Anteprima
Vedrai una selezione di 16 pagine su 72
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 1 Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 2
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 6
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 11
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 16
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 21
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 26
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 31
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 36
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 41
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 46
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 51
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 56
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 61
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 66
Anteprima di 16 pagg. su 72.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Geografia 12 cfu Sereno- Pressenda Pag. 71
1 su 72
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

I. BIOMI DI FORESTA

1) Foresta pluviale

2) Foresta periferica di medie latitudini

3) Foresta boreale

II. BIOMI INTERMEDI

1) Savana

2) Bioma mediterraneo

3) Prateria delle medie latitudini

III. BIOMI STERILI

1) Biomi arido e semiarido (deserto e pre deserto) 25

GEOGRAFIA, Professoressa Sereno

2) Tundra

3) Poli (ghiacci)

Nb le piante sono dei buoni indicatori ecologici non si possono muovere, anche gli animali ma

possono adattarsi ai mutamenti spostandosi.

È ovvio che la distribuzione areale dei biomi non può che risentire della presenza dell’uomo.

La distinzione di un bioma dall’altro, e quindi la successione latitudinale da un bioma da un altro, in

realtà non è netta, ogni bioma non ha confine preciso, ma ha fasce di transizione (ECOTONE)

da un bioma all’altro. Quindi i BIOMI:

- Affetti da dinamiche interne naturali e antropogene.

- Hanno aree di discontinuità intervengono localmente altri fattori.

Non hanno confini precisi ma sfumati da un bioma all’altro.

-

Problema del mutamento ambientale riconducibile alla dinamicità degli ecosistemi.

E il mutamento risulta dalla interferenza di processi che sono attivi a varie scale temporali e a

andamenti che talvolta sono irregolari e talvolta sono regolari e ciclici.

Mutamenti:

- di breve durata spesso ininfluenti sul mutamento ambientale generale

- lunga durataERE GEOLOGICHE

- di media durata su scala regolare, sono quelli che più possono influire sulla relazione tra

mutamento climatico e società.

Oggi= siamo in una fase di RISCALDAMENTO globale temperature più alte rispetto a periodo

precedente, qual è il periodo precedente però? Ipotesi attraverso modelli matematici affidabili ma

Il clima però si modifica anche per ragioni che sono indipendenti dall’attività dell’uomo,

non sicuri.

si modifica perché è un sistema in relazione con altri sistemi non è sempre uguale a se stesso

(cosa che i geografi hanno “scoperto” da poco, almeno sulla media durata, ossia sui tempi storici,

sulla lunga durata era già assodato da tempo).

Certo oggi siamo in grado di proporre uno schema delle variazioni climatiche, accettato dalla

comunità scientifica internazionale: dopo l’espansione glaciale del PLEISTOCENE (che ebbe inizio

2,58 milioni di anni fa e terminò convenzionalmente circa 12.000 anni fa), epoca di glaciazione,

seguì una fase, nell’OLOCENE, di miglioramento e scioglimento dei ghiacciai. 26

GEOGRAFIA, Professoressa Sereno

Si produsse, in tal modo un optimum climatico post glaciale, corrispondente al Neolitico, fase in cui

nacque la pratica dell’agricoltura. L’optimum climatico portò ad un innalzamento del livello

superiore del bosco. ha permesso di comprendere come l’area in cui oggi i

La scoperta del guerriero di Similaun,

ghiaccia perenni vanno sciogliendosi presentava una situazione climatica assai differente durante il

neolitico: era un’area in cui l’uomo viveva e forse cacciava; era dunque possibile la vita umana.

Da anni ’70 i geografi storici e gli storici hanno iniziato a studiare i cambiamenti climatici nei tempi

storici (vedi Storia del clima di Le Roy Ladurie, ha lavorato su fonti tipicamente storiche: diari,

corografie etc. Uno dei metodi utilizzati: bandi di vendemmia luoghi in cui la vendemmia veniva

Documenti conservati in archivi

bandita, ossia regolata dall’autorità. la data di vendemmia

segnala maturazione avvenuta dell’uva la moderna fenologia, che studia relazione tra condizioni

climatiche e i cicli di maturazione delle piante, riesce a capire le condizioni climatiche del periodo

in esame.) Con esegesi di queste fonti siamo arrivati a poter definire i cambiamenti climatici in età

storica.

Nonostante siamo in una fase di riscaldamento, allora, nella fase del Neolitico dovevano registrarsi

temperature medie annue più alte.

Da 1850 a oggi= periodo del cosiddetto MIGLIORAMENTO RECENTE caratterizzato da

aumento temperatura media annua e diminuzione delle precipitazioni.

Il riscaldamento globale quindi è iniziato a metà ‘800 circa documentato da rilevamento

sul terreno l’andamento dei ghiacciai

metereologici e da andamento ghiacciai perenni ((Studiare

consente di costruire delle serie storiche; quando essi si ritirano, cioè quando si verifica una forte

parallelo: l’aumento della portata dei corsi d’acqua. I fiumi,

ablazione, si presenta un fenomeno

scendendo a valle, trascinano materiali clastici, andandoli a depositare alla foce: si verifica un

se l’ablazione supera l’avanzata del ghiacciaio

innalzamento del livello del mare quindi significa

che quello che perde nella stagione estiva è più di quel che recupera nel periodo estivo= fa più

caldo).

Periodizzazioni del clima in età storica

Tra il 1200 ed il 900 a.C. si ebbe ancora una fase calda, cui seguì (900-300 a.C.) una fase che

potremmo definire fresca-umida (con lo sviluppo di società palafitticole).

Da optimum climatico post-glaciale fino a IV secolo a.C. alternanza caldo-freddo 27

GEOGRAFIA, Professoressa Sereno

Alla fine del 300 a.C. ebbe inizio una nuova fase di miglioramento climatico che si protrasse

all’incirca sino all’inizio dell’età cristiana: si diffusero nella regione del Mediterraneo la vite e

l’olivo.

A questa fase seguì, fino all’800 d.C., un periodo fresco-umido, coincidente con la caduta

dell’Impero Romano e con le invasioni barbariche (per il determinismo storico le due cose sono in

relazione).

Seguì un nuovo periodo caldo, corrispondente, all’incirca al periodo medievale, in quello che fu, a

tutti gli effetti l’optimum climatico medievale.

Seguì poi una fase di ritorno del freddo, piccola età glaciale (little ice age = LIA), coincidente con

l’età moderna. Fu un periodo di diminuzione delle temperature medie annue di circa 1° o 1,5°.

tra ‘600 e ‘700 c’è un esondazione ogni anno.

Periodo peggiore

Con il XIX secolo ebbe inizio quella fase di riscaldamento che è tuttora in corso. 28

GEOGRAFIA, Professoressa Sereno

[Cartogramma a mosaico carta tematica qualitativa (non quantità ma qualità) perché ha un tema,

in questo caso: la distribuzione dei biomi su globo terrestre. Stabilite le classi qualitative a ciascuna

di esse è stato attribuito un colore].

1. FORESTA PLUVIALE (o EQUATORIALE)

Si trova in Africa centrale e in Madagascar, in America centrale e meridionale, nel Sud Est asiatico

e infine nell’Australia settentrionale. La foresta equatoriale gioca un ruolo fondamentale

nell’economia ecologica terrestre7% di superficie della terra ma ha il 50% di biocenosi (50%

delle specie vegetali ed animali conosciute nel mondo ha altissima biodiversità. Temperature

elevate che non superano i 35- 40°, ma il grado di umidità può sfiorare anche il 90%. La piovosità è

mm di pioggia l’anno. È un’area a

elemento costante con 2000-4000 massimo assorbimento dei

raggi solari e quindi giorno e notte hanno medesima durata. Le escursioni termiche annue sono

minime, ma massime nella temperatura diurna.

In questo tipo di foresta troviamo quattro diversi livelli di vegetazione:

• Alberi molto alti > 50m

• Specie più basse tra 30-40 m

• Arbusti

• Sottobosco

Questa vegetazione è fittissima e intricata. Le condizioni climatiche di cui sopra determinano un

ciclo vegetativo estremamente rapido. È una foresta sempre verde non tanto perché le piante che la

compongono non perdono mai le foglio, quanto piuttosto perché, dato il rapido ritmo vegetativo, le

piante vengono rapidamente sostituite.

La foresta equatoriale occupa, attualmente, il 5-6% della superficie terrestre, pur rivestendo

un’importanza fondamentale: ha una funzione di assorbimento del biossiodo di carbonio (CO2),

influendo sulla composizione della Terra è il polmone della terra, consente di stabilizzare il clima

mondiale e mantiene il ciclo idrologico.

La sua estensione si mantiene abbastanza imponente, ma comunque se si tratta di un bioma

fortemente minacciato perché il mondo occidentale fa commercio di molti legnami che provengono

dalla foresta equatoriale.

Essa è l’habitat naturale di popoli cacciatori e raccoglitori, piccole etnie locali oramai in fase di

estinzione, che molto spesso usano le tecniche del fuoco per mettere a coltura una porzione di

itinerante): si perimetra l’appezzamento con la creazione di

terreno (shifting cultivation= agricoltura 29

GEOGRAFIA, Professoressa Sereno

trincee per limitare l’agire del fuoco. I tempi vengono calcolati in modo da far spegnere l’incendio

dalle piogge quotidiane. Successivamente si dissoda con un attrezzo detto “bastone scarificatore”.

Inizialmente l’appezzamento così trattato è fertilissimo. Questa caratteristica va scemando con il

tempo, costringendo allo spostamento.

2. SAVANA

In Africa, America meridionale, poco presente in Asia e invece presente in Australia.

annue nell’ordine dei 20° in media annua, La savana è un bioma intermedio tra

Temperature medie

la foresta ed il deserto, il quale tende ad espandersi nelle fasi di cambiamento del clima.

Nella fascia temperata, alle medie latitudini, si trovano praterie e nell’emisfero nord la grande

prateria nordamericana. Più aumenta la continentalità, più diminuisce la piovosità.

Alberi tipici: Acacie, baobab, eucalipto, baobab, karitè. Utilizzo storico come tutte le praterie=

allevamento. Poco utile per agricoltura, suoli poveri di sostanze nutritive, terra difficile da

lavorare poco malleabili.

3. DESERTI in Arabia, in Australia, in un lembo dell’America latina e nel Nevada. In

In Nord Africa, il Sahara,

sostanza siamo attorno ai Tropici: qui si ritrova una circolazione sotterranea intermittente di acqua a

notevoli profondità. Nei punti in cui essa risale si formano le oasi. Qui la falda freatica consente la

coltivazione con l’escavazione di pozzi. Ciò che determina il bioma deserto è la combinazione

l’indice di aridità=

precipitazione- temperatura media annua. Precipitazione molto scarse fa sì

che per quasi tutto l’anno ci sia un deficit di acqua= temperature elevate rispetto alla quantità di

acqua precipitataevapora subito.

Esistono sia deserti sabbiosi, sia rocciosi; questi ultimi sono deserti di roccia dove la sabbia è stata

spostata da venti di grande intensità. L’escursione termica tra giorno e notte attiva un intenso

processo di erosione e disgregazione delle rocce. Mol

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
72 pagine
9 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher wanda99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Sereno Paola.