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I FATTORI DELLA CRESCITA URBANA
1) Esodo rurale e crescita naturale
Consiste nell’identificare i contributi della crescita naturale e dell’esodo rurale.
Un modo semplice di valutare l’apporto della migrazione allo sviluppo delle città consiste nel
confronto tra il tasso di crescita della popolazione urbana e il tasso di crescita della popolazione
globale.
ES. in Bolivia, nel periodo 2000-05 il tasso di crescita della popolazione urbana è stimato al 2,66%,
mentre quello della popolazione totale all’1,8%: facendo l’ipotesi che il ritmo di crescita naturale sia
lo stesso in ambiente urbano e in ambiente rurale, si può concludere che lo 0,78% della crescita
urbana è spiegato dall’esodo rurale.
Questo tipo di valutazione ha tuttavia un’importanza minore di quanto si possa pensare, in quanto
le migrazioni di un periodo contribuiscono alla crescita naturale del periodo successivo.
Da un punto di vista dinamico, il contributo effettivo delle migrazioni alla crescita urbana è dunque
ben superiore a quanto risulti da una prima analisi.
La transizione urbana
Per “transizione urbana” si intende il passaggio da un livello debole di urbanizzazione a un livello
elevato, secondo uno schema di quattro fasi:
1. Crescita lenta
2. Accelerazione esponenziale
3. Crescita rallentata di tipo logaritmico
4. Crescita pressoché nulla
Nella fase finale, la migrazione non svolgerebbe più alcun ruolo e soltanto la crescita naturale
alimenterebbe il processo di urbanizzazione, divenuto a quel punto lento.
(sempre costante)
Il processo di urbanizzazione è dunque identico in tutto il mondo?
Non sembra. Generalizzando: i tassi di urbanizzazione dei paesi in via di sviluppo rimangono assai
inferiori a quelli dei paesi sviluppati, ma la popolazione urbana conosce nei paesi in via di sviluppo
una crescita molto più rapida.
2) Metodo della crescita demografica
Questo metodo stabilisce un legame tra crescita della popolazione totale e crescita della
popolazione urbana.
Spesso viene avanzata l’idea che i paesi in cui la crescita urbana è più rapida sono quelli dove la
popolazione aumenta più velocemente, ma anche quelli che hanno il tasso di urbanizzazione più
basso.
Dunque il fenomeno urbano in questi paesi può anche essere considerato sotto il profilo di un ritardo nel
processo di transizione.
IL FATTORE TERRITORIALE
Il territorio delle città è una realtà di territori.
La diffusione urbana
Le città si estendono attraverso la conquista dello spazio circostante. E si possono distinguere
diverse forme di diffusione urbana.
ES. La diffusione urbana può seguire logiche economiche (differenti nei paesi del Nord e del Sud)
Le forme spazio-temporali
Si possono determinare forme differenti a seconda delle epoche:
- I fase: crescita più rapida nel centro delle città (urbanizzazione)
- II fase: crescita più rapida in periferia che nel centro (suburbanizzazione)
- III fase: diminuzione della popolazione sia nel centro sia in periferia, con perdita maggiore di
popolazione nel centro (contro urbanizzazione)
- IV fase: la popolazione nel centro torna ad aumentare più che in periferia (riurbanizzazione)
La morfologia delle città
La densità della popolazione modella la morfologia di una città. L’urbanistica, verticale o
orizzontale, determina questa morfologia e spiega le differenze di densità: Hong Kong e Singapore
non hanno alcuna somiglianza con Londra e Washington.
Ma attenzione: La densità delle costruzioni non è strettamente correlata a quella della popolazione.
ES. Manhattan accoglie ogni giorno un numero elevatissimo di pendolari, e dunque l’entità della popolazione
presente in questo distretto di NY al momento dell’apertura degli uffici è molto diversa da quella della
popolazione residente.
La città illegale
Nei paesi in via di sviluppo.
I migranti senza risorse non hanno altra scelta che “le occupazioni di terreni e la costruzione
abusiva per risolvere il problema dell’abitazione”.
- Ma questo tipo di habitat è precario e le autorità possono sempre decidere degli sgomberi, e in
questo caso le popolazioni non fanno altro che trasferirsi in un’altra bidonville, aumentandone
ulteriormente la densità.
- Le famiglie con redditi bassi o medi hanno invece la possibilità di optare per quartieri abusivi in
periferia, prendendo in affitto a basso costo o costruendo una casa, che comunque mancherebbe di
tutto.
La frammentazione della città: la segregazione residenziale
I diversi livelli di reddito degli abitanti si riflettono sullo delle città: Le famiglie più agiate scelgono
con cura le parti della città dove abitare.
Ma la tracciatura della mappa socioeconomica di un agglomerato urbano la si può stilare anche sul
piano diacronico: la città evolve continuamente, in particolare con la crescita urbana e l’evoluzione
dei modi di vita.
- Forme estreme di segregazione si hanno con le comunità chiuse, che si caratterizzano per
“chiusura fisica” e “selezione sociale”.
(La segregazione può anche essere di natura “etnica”, come nelle grandi aree metropolitane degli
USA)
- Il carattere dinamico si mostra anche attraverso l’evoluzione della composizione per età
della città.
ES. nei centri cittadini si può determinare una sovra rappresentanza di giovani attivi celibi e giovani
coppie senza figli e\o di persone anziane.
Accesso alla città e spartizione della strada
Un’altra forma di spartizione della città riguarda l’accesso alla città stessa e l’uso della strada.
ES. L’utilizzo commerciale degli spazi pubblici:
- Negli spazi pubblici si possono avere verande permanenti di caffè o ristoranti.
- Quando si ritiene che sia l’automobilista il legittimo utilizzatore della strada, le strade
vengono ampliate.
- I centri cittadini possono essere trasformati in spazi pedonali.
SISTEMA DELLA CITTA’ E SISTEMA DELLE CITTA’
Interazioni fra città
La città può essere presa in considerazione anche nelle relazioni che intrattiene con il territorio
circostante:
la città come sistema aperto. E se l’insieme delle città viene considerato come un sistema, allora
ciò che conta sono le relazioni tra le città.
A questo proposito, Berry ha definito le città come dei sistemi specifici all’interno dei sistemi
superiori di città, nei quali:
- le dimensioni
- le loro diverse funzioni
- l’ampiezza della loro influenza, delle singole città
discriminano gerarchicamente le città del sistema.
Esiste un modello generale di gerarchizzazione delle città?
Sono stati proposti alcuni modelli di organizzazione spaziale delle città:
- La teoria dei luoghi centrali , che propone tre modelli a seconda che si dia il primato a un principio di
mercato, a un principio di trasporto o a un principio amministrativo.
- Legge rango-dimensionale , con la quale si tenta di verificare che esiste una relazione tra il posto che
una città occupa nella gerarchia generale e le dimensioni della sua popolazione.
Denise Pumain rimprovera ai diversi modelli proposti di non integrare a sufficienza il fattore tempo
come variabile essenziale:
La dinamica di una città non si esaurisce nella crescita della sua dimensione, altrettanto
importante è la sua attitudine a trasformarsi!
Per Pumain, proprio perché a contare è il sistema delle città, bisogna sostituire teorie statiche con
teorie dell’interdipendenza.
Città mondiali e città globali
Città mondiali: Gaddes (1915) identificava nel mondo sette centri urbani con un ruolo di leadership
, che si distinguevano per
(Londra, Mosca, NY, Parigi, Tokyo, La Randstad Holland e la Rhein-Ruhr)
importanza politica, economica e mediatica.
Città globali: non si identificano con le città mondiali.
ES. Parigi è una città meno globale di quanto non sia Londra, poiché ha numerosissimi legami con il
territorio francese, sotto molti aspetti Londra ha invece più cose in comune con una città come NY
che con una città come Bradford.
(Le città globali, o le più globali, sono necessariamente localizzate nei paesi del Nord, se non altro per il loro
livello di ricchezza)
Urbanizzazione contro sviluppo?
LA CITTA’, UN AMBIENTE SPECIFICO?
Gli abitanti delle città sono caratterizzati specifici modi di essere e di agire?
E’ il fatto stesso di vivere in una città che porta a questi comportamenti?
Questa specificità rimane anche quando un paese si sviluppa economicamente?
Porsi queste domande significa interrogarsi sulla validità ancora oggi dell’opposizione urbano-
rurale .
(quanto meno nei paesi sviluppati)
Urbano vs Rurale
In generale, la popolazione rurale si distingue da quella urbana per la proprietà delle abitazioni, per
un modello familiare più tradizionale e per un atteggiamento meno progressista.
Ma queste differenze come possono spiegarsi?
- La città struttura le opinioni e i comportamenti
- Oppure sono le caratteristiche economiche e sociali dei cittadini che le distinguono
Sembra che questi due effetti agiscono in modo concomitante, ma i comportamenti si possono
distinguere anche e soprattutto a seconda delle dimensioni dell’agglomerato urbano.
Ora,
Se la città è un ambiente specifico e l’urbanizzazione comporta una selezione, bisogna concludere
che coloro che lasciano la campagna sono attirati dal modo di vita urbano e sposano i valori
urbani, il che equivale a dire che queste persone si differenziano dagli altri abitanti della campagna
già prima di abbandonare il mondo rurale.
Urbanizzazione e transizione demografica
(transizione demografica: il passaggio da una situazione in cui la natalità e la mortalità sono alte a una
situazione in cui sono basse)
Le teorie della transizione demografica in generale assegnano un ruolo importante
all’urbanizzazione. Ma si può dire che un’urbanizzazione accelera la transizione demografica, a
prescindere dal contesto economico e sociale in cui avviene?
- Il rapporto tra urbanizzazione e fecondità conferma decisamente il legame fra la transizione
demografica e la transizione urbana: i paesi più urbanizzati sono quelli di gran lunga più avanzati
nel processo di transizione demografica, al contrario quelli meno urbanizzati sono appena all’inizio
della transizione demografica.
Comunque, per rispondere alla nostra domanda:
Tabutin arriva alla conclusione che il modo in cui il vivere