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MULIEREM MULIEREM

è l’area più conservativa rispetto alla situazione latina, nella quale era usato per dire ‘moglie’.

MULIEREM

Il tipo nevasta si impone soprattutto nell’area meridionale del paese.

Essendo questa una carta dell’ALR II troviamo anche i punti delle parlate alloglotte che presentano forme

ovviamente del tutto diverse. 50

Geografia linguistica Professoressa Federica Cugno Appunti di Alessandro Vercelli

Gli atlanti regionali

Ci occuperemo degli atlanti linguistici che hanno a che fare con le parlate linguistiche del territorio italiano.

Gli atlanti regionali sono anche definiti di seconda generazione perché in genere seguono cronologicamente

l’elaborazione e la produzione degli atlanti nazionali.

Con l’atlante regionale si va ad indagare settori più specifici del territorio nazionale indagato dagli atlanti

nazionali. Di solito nella produzione degli atlanti regionali si ha ben presente l’opera nazionale di riferimento.

Gli atlanti regionali da punto di vista metodologico seguono alcuni principi comuni che li differenziano dagli

atlanti nazionali. Dovendo limitarsi ad un territorio più circoscritto, generalmente negli atlanti regionali tro-

viamo un questionario più specifico. Altra caratteristica è quella di poter solitamente progettare una rete di

punti più fitta e più densa siccome il territorio è più piccolo. Si inizia generalmente con l’andare a vedere quali

sono le località esplorate negli atlanti nazionali, elaborare una rete più fitta e considerare se includere o meno

i punti indagati nell’atlante nazionale per fare confronti e vedere cosa è cambiato nel corso del tempo.

Solitamente anche negli atlanti regionali abbiamo a che fare con una selezione dei punti di inchiesta. Tra gli

atlanti regionali italiani, solo quello della Basilicata ha incluso tutti i comuni della regione (131). La selezione

dei punti comunque è più ragionata grazie all’esperienza precedente sul campo degli atlanti nazionali.

Per questi atlanti si sente ancora di più la necessità di avere raccoglitori o del luogo d’inchiesta o comunque

conoscitori della parlata che vanno ad indagare. Ciò perché solitamente il questionario è più specifico e quindi

questi sono requisiti fondamentali per poter interagire in modo più efficace con gli informatori.

Abbiamo inoltre la scelta programmatica di intervistare più informatori per ciascuna località. Questa scelta è

dettata dalla volontà sistematica di indagare gli aspetti della variazione linguistica legata a fattori come età,

sesso, grado di scolarizzazione o professione degli informatori.

Tra questi atlanti, alcuni sono più orientati alla salvaguardia di un repertorio linguistico minacciato dalla lingua

standard (atlanti di scavo); altri invece all’indagine delle variabili sociolinguistiche (atlanti di repertorio). In

base a questi diversi orientamenti la scelta degli informatori sarà ben diversa.

In Francia e Romania abbiamo degli atlanti regionali progettati a livello nazionale, finalizzati al censimento

comune di tutte le regioni della nazione. Questa raccolta comune attraverso cantieri diversi doveva permettere

la comparabilità dei dati. Si ha in questo caso un nucleo comune di voci per ciascuna regione.

In Francia viene portato avanti per la prima volta (nel 1942) un progetto di questo tipo, progettato da Albert

Dauzat. La sigla di questo atlante è NALF. Il territorio nazionale è diviso in 13 porzioni di territorio. Succes-

sivamente il piano venne rielaborato e portò all’elaborazione di 25 atlanti regionali. In gran parte di queste

aree questo lavoro è concluso. I dati sono abbastanza confrontabili tra loro. In realtà il questionario di Dauzat

fu subito criticato perché ritenuto troppo generico e non rispecchiante le diverse aree della Francia. Per questo

fu rielaborato in altri progetti.

La Romania dopo l’elaborazione dell’ALR nel 1954 progettò, con Petru Neiescu un cantiere di tipo regionale

(NALR). Il territorio fu diviso in 7 atlanti per le varietà dacoromene, più uno per i dialetti sub-danubiani. Sulla

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Geografia linguistica Professoressa Federica Cugno Appunti di Alessandro Vercelli

base di questi dati raccolti a livello regionale è poi già stato pubblicato un nuovo atlante nazionale con carte

già interpretative di tipo analitico-sintetico. I dati per questo atlante analitico sintetico nazionale sono presi

dagli atlanti regionali.

In Spagna non abbiamo un progetto unitario per gli atlanti regionali. I vari atlanti regionali però sono elaborati

tutti dallo stesso studioso, Manuel Alvar. Questi atlanti quindi presentano dati comparabili. Questi sono atlanti

nei quali è molto presente l’aspetto etnografico.

Vediamo ora la situazione dell’Italia. In Italia non è mai stato messo in cantiere un progetto unico di atlanti

regionali del territorio. Abbiamo tanti progetti ma molto diversi tra loro per metodologia. Essi presentano

interessanti forme di sperimentazione di raccolta e presentazione dei dati linguistici ma che presentano dati

difficilmente comparabili. Viene meno la possibilità di raffronto dei dati come in Francia o Romania.

Le due principali linee di indirizzo nate in ambito italiano sono quella degli atlanti di scavo, finalizzati alla

raccolta delle forme più genuine del dialetto, il loro metodo di inchiesta si avvicina molto a quello degli atlanti

nazionali; tra questi atlanti abbiamo quello del Friuli, della Basilicata e del Ladino dolomitico, e atlanti di

repertorio, atti a rilevare gli elementi di innovazione e a indagare le varietà di repertorio e l’italiano regionali;

in questa direzione vanno l’atlante toscano e siciliano, per la variante sociovariazionale.

Saggio di un Atlante Linguistico della Sardegna (B. Terracini, T. Franceschi, 1964)

Prova di atlante linguistico regionale. Esso parte dai dati raccolti da Pellis in Sardegna nel contesto della rac-

colta per l’ALI. Non abbiamo quindi un questionario appositamente elaborato per un atlante regionale. È una

prova di cartografazione dei dati linguistici a livello regionale. È un primo tentativo di istituire una cartografia

dei dati linguistici. È quindi una prova in vista dell’opera dell’ALI. Ci si basava su una piccola area per vedere

quali fossero i problemi editoriali. L’inchiesta svolta da Pellis in Sardegna si avvicinava molto alla metodologia

che è richiesta per l’elaborazione di un atlante regionale. Si trattava di materiale omogeneo perché raccolto da

un unico raccoglitore. Inoltre la densità dei punti era molto alta (106 in Sardegna nell’ALI). La rete dei punti

si avvicinava quindi a quella richiesta per un atlante regionale

La stessa operazione è stata fatta per l’Atlante linguistico del Piemonte.

Terracini all’epoca era direttore dell’ALI. Sotto la sua direzione si erano completate le ricerche.

Franceschi era uno dei raccoglitori dell’ALI (egli svolse la maggior parte delle inchieste, dopo Pellis).

Venne presa in considerazione la Sardegna anche perché era una regione molto interessante da indagare per la

peculiarità linguistica del territorio (arcaismi, apporti alloglotti, innovazioni locali). In Sardegna abbiamo una

buona conservazione delle forme latine. Abbiamo apporti alloglotti genovesi e pisani. Interessante era anche

la peculiarità locale del sardo: a fronte di tratti conservativi o dettati da varietà esterne, il sardo mostra una

grande creatività nella creazione di forme innovative che circolano solo all’interno dell’isola.

Pellis aveva svolto l’inchiesta in Sardegna con una notevole accuratezza. Pellis, friulano, non conosceva il

sardo ma impara il sardo campidanese per svolgere le inchieste. Pellis fa inchieste preliminari a Trieste con

militari lì stanziati appartenenti alla brigata Sassari. Pellis cerca di procurarsi gli elementi linguistici necessari

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Geografia linguistica Professoressa Federica Cugno Appunti di Alessandro Vercelli

per poter interagire con i suoi interlocutori. La rete dei punti così densa in Sardegna è dovuta al fatto che Pellis

aumenta il numero dei punti in Sardegna in corso d’opera laddove c’erano varietà interessanti da indagare.

Tutte queste ragioni fanno sì che venga scelta la Sardegna come test preliminare alla pubblicazione dell’ALI.

Il volume pubblicato da Terracini e Franceschi prende in considerazione poche voci, abbiamo in totale 59

carte, delle quali molte sono doppie.

Terracini e Franceschi partono da uno spoglio preventivo dell’AIS e dell’ALI per quanto riguarda la Sardegna.

Grazie a questo spoglio vengono individuate le voci più interessanti. Si scelgono carte che rappresentano am-

biti diversi della cultura popolare, abbiamo voci che si riferiscono a flora e fauna, alla pastorizia, al vestiario,

ad alcuni strumenti e oggetti (culla, ad esempio). Non abbiamo un ambito semantico preciso ma voci apparte-

nenti a sfere semantiche differenti.

L’opera è pubblicata in due volumi, uno di carte e uno di commento alle carte. Al termine dell’opera viene

delineato chiaramente il profilo linguistico della regione come emerge dall’analisi dei dati delle carte.

Interessante è la scelta di pubblicare carte doppie. Nell’ALI ce ne sono alcune di questo tipo, di interesse

morfologico (già anche l’AIS ne aveva). Nell’atlante della Sardegna le carte doppie sono invece funzionali a

tenere insieme voci anche semanticamente molto distanti ma strettamente imparentate dal punto di vista ono-

mastico. Il confronto tra voci con significati diversi permette di risolvere problemi di carattere linguistico, sono

funzionali alla spiegazione della nascita e dell’uso di questi termini.

Un’associazione molto singolare è per esempio quello di ‘ragazza vent’enne’ e di ‘pecora giovane che non ha

ancora figliato’. Questo accoppiamento riesce a dar conto di come nella realtà sarda vengano trasferiti termini

del mondo animale per l’ambito umano. Si sottolinea così la specificità culturale del luogo.

Abbiamo poi l’associazione di vaiolo e varicella, dove i termini lessicali vengono a coincidere.

Queste carte doppie, quindi, non sono di tipo morfologico ma sono di tipo lessicale. martedì 1 giugno 2021

Questo saggio di Atlante linguistico della Sardegna serve a Benvenuto Terracini per definire un profilo di

massima della situazione linguistica dell’isola. A Terracini interessava mettere in luce anche gli aspetti più

innovativi del sardo, non solo quelli conservativi. Era interessante capire le motivazioni che stavano alla base

delle innovazioni linguistiche. Il saggio finale che conclude il commento di ciascuna delle carte (ogni carta è

accompagnata da un commento ling

Dettagli
A.A. 2020-2021
81 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alessandro_Vercelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia linguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cugno Federica.