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BIOLOGICA DEGLI ORGANISMI, MA ANCHE LO SVILUPPO STORICO E LE
CARATTERISTICHE DELLA VITA ECONOMICO-SOCIALE DEI GRUPPI UMANI). Con
le nuove correnti filosofiche (neoidealismo, neocriticismo e neokantismo) si passò ad una
differente visione della scienza tramite la critica del positivismo e del determinismo
ambientale. Nascono scienze della natura (nomotetiche) e scienze dello spirito
(idiografiche). La geografia così si regionalizzò nei suoi vari settori.
In Francia nacque una scuola che si oppose a Ratzel, con il suo fondatore PAUL VIDAL
DE LA BLACHE, storico della Francia rurale, che rielabora la definizione di geografia di
Ratzel in: scienza dei rapporti tra uomo e ambiente, l’ambiente non determina
necessariamente e univocamente l’uomo. La natura offre POSSIBILITA’ che
vengono sfruttate in maniera diversa dai diversi gruppi umani. Vari GENERI DI VITA
(insieme di attività, valori comportamentali) vengono messi in atto da gruppi umani per fare
fronte a bisogni fondamentali di sussistenza entro un determinato quadro ambientale.
Questo diviene il manifesto della SCUOLA DEL POSSIBILISMO, che comunque risente
della determinazione da parte dell’ambiente, nonostante diventi biunivoca e quindi
storicistica (contingente e perpetrata storicamente tramite VALORIZZAZIONE).
POSIBILISMO e DETERMINISMO sono accomunati da: insistenza sulla traduzione e sulla
durata dei generi di vita, generi di vita più adatti di altri, geografia come scienza di luoghi e
non di popoli.
La scala della scuola tedesca è il clima, di quella francese è la scala topografica.
Nel dopoguerra entra in crisi la REGIONALIZZAZIONE, poiché vengono meno le
generalizzazioni e si accentua la specializzazione delle scienze. Un altro problema era
dato dall’insufficienza delle spiegazioni con l’attuale industrializzazione. Avvenne così la
cosiddetta RIVOLUZIONE TEORETICA, tra gli anni ’50 e ’60 del ‘900. Nacque la
GEOGRAFIA QUANTITATIVA. Essa rifiuta l’approccio conoscitivo del determinismo, e
l’idiografismo possibilista: la geografia no studia casi particolari, ma ricerca le
STRUTTURE SPAZIALI. Non c’è il concetto di regione, c’è un rifiuto dello storicismo
vidaliano, in favore del metodo MATEMATICO-STATISTICO DEDUTTIVO (ipotesi
circoscritte; teoria generale fondata su postulati logici riferiti ad un ambito circoscritto;
verifica empirica). Lo spazio è inteso come SPAZIO FUNZIONALE CHE RACCHIUDE
DETERMINATE FUNZIONATE CHE VENGONO INDAGATE.
Altre geografie sono:
a) RADICALI: fondate sul marxismo, verso una critica dei rapporti socio-economici.
Dunque geografia economica, del sottosviluppo e delle disuguaglianze sociali.
b) UMANISTICA: rifiuta delle impostazioni quantitative. Offre più spazio alla
dimensione soggettiva, passando dalla regione al LUOGO COME SPAZIO
DELL’ESISTENZA UMANA QUOTIDIANA co relazioni e percezioni.
c) STORICA: ricostruzione e spiegazione storica regressiva delle attuali condizioni.
Critica dell’antistoricismo della geografia economica. Studia le strutture spazio-
temporali con un’analisi dinamica del mutamento spazio-temporale. Integra senza
giustapposizione le varie fasi, unendo scala spaziale e temporale.
(Analisi della struttura fisica dell’ambiente terrestre).
GEOGRAFIA FISICA
AMBIENTE: sede di insediamento delle attività umane e fonte di risorse prodotte dai
processi naturali:
STOCK: somma totale di tutti i componenti dell’ambiente comprendenti la
o massa, l’energia, organismi biologici e corpi inerti. Essi sono per lo più
inutilizzabili per l’uomo.
RISORSA: uno stock diviene risorsa quando è utile all’uomo. Questo
o processo è reversibile, nel caso in cui quella materia non fosse più utile.
Alcune di esse sono rinnovabili (a loro volta divise in influenzate dall’uomo
(acqua sotterranea) e non influenzate (maree nel loro insieme)), mentre altre
non rinnovabili.
RISERVE: sono le risorse disponibili in un dato sistema di produzione.
o
BIOSFERA: mondo vivente, detto anche biotico.
ABIOTICO: è il mondo non vivente, la cui parte solida è definita LITOSFERA.
IDROSFERA: sopra la litosfera.
ATMOSFERA: sopra idrosfera.
SISTEMI TERRESTRI: i geografi studiano sistemi che attuano anelli di retroazione
negativa o positiva. Come si nota nelle barriere coralline, in cui la minore profondità
dell’acqua provoca un maggior passaggio di luce e calore e quindi un maggiore crescita
delle madrepore, provocando così un ulteriore diminuzione del livello dell’acqua
(retroazione positiva, limitata da quella negativa del non poter superare la superficie
marina).
La crosta terrestre è il 30% mentre quella marina è il 70% della superficie terrestre. La
configurazione attuale avviene attraverso la teoria di WEGENER della deriva dei
continenti, poiché essi poggiano su un substrato plastico. Questa teoria fu poi migliorata
da Holmes con la sua tettonica a placche. I movimenti avvengono per flussi convettivi nel
mantello terrestre. Le placche terrestri rigide sono per lo più super-continentali.
ATMOSFERA: la terra primordiale era priva di atmosfera e idrosfera. L’atmosfera terrestre
è uno strato di gas altamente importante, trattenuto dalla gravitazione terrestre. Essa è più
densa al suolo e più rarefatta in altezza. Essa si divide in:
1. TROPOSFERA: a 9 km sui Poli e 17 sull’Equatore. Essa contiene ossigeno,
CO2 (per la vegetazione), provoca il ciclo delle acque (H2O come liquido, come
gas o solido) e agisce da filtro per le radiazioni solari. L’energia immessa è pari
a quella emessa.
questo ciclo di energia causa anche la divisione in tre zone (torrida, temperata e
glaciale) della Terra. La latitudine fa variare la temperatura, poiché causa una
diversa incidenza dei raggi solari con la normale alla superficie terrestre (min.
all’equatore, max ai poli). Il Sole produce energia a varie lunghezze d’onda.
l’atmosfera ha quindi un proprio circolo, in quanto la sua massa volumica
aumenta al diminuire della temperatura e viceversa. L’aria calda all’Equatore
sale e fluisce ai Poli dove si raffredda e scende e fluisce verso l’equatore come
aria fredda. Ma non esiste solo questo circuito convettivo. Con il MODELLO
HADLEY-FERREL, si mostrò come esistessero in realtà tre celle convettive
minori per ogni emisfero. Questo spiega bene il circuito delle precipitazioni
terrestri, influenzate per lo più dal raffreddamento dell’H2O nell’atmosfera. Il
modello implica dunque tre aree convettive con i rispettivi venti:
CELLA POLARE: polari orientali.
1.
2. CELLA DI FERREL: correnti occidentali.
3. CELLA DI HADLEY: alisei della zona tropicale.
Le celle sono formate dalla rotazione
terrestre, che tramite la FORZA DI
CORIOLIS (forza apparente, che
sposta a destra nell’emisfero nord e a
sinistra nell’emisfero sud) crea
FASCE ANTICICLONICHE. Queste
fasce di divergenza sono a 30° N e
30°S e ai Poli. All’Equatori e ai 60° N
e S, si trovano AREE DI
CONVERGENZA (CICLONICHE).
Nelle aree cicloniche abbiamo: bassa
pressione, aria ascendente e clima
umido.
Nelle aree anticicloniche abbiamo: alta pressione, aria discendente, clima secco.
Dunque ALTA TEMPERATURA=BASSA PRESSIONE. Nelle zone cicloniche ci
saranno quindi maggiori precipitazioni.
ALTA TEMPERATURA=BASSA PRESSIONE=ALTE PRECIPITAZIONI e
viceversa.
Raffreddando rapidamente l’aria calda ascendente, si formano le nubi, che
causano le precipitazioni (maggiori nelle zone cicloniche).
2 TROPOPAUSA
3 STRATOSFERA
Il clima varia a seconda delle scale: varia di più sulle terre emerse che sulla superficie
marina (serbatoi di temperatura a causa del lento riscaldamento e raffreddamento).
L’escursione termica varia a seconda della vicinanza ai mari, con un minimo all’Equatore
ed un massimo ai Poli. Quindi
1. le zone continentali hanno alta escursione termica, minore umidità e precipitazioni
variabili;
2. le zone marittime hanno: minore escursione, maggiore umidità e precipitazioni
regolari.
Le differenze dettate da marittimità o continentalità si intrecciano con la LATITUDINE.
Influenza importante è data anche da elementi a scala minore quali: RILIEVI e PIANURE.
Le aree più elevate hanno minore ossigeno e maggiori radiazioni solari. La temperatura
diminuisce di 4-6/km di altezza (Gradiente verticale di temperatura).
Ad influire è anche il suolo, formatosi attraverso PEDOGENESI, processo risultante
dall’interferenza di due dinamiche: INORGANICHE e ORGANICHE, che unendosi danno
vita a una tripartizione dei tipi di suolo (HUMICO, ILLUVIALE e DI MALTERAZIONE)
IDROSFERA: il 97% dell’acqua è concentrata negli oceani. Ogni anno ne evaporano
3
33.600 km , ma l’89% di questi torna sotto forma di precipitazioni. Il CICLO IDROLOGICO
è appunto questo processo per cui l’acqua evapora si accumula nelle nubi che causano
precipitazioni e conseguente accumulo in laghi o ghiacciai, ecc e il conseguente ritorno
all’oceano.
L’acqua è presente in oceani, atmosfera, suolo, ghiacciai, laghi, fiumi e rocce. Circola tra
di essi sotto forma di input e output. Lo scorrere delle acque nei fiumi, in ere geologiche,
provoca erosione dei fondali e accumulo di detriti negli estuari. Questi due fenomeni sono
però automaticamente controllati da spinte verso l’alto del mantello terrestre e da una
velocità di erosione che diminuisce all’aumentare dell’erosione.
CLIMA: fortemente influenzato dalla Rivoluzione terrestre e dalla sua Rotazione. A causa
del rapido riscaldamento delle superfici delle terre emerse durante il giorno, si formano
nubi CUMULIFORMI, a base stretta e molto alte. Al diminuire delle temperature verso sera
esse si appiattiscono e svaniscono.
La Rivoluzione terrestre unita all’inclinazione dell’Eclittica implica invece il CICLO DELLE
STAGIONI: al di fuori delle zone tropicali, esistono fluttuazione delle stagioni. La quantità
di energia solare ricevuta è data dalla latitudine. Durante il ciclo stagionale a seconda delle
latitudini si osserva uno spostamento delle precipitazioni, che quindi sono maggiori
durante alcuni periodio dell’anno, causando siccità in altri periodi, contrastata dall’umidità
del terreno. Le zone tropicali hanno una bassa escursione annua delle temperature e
sono influenzate dalle precipitazioni causate dall’incontrarsi degli Alisei che si muovono da
N a S.
Esistono però anche delle fluttuazioni a lungo termine scoperte tramite macro-reperti
archeologici, analisi dei pollini. L’attuale fase climatica PIOVOSA-FREDDA è la NONA
FASE CLIMATICA (iniziata nel 400 a.C.) postglaci