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RISORSE
i minerali si dividono in 3 gruppi:
- minerali metallici: ferro rame stagno zinco oro argento…
- minerali non metallici: salgemma, fosforo, potassio, argilla,…
- minerali energetici: petrolio, carbone, gas, uranio
Il GIACIMENTO è una quantità non stimata di una risorsa; idea vaga
la RISORSA è una quantità misurata di volume in cui utilizzo ed estrazione è possibile dal punto di vista
economico, senza cioè avere costi proibitivi. Le risorse sono andate con l’aumentare perché nel corso del
tempo le tecnologie hanno permesso di scoprirne altre; eccezione del petrolio di cui si stima il picco massimo
nel 2050. (non è liquido ma contenuto in rocce porose o come in siberia in sabbie difficili da trattare)
la RISERVA è un sottoinsieme della risorsa il cui impiego è possibile oggi, nell’immediato. La differenza tra
l’una e l’altra sta nel prezzo. La riserva viene estratta solo se conviene dal prezzo di mercato, cioè solo se il
prezzo di vendita super o copre il costo dell’estrazione.(Es petrolio al polo nord, spesa 150 dollari al barile x
l’estrazione se al prezzo è 80 dollari sul mercato, non è conveniente estrarlo entra nella definizione di risorsa
ma non riserva. Altro caso quella risorsa è posseduta da un paese ostile che non ci permette di estrarlo,
quindi viene definito risorsa e non riserva.)
Le riserve aumentano perché con il tempo estrarre i minerali può essere conveniente con l’innovazione
tecnologica e il passaggio da risorsa a riserva per l’effetto dei prezzi.
I MINERALI si individuano dove c’è un giacimento ma anche dove c’è un buon tenore di materiale cioè
un’auto concentrazione e dove la profondità e la posizione giocano un ruolo essenziale. Negli anni ’40-’50 le
grandi innovazioni tecnologiche hanno reso + attrattivi i giacimenti del sud del mondo, dove si sono
ristrutturate le industrie estrattive, portando alla chiusura delle miniere europee (che diventano così riserve)
I FATTORI della Geografia estrattiva
- la massa mineraria, il tenore di % del minerale, profondità
- localizzazione del giacimento, presenza di ferrovie e porti, mezzi di trasporto, industrie
importante è la diminuzione del costo del trasporto marittimo ha stravolto la geografia estrattiva nel secondo
dopo guerra, sono diventati progressivamente + importanti i paesi del sud del mondo.
RAPPORTO TRA ESTRAZIONE E SETTORE INDUSTRIALE
REGIONE MINERARIA Porzione di spazio specializzata nell’estrazione
REGIONE INDUSTRIALE Porzione di spazio specializzata nella produzione
esse erano strettamente legate nella storia, mentre oggi non è + vero perché la riduzione del costo del
trasporto e l’innovazione tecnologica fanno si che le aree industriali siano ormai indipendenti dall’industria
estrattiva.
La posizione è un vincolo molto forte per le industrie, soprattutto per quelle di carbone perché difficile da
trasportare: primo produttore è la Cina con 47% di estrazioni (=produzione) totali.
Le fonti si dividono in:
- fonti rinnovabili: pannelli solari, eolico, idroelettrico, biomasse*, geotermia*, maree e correnti.
- fonti non rinnovabili: petrolio, carbone, gas, nucleareuranio
*geotermia: cattura la differenza di temperatura del terreno
*biomasse: specie vegetali. (bio etanolo, trucioli di legno, escrementi di animali)
MIX ENERGETICO: viene data un % dell’energia totale utilizzata
- 35% petrolio
- 25% carbone
- 20% gas
- 7% nucleare ( in Italia è 0% per il referendum del’89 che vota no al nucleare; Francia, Germania 50-70% del
totale, dopo l’evento di Fukushima, molti paesi stanno tornando indietro, come la Germania che nel giro di 20-
30 abbandoneranno il nucleare, in Francia revisione degli impianti.)
- 10% biomasse, la maggior parte sono escrementi animali.
- 3% rinnovabili, la maggior parte è idroelettrico (dighe, soprattutto nei paesi in via di sviluppo è una delle
fonti energetiche su cui si punta di +, progetti in Cina e Turchia), energia di tipo rinnovabile, e negli impianti +
grandi è una delle + grandi impatti ambientali e molte migliaia di persone devono spostarsi per poter costruire
dighe. È anche uno strumento di natura politica per il controllo delle dinamiche sociali.
La domanda di energia delle risorse è spinta molto dai paesi in via di sviluppo.
PETROLIO
è la fonte + importante e + efficace, alta resa poiché una unità di petrolio da più energia delle altre risorse. È
più flessibile nell’utilizzo (facilità di trasporto petroliere, barile, oleodotto). Il medio oriente ha 1/3 del
commercio mondiale e 2/3 delle riserve mondiali(Iraq, Arabia Saudita, Iran, e Q8).
L’Arabia saudita è il primo produttore al mondo, gli USA hanno il 5% delle riserve e la Russia è il secondo
produttore. Anche l’africa con la Nigeria, Libia, Algeria e Angola ha una buona produzione di petrolio.
In America latina il primo produttore è il Venezuela.
Siberia e Jacuzia sono delle zone considerate il futuro del petrolio perché molto difficile da estrarre (il costo
è circa 40 volte maggiore).
I prezzi del petrolio furono bassi per tutto il dopoguerra con 2 movimenti di crescita nel 1973(1°shock
petrolifero) per la e nel 1979-80 (2° shock petrolifero rivoluzione in Iran) prezzi bassi hanno contribuito alla
crescita delle economie degli anni ’60, come la Ford.
Negli anni ’90 ci furono tendenze in aumento per effetto della crescente domanda dei paesi emergenti.
L’aumento delle materie prime ha reso conveniente l’utilizzo di depositi marginali, cioè miniere che erano
state chiuse e che negli anni ’90 Con l’aumento del prezzo del petrolio, automaticamente aumentano
anche i prezzi degli altri sostituti, come carbone e gas e ciò porterebbe alla riapertura delle miniere
europee. Ù
Si stima che nel 2025 l’Africa arriverà a chiedere il 300% in + che nel 1990 e Asia e America latina +200%,
mentre l’UE solo il +50%.
È un settore quasi monopolistico in cui è fondamentale il ruolo statale, nel dopoguerra è stato dominato dalle
7 sorelle.
Le 7 SORELLE (BritishPetrolium, Shell, Texaco, Esso, Mobil, Chevron, Gulf)
sono multinazionali petrolifere che hanno avuto un controllo quasi monopolistico del settore estrattivo e di
raffinazione negli anni ’50. Negli anni ’70 l’Onu e l’OPEC (organizzazione dei paesi esportatori di petrolio)
formato da 12 paesi, si impongono dicendo che il petrolio è una risorsa nazionale e va gestita dalla nazione.
L’OPEC nel ’73 aumenta quindi il prezzo del petrolio (chiedendo concessioni + breve, rivalutazione dei
contratti nei confronti delle imprese private, chiedono royalties più alte), trasformando:
- l’industria in un capitale misto, dove troviamo un ruolo maggiore dello Stato nell’estrazione delle risorse,
evitando quindi che vengano estratte risorse “statale”. Si rinnegano le concessioni alle multinazionali o si
modificano le Royalty, aumentandole, oppure modificandone la durata, mettendo in concorrenza le
multinazionali.
- sviluppando l’industria nazionale di raffinazione, cioè non limitarsi ad esportare petrolio, ma raffinarlo
anche nel proprio paese. Questa politica si accorda bene con i paesi occidentali, perché decentra le industrie.
I paesi ricchi hanno in questi anni problematiche riguardanti l’ambientalismo e spazio, decidono quindi di
chiudere le proprie raffinerie visto che i paesi estrattori trasformano il petrolio nel proprio paese. (negli anni
’80 circa i 2/3 delle industrie chiudevano e si spostano quindi nei paesi produttori).
CARBONE
I maggiori produttori sono la Cina (primo produttore), USA, India, Australia e Russia.
Il problema è che il carbone è di utilizzo regionale, solo il 20% viene utilizzato per il commercio
internazionale, mentre per il petrolio vale il discorso inverso, cioè l’80% è destinato al commercio mondiale,
poiché + facile da trasportare.
GAS
trova generalmente dove è il petrolio. Si è sviluppata dopo gli shock petroliero degli anni ’70 e ’79-’80. Ha
come caratteristica una grande rigidità dell’offerta quindi gli investimenti in infrastrutture sono elevati e
irreversibili a meno che non venga spedito attraverso i gasdotti oppure viene liquefatto e rigassificato nel
porto di arrivo.--> sul delta del Po’ troviamo uno dei + importanti rigassificatori dell’ UE. Questa tecnologia
consente di diversificare l’offerta, poiché ci svincola dalla dipendenza dei gasdotti del paese o dai paesi in cui
il gasdotto passa.
Con i GASDOTTI c’è una vera è propria guerra in atto, sia economica che politica: si pensa che la Russia sia
troppo potente poiché la Russia sta cercando di far passare i gasdotti nei paesi “amici” in modo da riuscire a
controllarli, e chi per lei, possa chiudere “i rubinetti”. Sta anche cercando di fare in modo che i gasdotti che
passano per il Mar Caspio passino per la Russia. Altra cosa da evitare è che l’Iran acquisisca una posizione
strategica. Il problema si pone quindi su dove realizzare i gasdotti. Numerose sono le idee sui percorsi:
- percorso North Stream (Nord UE) passaggio in mare aperto, cercando di evitare l’Estonia e la Lituania,
visto che hanno legami con la Russia.
- percorso Nabucco, che vede un ruolo centrale della Turchia. Anche gli USA sono favorevoli perché la
Turchia aveva già espresso il suo favore verso la NATO.
- percorso Sud UE (South Stream), è un’idea creata dall’ENI e dalla Russia che vede un rapporto diretto con
la Russia, escludendo quindi la Turchia, attraverso il Mar Nero e l’Albania (l’Italia ne beneficerebbe)
DINAMISMO DELLA CINA
La Cina a questo proposito cerca di diversificare geograficamente e ridurre la sua dipendenza energetica per:
- pericolo dovuto all’instabilità del Medio Oriente e privilegia rapporti con America latina e in Africa, con
l’Angola. quindi diversificazione della richiesta di risorse.
- problemi nel passaggio dello Stretto di Malacca Per quanto riguarda lo Stretto di Malacca, ci sono
progetti di investimenti nei porti della Birmania e attraverso la linea ferroviaria o oleodotti per evitare blocchi di
navigazione nello Stretto di Malacca provocati da Taiwan( evitare che il paese venga in qualche modo
sostenuto solo dal passaggio delle petroliere che passano per lo stretto di malacca)
IN AFRICA
Per quanto riguarda l’Angola, uno dei + poveri dell’africa (definito dall’ONU il paese in cui si è sfortunati se si
nasce) la cina ha generato investimenti esteri e crea compagnie petrolifere e cooperazione internaziona