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X Y
w w+
X X
Giorgia Palladino 26
Bridges interpretò questo fenomeno, che chiamò non-disgiunzione, al fatto che
occasionalmente i due cromosomi X delle femmine non si separano durante
la meiosi, per cui alcune uova contengono 2 cromosomi X mentre altre nessuno.
Bridges interpretò questo fenomeno, che chiamò non-disgiunzione, al fatto che
w w w+
X X X Y
occasionalmente i due cromosomi X delle femmine non si separano durante
X
la meiosi, per cui alcune uova contengono 2 cromosomi X mentre altre nessuno.
Occhi Occhi
w w W
X X X metafemmine occhi rossi w w w+
• X X X Y
bianchi rossi
w w
X X Y femmine occhi bianchi X
• Occhi Occhi
W
0 X maschi sterili occhi rossi
• bianchi rossi
0 Y non vitale, non si osserva nella progenie
•
Proprio per questi errori di non disgiunzione, quindi,
si possono osservare piccole percentuali di individui
anomali.
La non disgiunzione, che può avvenire anche in
cromosomi autosomici, non solo sessuali, deriva dal
fatto che in meiosi 2 cromosomi omologhi non si
separano. Più frequentemente, questo errore avviene
nella meiosi I, per cui si distribuiscono 2 cromosomi
in un gamete e nessuno nell’altro; però l’errore può
avvenire anche nella meiosi II, dove non si separano i
cromatidi fratelli, per cui un gamete contiene 2
cromatidi e l’altro nessuno.
Quindi, Bridges verificò al microscopio che gli individui anomali presentavano dei difetti nel
corredo cromosomico, dimostrando che il fenotipo non atteso è associato ad un’anomalia
cromosomica. Questo dimostra la teoria per cui i geni sono trasmessi dai cromosomi, ovvero i
responsabili della trasmissione dei caratteri ereditari. Non disgiunzione meiotica
Non disgiunzione meiotica
Segregazione normale Non disgiunzione Non disgiunzione
Segregazione normale Non disgiunzione Non disgiunzione
del cromosoma X alla meiosi I alla meiosi II
del cromosoma X alla meiosi I alla meiosi II
Cellula diploide
Cellula diploide all inizio della meiosi
all inizio della meiosi Prima divisione non disgiunzione
meiotica
Prima divisione non disgiunzione
meiotica non disgiunzione
Seconda divisione
meiotica non disgiunzione
Seconda divisione
meiotica X X X X XX XX 0 0 XX 0 X X
X X X X XX XX 0 0 XX 0 X X
Dopo aver ottenuto questi risultati anomali, Bridges verificò l’ipotesi della non disgiunzione
w w
attraverso nuovi incroci. Fece, quindi, incrociare delle femmine eccezionali X X Y, con fenotipo
W
occhi bianchi, con un maschio normale X Y, con fenotipo occhi rossi. La femmina può produrre,
in questo caso, due diversi tipi di gameti:
w w
X e X Y caso meno frequente
• w w
X X e Y caso più frequente
•
Vediamo i due possibili incroci: 10
Otteniamo degli individui:
w w
X X Y W w
¼ X X femmine normali eterozigoti
w
¼ X Y maschi normali emizigoti recessivi
W W w W w
X X X X X Y W w
¼ X X Y femmine occhi rossi
w
¼ X YY maschi occhi bianchi
w w
Y X Y X YY
Giorgia Palladino 27
Otteniamo degli individui:
w w
X X Y W w w
¼ X X X metafemmine occhi rossi (non vitali)
W
¼ X Y maschi occhi rossi (inattesi)
W W w w W
X X X X X Y w w
¼ X X Y femmine occhi bianchi
¼ YY non vitali
w w
Y X X Y YY
Tuttavia, Bridges osservò, dopo questi incroci, altri risultati inattesi; questo indicava che erano
avvenute altre non disgiunzioni.
La determinazione del sesso nei mammiferi
Nei mammiferi, come in Drosophila, la determinazione del sesso avviene per via cromosomica. I
cromosomi X e Y sono molto diversi: X è grande e contiene molti geni, Y è piccolo e contiene
quasi del tutto cromatina non codificante.
Mentre in Drosophila la presenza o assenza di Y non è fondamentale per il sesso, ma solo per la
fertilità, nei mammiferi il cromosoma Y è essenziale per determinare il sesso maschile. Tutti i
cromosomi presentano 2 bracci corti e 2 lunghi; il cromosoma Y, però, viene detto acrocentrico,
perché i bracci corti sono quasi inesistenti.
Ma allora, com’è possibile appaiare i due cromosomi sessuali durante la meiosi se non sono
omologhi, cioè se hanno pochissime sequenze analoghe? Esistono due regioni, all’estremità dei
bracci lunghi e corti di entrambi i cromosomi sessuali, che contengono sequenze analoghe: la zona
all’estremità dei bracci corti è detta regione pseudoautosomica primaria, mentre quella all’estremità
dei bracci lunghi è detta regione pseudoautisomica secondaria. A parte queste due zone analoghe,
nel resto del cromosoma X contiene centinaia di geni, mentre Y contiene cromatina non codificante.
Sul braccio corto di Y, però, vicino alla zona pseudoautosomica, è presente il gene Sry, necessario
per la determinazione del sesso maschile. Questo è stato scoperto perché, a causa di una serie di
anomalie cromosomiche per cui Sry era assente o traslocato sul cromosoma X, si sono osservati dei
casi di individui geneticamente maschi ma che esprimevano un fenotipo femminile e viceversa. Il
fatto che il gene Sry sia il TDF (testis determining factor = fattore che determina i testicoli) è stato,
quindi, dimostrato sui topi: si inserisce il gene Sry in un nucleo che contiene i cromosomi sessuali
XX, e si osserva che il topo esprime un fenotipo maschile, ma è sterile.
Questo dimostra che Sry codifica per un fattore di trascrizione responsabile di innescare una cascata
di trasduzione del segnale, che a sua volta fa esprimere una serie di geni (tipo SOX9) che fa sì che
le gonadi indifferenziate si differenzino in gonadi maschili. Dato che l’ormone mulleriano trasforma
il dotto mulleriano nelle tube e nell’utero, il gene Sry fa sì che venga espresso l’ormone
antimulleriano, che contrasta il mulleriano; inoltre, grazie a questa cascata trasduzionale, i testicoli
producono gli ormoni dei tratti maschili secondari. Nella femmina, invece, che esprime solo
l’ormone mulleriano, il dotto si trasforma nelle tube e nell’utero e vengono espressi gli ormoni dei
tratti secondari femminili.
Esistono anche dei casi genetici in cui femmine fenotipiche hanno un genotipo XY, per cui sono
femmine sterili. Questi individui hanno una mutazione o una delezione di Sry, per cui sono
femmine anche se possiedono il cromosoma Y. Viceversa, esistono anche delle femmine
genotipiche XX che presentano un fenotipo maschile, perché un pezzo di cromosoma Y, che
contiene Sry, si è traslocato sul cromosoma X.
I cromosomi possono essere colorati con tecniche di bendaggio specifiche per ciascun cromosoma,
per cui tutti gli autosomi e anche i cromosomi sessuali XX hanno lo stesso pattern di bendaggio, in
modo da poter riconoscere i differenti cariotipi, maschile e femminile.
Giorgia Palladino 28
Non disgiunzione meiotica nel maschio
Non solo nella donna, ma anche nell’uomo, ci può essere una non disgiunzione nei gameti.
Non disgiunzione Non disgiunzione
alla meiosi I alla meiosi II
X Y X Y X Y
Cellula diploide
all inizio della
meiosi non disgiunzione
Prima divisione
meiotica XY 0 X Y X Y
Seconda
divisione non disgiunzione non disgiunzione
meiotica XY XY 0 0 XX 0 Y Y X X YY 0
Vediamo i casi più tipici di zigoti eccezionali:
X0; femmine affette da sindrome di Turner, mostrano alcune piccole variazioni fenotipiche ma
• non gravi e sono sterili
XXY; maschi affetti dalla sindrome di Klinefelter, presentano alcune alterazioni fenotipiche ma
• non gravi, di solito sono più alti della media e sono sterili
XXX; femmine affette dalla sindrome del triplo X, non manifestano alterazioni fenotipiche e, di
• sindrome di Klinefelter
solito, sono fertili
XYY; maschi che, in genere, non manifestano alterazioni fenotipiche, di solito sono più alti della
• media e sono fertili, anche se alcuni possono avere problemi di sterilità
Gamete Gamete
Gamete Gamete
La sindrome di Klinefelter può essere generata sia da errori nella meiosi I maschile (1 gamete XY e
masch. masch.
femm. femm.
1 gamete 0), sia nella meiosi I e meiosi II femminile (1 gamete XX e un gamete 0). Inoltre, anche la
X Y
sindrome di Turner può essere provocata da errori sia nella meiosi maschile che femminile.
XY XX
Eredità legata al cromosoma X
Abbiamo detto che gli autosomi sono coppie di cromosomi in cui sono presenti gli stessi geni. I
cromosomi sessuali, invece, contengono geni diversi: i maschi hanno 1 X e 1 Y, le femmine hanno
2 X. Ma questo vuol dire che i geni localizzati sul cromosoma X sono espressi, nelle femmine, il
doppio rispetto ai maschi; com’è possibile? Questa doppia espressione, di fatto, non avviene, perché
l’evoluzione ha escogitato un sistema per bilanciare il dosaggio.
Nei mammiferi, infatti, viene inattivato nelle femmine uno dei due cromosomi X; questo è un
X X Y
fenomeno epigenetico, cioè che determina un cambiamento dell’espressione genica senza alterare la
sequenza in basi del DNA. L’inattivazione di uno dei due cromosomi X avviene come una
modificazione della cromatina, che fa silenziare l’espressione genica; per cui, i geni inattivati non
sono espressi.
Nel 1949, il biologo Murray Barr osservò che, nelle cellule femminili, si notavano degli ammassi
più scuri nella cromatina non condensata, dovuti alla condensazione di una particolare cromatina
nei nuclei interfasici. A sua volta, la biologa Mary Lyon correlò questi ammassi di cromatina, i
corpi di Barr, a uno dei due cromosomi X. L’ipotesi, quindi, era che in ogni cellula uno dei due
cromosomi X, scelto casualmente, venisse inattivato. Questa inattivazione, effettivamente, avviene 20
casualmente in ogni cellula dalla fecondazione allo stadio di blastocisti (30-60 cellule). Dopo
Giorgia Palladino 29
questo stadio, l’informazione di quale cromosoma X è stato inattivato passa per via clonale dalle
cellule della blastocisti a tutte le altre, per mitosi.
Questa ipotesi è stata proposta grazie all’osservazione del colore del mantello di alcuni gatti e topi
femmine. Il gatto calico presenta delle macchie di pelo nero e rossiccio alternate. Sapendo che la
mutazione per il colore del pelo da nero a rosso di trova sul gene X, la femmina eterozigote
nero rosso
X X presenterà entrambe le varietà di colore, a seconda di quale gene X viene inattivato. Per
questo motivo, il mantello sarà una miscela di macchie dei due colori. Dato che l’inattivazione
avviene in una fase precoc