (rapporto tra popolazione e terre
coltivabili) e NUMERICA.Dallo studio della quantità della popolazione,si arriva alla CAPACITà DI CARICO DEL
TERRITORIO, ovvero studiando i casi di sovrappopolazione e sottopopolazione.
A tal proposito, ricordiamo gli studi di Malthius, secondo cui le popolazioni hanno un tasso potenziale di crescita
che è maggiore di quello attuale.Le popolazioni aumentano con l’avvento dei mezzi di sussistenza , a meno di
fattori repressivi o preventivi.
Si calcola il PLATEAU OMEOSTATICO, ovvero la popolazione proporzionata alla capacità di carico dell’area
occupata.Al Club di Roma si è studiato proprio il ‘Limits of growts’, ovvero quando si raggiunge un sistema al
collasso.
Un punto importante nella demografia è il MOMENTUM DEMOGRAFICO,ovvero un aumento della popolazioni(più
nascite che morti).
Un altro tipo di geografia è la GEOGRAFIA ECONOMICA che studia l’attività economica dell’uomo. Essa studia
l’attività:
PRIMARIA:legata all’agricoltura
SECONDARIA:lavorazione dei prodotti
TERZIARIA:vendita, commercio
QUATERNARIA/QUINARIA: turismo, alberghi…
Quando parliamo di economia, possiamo riferirci a quella di Mercato, Pianificata o di Sussistenza(atta cioè solo al
fabbisogno degli abitanti).
L’agricoltura di susistenza può essere intensiva o estensiva ed implica l’autosufficienza dei suoi membri.
Agricoltura estensivanomadismo pastorale, transumanza;
Agricoltura intensivapolicoltura,agricoltura urbana.
Agricoltura di mercato intensivamacchinari, fertilizzanti chimici( metodologie impiegate anche nell’allevamento)
Agricoltura di mercato estensivafattorie, allevamento allo stato brado(la troviamo soprattutto negli Stati Uniti).
Attività di raccoltasono la pesca e la silvicoltura(la prima avviene nelle acqua interne, può essere marittima o di
fiume e di allevamento; la seconda si ha nell’emisfero nord-altitudine media- e nella zona equatoriale).
Per quanto riguarda il ricavo di prodotti non coltivabili, ci si avvale di Industrie estrattive(miniere).
L’agricoltura può anche specializzarsi in un solo tipo di piante: uliveti, frutteti, agrumeti,piantagioni di tabacco e
caffè…
Il tema dell’agricoltura si è molto allargato, attivando sempre più persone nella salvaguardia del territorio e nella
diffusione delle pratiche agricole, anche di piccole dimensioni. E’ partita, cioè, una vera rivoluzione verde.
In particolar modo, si è visto come i nuovi modelli di produzione e sistemi di mercato, potessero fondersi con la
tradizione nel cosiddetto SISTEMA AGROINDUSTRIALE.
Prendiamo ad esame il MODELLO DI LOCALIZZAZIONE AGRICOLA DI THUNEN: attorno ad una grande città in
cui si concentra il mercato dei prodotti agricoli, si sviluppano fasce circocentriche: Von Thünen immaginò una città
isolata, posta nel centro di una pianura orizzontale, uniformemente fertile, priva di corsi d'acqua navigabili e limitata
da un'area wilderness ("natura selvaggia e incontaminata"). In questo modello, mostrò come si formavano zone
concentriche di produzione agricola attorno alla città centrale. I beni deperibili e pesanti venivano prodotti vicino
alla città; quelli durevoli e più leggeri alla periferia(quindi minori costi di trasporto e manutenzione…e maggiore
guadagno)
Anche la LOCALIZZAZIONE DELL’INDUSTRIA soggiace a principi e fattori diversi: si tiene conto dei costi fissi (i
salari), di quelli variabili(di trasporto) e l’interdipendenza(manifatture in agglomerati urbani). Essa tiene presente la
vicinanza alle materie prime e l’orientamento verso il mercato.
Pertanto, alcune industrie, sono dette ubiquitarie perché legate al commercio limitrofo.
Parlando di industrie, Weber elaborò la TEORIA DEL MINOR COSTO: Il modello spiega la localizzazione ottimale
di uno stabilimento manifatturiero in termini di minimizzazione di tre spese base( costi relativi al trasporto, costi di
manodopera e costi di agglomerazione) ottenibile con le economie di agglomerazione.
Le ECONOMIE DI AGLOMERAZIONE si verificano dove più imprese industriali situate in una stessa area
raggiungono un notevole risparmio, mettendo in comune macchinari, trasporti, infrastrutture e capitali. Si ottiene
un effetto MOLTIPLICATORE poiché ogni nuova impresa che si aggiunge porta dei vantaggi( un esempio fu nel
Novecento l’Area di Biella). Questa organizzazione può portare anche degli svantaggi però, come l’inquinamento,
la diseconomia e gli alti costi del terreno comportando una deglomerazione.
La localizzazione perfetta, quindi, è quella che assicura un maggior profitto netto(si troverà laddove sono più
contenuti i costi di trasporto delle materie prime verso la fabbrica e dei beni finiti verso il mercato).
5 sono i punti di controllo ipotizzati da Weber:
1. Pianura uniforme(dal punto di vista fisico, politico, tecnologico),
2. Attività manifatturiere di un solo prodotto per un unico mercato;
3. Input, materie prime che giungono da più luoghi;
4. Manodopera illimitata e immobile sul posto;
5. Trasporto su percorsi che variano per brevità del tragitto e tipo di merce.
Si raggiunge un triangolo localizzativo per minimizzare i costi di trasporto: orientarsi verso le materie prime;
orientarsi verso il mercato; raggiungere il punto ottimale equidistante dai due fuochi.
Un modo per minimizzare i tempi di consegna (e anche i costi) è dato dalle MANIFATTURE JUST IN TIME che
producono merci solo se e quanto richieste, riducendo così le riserve immagazzinate; ciò richiede contenute
quantità di merci e richieste frequenti ed è possibile grazie alla sviluppata tecnologia che permette una facile
programmazione.
Inoltre, singole aree o stati migliorano la propria economia soffermandosi su produzioni specifiche di articoli più
vantaggiosi rispetto ad altre aree ma importa altre merci; una situazione del genere porta ad un VANTAGGIO
COMPARATO.
Sono state sviluppate metodologie produttive per ridurre i costi, producendo i fenomeni di:
Outsourcing: produzione all’estero per il mercato interno. Un esempio è il Messico negli anni Sessanta con
o una legge che permetteva a società straniere di assemblare senza imposte i prodotti per poi essere
esportati, risparmiando sui costi dell’attività di servizio.
Offshoring:impiego di manodopera straniera, più economica, che rimpiazza gli impiegati.
o TNC(industrie transnazionali):aziende private che hanno filiali operative in nazioni diverse da quella in cui
o si trova la casa madre.
Investimento diretto all’estero: acquisto o costruzione di fabbriche da parte di multinazionali.
o
Un caso interessante è rappresentato dal Nordamerica, dove si trova la cintura manifatturiera dei Grandi Laghi
(zona principale degli St.Uniti e nelle zone confinanti con il Canada). Qui troviamo, nella zona costiera orientale
troviamo le Megalopolis dove si producono beni di consu