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MOBILITA’ GEOCHIMICA
La mobilità geochimica rende conto della presenza degli ioni nei diversi serbatoi.
Ioni con p.i. inferiore a 2.5 (Cs, Rb, K, Na, Li) danno origine a sali facilmente solubili e pertanto tendono a rimanere a lungo in
soluzione e ad essere trasportati per grandi distanze (elevata mobilità geochimica); Es: Cs+, Rb+, K+, Na+, Li+
Ioni con p.i. compreso tra 2.5 e 10 (Fe, Zr, Mn, Al, Ti, U, Th, etc) danno origine ad idrossidi insolubili e tendono a precipitare
(bassa mobilità geochimica).Es: Fe2+, Fe3+, Mn2+
Ioni con p.i. > 10 (B, C, P, N, S) formano Sali molto solubili. I cui anioni complessi mostrano elevata mobilità geochimica
Es: SO42-, HCO3-
CICLO DELL'ALLUMINIO
3+
L'alluminio è un elemento litofilo, è un metalloide e l'unico stato di ossidazione è Al .
Conseguentemente non è Eh dipendente.
Il pool di riserva dell'alluminio è il magma.
Dalle analisi geochimiche condotte su peridotiti, comatiti e piroliti. Al risulta tra gli elementi presenti in quantità
subordinata a quelli caratterizzanti, quali Si, O.
Attraverso processi magmatici, Al si sposta da un serbatoio ad un altro.
In particolare sulla crosta, lo troviamo nei minerali più abbondanti della crosta stessa, “ i fledspati”.
Se consideriamo una granodiorite, roccia caratteristica della crosta superiore, questa presenta un forte tenore di k-
feldspato;
Al figura dunque fra gli elementi più abbondanti delle crosta.
Il k-feldspato è soggetto a fenomeni di alterazione (weathering), secondo la reazione di idrolisi:
+ -
KAlSi O +H O → K +Al(OH) + H SiO +OH
3 8 2 3 4 4
La precipitazione di Al(OH) avviene a pH=4.5 e a 5.5 è già tutto precipitato.
3
Quindi l'alluminio trova dunque la sua trappola geochimica nell'idrossido.
Avendo un solo stato di ossidazione, non è Eh dipendente.
In termini di potenziale ionico, Al rientra nel campo degli elementi immobili.
Fe e Al hanno pH di precipitazione vicini tra loro e inferiori al pH delle acque meteoriche; ciò spiega perché questi due
elementi sono associati nelle rocce residuali.
2+
Se è presente solo Al vuol dire che il Fe non si è ossidato per una particolare condizione ambientale e quindi non
precipita.
Occorre precisare che Al(OH) ha solubilità più elevata rispetto ad SiO per pH<4.
3 2
In queste condizioni si può avere l'asportazione dell'allumina è di un arricchimento in silice (si tratta di una condizione
rara in natura).
Nelle condizioni naturali, la solubilità della silice è maggiore di quella dell'allumina, quindi la silice viene dilavata,
lasciando in situ Al(OH) (BAUXITE).
3
Essendo immobile, poco Al arriva al serbatoio ultimo.
Per processi di subduzione, può ritornare al mantello.
CICLO DELLO ZOLFO
Lo zolfo è un elemento calcofilo.
Esso viene immesso nell'atmosfera soprattutto da attività antropiche, principalmente come SO , proveniente dalla
2
combustione del carbone e del gasolio.
Lo zolfo di origine non antropica, viene immesso dell'atmosfera soprattutto come H S dai vulcani, dal decadimento
2
biologico del materiale organico e dalla riduzione dei solfati.
Nell'atmosfera H S viene rapidamente ossidato in SO , attraverso un processo che globalmente è il seguente:
2 2
H S+ 3/2O → SO +H O
2 2 2 2
Dall'attività antropica viene inoltre immesso nell'atmosfera H SO , il quale si mescola con il vapore acqueo , viene
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trasportato tramite i venti e arriva nelle acque oceaniche attraverso le precipitazioni (piogge acide), arricchendole di
42-
SO .
Sempre nell'atmosfera una reazione molto comune per i composti dello zolfo che porta alla formazione delle piogge
acide è la seguente: H O+SO → H SO → (OSSIDAZIONE) H SO
2 2 2 3 2 4
42-
Le acque continentali arricchiscono quelle oceaniche di SO , derivante dall'alterazione della pirite:
2+ 42- +
FS +8H O → Fe + 2SO + 16H + 14 e-
2 2
Occorre precisare, inoltre che lo zolfo figura tra i macronutrienti del suolo.
Lo ione solfato è generalmente presente nel suolo sotto forma di minerali solfati immobilizzati insolubili o sotto forma
di sali solubili, che sono facilmente lisciviati dal suolo e persi tramite percolamento.
+
A differenza del caso dei nutrienti cationici come il K , ben poco solfato è assorbito dal suolo ( cioè legato tramite
reazione di scambio ionico) dove resiste al percolamento rimanendo disponibile per l' assimilazione attraverso le radici
delle piante.
Altri organismi lo assumono come H S restituendolo al suolo attraverso il fenomeno della demolizione metabolica.
2
42-
Nel serbatoio ultimo, il mare, SO può essere seppellito nelle argille, e ridotto per la presenza di sostanza organica in
decomposizione sul fondo che sottrae ossigeno, dando luogo ad un ambiente riducente.
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Il tempo di residenza dello zolfo è di 10 anni.
A questo punto, il ciclo può ricominciare o tramite subduzione delle argille di fondo oceanico o attraverso ritorno
nell'atmosfera tramite l'evaporazione delle acque oceaniche.
CICLO DEL MAGNESIO
Molti geochimici ritengono che il chimismo del mantello sia ultrafemico ricco di olivina e costituito da: olivina, pirosseno e fasi
ricche di Al. Le analisi condotte mettono in evidenza che il mantello è costituito da elementi caratterizzanti quali Mg,Si,O, per
la presenza di olivina e pirosseno; sono presenti poi elementi in quantità subordinate quali Ca, Fe e Al. Poco presenti e non
caratterizzanti sono invece Cr,Ti,Na,K che hanno concentrazioni <10.5%.
Il magnesio è un non metallo ed un elemento litofilo.
Il magnesio essendo presente in tale serbatoio in % elevate può dar luogo ad una fase minerale.
Gli elementi che costituiscono il mantello risalgono in superficie grazie al vulcanismo e tra questi c'è il magnesio. Il chimismo
della crosta continentale è rappresentato dalla granodiorite che presenta come elementi più abbondanti O,Si,Al,Fe,Mg,Ca,Na.
Sulla crosta il magnesio è presente in un certo numero di minerali ad esempio la fosterite. Tale minerale è soggetto al
processo di alterazione (weathering) secondo la seguente reazione:
2+ -
Mg SiO + 4H O→ 2Mg +H SiO + 4OH
2 4 2 4 4
-
Da tale reazione si può comprendere che il processo avviene in un ambiente tipicamente basico(4OH ).
Il Mg inoltre è un elemento che ha il valore di potenziale ionico <2.5 quindi si colloca tra gli ioni mobili.
Altra caratteristica del Mg è che ha un solo stato di ossidazione (+2) quindi non è Eh dipendente;
Ha un pH di precipitazione intorno a 14 quindi al di fuori di pH naturale(4-9) e quindi non si trova come idrossido.
Poiché l'idratazione è inversamente proporzionale al raggio ionico, il Mg è un elemento in cui l'idratazione è
abbastanza efficace.
Ciò gli permette di arrivare nel bacino ultimo in abbondanza.
Nel suolo il magnesio rappresenta un macronutriente quindi è presente per quantità maggiori di 500 parti per milioni.
Essendo un macronutriente, il Mg è essenziale per il ciclo vitale delle piante.
Una volta arrivato nel bacino ultimo il magnesio risulta essere sia per le acque continentali che per le acque oceaniche
il 2°catione per abbondanza.
Il Mg è presente in concentrazioni elevate in quanto gli apporti di questo sono superiori alle perdite.
Essendo gli apporti superiori alle perdite ma essendo coinvolto nei processi biologici di alcuni organismi, il tempo di
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residenza del magnesio nelle acque è di 10 anni, inferiore rispetto a quello che caratterizza elementi come il sodio e il
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cloro, che non sono coinvolti in altri processi per 10 anni.
In seguito l'elemento tramite processi di subduzione ritorna nel suo pool di riserva (mantello).
CICLO DEL SODIO
Molti geochimici ritengono che il chimismo del mantello sia ultrafemico ricco di olivina e costituito da: olivina, pirosseno e fasi
ricche di Al. Le analisi condotte mettono in evidenza che il mantello è costituito da elementi caratterizzanti quali Mg,Si,O, per
la presenza di olivina e pirosseno; sono presenti poi elementi in quantità subordinate quali Ca, Fe e Al. Poco presenti e non
caratterizzanti sono invece Cr,Ti,Na,K che hanno concentrazioni <10.5%.
Il sodio essendo presente in tale serbatoio in quantità esigua non può dare luogo a fasi minerali.
Quando il mantello forma fusi parziali, parte degli elementi risalgono in superficie grazie al vulcanismo, fra questi c'è il sodio. Il
chimismo della crosta continentale è rappresentato dalla granodiorite che presenta come elementi più abbondanti
O,Si,Al,Fe,Mg,Ca,Na.
Il sodio bisogna inoltre ricordare che attraverso la classificazione di Goldschmidt è un elemento litofilo, e quindi
presenta sulla litosfera.
In quest'ultima il Na, può essere presente in vari minerali ad esempio nell'albite.
Questo minerale è soggetto a fenomeni di alterazione superficiale(weathering) secondo la reazione:
+ -
NaAlSi O + 8H O → Na +OH + Al(OH) + 3H SiO
3 8 2 3 4 4
In questa reazione si ha la formazione di un acido debole rapprsentato da 3H SiO ; un colloide rappresentato da
4 4
Al(OH) 3 .
Da tale processo di alterazione è inoltre possibile vedere che in termini di potenziale ionico, il sodio si colloca tra gli
ioni mobili poiché il suo p.i è <2.5, rimanendo dunque allo stato di ione.
Avendo un solo stato di ossidazione, il Na non è neanche Eh dipendente.
Collocandosi nelle fasi iniziali del I°gruppo (Z=11) ha anche una idratazione elevata e ciò fa sì che il Na arrivi nel bacino
ultimo in grandi %.
Il Na, bisogna anche evidenziare che ha un pH di precipitazione circa di 10 e quindi in natura l'idrossido di Na non è
possibile trovarlo.
In seguito ai processi di alterazione delle rocce il Na arriva nelle acque continentali e qui rappresenta per abbondanza
il 3°catione in assoluto;
Nelle acque oceaniche invece, il Na è il I°catione ed inoltre è una specie conservativa (quindi non è soggetto a
variazioni di concentrazione al variare delle condizioni di TP, e del pH quando non è coinvolto in processi di
dissoluzione e di precipitazione).
Inoltre il Na nelle acque oceaniche è un micronutriente indifferente quindi non è utilizzato in abbondanza e ciò
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permette di dire che il Na ha un tempo di residenza elevato (circa 10 anni).
In seguito attraverso subduzione, il Na torna n