Il fusto è un importantissimo organo delle piante vascolari perché svolge alcune funzioni
fondamentali. Ad esempio esso è l’organo di supporto per molte strutture della pianta come le
foglie ( utili per la fotosintesi ), i fiori ( utili per la riproduzione ). Esso inoltre, essendo
vascolarizzato, permette di trasportare acqua e sostanze nutritizie a tutte queste zone della
pianta. Esso inoltre produce nuove cellule nei meristemi primari e secondari. Esso infine è un
organo di riserva, anche se non tanto quanto le radici.
Forme del fusto:
Il fusto è di forma generalmente allungata e cresce in verso opposto a quello della forza di gravità
per un fenomeno detto geotropismo negativo. Da esso inoltre generano diversi rami più piccoli del
fusto stesso. Il fusto può essere:
Monopodiale: è un fusto principale verticale da cui si originano sia a destra che a sinistra
dei rami per tutta la lunghezza del fusto.
Simpodiale: tipo di fusto in cui l’attività di crescita della gemma terminale cessa e diversi
rami si accrescono in lunghezza superando anche l’altezza del fusto.
Osservando un fusto si possono evidenziare tre zone:
1. Zona di accrescimento: zona in cui le cellule del meristema apicale si dividono producendo
nuovi elementi e facendo crescere la pianta in altezza.
2. Zona di distensione: zona in cui le cellule si allungano e si differenziano. Questa zona è la
principale responsabile dell’ allungamento del fusto.
3. Zona di struttura primaria: zona in cui le cellule sono ormai adulte e specializzate.
Meristemi: il pro-meristema apicale è il SAM e da origine ai tre meristemi primari: protoderma,
meristema fondamentale e procambio. Lo strato più esterno è quello del protoderma, che è
composto da cellule in differenziazione che quando smettono di dividersi formano l’epidermide. Al
di sotto del protoderma c’è il meristema fondamentale. Esso porta alla formazione del parenchima
della regione corticale e al midollo ( nucleo al centro del fusto ) quando le sue cellule smettono di
dividersi. Il procambio infine è formato da cellule lunghe e sottili che formano dei fasci posti ad
anello al di sotto del meristema fondamentale. Queste cellule continuano a dividersi fino a dare
origine allo xilema primario verso l’interno e il floema primario verso l’esterno. Nelle piante che
possono avere lo sviluppo secondario, c’è ancora del procambio tra xilema e floema che porterà al
cambio cribo legnoso.
Disposizione dei fasci conduttori primari nelle dicotiledoni: la disposizione dei fasci nelle
dicotiledoni dipende dal numero e dalla disposizione delle foglie e dal numero di fasci conduttori
che innervano le foglie e le gemme. Tali fasci sono detti tracce fogliari e le foglie possono disporsi
in 4 modi fondamentali:
1. Alterne: esse sono disposte a coppie lungo il fusto. Una foglia è rivolta verso destra e l’altra
verso sinistra. Una delle due è leggermente più in alto rispetto all’ altra, ovvero i loro
piccioli partono da due altezze diverse.
2. Opposte: esse sono disposte come le alterne ma i loro piccioli partono dallo stesso punto
3. Verticillate: sono 3 foglie i cui piccioli partono dallo stesso punto e sono dirette in tre
direzioni diverse
4. Spiralate: le foglie sono disposte attorno al fusto come a formare una spirale.
Questa disposizione di foglie e il numero di foglie per ogni nodo ( nelle opposte sono due e nelle
verticillate sono tre ) determina il numero di fasci vascolari nel cilindro centrale e quello delle
tracce fogliari.
I fasci vascolari delle dicotiledoni sono di tipo collaterale aperto, ovvero dall’ interno all’esterno, si
ha: xilema, residuo del procambio, floema. I fasci inoltre sono disposti secondo una disposizione
eustelica, ovvero ci sono molti fasci collaterali disposti nel parenchima midollare a formare un
anello.
Fasci vascolari nelle monocotiledoni: i fasci vascolari delle monocotiledoni sono di tipo collaterale
chiuso, ovvero all’interno è presente lo xilema e all’ esterno il floema, senza il residuo del
procambio in mezzo ad esse. I fasci sono disposti in modo uniforme nel tessuto fondamentale
anche perché non è ben chiara la distinzione tra corteccia e midollo. Una disposizione di questo
tipo è detta atactostelica. A volte però, è possibile che i vasi siano disposti circa a forma di anello
nella zona della periferia del fusto perché nella pianta si è formata una lacuna centrale al posto del
midollo.
Oltre alla disposizione atactostelica e eustelica, ne esistono altre, come la struttura aplostelica,
ovvero nella corteccia sclerificata si trovano immersi numerosi fasci concentrici perifloematici
delimitati da endodermide e periciclo.
Quando i vasi si piegano in corrispondenza dei nodi dove sono inserite le foglie, si perde la
disposizione ordinata dei tessuti e i fasci formano la traccia fogliare che costituirà il sistema di
nervature.
Inspessimento nelle monocotiledoni: il PTM è il meristema di ispessimento primario presente
nelle monocotiledoni che è la causa dell’ allungamento del fusto e dell’ ispessimento in alcuni
punti del diametro del fusto che altrimenti sarebbe pressoché costante dalla base alla punta. Il
meristema apicale del fusto quindi è quello responsabile dell’ accrescimento primario, ossia della
crescita in lunghezza delle piante, ed è la struttura definitiva per quelle piante che hanno solo
l’accrescimento primario. In alcune monocotiledoni arborescenti come la palma da cocco, il
dattero ecc, il diametro del fusto è pressoché costante ma si riscontra un inspessimento alla base.
Questo è dovuto alla presenza di radici avventizie basali. Altre monocotiledoni, le arborescenti per
esempio ( yucca, agave, dracaena ) presentano ramificazioni ed ispessimento del fusto a causa di
un accrescimento secondario dovuto al cambio cribo-legnoso. Alcune volta, nelle monocotiledoni,
l’inspessimento può essere dovuto anche al cambio vascolare.
Accrescimento secondario: esso è presente nelle gimnosperme e nella maggior parte delle
dicotiledoni. In queste piante, oltre alla zona di struttura primaria c’è una zona di struttura
secondaria dove l’accrescimento è assicurato dal cambio cribo-legnoso e dal cambio subero-
fellodermico. Il primo genera l’accrescimento del tessuto vascolare mentre il secondo origina il
periderma, ovvero il tessuto di rivestimento.
La maggioranza delle monocotiledoni e molte dicotiledoni hanno un accrescimento secondario
scarso o assente e esauriscono il loro ciclo vitale in un anno. La maggioranza delle dicotiledoni,
invece, sono perenni e hanno un accrescimento secondario che inizia nel loro primo anno e
continua per tutta la loro vita.
Sviluppo del cambio cribo-legnoso: le piante legnose sviluppano un fusto che si accresce
annualmente di spessore a causa della crescita di xilema e floema secondari a partire dai loro
meristemi secondari. Il cambio cribo-legnoso si forma a partire dalle cellule del procambio che
iniziano a dividersi formando il cambio intrafasciale e dalle cellule parenchimatiche interfasciali
che formano il cambio interfasciale. Dopo di che il cambio intrafasciale e interfasciale si fondono
assieme formando un anello che porterà ad avere il cambio cribo-legnoso vero e proprio. Il cambio
prolifera formando xilema secondario verso l’interno e floema secondario verso l’esterno perché
la cellula iniziale del cambio cribo-legnoso si divide e una cellula rimane del cambio mentre quella
più interna diventa xilema. La cellula del cambio si divide ulteriormente e una cellula rimane
sempre del cambio mentre quella esterna diventa floema. Dopo di che si divide ulteriormente e la
cellula interna diventa xilema mentre l’altra rimane del cambio che si divide ulteriormente
formano il floema ecc ecc. tutto il processo si ripete per tutte le cellule del cambio cribo legnoso
fino ad avere uno strato di xilema secondario, poi uno di cambio e più all’ esterno di tutte, uno di
floema.
Il cambio cribo-vascolare produce due tipi di cellule:
Le iniziali fusiformi: che daranno origine ai vasi assiali
Le iniziali dei raggi: che daranno origine al sistema radiale formato da cellule
parenchimatiche tracheidi che mettono in comunicazione i vasi del sistema assiale.
Composizione del legno in angiosperma: il legno, o xilema secondario, permette di visualizzare
diverse strutture a seconda della sezione dalla quale le si guarda:
Sezione trasversale: si vedono longitudinalmente i raggi midollari ed in sezione le fibre e i
vasi xilematici e floematici
Sezione radiale: si vedono longitudinalmente sia i raggi midollari che le fibre e i vasi
xilematici e floematici
Sezione tangenziale: si vedono in sezione i raggi midollari e longitudinalmente le fibre e i
vasi xilematici e floematici.
Osservando in sezione trasversale un vecchio fusto si nota che presenta una zona interna più scura
detta duramen e una più esterna e chiara detta alburno. Il duramen è più vecchio e non funzionale
mentre l’alburno è giovane e funzionale. Man mano che la pianta cresce in spessore, la quantità di
alburno rimane più o meno costante, mentre il duramen aumenta perché l’alburno vecchio si
trasforma in duramen. Osservando, sempre in sezione trasversale, un albero, si notano anche le
cerchie annuali, dove ogni cerchio rappresenta un anno di vita della pianta. Essi sono ben
distinguibili quando il legno precoce ( primaverile ) ha trachee di diametro maggiore del legno
tardivo ( estivo ) perché le piante iniziano a formare xilema in primavera e terminano in estate, e il
diametro dei vasi xilematici primaverili è maggiore del diametro di quelli estivi perché in primavera
c’è più acqua nel terreno da utilizzare. I vasi più stretti hanno un colore più scuro dei vasi più larghi
quindi è possibile vedere questa sfumatura di colore che ogni anno ricomincia. Si formando quindi
molti anelli i cui bordi sono in corrispondenza tra il colore scuro dei vasi estivi e il colore chiaro dei
vasi della primavera successiva.
Le trachee possono danneggiarsi, e in qualche pianta legnosa vengono riparate grazie alla
formazione di una struttura detta tilla. Essa è un’ estroflessione attraverso le punteggiature della
parete della parete della cellula parenchimatica che affianca la trachea. Esse prendono la forma di
strutture sferiche.
Nelle gimnosperme il legno ha struttura più semplice ed è detto “omoxilo” perché è formato da
fibro-tracheidi e da raggi molto semplici. Si possono anche vedere i canali resiniferi. Anche nel
legno omoxilo si possono riconoscere le cerchie annuali per il principio spiegato sopra.
Floema secondario: il floema secondario si forma estername
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