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La forma linguistica dei toponimi nelle carte geografiche

Importante è anche considerare la forma linguistica dei toponimi in una carta, che non è mai fattore neutro. Le scelte toponomastiche in queste carte sono di italianizzazione dei toponimi, a fronte di toponimi che per altri stati hanno la grafia della lingua locale. La scelta di italianizzazione dei toponimi va in una direzione piuttosto che in un'altra o per lo meno è una scelta. Nelle carte e nei planisferi in epoca coloniale le colonie vengono rappresentate con la toponomastica che fa riferimento all'appartenenza a un impero coloniale e che quindi non rispecchiano la lingua locale. Queste scelte non hanno nulla di oggettivo ma sono scelte che spesso hanno implicazioni e riferimenti politici. Abbiamo due carte che vogliono rappresentare la differenza tra le campiture degli stati africani nelle due carte, la prima del 1968 e l'altra del 1955-1956. La carta del

’68 è postcoloniale. Nella carta del ’55 gli stati africani sono colorati dello stesso colore della madrepatria coloniale, nonostante il confine differente. Forti sono qui le implicazioni ideologiche e politiche.

Abbiamo poi una carta tedesca di pieno periodo nazista. Viene emanata una legge per cui tutti gli atlanti debbano rappresentare la Germania in colore rosso per far emergere e spiccare la nazione. La rappresentazione in blu dell’Italia è finalizzata a far spiccare quell’asse politico che si vuole mettere in evidenza.

Ultimo aspetto è la rappresentazione del rilievo. Anche nella rappresentazione del rilievo si fa talvolta uso del colore. In questo caso l’uso del colore è codificato nella legenda. La rappresentazione delle altezze ha caratterizzato a lungo la cartografia e a lungo è stata irrisolta. Nella storia della cartografia a lungo le modalità di rappresentazione delle altitudini sono state evocative.

Abbiamo carte cinquecentesche nelle quali le montagne sono rappresentate in modo intuitivo con dei disegnini di riempimento dell'area sopraelevata. La modalità di riferimento in questi casi è detta dei 'monticelli di talpa'. La base comunque non è matematica.

La modalità di rappresentazione del rilievo su base matematica arriva con l'introduzione delle modalità delle curve di livello. Una delle modalità di rappresentazione del rilievo è realizzata a partire dai piani quotati. Attraverso delle linee/piani vengono rappresentati tutti i punti che hanno una medesima altezza dal livello del mare. Posto che l'intervallo di identificazione dei piani sia costante, la ripidità della montagna fa sì che sulla carta quelle linee siano più vicine o più lontane.

Si possono avere anche campiture di colore differenti per le diverse fasce di altezza. In questo caso non si hanno altitudini puntuali di ogni

punto ma si saprà che tutta un'area è a un'altitudine compresa tra un certo valore e un altro. È un'operazione di uniformazione dei dati. Se poi si hanno dei numeri sulla carta, questi numeri saranno punti quotati: si saprà quindi che un'area è compresa tra un valore ed un altro di altitudine e il punto quotato ci dirà l'altitudine esatta di un certo punto. Nelle carte degli atlanti generalmente i punti quotati fanno riferimento alle vette delle montagne e alla loro altitudine. Difficilmente ci sarà un punto quotato nel mezzo della carta senza che esso abbia un'identificazione con un luogo rilevante.

A seconda della scala anche il rilievo può essere rappresentato con modalità differenti. In una stessa carta si possono avere modalità di rappresentazione del rilievo differenti.

Cartografia tematica

Parliamo ora di cartografia tematica.

La carta tematica è la rappresentazione grafica

della variazione spaziale di un dato fenomeno. Questa elaborazione grafica si fonda su due fasi: la prima relativa all'elaborazione statistica dei dati relativi a quel fenomeno; la seconda è relativa alla costruzione grafica della carta, cioè alla trasposizione grafica dei dati statistici. Scopo di questo tipo di cartografia è visualizzare dati e informazioni relativi a uno o più fenomeni, consentendo la loro percezione visiva immediata. I dati e i fenomeni che vengono descritti graficamente in una carta tematica sono dati e fenomeni non immediatamente visibili sulla superficie terrestre. Nella comunicazione geografica la carta tematica assolve un ruolo importante perché consente una rapida visualizzazione e memorizzazione dei fenomeni studiati. Per la carta tematica, così come per le carte generali, è indispensabile conoscere la grammatica di quel

Il linguaggio affinché si possa leggere la carta con consapevolezza. La carta tematica di per sé è uno strumento che ha la funzione di comunicare apparentemente senza bisogno di mediazione, solo con l'ausilio della legenda. Per poter leggere criticamente la carta si devono poter controllare i meccanismi mediante i quali la carta è stata costruita. I dati sono elaborati e distribuiti per fasce.

La carta tematica si basa sulla comunicazione attraverso segni visuali. Questi sono di tre categorie:

  • Segni puntuali;
  • Segni lineari;
  • Segni zonali: campiture di colore o retini.

Con le possibilità grafiche attuali, l'uso del colore sta vincendo sull'uso del retino. Il retino era comodo quando le stampe erano solo in bianco e nero. Una carta costruita sul colore pubblicata in bianco e nero non è più leggibile.

Questi segni, che costituiscono l'alfabeto del linguaggio cartografico tematico, vengono associati in varie modalità.

siccome ciascuno di quei segni può avere variazioni sulla base dell'orientamento, della forma, dello spessore... Le carte tematiche hanno la funzione di rappresentare certi fenomeni, fenomeni dietro ai quali ci sono dei valori, in ragione dei quali io posso rappresentare il fenomeno sulla carta tematica. Abbiamo due grandi categorie di valori rappresentati:

  • Valori qualitativi
  • Valori quantitativi.

Carte tematiche a carattere qualitativo

I valori qualitativi sono quelli di un fenomeno che si distingue da un altro in ragione del suo carattere specifico. L'uso dei simboli in questi casi varierà in base al colore o alla forma ma non potrà essere usata una stessa forma con grandezze diverse. Il valore quantitativo è quello di un fenomeno che si distingue da un altro per una grandezza misurabile per un dato numerico. Dietro a carte qualitative ci possono essere dei numeri che magari non sono leggibili dalla carta. Bisogna sempre leggere criticamente una

La carta. Le modalità di visualizzazione del fenomeno sono differenti a seconda del fenomeno rappresentato. La carta può essere qualitativa a distribuzione puntuale (utilizzo di un simbolo puntuale perché il fenomeno rappresentato si esplica meglio attraverso un simbolo puntuale) oppure può essere qualitativa a distribuzione lineare.

Su una carta tematica possono essere rappresentati più fenomeni, divisi in sotto fenomeni, con modalità differenti.

La carta può ancora essere qualitativa a distribuzione areale. I fenomeni si sviluppano su superfici e sono riconoscibili in un'area.

Laddove vengono usate campiture colorate, ci si riferisce a delle aree. L'area implica un confine: o il confine è amministrativo (è

dato da una determinata area) o non è riconoscibile un confine amministrativo ma la cartali stabilisce da sé per le aree prese in considerazione. Martedì 1 giugno 2021 Carte tematiche a carattere quantitativo Ci si sposta sulle carte tematiche a carattere quantitativo. Esse sono anche dette cartogrammi. Sono carte che su una base geografica semplificata rappresentano fenomeni quantitativi che variano di intensità/densità/frequenza. Lo scopo del cartogramma è di mettere in rilievo sia la distribuzione di quel fenomeno studiato sia come quel fenomeno varia in quantità da località a località. I cartogrammi hanno lo scopo di spazializzare e mettere in evidenza come si distribuiscono in una determinata superficie e in un determinato ambito territoriale i dati statistici rilevati. La spazializzazione dei dati statistici che è propria della costruzione del cartogramma implica una connessione tra visualizzazione sulla carta el'ambito territoriale sul quale il dato statistico è rilevato. Ci deve essere esatto riscontro della modalità di rilevamento. Bisogna aver chiaro il fenomeno, avere ben presente cosa si sta rappresentando e visualizzando. Questo fenomeno può essere rappresentato secondo modalità diverse. Esse possono essere talvolta equivalenti ma nella maggior parte dei casi la modalità scelta è connessa alla tipologia del fenomeno: ci sono fenomeni che in ragione delle loro caratteristiche sono rappresentati con maggior efficacia con un certo linguaggio cartografico che non in un altro. La prima modalità è quella del cartogramma a mosaico. Essa consiste nella rappresentazione del fenomeno nelle varie parti del territorio considerato. Sulla base degli ambiti di rilevamento esso è rappresentato con colori o tratteggi diversi, ciascuno dei quali indica una determinata classe di valori. L'intensità del fenomeno.

èespressa con la variazione dell’intensità del colore oppure con la differenza cromatica, oppure attraverso una sequenza di retini disegnata allo scopo di suggerire in maniera indicativa l’intensificarsi del fenomeno. La prima cosa da fare è quindi riconoscere qual è l’ambito territoriale a cui il fenomeno si riferisce. Nel caso della carta presa ad esempio, l’ambito territoriale è il Piemonte. L’ambito di rilevamento del fenomeno nel caso preso in esempio è comunale: ogni dato è riferito al singolo comune. In questo caso non è di così facile identificazione perché è visualizzata una base cartografica molto semplifica. Viene visualizzato l’ambito provinciale ma il singolo dato è rilevato sulla base di ciascun comune. Questa carta avrebbe potuto essere costruita con la visualizzazione della maglia comunale. Per ciascun comune si ha un dato percentuale: la

percentuale della raccolta differenziata in relazione ai rifiuti. Viene suddiviso il dato in 5 classi di valore a ciascuna delle quali è attribuito un colore. Il colore più scuro qui indica la maggiore intensità

Dettagli
A.A. 2020-2021
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alessandro_Vercelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Pressenda Paola.