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Il fatto che numerose patologie psichiche come alcuni disturbi isterici i disturbi del comportamento
alimentare e alcune tossicomanie coinvolgano la funzione orale e dunque spiegabile come esito di
una fissazione o regressione a questa prima attività erotica. Segni evidenti della centralità della fase
orale sono ravvisabili anche in alcuni deliri come quelli di essere avvelenati e i sintomi di patologie
come quelle melanconiche in cui assai frequente l'alterazione del ciclo alimentare.
- Autoerotica di suzione ambivalente che costituisce il punto di fissazione della schizofrenia
- Sadico orale narcisistica che costituisce il punto di fissazione della melanconia ed è caratterizzata
da una violenta ambivalenza ovvero dal coesistere di sentimenti positivi e negativi allo stesso
oggetto ed all'emergere dell'angoscia come principale sentimento spiacevole.
Rappresentazione di se fuso con madre in cui far ricadere tutto ciò che è piacevole, provoca dolore
tutto ciò che è all'esterno da se e madre => sè-piacere purificato
La fase sadico anale
L'acquisizione del controllo della muscolatura volontaria in particolare dello sfintere anale e
l'educazione alla pulizia danno il via e accompagnano lo sviluppo della seconda fase psicosessuale,
quella sadico anale, collocabile a grandi linee nel secondo anno di vita.
La zona erogena principale di questa fase è comunque quella anale e il bambino trae piacere dalla
stimolazione passiva di questa zona dovuto al passaggio del cilindro fecale e in alcuni casi da una
stimolazione manuale della stessa operata dal piccolo o dalla madre
La polarità attivo vs il passivo è quella dominante.
Il tema centrale della fase anale è quello del potere narcisistico come contraltare dell'amore
oggettuale, il piccolo vuole decidere autonomamente quando e dove espletare le proprie funzioni
escretorie e vuole trarre da essi al massimo piacere erotico godendo delle proprie feci della
sporcizia e del disordine che creano. La madre invece vuole che il piccolo a prendersi pulito e
ordinato e ha tutta l'intenzione di regolarizzare l'espletamento delle sue funzioni intestinali. Il
bambino quasi sempre impara a credere alle richieste della madre in cambio di quelle
manifestazioni di amore apprezzamento che lo rendono orgoglioso. Sfida la madre ma finisce per
cedere alle sue richieste anche se gli procura dolore rinunciare alle feci vissute come una parte del
proprio corpo e antesignano psichico dei doni e del denaro.
Abraham ha suddiviso anche questa fase in due sottofasi:
- Nella prima il piacere erotico deriva dall' espulsione delle feci ed attività distruttive e questo è il
punto di fissazione della paranoia il momento evolutivo in cui valgono più i sensi di colpa.
- Nella seconda il piccolo trarrebbe invece il massimo piacere dal controllo dell'ambiente e dalla
ritenzione delle feci. Questa seconda sottofase Sarebbe il punto di fissazione della nevrosi
ossessiva e in essa comparirebbero le prime manifestazioni significative di disgusto.
Freud mette in relazione una forte erotismo anale lo sviluppo di tratti caratteriali specifici: la
testardaggine, l'ordine e la pulizia, la parsimonia. Come per l'erotismo orale anche quello anale
influenza la sessualità adulta contribuente al piacere preliminare.
La fase Fallica
La fase fallica è caratterizzata dalla centralità erogena assunta dal pene nel maschio e dalla clitoride
nella femmina. Questa fase dura più o meno dal terzo al sesto anno di vita.
La stimolazione del pene pur essendo presente fin dai primissimi mesi di vita assume in questo
periodo una qualità non più autoerotica ma di fatto oggettuale, e si profila come un modo per
scaricare l'eccitazione libidica connessa a fantasie sessuali che hanno come oggetto prevalente il
genitore del sesso opposto.
Si tratta quindi di una fase dominata da fantasie sia attive sia passive e in parte ancora ambivalenti
la cui coppia di opposti centrale è evirato vs con il pene, la libido della fase fallica è infatti
essenzialmente maschile, aggressiva. Il complesso nucleare delle nevrosi è il complesso edipico.
Il complesso edipico
Durante la fase fallica il bambino maschio sceglie la madre come soggetto principale di
investimento libidico. Il complesso edipico sancisce la centralità della madre in quanto oggetto della
libido fallica. Nel contempo il padre che era stato l'oggetto principale di identificazione
ammirazione del bambino nel corso della fase fallica, inizia a profilarsi come rivale.
Il bambino vorrebbe uccidere il padre fare in modo che non ci sia più così da avere il campo libero
per appagare i propri desideri sessuali nei confronti della madre, ma al contempo vuole bene al
padre, lo ammira e vuole essere come lui.
L'oggetto fondamentale della sua curiosità e del suo teorizzare è il rapporto sessuale tra i suoi
genitori, la cosiddetta scena primaria, spesso fantasticato, interpretato come attività sadica in virtù
del sadismo della sessualità infantile o per il carattere violento del rapporto reale tra i genitori.
Sono infatti i temi della differenza anatomica tra i sessi e della nascita dei bambini a essere i
principali oggetti della curiosità infantile.
Freud sottolinea inoltre che spesso nella scena primaria che il piccolo finisce per percepire
comprendere la vera natura dei genitali femminili cosa che fa precipitare la sua angoscia di
castrazione. Fino a quel momento infatti il bambino aveva conservato la convinzione che tutti gli
esseri umani fossero dotati di un pene. Ma quando subentra la fase fallica, viene minacciato di
castrazione dal padre e a questa minaccia si associa l'osservazione genitale femminile, allora il
piccolo inizia a credere che sia davvero possibile vivere senza un pene così si scatena la sua
angoscia di castrazione. Questa angoscia determina nel maschio la fine di attività masturbatoria di
natura fallica e assieme alla frustrazione dei suoi desideri edipici e in virtù di uno schema di
sviluppo prefissato anche alla fine del complesso edipico che finisce per essere rimosso.
Il piccolo rinuncia di appagare i suoi desideri per la madre per timore di essere evirato dal padre e
allora rivolge i suoi desideri sessuali al padre ma a quel punto comporende che anche l'amore per
il padre ha come esito la castrazione e che quindi deve ugualmente rinunciare.
- Complesso edipico positivo => desiderio sessuale verso madre
- Complesso edipico negativo => desiderio sessuale verso padre
A differenza dei maschi le femmine devono modificare in un duplice senso le proprie preferenze
sessuali, devono sostituire il padre alla madre come oggetto principale degli investimenti libidici e
la vagina alla clitoride come zona erogena principale.
Quando una bambina si accorge che i maschi, padre, hanno qualcosa che a lei manca, il pene, il
rapporto tra madre e figlia si incrina, la bambina prova invidia per il pene che non ha ma che altri
hanno e inizia a odiare la madre che non le ha fornito con l'organo. L'invidia del pene, che è la
forma specifica assunta dal complesso di evirazione della donna, dà così il via al complesso edipico
positivo della bambina. Nella maggior parte dei casi la bambina abbandono la sessualità clitoridea,
prende ad odiare la madre che l'ha ingiustamente privato del pene e si rivolge al padre come oggetto
sessuale. In questo senso all'inizio il padre è poco più di un appendice del pene. Gradualmente il
desiderio per il padre diventa poi desiderio di avere un figlio dal padre, così che il figlio si rivela
erede del pene che la piccola avrebbe voluto ricevere.
Anche i deisderi edipici della bambina sono però destinati alla frustrazione e questa frustrazione è il
motivo per cui la piccola finirà per rinunciarvi.
Fase di latenza
Dai 6 agli 11 anni di vita, lo sviluppo psico-sessuale attraversa una fase di latenza.
Il tramonto del complesso edipico cede il passo all'emergere o al consolidarsi dei sentimenti morali,
estetici e sociali che si oppongono alla ricerca di appagamento delle pulsioni sessuali infantili, in
primis l'orrore, il pudore, il disgusto e il dolore.
E così, nel corso della fase di latenza, lo sviluppo e l'intensità delle pulsioni va incontro a una
battuta di arresto, e anche se la sessualità infantile e i desideri edipici permangono attivi nell'
inconscio rimosso, il comportamento e la vita psichica cosciente sono trasformati dall'emergere di
loro formazioni reattive, sublimazione, manifestazioni inibite della meta, i primi segni del futuro
carattere della persona.
Nel corso della fase di latenza, il piccolo lotta contro la tentazione di masturbarsi, i suoi rapporti
con i genitori sono caratterizzati da un affetto non sensuale. Orientamento affettivo inibito nella
meta verso i genitori (affetto non per riproduzione)
Pubertà e adolescenza
Nel corso dell'adolescenza, il ragazzo dovrà affrontare diverse sfide evolutive di importanza
fondamentale. In primo luogo il riemergere della masturbazione e la cresciuta intensità dei desideri
sessuali porteranno nuovo energia alle vestigia inconscia del complesso edipico.
L'adolescente riorganizza e riformula a posteriori le proprie esperienze infantili alla luce del suo
sviluppo intellettuale, culturale, morale e sessuale, con tutte le distorsioni del caso e la creazione di
miti personali.
Ulteriore compito dell'adolescenza è quello di riunire la libido non inibita nella meta, che
nell'inconscio investe ancora le rappresentazioni rimosse nel complesso edipico, con quella inibita
nella meta, investita in gran parte nella relazione reale con i genitori, in modo da gettare le basi per
un legame di amore e attrazione sessuale verso un oggetto esterno alla famiglia.
Sempre nel corso dell'adolescenza poi, l'essere umano deve superare l'ambivalenza della sua vita
amorosa cioè il coesistere di sentimenti di amore odio diretti verso la stessa persona e riuscire a
relazionarsi a oggetti interi. Dirigere l'attenzione verso l'esterno.
La pubertà e la menopausa sono i due momenti della vita per eccellenza in cui una patologia
psichica può emergere anche in assenza di eventi esterni di particolare rilevanza, il mutamento
quantitativo dell'intensità della libido tipico di queste fasi mette infatti di per sè in discussione gli
equilibri tra impulsi e difese che sono stati stabiliti nell'infanzia.
La tematizzazioe del narcisismo e la teoria delle psicosi
Nel saggio "Introduzione al narcisismo" Freud tematizza per la prima volta in modo sistematico il
costrutto del narcisismo.
Freud vede il narcisismo come una perversione in cui il soggetto tratta il proprio corpo come se
fosse il corpo del proprio oggetto erotico.
Fenomeni clinici che mettono in luce il narcisismo (“complem