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Le nuove forme di atlanti linguistici
Un’altra novità è rappresentata dagli atlanti chiamati SONORI, cioè atlanti che non presentano solo il dato linguistico in lingua IPA, ma hanno anche al loro interno la registrazione del dato linguistico che è quindi anche ascoltabile. Negli atlanti AUDIOVISIVI abbiamo tutta la videoregistrazione della porzione di inchiesta. L’ultimo punto consiste nell’applicazione di una nuova etica della ricerca nalizzata alla restituzione del sapere. Cioè ci si è resi conto che non basta recarsi nei singoli luoghi di interesse senza restituire questo sapere ai parlanti coinvolti nell’inchiesta, parlanti che sono i depositari privilegiati dei dati e della documentazione che servono ad uno studioso. Si è anche quindi arrivato ad una forma di restituzione dei dati agli intervistatori, e queste forme di restituzione consistono nella formazione di atlanti linguistici ‘sempli cati’ cioè che presentino i dati in unavestepiù semplice, oltre la trascrizione fonetica che è lo scoglio principale per la consultazione di opere da parte di un pubblico di non specialisti. Questa volontà direstituire qualcosa al territorio si è tradotta nell’elaborazione dei PICCOLI ATLANTILINGUISTICI, a partire dalla prima serie di piccoli atlanti elaborata in Romania in parallelo all’Atlante classico. Sono piccoli atlanti che contengono solitamente delle carte puntuali o analitiche oppure carte sintetiche, già rielaborate, che contengono simboli o colori o indicano le aree contraddistinte dal fenomeno linguistico. Questi atlanti spesso presentano anche un commento linguistico ai dati presentati.
Questo tipo di atlanti è nato in Romania, ma poi si è sviluppato in altre aree, come in catalogna per esempio.
Gli esempi che vediamo noi sono:
- Atlante linguistico del ladino dolomitico e dei dialetti limitro
- Atlas linguistique audiovisuel du Valis romand ALAVAL
Atlasul linguistic audiovizual al Bucovinei, în zona română
Ai piccoli atlanti linguistici di cui parlavamo, in particolare l'antesignano che è quello della Romania, seguono poi: il 'piccolo atlante linguistico della Vallonia', quello catalano di cui abbiamo detto e in ultimo il 'piccolo atlante linguistico del Piemonte' del 2018.
Passiamo ora all'analisi degli atlanti linguistici SICENTIFICI, partendo da quelli pre-scientifici. Vengono definiti scientifici perché hanno come area di studio un'interazione. I primi che vediamo sono appunto quelli pre-scientifici, chiamati così perché utilizzano dei metodi di raccolta dei dati non completamente affidabili dal punto di vista scientifico. Il primo atlante linguistico che raccoglierà e presenterà dati scientificamente affidabili è l'atlante linguistico francese di Gillieron. Il primo è l'atlante linguistico di lingua tedesca elaborato nel 1881 da
Georg Wenker, nato all'interno della scuola dei neo-grammatici. Il secondo atlante pre-scientifico è quello pubblicato nel 1909 da Gustav Weigand chiamato "linguistischer atlas des dacorumanischen sprachgebietes", che ha come territorio di riferimento la Romania.
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Vediamoli nel dettaglio partendo da quello di Wenker. Questo atlante ha la caratteristica di partire da un questionario prettamente fonetico, quindi con l'obiettivo di avere un inventario di suoni e non un lessico tedesco. In particolare Wenker si sofferma sui suoni che presentavano il fenomeno della seconda rotazione consonantica del tedesco. Questo fenomeno era importante perché divideva i dialetti alto-tedeschi del sud e quelli basso-tedeschi del nord della Germania. Questo fenomeno fonetico consiste nel passaggio dei suoni occlusivi, soprattutto le sorde 'k', 'p', 't', 'pp', a suoni fricativi. Il suo intento era quello di tracciare,
sacrificava la precisione e l'accuratezza dei risultati. Nonostante ciò, l'atlante di Spruner ebbe comunque un grande impatto e contribuì alla comprensione della distribuzione geografica delle religioni in Germania.Un'indagine di questo tipo presenta grosse criticità per quanto riguarda l'affidabilità dei dati contenuti, proprio per via dell'instabilità della loro trascrizione fonetica. Certo Wenker aveva dato una direttiva sul come trascrivere le risposte, ma il tutto era lasciato all'interpretazione dei singoli intervistati. Un'altra criticità fu data dal questionario stesso, che si limitava ad analizzare solamente l'ambito fonetico, senza tener conto del lessico e della morfosintassi, con le informazioni linguistiche che sono restituite a noi in maniera molto limitata. Inoltre, si scelsero solo 40 frasi perché in ogni lingua si utilizza un inventario fonematico molto limitato, e quindi queste 40 frasi furono scelte per questione di praticità, e questo spiega perché in generale i questionari fonetici sono molto brevi e corti. Un'altra criticità che vediamo dalla carta è che non abbiamo delle carte
linguistiche propriamente dette, quindi non abbiamo la presentazione delle risposte rappresentate per ogni punto di inchiesta, ma ci sono carte di tipo sintetico, con aree contraddistinte dai vari fenomeni.
Il dato più interessante è però che questa regolarità che era sottesa da Wenker, viene assolutamente smentita. Soprattutto nella zona del Reno, quella del Ventaglio Renano, ci mostra come gli esiti in quest'area siano complessi e diversi, impedendoci di stabilire un confine netto tra varietà con e senza rotazione consonantica. L'idea che lo stesso fenomeno, cioè la stessa regola fonetica, agisca ugualmente per tutti i suoni e tutte le parole che contengono quel determinato suono, viene smentita proprio dai dati trovati da Wenker, e questo gli impedisce di tracciare un confine netto tra le due parlate, questo perché gli esiti sono molto vari e variano da parola a parola.
Passiamo ora all'Atlante successivo, che è
l'atlante linguistico elaborato da Weigand e relativo al territorio Balcano-rumeno. Weigand ha anche lui lavorato presso l'università di Lipsia, e la criticità principale del suo atlante è che si tratta ancora di un questionario prettamente fonetico, quindi molto limitato, con una lista di 114 parole che non esaurisce neanche tutti i contesti fonetici in cui i foni del rumeno possono comparire. La novità è però che sarà lo stesso Weigand a fare un'inchiesta diretta sul campo, conducendo un'inchiesta diretta. Questo tipo di metodologia d'inchiesta fu sperimentata prima da Gillieron in previsione dell'Atlante linguistico francese, quindi non ebbe il primato della raccolta di dati abili mediante raccolta diretta. L'inchiesta di Weigand viene condotta in circa 700 località tra il 1895 e il 1905, con un solo informatore per ogni località. Il risultato di questa.Inchiesta è la pubblicazione di carte parziali, nel senso che avendo tanti punti di inchiesta lui divide il territorio romeno in 6 sezioni, di modo che ogni parola cartografica fosse distribuita su queste 6 sezioni, che messe insieme ci restituiscono il territorio intero. Qua possiamo notare come i dati linguistici siano rappresentati non in maniera completa, ma bensì utilizzando un sistema di simboli particolari, che altro non è che il sistema di quadratini e triangoli colorati.
Lezione 7
Martedì 17/05/2022
Ieri avevamo iniziato a parlare del primo atlante linguistico romeno. Abbiamo visto il primo perché in Romania abbiamo una lunga tradizione di atlanti linguistici ma parliamo ancora di atlanti pre-scientifici perché le criticità che avevamo visto erano due: innanzitutto era un atlante prettamente fonetico con un questionario di sole 115 parole, poi in secondo luogo la rappresentazione dei dati avviene mediante dei triangolini, quindi non in forma completa.
Inoltre il territorio, ricordiamo, fu diviso in 6 parti, e questa divisione la si vede anche nelle carte che escono una per ogni area in cui è stata suddivisa. Con questo sistema Weigand riesce a fare economia sulle carte, e per ogni punto d'inchiesta troviamo rappresentato sotto forma di quadrati i risultati fonetici riscontrati in 4 parole diverse. La legenda per poter interpretare è disegnata ai margini delle carte, e con questo sistema Weigand riesce ad elaborare 48 carte totali. Sulla base di questa prima esplorazione linguistica sul territorio romeno, Weigand riesce a proporre una prima analisi in cui riesce a tracciare delle isoglosse, con cui suddivide grossomodo le tre aree dialettali della Romania in Moldavia, Valacchia e Banato. Le criticità, come dicevamo prima, di queste carte pre-scienti che è data dal fatto che Weigand come ventaglio di informatori intervistati ha preso informatori di un elevato gruppo di età, da intervistatori 15enni no ad 80enni.e questo non rispecchia una fotografia sincronica dei dati raccolti, ma anche Weigand non ha intervistato sempre i suoi interlocutori nel loro luogo di appartenenza ma bensì in luoghi come ere o feste. Questa critica viene mossa perché uno dei punti più importanti dell'intervista è l'avere come interlocutori delle persone di età simile e che abitassero nelle zone di intervista. Inoltre una nuova critica fu mossa a Weigand perché il suo percorso non fu zigzagante ma molto lineare. Questo atlante resta comunque importante perché tenta per la prima volta di dare una caratterizzazione di tipo linguistico ai dialetti romeni. Passiamo ora al padre della geografia linguistica, cioè quello studioso a cui si deve l'elaborazione del primo atlante fatto seguendo criteri scientifici, ovvero Jules Gillieron, uno studioso svizzero originario del cantone di Berna, a cui si deve anche la sperimentazione in prima persona del METODO.ll'inchiesta diretta. Quello che è interessante è che Gillieron de