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Capitolo 1

Le categorie geografiche nel contesto della globalizzazione dell'economia.

In fase preliminare si può affermare che i caratteri di costruttività e di operatività nei confronti delle scelte economiche sono ben visibili già nella genesi della disciplina che si fa risalire al XIX secolo. Nata quale ramo della statistica descrittiva dei fenomeni economici, la geografia economica si afferma successivamente come "conoscitiva" e "scientifica". Massi nel 1979 ha affermato che "la geografia economica è scienza di analisi nello studio dei microspazi, ma persegue la sintesi nello studio dei macrospazi".

Se la geografia economica, secondo Toschi, è la scienza che ha per oggetto i fenomeni economici in quanto differenziati e distribuiti sulla superficie terrestre e in quanto si coordinano nell'insieme del mondo economico, assumono rilievo la distribuzione dei bisogni, delle risorse e il tramite spaziale. In tale definizione si ritrovano le interconnessioni e i rapporti tra la geografia economica e le altre geografiche. ◊ contiene un carattere di professionalità che discende da quelli che sono i compiti del geografo economico.

La definizione di geografia economica ha insistito nella propria enunciazione i due principali metodi di indagine, che non si escludono a vicenda, bensì interagiscono:

  • - metodo induttivo: è l'osservazione dei fenomeni, della loro distribuzione e delle loro dinamiche evolutive per giungere alla formulazione di ipotesi generali;
  • - metodo deduttivo: è il metodo che si fonda su ipotesi generali e, verificandole nello loro reale manifestazione, perviene all'individuazione dei fenomeni.

Le linee fondamentali che hanno guidato il pensiero geografico-economico sono state:

  • - Il determinismo (di Carl Ritter e Friedrich Ratzel), quale teoria che attribuisce predominanza assoluta ai fattori fisico-naturali ◊ attività economiche e interrelazioni tra ambiente e uomo sarebbero fortemente regolate da determinanti di ordine ecologico,
  • - Il possibilismo (di Paul Vidal de la Blache), quale paradigma che riconosce all'uomo la possibilità di trasformazione dell'ambiente; convinzione che l'ambiente offra delle opportunità che però saranno tradotte in effettive soloante dall'azione dell'uomo.
  • - Il volontarismo, quale teoria che riconosce la predominanza assoluta dell'azione umana. Uomo al centro dell'attenzione e ambiente come condizionamenti da superare.

In tale ottica si affermano le nuove ideologie del pensiero socio-politico, come la lettura maraxiana dei fenomeni e l'affermazione di una logica di tipo deduttivo, che si riflettono nelle indagini geografico-economiche, che saranno le fondamenta del metodo quantitativo, cioè dell'utilizzazione di modelli spaziali per l'interpretazione geografica.

  • - La teoria generale dei sistemi, quale studio delle relazioni che intercorrono tra gli elementi del sistema (complesso di strutture interagenti tra di loro, mosse da uno stesso processo), e tra questi è l'ambiente.

L'oggetto e il luogo.

I fenomeni economici costituiscono l'ambito di indagine della geografia economica (e non solo), esaminati nell'ottica della loro distribuzione sulla superficie terrestre; delle dinamiche dei processi di localizzazione; delle loro modificazione e del modellamento della superficie terrestre.

Nell'attuale ottica della concezione sistemica, secondo la quale l'intero pianeta (il geosistema) ingloba il sistema ecologico sia il sistema socio-economico, i fatti economici devono essere investigati nelle loro forti interrelazioni con gli altri componenti del sistema stesso.

L'unità elementare reale della geografia economica è il luogo.

Il termine luogo indica la porzione della superficie terrestre i cui caratteri geografici si vogliono descrivere. In genere, al suo interno è implicita la dimensione “piccola” di porzione di superficie terrestre: il luogo costituisce infatti l'unità elementare di una regione, individuata come un insieme di luoghi contigui.

Tra i termini derivati da “luogo” troviamo:

  • localizzazione, cioè il processo con il quale si colloca qualcosa su un punto della superficie terrestre;
  • localismo, cioè il riconoscimento e la valorizzazione di specificità locali. Il localismo è inteso come sistema locale e intende sottolineare nell'attuale fase di sviluppo economico la rilevanza delle piccole e medie dimensioni produttive e la loro influenzabilità da fattori fortemente particolari che spesso si traducono anche in una discapacità ad accogliere gli input dominanti a livelli di grandi aree geografico-economiche contigue.

Il luogo è la base, cioè l'unità elementare anche per lo spazio e il territorio.

Lo spazio e il territorio.

Lo spazio è un'entità illimitata e indefinita, dotata o no di determinate proprietà geometriche, nella quale sono situati oggetti reali.

Un significato molto più realistico si affida all'organizzazione naturale dello spazio, trasformata dall'uomo in spazio umanizzato, il quale costituisce il vero oggetto primario di investigazione della geografia economica.

Il territorio implica un concetto profondo di area nella quale uno stato è in grado di esercitare la propria sovranità, con tutte le implicazioni sulle forme di riconoscimento interno e internazionale di tale potere; in realtà, quando ci si riferisce al territorio si assegna rilievo ai singoli elementi e strutture che lo compongono, in relazione agli obiettivi della ricerca e alla scala di dettaglio con cui si vuole condurre l'indagine.

Nei contributi più recenti, si riconosce nel territorio un complesso di rapporti non solo orizzontali, ma anche verticali, che si interconnettono tra gli individui e l'ecosistema naturali, tra i luoghi e la cultura che in essi si esprime. L'area diversamente strutturata a seconda delle specificità naturali e dei vari sistemi di organizzazione socio economica oltre che delle singole specificità locali.

Nello studio dell’organizzazione dello spazio agricolo si è passato dall’affermazione della preminenza dei condizionamenti naturali (determinismo), alla centralità del paradigma città-campagna, proprio del possibilismo vidaliano, per passare poi dalla fase del volontarismo in cui, con la crescita e lo sviluppo dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione, l’agricoltura ha visto ridursi sensibilmente il proprio peso.

Il passaggio alla fase di visione sistemica dell’organizzazione del territorio ha visto riaffermarsi l’agricoltura come un fattore importante di crescita nel paradigma socio-economico attuale.

Il settore agricolo deve pero’ in ogni caso dare risposta alla necessità di garantire l’alimentazione: ciò può essere fatto attraverso nuove forme di organizzazione della produzione (vd. organismi geneticamente modificati OGM), più capitali o mezzi tecnologici.

Fattori determinanti per l’attività primaria

Per far fronte all’obiettivo minimo di garantire la sopravvivenza, le attività agricole si basano sullo sfruttamento di risorse in modo da produrre la quantità di cibo sufficiente alle richieste di alimentazione degli individui, ripetute per l’intero arco di vita.

Poiché ogni singolo individuo, per poter sopravvivere, deve poter contare su una combinazione di principi alimentari, resta ineluso che è su tali combinazioni che si deve organizzare la loro produzione e la loro distribuzione è stata proprio la disponibilità di beni prodotti dal settore primario ad aver consentito alla popolazione mondiale di aumentare in numero.

Le forti interdipendenze tra attività agricole, hanno agito insieme agli altri comparti produttivi, nel creare i sistemi economici attuali.

Umberto Toschi ha individuato i fattori condizionanti l’attività agricola dividendoli in:

  • Esterni, che agiscono all’esterno del processo produttivo e fanno parte delle risorse naturali, quali il clima, il suolo, le condizioni biosferiche (connessioni tra animali e vegetali);
  • Interni, che sono fortemente influenzati dall’attività dell’uomo, quali la conquista delle terre, l’irrigazione, gli strumenti di lavorazione del suolo.

Paterson ha individuato, invece, due condizionamenti:

  • I fattori naturali, cioè il condizionamento alle attività agricole operato dagli elementi fisico-naturali, quali la temperatura, l’umidità, il rilievo e il suolo;
  • La remora socio-economica, cioè il condizionamento operato dall’uomo e dalle comunità umane nell’organizzazione sociale e produttiva, quale l’ignoranza e i pregiudizi.

In entrambe le interpretazioni emerge il ruolo congiunto con le scelte operate dalla comunità, delle risorse fisico-naturali

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Publisher
A.A. 2019-2020
56 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cosmuna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Morelli Paola.