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Si prepara una coltura per ogni mutageno che si vuole analizzare, e in seguito per ogni mutageno utilizzato
si effettua anche un controllo con una sostanza neutra.
Dalle colture potremo ottenere che :
1)Se non si ha la formazione di un certo numero di colonie la sostanza in esame non è cancerogena. Lo
stesso si osserva nel controllo
2) Se la sostanza che si ritiene cancerogena, rende il microrganismo capace di poter sintetizzare
nuovamente l'istidina, viene considerato mutageno.
La ricombinazione genetica
la ricombinazione comporta lo scambio fisico tra materiale genetico tra elementi genetici.
Si parla di ricombinazione omologa quando lo scambio avviene tra sequenze omologhe di DNA di due
origini differenti. (crossing over).
Nei batteri la ricombinazione omologa coinvolge la proteina RecA.
Il processo comincia con un taglio, in una delle due molecole di DNA con la formazione di un frammento.
Una proteina che lega il DNA a singola elica si associa a questo frammento, seguita dalla proteina RecA,
formando un complesso che facilita il riappaiamento con la sequenza complementare nel DNA duplice
adiacente, mentre avviene in modo simultaneo lo spostamento del filamento residente (invasione del
filamento).
Affinché possano emergere nuovi genotipi è importante che le sequenze omologhe siano geneticamente
distinte. Nei procarioti, si ovvia attraverso tre processi: trasformazione, coniugazione e trasduzione.
Attraverso questi meccanismi i frammenti di DNA omologo vengono trasferiti dal cromosoma di una cellula
donatrice a quella ricevente. Solo dopo il trasferimento, avviene la ricombinazione omologa.
Trasformazione
La trasformazione è il trasferimento di materiale genetico da un batterio all'altro mediato da frammenti di
DNA extracellulare (questo DNA può provenire da cellule morte o può essere estratto e somministrato
artificialmente a cellule riceventi).
Essa inizia quando il DNA a doppio filamento viene agganciato da un recettore sulla superficie della cellula
ricevente. Appena viene tirato all'interno, grazie alla trascrizione di alcuni geni che sono attivati in seguito
a stimoli ambientali, un filamento del DNA viene degradato e l'altro, invece, risulta protetto dalla
degradazione mediante una proteina di rivestimento.
Successivamente questo singolo filamento di DNA trasformante invade il cromosoma della cellula ricevente
appaiandosi con il filamento complementare del DNA e rimpiazzando quello ad essi equivalente. Il
filamento sostituito viene quindi anch'esso degradato. Se le cellule donatrici e riceventi portano differenti
alleli di un gene, la risultante doppia elica ricombinante avrà un allele su un filamento e l'altro sul secondo
filamento. Questo tipo di DNA a doppia elica, che viene detto eteroduplex (una doppia elica “eterozigote”),
segrega poi in due omoduplex quando viene replicato.
La competenza
All'interno di generi batterici "trasformabili", solo alcuni ceppi o specie sono in grado di essere trasformati.
Una cellula in grado di assumere una molecola di DNA e di essere trasformata è detta competente, e questa
caratteristica è determinata geneticamente. Nella maggior parte dei batteri naturalmente trasformabili, la
competenza è regolata e vi sono proteine specifiche che hanno il compito di prelevare e processare il DNA.
Esse possono comprendere una proteina associata alla membrana che si lega al DNA,un'autolisina della
parete cellulare e varie nucleasi. Uno dei meccanismi di attivazione della competenza naturale
in Bacillus subtilis, una specie batterica facilmente trasformabile, fa parte di un sistema "quorum-sensing",
regolato da un sistema a due componenti. Le cellule, durante la crescita, producono e secernono un piccolo
peptide e, in presenza di un'elevata concentrazione di questo peptide, divengono competenti.
La trasduzione
La trasduzione è una modalità di trasferimento genico, dove il trasferimento dei geni batterici è mediato da
batteriofagi. Esistono due tipi di trasduzione:
1. la trasduzione generalizzata dove un frammento casuale di DNA batterico viene impacchettato nella testa
del fago al posto del cromosoma fagico, con formazione di una particella trasducente.
2.La trasduzione specializzata dove si è verificato un evento di ricombinazione tra il cromosoma ospite e il
cromosoma fagico, producendo quindi un cromosoma fagico che contiene un pezzo di DNA batterico e uno
fagico.
Nella trasduzione generalizzata, durante il ciclo litico
nella testa del virus( temperato o virulento), possono
essere incorporati frammenti di DNA batterico. Si forma
una popolazione mista con fagi che contengono i geni
virali di origine, e fagi con DNA batterico; questi
ultimi possono poi inoculare i geni batterici in un
nuovo batterio, così, il DNA inoculato si fonde con
quello batterico. A differenza della trasduzione
specializzata, vi saranno particelle trasducenti
contenenti solamente DNA fagico o solamente DNA
cromosomico La trasduzione specializzata è, invece, caratteristica di virus
temperati che trasferiscono solo certi tipi di geni tra i
batteri. Il batteriofago lambda è il fago trasducente
specializzato conosciuto in modo
più approfondito. Esso trasporta i geni gal (richiesto per
l'utilizzo del galattosio come fonte di energia) e bio
(essenziale per la sintesi della biotina) da una cellula di
E.coli ad un'altra.
Il sito specifico dell'integrazione del cromosoma circolare di
si trova tra i geni gal e bio del cromosoma batterico,
motivo per cui il fago trasduce questi geni in modo così
specifico. Il cromosoma integrato va incontro a rare
escissioni spontanee e in seguito alle quali entra nella via
litica. L'escissione del profago può essere anche indotta
irradiando le cellule lisogeniche con raggi ultravioletti. La
normale escissione è essenzialmente l'opposto del processo di
integrazione sito-specifica e porta ad un fago ed un
cromosoma circolari intatti.
Occasionalmente, l'escissione, è imprecisa, con un crossing-over che si verifica ad un sito differente da
quello originario di attacco. Quando questo avviene, una porzione del cromosoma batterico viene escissa
insieme al DNA fagico ed una porzione del cromosoma fagico viene lasciata nel cromosoma ospite.
L'escissione anomala del profago, quindi, produce fagi trasducenti specializzati che portano i geni gal e bio
dell'ospite.
Erroneamente il fago excidendosi dal cromosoma può incorporare le regioni fiancheggianti il sito att
gal bio
costituite dai geni o dai geni generando cosi fagi difettivi per quanto riguarda il genoma fagico ma
portatori di segmenti di DNA cromosomico.
I fagi lambda dgal o lambda dbio contengono quindi sia DNA fagico che DNA cromosomico.
I fagi trasducenti lamda dgal o lambda dbio sono fagi difettivi in quanto l’acquisizione di geni cromosomici
è compensata dalla perdita di genoma fagico.
Le particelle saranno quindi difettive e potranno replicarsi solo in presenza di un fago helper.
Conversione fagica
E’ quando un fago temperato normale (che non è difettivo) lisogenizza una cellula e il suo DNA viene
convertito allo stato di profago, la cellula lisogena risulta immune da ulteriore infezione da parte dello
stesso tipi di fago.
CICLO LITICO: il DNA si replica, vengono sintetizzati RNA e proteine virali; queste ultime si uniscono fra
loro (si assemblano) per formare nuovi virus, nella cui testa si inserisce il genoma virale neoformato. Ogni
batterio infettato da virus si trasforma così in una fabbrica di nuove unità virali. Al termine del processo, il
batterio va incontro a lisi e a liberazione dei virus, che vanno poi ad infettare altri batteri.
CICLO LISOGENO: quando il virus infetta il batterio il suo DNA va ad integrarsi nel DNA batterico.
I fagi che hanno un ciclo lisogeno vengono chiamati virus temperati, perché il loro DNA si integra nel
cromosoma batterico e come esso si comporta; di conseguenza, viene trasferito alle nuove generazioni senza
determinare alcun danno per il batterio. Questo stato di quiescenza può essere tuttavia spezzato da stimoli
opportuni (raggi UV, stress ecc.); in queste situazioni il DNA virale si può staccare (excidere), passando dal
ciclo lisogeno a quello litico.
I plasmidi
I plasmidi sono elementi genetici in grado di replicarsi autonomamente dal cromosoma per questo vengono
definiti anche repliconi. La maggior parte di essi è costituita da DNA a doppia elica e ha forma circolare,
sebbene ne siano noti di lineari.
Si differenziano dai virus per due motivi: (1) non provocano danni alla cellula (anzi, generalmente sono
vantaggiosi per la cellula ospite) e (2) non hanno una vita extracellulare. I plasmidi sono stati trovati
soltanto in alcuni eucarioti, mentre sono ampiamente diffusi nei procarioti, dove possono svolgere un ruolo
di fondamentale importanza nella biologia del microrganismo. Infatti, alcuni plasmidi contengono geni in
grado di conferire alla cellula ospite caratteristiche importanti, come la resistenza agli antibiotici o a ioni
metallici.
Inoltre a differenza del cromosoma, che contiene i geni (housekeeping) che codificano prodotti coinvolti
nelle funzioni essenziali della cellula, i plasmidi non sono essenziali e generalmente codificano geni che
sono necessari per la crescita soltanto in condizioni particolari. I plasmidi possono essere di grandi
dimensioni o di piccole dimensioni. Generalmente quelli di grandi dimensioni sono coniugativi, ossia in
grado di trasferirsi da una cellula all'altra. Mentre quelli di piccole dimensioni non sono coniugativi e
spesso mobilizzabili, ovvero capaci di utilizzare il sistema di trasferimento di un altro plasmide di tipo
coniugativo presente nella cellula).
Un'altra importanza fondamentale dei plasmidi è la loro capacità di permettere il trasferimento genetico tra
le diverse specie e sono tra i principali responsabili del trasferimento genico orizzontale (HGT), ossia il
fenomeno per il quale i geni sono trasferiti da una cellula ad un'altra attraverso un processo diverso da
quello ereditario, che consiste nel passaggio dalla cellula madre a quella figlia.
Tra le caratteristiche funzionali che i plasmidi sono in grado di conferire, figurano:
la produzione o la resistenza agli antibiotici o farmaci in generale (plasmide R), ai metalli pesanti e
• ai raggi UV;
l'utilizzo di fonti di carbonio insolite o la fissazione di azoto inorganico nel suolo;
• la produzione di proteine in grado di uccidere gli altri batteri (batteriocini);
• Agrobacterium tumefaciens).
la virulenza (plasmide T di
•
La replicazione dei plasmidi, può avvenire in tre modi: replicazione monodirezionale (una sola forcella di
replicazione lascia l'origine e procede lungo il DNA), replicazione bidirezionale (si formano due forcelle di
replicazione che procedono dall'origine in direzioni opposte) oppure replicazione a cerchio