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Gabriele D'Annunzio - vita e opere - Appunti Pag. 1
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Rappresentazione di un paesaggio che sembra celare l'essenza stessa della vita

Non tutta l'immensa produzione in versi che egli accumula risente di questa condizione e, se possiamo tralasciare Merope e Canti della guerra latina, una particolare attenzione richiede invece Elettra, dove il poeta si avvicina a quella poesia oratoria e celebrativa (specie nella sezione "Le città del silenzio") che ha esempi illustri nella lirica ottocentesca e che sembra fare da ponte con la pratica oratoria politica che egli va esercitando. Perché, nel frattempo, D'Annunzio aveva vissuto anche la sua esperienza politica: affermazioni di acceso nazionalismo aveva fatto nella raccolta L'Armata d'Italia (1888) e poi nelle Odi navali, raccolte in volume nel 1893; ma soltanto nel 1897 pose la sua candidatura come deputato, e per i suffragi degli elettori di Ortona a Mare entrò in parlamento tra le file della maggioranza. Più tardi però, nel marzo 1900,

compì un gesto clamoroso abbandonando la maggioranza per unirsi ai deputati dell'estrema sinistra che facevano l'ostruzionismo contro i provvedimenti reazionari del governo Pelloux. Ma più che in parlamento la sua oratoria politica si espresse attraverso quella specie di vita che lo scrittore volle realizzare e che venne a prosporsi come un modello tanto seducente quanto pericoloso alla borghesia italiana d'allora: nel 1898 si ritirò a vivere in Toscana, a Settignano, nella villa della Capponcina, e condusse un'esistenza fastosa a imitazione di quella dei signori del Rinascimento. L'opera d'oratoria fu esercitata pure attraverso il teatro, che inaugurato nel 1897-1898 con il Sogno d'un mattino di primavera, il Sogno d'un tramonto d'autunno e La città morta, e imposto al pubblico anche grazie alle geniali interpretazioni di Eleonora Duse, tenne impegnato il poeta sino all'inizio del primo conflitto mondiale, quando

Nell'azione militare e politica egli trovò un mezzo più genuino per esercitare sul pubblico la sua funzione di maestro di vita. Nonostante ciò il teatro dannunziano non manca del tutto di significato letterario: volle essere, e in certo senso fu, almeno nella Figlia di Iorio, espressione di una drammaticità diversa da quella cui s'ispirava il teatro borghese e realista di allora; volle estrarre dal mito, dalla storia e persino dalla vita contemporanea esempi di esperienze eccezionali, nelle quali lussuria e torbide passioni segnano il destino degli uomini; ma nell'insieme esso risulta più invecchiato di altre parti dell'opera dannunziana, ove si eccettuino quei frammenti ispirati al medesimo lirismo dei due eccellenti fra i libri delle Laudi: Alcyone e Maia. Oltre a quelle menzionate, le opere teatrali sono in ordine di tempo le seguenti: La Gioconda e La gloria (1899), Francesca da Rimini (1902), La fiaccola sotto il moggio (1905).

Più che l'amore (1906), La nave (1908), Fedra (1909), Le martyre de Saint Sébastien, scritto in francese, con musiche di Debussy (1911), La Pisanelle ou la mort parfumée, ancora in francese (1912-1913), Parisina, rappresentata alla Scala di Milano nel 1913 con musiche di Mascagni, Le chèvrefeuille (1913), pure in francese, tradotta l'anno seguente in italiano col titolo Il ferro. I drammi scritti in francese traggono la loro origine dal fatto che nel 1910 il poeta, disgustato delle vicende giudiziarie che portarono alla vendita della Capponcina, s'era trasferito in Francia, ad Arcachon, in un esilio volontario che non lo distolse tuttavia dal seguire le vicende italiane, come dimostrano specialmente Le canzoni della gesta d'oltremare, composte per la guerra libica, né gli impedì d'essere presente nella letteratura nazionale di quegli anni con nuove opere, tra le quali particolarmente notevole è la Contemplazione della morte.

Composta nel 1912 dopo le morti, seguite a breve distanza l'una dall'altra, del suo ospite francese Bermond e di Giovanni Pascoli. Data anzi dalla

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Publisher
A.A. 2008-2009
3 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca d. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lettere e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze letterarie Prof.