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FATTORI EDAFICI: GAS DISCIOLTI (OSSIGENO)
Quindi la concentrazione di ossigeno in fondo al Mediterraneo data dalla circolazione profonda, ma non è sempre stato così. Attraverso carote sul fondo del Mediterraneo si vedono dei livelli scuri, notevoli variazioni di colore, che testimoniano l'assenza di ossigeno al fondo. Ci sono 4 sezioni che rappresentano una successione che è stata tagliata in sezioni di 1 metro e mezzo. Ma si vede la collocazione delle 4 in profondità. I livelli scuri sono stati definiti SAPROPEL, caratterizzati da un elevato contenuto di carbonio organico e solfuri. La definizione dice che sono livelli con contenuto in carbonio organico maggiore del 2%. Anche se alcuni ne hanno meno o più. La laminazione testimonia che non c'era vita bentonica e quindi ci indica che non c'era ossigeno al fondo. Questi livelli si ripetono, l'ultimo più recente fra 6000 e 9 000 anni. Generalmente i sapropel si formano in fasi di
riscaldamento climatico. Da un punto di vista micropaleontologico e geochimico sono stati fatti degli studi sui sapropel per spiegare le condizioni paleoceanografiche che hanno dato la loro formazione. Si vede una foto del sapropel più recente, ed è seguito da un intervallo di colore rossastro con delle bande e poi da un livello nerastro sempre a bande. I microfossili indicano che in questo intervallo c'è stato un aumento della produttività primaria ed è testimoniato da numerose specie, in particolare qui guardiamo pteropodi, organismi planctonici che fanno parte dello zooplancton, si nutrono di fitoplancton. Testimoniamo l'aumento della produttività e sono molto abbondanti all'interno del sapropel. Questo sapropel si trova sotto circa 25-30 cm di profondità nel Mediterraneo orientale. Da un punto di vista dell'età sono stati fatti degli studi su C14 che ha permesso di datare il sapropel in diverse carote nel.Mediterraneo orientale. Durata della deposizione del sapropel in diverse aree e in funzione della profondità: I codici nella slide indicano le carote, che sono posizionate in base alla profondità. Si vedono le datazioni in radiocarbonio, che ci indicano la base e il tetto del livello del sapropel. I vari colori indicano che in queste carote sono state datate cose diverse. Il blu indica i valori di delta 18 che rappresentano un segnale climatico. Quindi a destra si vede la base del sapropel che indica il riscaldamento e quello a sinistra indica la fine di questo riscaldamento (da 10 500 a 5 000 circa). Invece il verde indica il limite del bario. Il bario viene usato perché è un elemento che indica l'aumento di produttività del bacino, ovvero è un elemento geochimico che generalmente viene associato al carbonio organico. Se utilizziamo il punto in cui aumenta il bario allora questa è la base del sapropel e a sinistra il suo tetto. Quindi
Abbiamo avuto intorno a 10 000 anni fa l'inizio di un riscaldamento climatico e circa 9 800 anni fa abbiamo avuto l'inizio della deposizione di un livello di materia organica, che è terminato intorno ai 6 000 anni e attorno a 5 000 anni fa c'è stato un declino della fase calda con un leggero raffreddamento.
Materia organica e bario nel sapropel: nell'immagine a sinistra è rappresentata una curva di variazione del carbonio organico in nero e di bario in verde. Infatti per fare un collegamento con la slide dei pteropodi, nel primo livello nero si vede il picco di carbonio organico, ma sopra non c'è, c'è un crollo del carbonio organico, ma sopra c'è il bario che rimane alto. Questo continuo aumento non è registrato nel carbonio organico, che invece diminuisce, perché quando è tornato l'ossigeno è tornato nel bacino è andato ad ossidare la materia organica ed è.
Penetrato all'interno del sedimento, creando dei fronti di ossidazione, che hanno consumato il carbonio organico e il bario è rimasto lì perché non viene degradato. Quindi il bario può essere preso come indicatore della presenza di carbonio organico. È stato studiato anche il ferro e manganese, che sono fortemente sensibili alle condizioni di ossidoriduzione dell'ambiente. Ferro e manganese possono essere presenti con uno stato di ossidazione di 2 e 3+. Quando vengono ossidati precipitano come ossidi, infatti se andiamo ad osservare la concentrazione di manganese al di sopra del sapropel vediamo dei picchi di concentrazione del manganese che rappresentano il momento in cui l'ossigeno è andato a ossidare la materia organica, ossidando anche ferro e manganese. Infatti sempre nel collegamento con l'altra immagine, sopra lo strato nero ci sono anche ossidi di ferro, e sopra ancora ossidi di manganese. Fondo del Mediterraneo
orientale interessato da probabile anossia durante la deposizione del sapropel: l'estensione del Mediterraneo che è stata interessata da queste condizioni anossiche si vede nella zona al di sotto di 1000 metri. Nei bacini marginali c'erano condizioni subossiche, cioè non totalmente anossiche, con elevato contenuto di materia organica, con anche presenza di organismi sul fondo. Le cause delle formazione del sapropel è ancora dibattuta, ma comunque di base non c'è stata più circolazione profonda e il bacino in breve tempo è diventato anossico. Un'altra concausa è l'aumento della produttività: ci sono testimonianze dei microfossili che testimoniano che durante questo intervallo c'è stato un aumento della produttività in superficie, facendo aumentare anche il consumo di ossigeno in profondità. E queste due cose hanno contribuito a formare un fondale anossico. Questa situazione siè ripetuta ciclicamente con la formazione di sapropel. Fondi marini ossigenati e privi di ossigeno: abbiamo visto che possono venirsi a creare questi ambienti anossici essenzialmente o all'interno di bacini isolati, bacini che ricevono un forte apporto di materia organica, per esempio la materia organica può arrivare anche da terra arrivando con i detriti dei fiumi. Se non esiste una circolazione profonda che va a rimpiazzare le masse d'acqua portando nuovo ossigeno il bacino diventa anossico. Un altro esempio è legato alla presenza di una soglia, che impedisce uno scambio, oppure un fondo con una topografia irregolare, che per variazione della densità delle acque può creare un ambiente anossico. Organismi, ambienti e ossigeno: essenzialmente per misurare un ambiente anossico possiamo utilizzare la misura indiretta del potenziale di riduzione. Il potenziale di riduzione o potenziale redox applicato a un ambiente indica la tendenza di quel mezzo di.acquisire elettroni. La superficie Eh=0 indica la soglia, sopra zona ossidante, sotto riducente dove non c'è ossigeno libero presente. Si può misurare questa superficie Eh=0 nei diversi ambienti. Sulla sinistra abbiamo una situazione in cui la superficie si trova all'interno della colonna d'acqua, come il Mar Nero. Parliamo di un ambiente riducente o eusinico, dove le acque sono stratificate per densità e questa stratificazione impedisce il rimescolamento al fondo. Nell'esempio B abbiamo Eh=0 all'interfaccia acqua e sedimento: è una situazione che si può verificare in ambienti molto produttivi, dove c'è formazione di acque profonde. La colonna d'acqua rimane ossigenata, ma appena si supera la superficie del fondo le condizioni sono riducenti. Qui si può trovare vita al fondo di organismi che vivono sul substrato. Nel terzo caso abbiamo una colonna d'acqua completamente ossigenata e Eh=0 si trova
In profondità all'interno del sedimento. È un tipico esempio di acque profonde ricche in ossigeno, ma generalmente una produttività scarsa. Quindi poco ossigeno che viene consumato all'interno del sedimento. Quindi avremo una parte superficiale del sedimento con ossigeno all'interno delle acque interstiziali del sedimento.
Variazioni nell'abbondanza di specie del genere Bolivina in funzione dell'ossigeno disciolto nell'acqua: ci sono organismi adattati a vivere anche in scarse condizioni di ossigeno, ma non totale assenza di ossigeno. In particolare all'interno del gruppo di foraminiferi bentonici c'è un genere che si chiama Bolivina, costituito da specie in grado di vivere sotto diverse concentrazioni di ossigeno. La specie Bolivina Vaughani è abituata a vivere in condizioni di ossigeno elevate (4-6 è la concentrazione media che si ha in superficie, quindi alte). Pacifica vive in condizioni medio-elevate.
Bolivina Argentea, Bolivina Spissa sono abituate a vivere in condizioni di bassa concentrazione di ossigeno, fino a 1 ml/L. Quindi queste specie sono dei buoni indicatori di presenza di ossigeno al fondo, sia nel presente sia nel passato per fare ricostruzioni paleooceanografiche. Variazioni dell'ossigeno durante le stagioni in un fiordo danese: esempio di una situazione dove la variazione di ossigeno è fortemente stagionale. Abbiamo visto le zone di upwelling, il Mar Nero a circolazione ristretta, il Mediterraneo nel passato e questo è un altro caso di un ambiente periodicamente anossico. I fiordi sono delle zone a circolazione ristretta, sono ciò che rimane come testimonianza dell'escavazione ad opera dei ghiacciai, caratterizzate dalla presenza di acque fredde. Quindi i fiordi si trovano in condizione di scarsità di ossigeno solo durante i mesi estivi. Infatti il grafico mostra osservazioni fatte in due anni di due parametri, cioè lavariazione di temperatura e la concentrazione di ossigeno all'interno della colonna d'acqua e nei sedimenti. Il grafico sotto è riferito alla colonna d'acqua. Qui vediamo in due anni di osservazioni i mesi, la variazione di temperatura, l'utilizzo di ossigeno da parte degli organismi. L'utilizzo di ossigeno è maggiore nei mesi estivi, perché i tassi metabolici sono funzione della temperatura. Passiamo al grafico sopra che mostra la concentrazione dell'ossigeno all'interno dell'acqua. Vediamo valori più elevati d'inverno, più bassi d'estate. Questo è conseguenza della solubilità, cioè durante l'estate l'acqua è più calda quindi la solubilità diminuisce e poi dal fatto che c'è aumento di consumo d'ossigeno da parte degli organismi. Tornando al grafico sotto vediamo che ci sono fenomeni di riduzione dei solfati, che è un.Il processo che viene mediato microbiologicamente, che permette di utilizzare l'ossigeno all'interno del solfato per degradare la sostanza organica. Il solfato passa a solfuro e si riduce, e l'ossigeno è così disponibile per la degradazione. Quando l'ossigeno è minimo ed è massimo il suo utilizzo avvengono i processi di riduzione dei solfati.