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L’approssimazione è più evidente nelle scale a piccola scala, mentre nelle carte a grande scala questo grado è
minimo. Le proiezioni conformi sono proiezioni nelle quali è mantenuta corretta la rappresentazione delle forme,
come ad es. nel planisfero, dove le forme dei continenti sono corrette, ma le aree e le distanze subiscono una
distorsione. La proiezione di mercatore è la più nota. Vengono rappresentati in questo modo i planisferi, fino a
qualche anno fa, in rafione del quale si è costruita la nostra immagine del mondo. Vengono enfatizzate le terre poste
alle alte latitudini, più si avvicina ai poli, infatti la Groenlandia è di dimensioni spropositate. Le proiezioni equivalenti
sono proiezioni dove è corretta la rappresentazione delle dimensioni. Distorcono le forme dei continenti, ma
mantengono costanti i rapporti di scala per la misurazione delle distanze. La dimensione è più corretta nelle carte a
scala piccola. Queste proiezioni sono effettuate a qualsiasi punto di osservazione.
Reticolato geografico: un oggetto si colloca nella carta in ragione di determinati punti cardinali. Il calcolo della
posizione degli oggetti rappresentati è reso possibile dalla griglia di riferimento, noto come reticolato geografico che
è l’intreccio di meridiani e paralleli. Questa griglia non è sempre rappresentata visivamente. Il reticolato è costruito a
partire da due assi: asse di rotazione della terra che passa per i poli, e l’equatore che è la linea di intersezione dei
piani perpendicolari all’asse terrestre che passa per il centro del pianteta. Da essi si costituiscono i meridiani, linee
immaginarie che solcano la superficie terrestre in direzione nord – sud. Tutti partono dal polo e arrivano al polo
opposto. Ogni punto sulla superficie, a esclusione dei poli, è attraversato da un solo meridiano. Ci sono poi i paralleli,
linee tra loro parallele che solcano la superficie terrestre in direzione est-ovest. Il piano equatoriale determina il
parallelo dell’equatore che è quello di dimensioni massime e il più distante dai poli. Più ci si allontana, più la
lunghezza dei paralleli diminuisce, fino ai poli, dove sono semplici punti. Il reticolato geografico è quindi un sistema
di coordinate funzionali ad individuare in maniera univoca un punto sulla superficie terrestre che è un punto di
intersezione tra meridiani e paralleli. La posizione assoluta di un punto sulla superficie terrestre è data da due valori
angolari, espressi in gradi primi e secondi, accompagnati dall’indicazione del punto cardinale. Sono LATITUDINE e
LONGITUDINE. La latitudine è il valore angolare che misura sull’arco del meridiano che passa da quel punto, la
distanza tra quel punto e l’equatore (nord.sud). all’equatore è assegnato il valore angolare di 0° mentre ai poli di 90°.
Quando si dice distanza angolare di un punto, bisogna sempre accompagnare questa indicazione con il punto
cardinale (N 10° LATITUDINE). La longitudine è il valore angolare che misura sull’arco del parallelo che passa da quel
punto, la distanza tra quel punto e un meridiano di riferimento, di tipo convenzionale, non matematico, noto come
meridiano di Greenwich (est.ovest). al meridiano viene assegnato il valore di 0°. Non è detto che tutte le carte siano
costruite a partire da quel meridiano. Per essere corretti nelle carte, i valori di longitudine devono avere l’indicazione
est-ovest e meridiano (E 13° longitudine). L’assegnazione, in entrambi, non deve essere solo in gradi, ma anche in
primi e secondi. L’indicazione dei gradi è ai margini della carta. I gradi di latitudine sono a destra della carta, quelli di
longitudine nella parte inferiore. Se un punto assoluto è a metà tra paralleli e meridiani bisogna aggiungere i primi
(1° 60’).
- Segni è simboli convenzionali
La carta utilizza segni e simboli convenzionali attraverso cui si forma la comunicazione geografica. Sia elementi
antropici sia elementi naturali sono rappresentati attraverso segni, simboli grafici con valore semantico stabilito per
rendere elevato il grado di universalità della carta. Segni e simboli possono essere di diverse tipologie: - lineari (tutte
le tipologie possibili di linee utilizzate in generale per rappresentare fenomeni con caratteristiche lineari, come
strade, fiumi ecc), - puntuali (tutte le tipologie possibili di punti come altezza monte bianco o per distinguere le
città), - areali (utilizziamo una determinata area per definire ad es. aree amministrative, uso del suolo, accompagnata
a specificare coloriture che assegnano determinati valori semantici), - segni (che fanno riferimento a specifici
elementi come una croce per una chiesa), - colore (colore accanto al simbolo o segno è la componente di base del
discorso cartografico. L’uso del colore è soggetto a specifici codici, usato con diverse finalità per i diversi fenomeni o
può riferirsi a elementi naturali come verde per pianure, giallo per tasso di natalità ecc), scritte (forma di
trasmissione del contenuto cartografico (ad esempio Roma sottolineata fa riferimento alla demografia della città).
Quindi scritte, colore e segni sono sempre da codificare. Più complesso è l’utilizzo di simboli, più si restringe lo spazio
rappresentato, quindi ci vuole una scala più grande. Un segno/simbolo in cartografia deve essere sempre verificato
in ragione della carta che si ha di fronte e non in maniera universale. La decodificazione è effettuata di volta in volta,
in ragione della scala della carta. È necessario, quindi, usare una LEGENDA. Non soltanto i simboli costellano le carte,
ma ci possono essere anche un numero più o meno abbondante di scritte o numero. L’uso delle scritte è, però, per lo
più relativo alla TOPONOMASTICA. Le scritte saranno cioè per lo più esplicative dei nomi dei luoghi. Ci sono toponimi
(per indicare sulle carte i nomi dei luoghi), oronimi (per indicare sulle carte i nomi delle montagne), idronomi (per
indicare sulle carte i nomi degli specchi d’acqua). Ci sono anche convenzioni cartografiche nelle scritte
toponomastiche. Bisogna individuare e fare attenzione a TIPO, DIMENSIONE, COLORE: tutti impiegati nelle scritte
toponomastiche e i diversi oggetti geografici rappresentati (città, regioni ecc). l’uso del colore un alcuni contesti
porta con se significati importanti. A volte il cartografo anticipa avvenimenti politici successivi, in altri casi vengono
rappresentate cose anche dopo fatti politici che le hanno cambiate e che rimarranno negli atlanti anche se sarebbero
da aggiornare.
- La rappresentazione del rilievo
Avviene solo a scala corografica e a piccola scala. È un problema dal punto di vista geografico connesso alla
difficoltà di rappresentazione di un elemento tridimensionale su un piano. Il fenomeno tridimensionale è come
l’altitudine che si rappresenta con variazioni quantitative non indifferenti ( è un’operazione quasi impossibile da
ricondurre a una superficie regolare in carta). La rappresentazione deve evolare simbolicamente il rilevo e dare
un’idea dell’altitudine e delle distanze. Bisogna mettere insieme: evocazione (comunicare cioè un messaggio che
sia contro dell’andamento del terreno) e precisione (sull’altezza del terrreno). Per molti anni la cartografia
classica ha tenuto più conto dell’evocazione. In questo modo ci si faceva solo un’idea, non un riferimento
preciso. Per risolvere questo problema si sono trovate diverse soluzioni che privilegiano ora precisione, ora
evocazione, tenendo conto della scala e della ragione della carta. Mz in entrambi i casi è una rappresentazione
limitata, a meno che non si mettano insieme due soluzioni: 1- metodo dei punti quotati: soluzione dal punto di
vista della precisione (numeri affrancati a punti che indicano l’altitudine rispetto al livello del mare in quel
punto). Ma questa soluzione non è efficace dal punto di vista espressivo evocativo, quindi viene affiancata da 2-
metodo della tinteggiatura altimetrica: soluzione dal punto di vista evocazione ( le variazioni di altitudine sono
espresse in tinte diverse. Le fasce altimetriche variano di intensità o tonalità con il crescere dell’altitudine e sono
espresse nella legenda). Questi due metodi sono utilizzati spesso insieme per lo più negli atlanti e in cartografia
generale, quindi nelle carta a piccola o media scala, dove sono molto efficaci. Ma nelle carte a grande scala
(topografiche) questi metodi non sono soddisfacenti perché la rappresentazione ha un grado più elevato di
dettaglio. In questo caso si utilizza il metodo delle curve di rilievo: si indicano dei punti altitudinali, unendoli alla
medesima altitudine con delle linee. Queste linee possono essere ravvicinate (in questo tratto il terreno salirà) o
distanti (in questo tratto il terreno è più pianeggiante). Quando si ha la tinteggiatura altimetrica il passaggio tra
una fascia all’altra c’è, ma non ha le curve di rilievo, quindi sono due cose diverse. In alcuni casi le curve di rilievo
e la tinteggiatura sono insieme, ma mai in un atlante.
- Carta tematica
La carta tematica è una rappresentazione grafica di un dato fenomeno. Si fonda su due parti: elaborazione statistica
dei dati relativi a quel dato fenomeno e rappresentazione grafica secondo le rgole di efficacia comunicativa ed
estetica. Lo scopo è visualizzare le informazioni statistiche relativa a uno o più fenomeni consentendo la loro
percezione visiva immediata. Perché questa percezione sia immediata, dovrà lavorare su una carta semplificata. La
semplificazione è la base cartografica. La scelta è pensata in funzione del fenomeno che si vuole descrivere. I dati e i
fenomeni che si visualizzano sono riferiti alla superficie terrestre, ma generalmente si tratta di fenomeno non visibili
direttamente sul paesaggio. Per far venire all’occhio il fenomeno, bisogna tenere contro della distribuzione spaziale;
della differenziazione nell’ambito territoriale; delle correlazioni tra fenomeno e ambito territoriale. Questi aspetti
vengono usati come strumento di sintesi dei risultati e analisi dei dati. Per leggere la carta bisofna capire i
meccanismi con cui è stata costruita, riconoscere le tecniche e le grammatiche della rappresentazione cartografica
tematica: essa di basa sulla comunicazione attraverso segni visuali. I segni sono suddivisi in tre tipologie: puntuali,
lineari, zonali/areali. Questi segni ammettono variazioni in forma, orientamento, spessore e dimensione. Sono due i
valori che le diverse modalità di segni esprimono: qualitativo e quantitativo. Qualitativo quando un fenomeno si
distingue da un altro per il suo carattere specifico, ma non per la quantità del fenomeno (es. parchi regionali
nazionali hanno segni differenti per