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ETNA
L’Etna è il vulcano più grande d’Europa supera i 3300 metri di altezza e si trova su una linea
tettonica che determina la presenza del vulcano relativamente giovane, dovuto dalla presenza di
una frattura posizionata in direzione nord-ovest sud-est nella parte orientale della Sicilia che
determina l’attività persistente del vulcano.
L’Etna è capace di proiettare le sue ceneri ad una grande distanza che raggiungono la Calabria e
lo Stromboli, le ceneri poi cadono in mare ed interagiscono con le acque marine e con la vita in
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mare. Il vulcano è situato sulla costa orientale della Sicilia e ricopre un’area di circa 1250 km .
Le prime lave hanno attraversato livelli di antiche sabbie di ambiente di mare basso che vengono a
volte trovate incluse all’interno delle lave delle arenarie quarzose. Le colate laviche dell’Etna a
causa della loro viscosità e della bassa velocità di scorrimento non sono un pericolo per la
popolazione ma per i manufatti. Cioè si sono verificate delle eruzioni che sono avvenute da bocche
non sommitali ma a quote intermedie che hanno minacciato dei paesi, soltanto eruzioni di unga
durata possono rappresentare un pericolo per i manufatti. Solo raramente l’Etna da un’attività di
tipo Stromboliano e quindi esplosiva ma normalmente l’attività è di tipo effusivo. La struttura
morfologica principale del vulcano è la Valle del Bove, una depressione che si apre verso il mare,
sul fianco orientale del vulcano, in cui la maggior parte delle colate laviche vanno a riempire questa
zona disabitata, si è formata a seguito di eruzioni di tipo esplosivo che fecero collassare parte del
fianco del vulcano.
PROCESSI ESOGENI
Il livello di base è il livello topografico limite al di sotto del quale un fiume non può erodere il suo
alveo.
L’area esposta è l’area sorgente dei sedimenti, è quella soggetta all’erosione, e vi è poi un’area
intermedia che è in equilibrio, nel senso che parte del materiale viene eroso ma ne arriva dell’altro
dall’alto che ricostruisce, e poi c’è il punto più basso a cui questo sistema può erodere che è
coincidente con il livello del mare.
Ci sono casi particolari come quando il fiume prima di raggiungere il livello del mare arriva in un
lago, in questo caso il fiume non può incidere più in basso del livello del lago perché è localmente il
livello di base del fiume, superata questa soglia però il fiume incide fino al livello del mare, quindi
può esserci un livello di base locale, il lago, e un livello di base assoluto, che è il livello del mare.
Variazioni del livello di base possono modificare il profilo del fiume, quindi se il livello di base del
mare si abbassa durante ad esempio una glaciazione, quando le acque vengono trattenute nelle
calotte glaciali e il livello medio del mare diminuisce, innesca delle reazioni nel sistema fiume che
può incidere maggiormente il suo alveo, se invece il livello del mare sale come accade durante i
periodi interglaciali, l’erosione viene modulata e rallentata. Quindi il fiume quando entra in un
bacino deposita tutto il carico sedimentario che ha sul fondo. Mentre i sedimenti più fini che stanno
in sospensione giunti nel lago possono passarlo ed uscire attraverso l’emissario e quindi essere
trasportati a maggiore distanza. Il livello di base del fiume Po è il livello del mare Adriatico.
Quando durante l’ultima glaciazione il livello del mare si è abbassato il delta del fiume Po si è
esteso ed arrivava a sud di Ancona.
Il livello di base cambia nel tempo perché con la play tectonic il paesaggio cambia, infatti prima
della formazione dell’Himalaya circa 94 mila anni fa, la tetide era ancora aperta e vi era un grande
oceano, l’Africa nel suo movimento verso nord non si era ancora scontrata con l’Eurasia e quindi
dove c’è l’Italia oggi c’era un grande bacino e delle rocce di tipo sedimentario con degli atolli e
delle isole che affioravano.
Nel cretaceo il livello del mare era molto più alto rispetto ad ora perché è stato un periodo
particolarmente caldo dove c’è stato un optimum climatico e l’intero pianeta era un pianeta verde
non vi erano importanti calotte glaciali e il livello del mare era molto più alto rispetto ad ora. Dal
cretaceo verso i tempi più recenti si ha un trend generale di raffreddamento e quindi il livello del
mare si è abbassato con delle fluttuazioni fino al livello attuale. Negli ultimi 200 mila anni, il livello
del mare è sempre stato all’incirca più basso di quello attuale, soltanto 120 mila anni fa c’è stato un
picco di 8 metri maggiore di quello attuale ma circa 18 mila anni fa si ha LGM (last glacial
maximum) , l’ultima grande glaciazione, ha portato il livello del mare a un livello che era 130 metri
al di sotto di quello attuale. Negli ultimi 150 anni l’attività antropica con l’emissione di gas serra ha
aumentato ulteriormente il surriscaldamento e il livello del mare sta aumentando tanto che alcune
zone sensibili del nostro pianeta come ad esempio gli atolli delle isole Maldive e la laguna di
Venezia a causa dell’innalzamento del mare sono in grave pericolo di essere sommersi. I luoghi
naturali come gli atolli corallini grazie agli organismi biocostruttori reagiscono a queste fluttuazioni
del livello del mare, continuano a costruire e si sollevano e quindi sopravvivono a questi eventi, nel
caso delle zone antropiche nelle zone depresse sono soggette a gravi pericoli di inondazioni.
EROSIONE-TRASPORTO-SEDIMENTAZIONE
L’erosione avviene alla sorgente, il trasporto avviene dalla sorgente alla sedimentazione, alla zona
di deposito. Gli agenti erosivi che provocano l’erosione sono: l’aria, l’acqua, il ghiaccio e la gravità,
anche l’attività antropica può provocare erosione nello sfruttamento locale con cave. Il trasporto
avviene grazie: aria, acqua, ghiaccio e gravità.
Il fiume Nilo è uno dei sistemi fluviali più grandi, nel suo movimento da sud verso nord raggiunge il
tropico del cancro e raggiunge il mediterraneo e forma a nord d’El Cairo il grande delta, nel suo
percorso attraversa diversi stati e zone geologiche, e quindi nel suo percorso erode rocce diverse
e trasporta i suoi sedimenti di queste aree verso nord e quindi si trovano nel mar mediterraneo
minerali e rocce che derivano da zone del centro Africa.
I sedimenti sono anche un ottimo strumento per verificare l’influenza del clima sulle rocce, sui
minerali e sui sedimenti.
Tutte le rocce sorgenti sono soggette all’alterazione e all’erosione, le rocce nel sottosuolo massive
e rese più alterabili dagli agenti atmosferici, e possono essere erose e trasportate per gravità a
formare una serie di suoli, come prodotto di alterazione delle rocce.
In un profilo del suolo si vede la roccia che pian piano a causa dell’avanzamento del fronte di
alterazione viene prima divisa in blocchi e via via il materiale viene sempre di più alterato e si
forma un profilo suddiviso in orizzonti.
L’alterazione intesa come erosione meccanica comincia sulle alte vette delle Alpi, un esempio si ha
nella val veny nove si trova il ghiacciaio del miage, sui piedi del monte bianco, la valle rettilinea è
impostata su un lineamento tettonico che separa i massicci esterni costituiti da un basamento
metamorfico e da rocce granitoidi dalla parte assiale della cotena costituita da rocce metamorfiche
e c’è una differenza molto netta tra i profili aguzzi con creste e pareti subverticali che si trovano sul
lato nord della valle rispetto a ciò che sta sul lato sud che mostra una topografia più arrotondata
per la natura delle rocce metamorfiche derivate da metasedimenti che affiorano in questa zona.
Inoltre vi è un grande ghiacciaio coperto di roccia e che quindi riesce ad estendersi anche a quote
più basse e forma due grandi lingue. I ghiacciai sono un modo con cui il detrito precipitato dalle
montagne per azione di grandi frane oppure per azione del crioclastismo, cioè del fatto che il
ghiaccio si forma dove l’acqua penetra nelle fratture della roccia e per pressione si staccano pezzi
di roccia, che precipitano verso il basso, il ghiacciaio trasporta questo sedimento mal selezionato
verso il basso dove è reso erodibile dai corsi d’acqua e viene poi trasferito verso valle.
L’erosione è selettiva in funzione delle litologie presenti e ciò si vede in tutti i profili dove si hanno
alternanza di rocce con diversa erodibiltà.
Grazie al tempo geologico, dove la tettonica crea delle pieghe importanti nelle rocce esposte, il
sistema di fiumi che si va a creare in queste situazioni di anticlinale e sinclinale, possono evolvere
nel tempo e lungo i sinclinali si possono impostare dei fiumi principali che pian piano erodono il
basamento e vanno a contribuire a fenomeni erosivi che vanno ad approfondire l’azione erosiva
del fiume, e in certi casi possono cambiare la morfologia del paesaggio, quindi il fiume incide ma
poi incontra un livello molto resistente.
Mentre quei piccoli fiumi che cominciavano a formarsi sulla cresta dell’anticlinale, iniziano ad
erodere l’anticlinale stesso e possono formare una valle principale, una forra, una valle
profondamente incisa con pareti subverticali che ha incontrato il basamento dell’anticlinale, che è
più resistente e quindi ad un certo punto interrompe il suo processo.
A nord est dell’Africa si trovano dei grandi laghi posti a quote di circa 900-1000 metri, e vi sono
diversi vulcani attivi. La composizione dei sedimenti mostrano le eventuali alterazioni chimiche,
tutti i minerali si alterano ma in tempi diversi, i più facilmente alterabili sono gli anfiboli, i pirosseni e
l’olivina mentre il feldspato è il più resistente, il quarzo invece è molto resistente e si altera solo in
situazioni estreme di clima equatoriale. Quindi in tempi brevi geologici, l’alterazione si registra in
base alla scomparsa progressiva dei minerali più instabili.
L’augite è un clinopirossene che cristallizza nella classe monoclina e ha come caratteristica di
avere un ottimo clivaggio lungo il prisma principale, lungo l’asse c, man mano che prosegue
l’alterazione, l’alterazione è più efficace all’interfaccia tra il granulo e l’ambiente esterno e lì dove
l’acqua, la sostanza organica permettono l’asportazione di cationi, nel caso dell’augite il ferro, che
vengono allontanati e creano dei tipici aspetti corrosi in un primo momento del granulo finché il
granulo diventa ecced con la formazione di un profilo a denti di sega disposti parallelamente
all’a