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Il materiale dialettale rumeno e l'unità della lingua rumena

Il materiale dialettale rumeno, per sottodialetti, dimostra l'unità della lingua rumena nella sua estensione spaziale, in un territorio di continuum romanicum, sia la conservazione di alcuni fatti dal latino al livello fonetico, morfologico, sintattico, lessicale nonché manifestazione del dialetto autonomo tendenze nella stessa direzione.

I dialetti sub-danubiani, prima di questo lavoro, non avevano avuto un'attenzione così completa.

Lezione 14

Mercoledì 1/06/2022ff fi ff

Oggi Francesco Costantin e Marilena Tota ci presenteranno la 'seconda stagione' degli atlanti linguistici romeni, cioè quella parte relativa agli atlanti linguistici regionali. Uno dei punti di forza della geolinguistica romena è infatti quello di essere una delle poche nazioni ad aver messo in campo un progetto di esplorazione capillare della situazione linguistica nazionale a livello regionale. Questi atlanti regionali sono inclusi tutti all'interno di un

progetto che garantisce l'asistematicità della raccolta e che permette di comparare i dati fra i vari atlanti. La stessa cosa avviene in Francia, mentre gli altri stati non possono contare di progetti di questo tipo, dovendo quindi contare solo su progetti singoli che non collaborano fra loro.

La presentazione è fondata su un analisi motivazionale sulla sintesi dell'ALRR, cioè "l'Atlasul lingvistic roman pe regiuni". La geografia linguistica è il metodo utilizzato per interpretare il materiale linguistico su mappe dialettali (lessicali). Gli atlanti linguistici rappresentano la base della ricerca sulla geografia linguistica e la possibilità di confrontare fatti linguistici in un vasto spazio dà risultati preziosi. Il primo atlante linguistico rumeno è opera del ricercatore tedesco in Romancelingue Gustav Weigand (1860 - 1930), uno dei fondatori della scienza scientifica rumena dialettologia. A partire dal 1895 Weigand indaga

Il territorio rumeno con un questionario di 114 domande applicate in 752 località. Il risultato di queste indagini è il Linguistischer Atlas des dacorumänischen Sprachgebietes (WLAD - Lipsia, 1909) composto da 67 mappe con lo scopo di presentare una panoramica delle varietà regionali daco-rumene del nord del Danubio.

L'Atlasul Lingvistic Roman (ALR) è il secondo atlante linguistico rumeno ed è stato compilato dalla scuola linguistica di Cluj. Per l'atlante sono stati usati due questionari con un totale di 7000 domande, di cui una con concetti generali noti a tutti i relatori, e l'altro con terminologia specialistica (agricoltura, allevamento animale, usi e costumi, ecc.). La ricerca di rete inclusa rappresenta località per il daco-rumeno, Aromeno, Megleno, dialetti rumeni e istro-rumeno. Le indagini sul campo sono state condotte da Sever Pop per ALR I ed Emil Petrovici per ALR II. Il metodo delle mappe linguistiche motivazionali è

La direzione moderna nel ricerca di geografia linguistica inizia con la comparsa dell'Atlante Linguarum Europa (ALE) e l'Atlante linguistico romano (ALiR). La sintesi dell'ALRR comprende 1203 località, di cui 998 dagli atlanti regionali e 205 dall'atlante linguistico moldavo. La sintesi dell'ALRR si basa su otto atlanti linguistici regionali rumeni: NALR Banat, NALR Crisana, ALRR Maramures, ALRR Transilvania, NALR Moldova e Bucovina, ALRR Muntenia e Dobrogea, NALR Oltenia, ALM. Un'innovazione degli atlanti linguistici regionali sono le mappe sintetiche interpretative (con simboli) e la pubblicazione di materiale non cartografico. Evidenziano la struttura dialettale di Daco-rumeno e l'evoluzione delle varietà regionali. L'elaborazione di un atlante regionale interpretativo rappresenta un innovativo metodo scientifico di analisi, sin dall'analisi delle unità lessicali che dona una prospettiva onomasiologica e semasiologiche.

così come un punto di vista motivato. La semasiologia e l'onomasiologia sono branche della linguistica che si occupano dello studio dei significati. La parola è il punto di partenza in semasiologia per stabilire il significato vs il concetto associato alle forme lessicali, in onomasiologia.

Gli studi linguistici motivazionali mirano a trasgredire queste due componenti e a far luce sul motivo/motivazione per la scelta di un termine comune da designare una realtà o un oggetto.

Negli 'aspetti teorici della motivazione' Mario Amici distingue tra motivazione iconica e onomatopea o motivazione fonosimbolica.

Esistono due sottotipi di motivazioni iconiche:

  • motivazione associativa: si riferisce alla relazione di equivalenza che è stabilita tra due entità, attraverso un processo chiamato metafora concettuale
  • motivazione concettuale: per nominare un referente, uno dei termini che forma la sua definizione concettuale deve essere scelta

Dalbera,

nel corpo maschile che in quello femminile, ma è più prominente negli uomini. Il termine "pomo d'Adamo" deriva dalla tradizione biblica secondo cui Adamo, il primo uomo creato da Dio, avrebbe avuto una protuberanza nella gola a causa del peccato originale. Questo termine è quindi utilizzato per riferirsi a questa caratteristica anatomica.negli uomini che nelle donne, con maggiore visibilità negli uomini. Le fonti mediche spiegano questa evidenza: con la pubertà, la secrezione di testosterone produce vari cambiamenti nel corpo, incluso il rafforzamento del sistema osseo e lo sviluppo di questo cartilagine, che ha l'effetto di ispessire il timbro vocale, una caratteristica distintiva per gli uomini. Entrambi nel linguaggio medico e in quello culturale, la frase è il 'pomo d'Adamo' è usata per denotare la cartilagine prominente del collo. La scienza e le credenze popolari interferiscono a livello lessicale: sebbene il pomo di Adamo abbia un nome scientifico consolidato (cartilagine tiroidea), i parlanti preferiscono usare il nome popolare e non quello scientifico. L'origine di questa frase è controversa. Nei primi testi religiosi, l'ebraico 'tappûah' appare con il significato di melo o mela. Più tardi compare il termine 'melon', e nella

Vulgata il latino ‘malum’. Nell'Antico Testamento, il capitolo 3 della Genesi parla di un frutto (e di un albero che porta questo frutto generico) che è divenuto simbolo della conoscenza del bene e del male da cui ad Adamo ed Eva fu comandato di non mangiare. La prima traduzione completa dell'Antico Testamento in rumeno è stata fatta da Nicolae Milescu tra il 1661 e il 1668, avendo come fonte principale il testo greco dalla Settanta, traduzione in cui segnaliamo la presenza dei termini roada (frutta) e már (mela). Nello spazio culturale rumeno rimanda al momento in cui Adamo fu tentato da Eva a mangiare la mela, ponendo poi la sua mano su quel punto del suo corpo una volta che l’aveva ingoiata, dopo aver ricordato il comandamento di Dio di non mangiarla.

fi fi fi fi ff fi ff ff fi fi

Ci sono quindi più categorie a cui questo termine può essere riferito. La prima riguarda il termine che le persone conoscono, che può derivare dalle

referenzebibliche o dalle referenze mitologiche. Un altro campo è la Flora, come dai frutti,dalle verdure o anche dalla fauna come uccelli e lucertole. In ne ci sono anchetermini che derivano da una relazione metonimia/sinodo che, e a corsa termini chederivano da funzioni siologiche, come l'emissione di suoni.Le forme lessicali che i ricercatori hanno registrato durante le indagini sul camposono la prova vivente dell'espressività e della creatività a livello dialettale. Che siauna semantica basato sulla realtà circostante per generare nuovi lessemi, dialetti ele varietà regionali della lingua rumena hanno generato innovazioni linguistichecreative, da cui derivano la maggior parte dei termini che costituiscono le areemotivazionali della nostra materia.È evidente anche il latino, ed è evidente la predominanza di aree motivazionaliereditarie. Anche le etimologie delle lingue slave, albanese e tedesco appaiono informato

più piccolo numeri. Per quanto riguarda la natura dei termini selezionati dagli informatori, c'è una tendenza all'uso il fenomeno dell'analogia, in cui un oggetto è nominato da un altro oggetto, sia nelle immediate vicinanze o con caratteristiche o funzioni simili.

Passiamo ora all’analisi dell’ALI, con la carta ‘cervello’. Partendo dalla legenda notiamo che è simile a quella dell’AIS, con anche la segnalazione di una eventuale voce complementare, cioè che le risposte relative a questa forma aggiuntiva non sono cartografate ma sono presentate sotto forma di elenco, e in questo caso abbiamo la forma ‘cervella’. In più troviamo anche il riferimento alle carte di altri atlanti in cui si esaurisce lo stesso concetto, in questo caso all’AIS, all’ALEIC, all’ALF, all’ALC (atlante linguistico della Corsica) e l’ALR.

In più vediamo sotto quale è la domanda, in

questo caso indiretta, relativa ai materiali di raccolta di cui è indicato il numero della pagina. Quel che notiamo di questa carta è che è rappresentata solo una parte della cartina dell'Italia, ma la motivazione è dovuta al fatto che per ogni termine abbiamo una carta nord e una carta sud, perché tutto su una carta non ci stava. Ogni concetto è quindi distribuito su due fogli, questo anche perché abbiamo quasi 1000 punti di inchiesta.

Laddove, per ragioni di leggibilità e di spazio della carta, non è stata possibile inserire la risposta per intero, troviamo delle frecce che ci indicano (es. Punto 524) che il termine catalogato è stato riportato su un elenco a lato della pagina. L'altro segno che troviamo in basso, questa 't' rovesciata, ci indica che questa parola ha una nota (es. Punto 229) e queste le troviamo in basso nella carta.

Vediamo la risposta al tipo più di uso in Piemonte, partendo

dal p

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
92 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Matty_Car33 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia linguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cugno Federica.