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GEOGRAFIA POLITICA
La geografia umana studia anche i fenomeni riguardanti la sfera politica, mettendo in rilievo i rapporti di potere instaurati dalle comunità umane su un dato territorio. Vi è una distinzione importante da fare tra il concetto di Stato e il concetto di Nazione. Mentre il primo designa tre caratteristiche, ossia il controllo su un determinato territorio riconosciuto da se stesso e dagli altri stati, la gestione dello stesso degli affari esteri e interni e la presenza di una popolazione al suo interno che ne riconosce le leggi, per nazione si intende il senso di appartenenza ad un dato territorio. Per questo vi sono stati multinazionali come il caso della Svizzera. Il concetto di stato e l'attuale divisione europea nacque con la pace di Westfalia nel 1648 al termine della Guerra dei Trent'anni. Vennero definiti confini precisi in cui ogni stato potesse esercitare il proprio potere. I confini sono attualmente segnati secondo diverse caratteristiche: esistonoterritorio, sfruttando risorse naturali e acquisendo nuovi mercati. Questa teoria, nota come "geopolitica organica", sosteneva che lo stato fosse un organismo vivente che aveva bisogno di crescere e espandersi per sopravvivere. Successivamente, la teoria del "cuore e periferia" sviluppata da Mackinder nel primo Novecento, sottolineava l'importanza strategica delle aree centrali di un continente, che controllavano le vie di comunicazione e le risorse chiave. Secondo questa teoria, il controllo del "cuore" di un continente garantiva il dominio sulla sua "periferia". Negli anni '70, la teoria della "geopolitica critica" di Spykman si concentrò sul concetto di "rimland", ovvero le regioni costiere di un continente che erano strategicamente importanti per il controllo delle rotte marittime. Secondo questa teoria, il controllo del rimland garantiva il dominio sul continente stesso. Infine, la teoria della "geopolitica globale" sviluppata negli anni '90 da Kaplan, si concentra sulle dinamiche globali e sulle sfide che gli stati devono affrontare nel contesto della globalizzazione. Questa teoria sottolinea l'importanza delle risorse energetiche, delle rotte commerciali e delle sfide ambientali come fattori chiave nella geopolitica contemporanea. In conclusione, la geopolitica è lo studio delle relazioni tra potere, territorio e risorse. I confini geografici sono il risultato di una combinazione di fattori fisici, storici, culturali e politici, e sono soggetti a cambiamenti nel corso del tempo in risposta alle dinamiche geopolitiche.spazio vitale: una visione deterministica di questo fenomeno. La sua teoria, come quella di Kyellen, che sosteneva che avrebbero dovuto esistere solo stati di grandi dimensioni e quindi sollecitava l'espansione degli stessi, furono utilizzate dalla campagna nazista. Un'altra teoria sviluppatasi nel XX secolo fu quella dello Heartland di Mckinder, egli sosteneva che l'equilibrio tra gli stati fosse indispensabile per evitare scontri e conflitti e che chi fosse riuscito a controllare la zona asiatica avrebbe avuto il predominio sugli altri. Hungtington, politologo inglese invece professò che le guerre tra stati saranno causate in futuro da motivi religiosi, o meglio le cause economiche dei conflitti saranno acutizzate proprio dalla diversità etnografica delle varie popolazioni, la cui diversità sarà portata all' esasperazione. Un'ultima teoria quella dellaAnteprima
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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
M-GGR/01 Geografia
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