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Rousseau alla battaglia per il naturale; la generazione seguente, dopo la Rivoluzione e Napoleone, assistette alla vittoria della realtà
storica e proprio quelli che erano più attaccati a Rousseau non si raccapezzarono più in un mondo che aveva distrutto le loro speranze.
Se ne allontanarono. Di Rousseau conservarono solo la tendenza alla fuga dalla società, il bisogno di solitudine. Rousseau e la sua
grande delusione furono il presupposto per la nascita della visione moderna della realtà.
Il Romanticismo (nato in Germania e Inghilterra) con le sue tendenze storiche e individualistiche si stava da tempo prepa-
rando anche in Francia e giunse alla manifestazione piena verso il 1820. Victor Hugo non cerca di raffigurare la realtà comprenden-
dola, ma si adopera con energia per trarre dalla storia i due poli stilistici del sublime e del grottesco. In tal modo nascono grandi ef-
fetti, poiché la forza espressiva di Hugo è potente e suggestiva ma inverosimile e, in quanto riproduzioni della vita umana, falsa.
Un altro grande della generazione romantica, Honoré de Balzac, possedeva altrettanta forza creativa e una maggiore ade-
renza alla realtà. Si assunse il compito di rappresentare la vita contemporanea. Accanto a Stendhal può essere considerato il crea-
tore del moderno realismo. È più giovane di Stendhal, ma i loro romanzi compaiono contemporaneamente verso il 1830. Le père Go-
inizia con un’esattissima
riot descrizione del quartiere in cui si trova la pensione della signora Vauquer, della casa, delle stanze a
pianterreno, e da tutto l’insieme nasce l’impressione profonda di povertà, vecchiume e abbandono.
“Questa stanza è al massimo dello splendore quando, verso le sette del mattino, il gatto della signora Vauquer, preceden-
do la padrona, salta sulle credenze dove annusa il latte contenuto nelle varie tazze coperte dai piatti e fa sentire le sue fusa mattutine.
Poco dopo compare la vedova, bardata di un'ampia cuffia di tulle sotto cui pende una crocchia spettinata di capelli finti, che cam-
mina strascicando le pantofole sformate. La faccia vecchiotta, paffutella, al cui centro spunta un naso a becco di pappagallo, le ma-
nine grassocce, la figura rotonda da topo di chiesa, il corpetto troppo pieno e svolazzante sono in armonia con la stanza dove trasu-
da la sventura, si è annidata la speculazione, e di cui la signora Vauquer respira l'aria calda e fetida senza esserne nauseata. La sua
faccia fresca come una prima brinata autunnale, gli occhi rugosi, la cui espressione passa dal sorriso stereotipato delle ballerine
all'amaro cipiglio dell'esattore, tutta la sua persona infine spiega la pensione, come la pensione implica la persona. La galera e l'a-
guzzino vanno insieme, non potreste immaginare l'una senza l'altro. La scialba pinguedine della donnetta è frutto della sua vita, co-
me il tifo è conseguenza delle esalazioni di un ospedale. La sottoveste di maglia di lana, che spunta dalla prima gonna ricavata da
un vecchio vestito, con l'ovatta che sfugge dalle ragnature della stoffa consunta, compendia il salotto, la stanza da pranzo, il giardi-
netto, preannuncia la cucina e fa presagire i pensionanti. Quando lei è presente, lo spettacolo è completo. A circa cinquant'anni, la
signora Vauquer assomiglia a tutte le donne che hanno avuto delle disgrazie. Ha l'occhio vitreo, l'aria innocente di una mezzana che
deve inalberarsi per farsi pagare di più, ma pronta peraltro a tutto per addolcire la propria sorte, a denunciare Georges o Pichegru,
se Georges o Pichegru fossero ancora da denunciare. Ciò nonostante in fondo è una buona donna, come dicono i pensionanti, che la
credono povera sentendola gemere e tossire come loro. Chi era stato il signor Vauquer? Sul defunto non dava mai spiegazioni. Co-
–Sono
me aveva perso tutti i suoi averi? state le disgrazie– rispondeva la signora Vauquer. Si era comportato male nei suoi confron-
ti, non le aveva lasciato che gli occhi per piangere, quella casa per vivere, il diritto di non compatire nessuna sventura, perché, così
diceva, lei aveva sofferto tutto quel che è possibile soffrire.”
Con la descrizione materiale, viene suggerita l’atmosfera morale. La descrizione della stanza e della persona sono in
persona, e del luogo viene suggerita in modo efficacissimo. All’inizio per mezzo del corpo av-
perfetta armonia: la consonanza della
vizzito, grasso, sudicio e repellente e dei suoi abiti che si accordano con l’aria della stanza. “Sa personne explique la pension, comme
[…] Quand elle est là, ce spectacle est complet”.
la pension implique sa personne. In Balzac non vi è traccia alcuna di composizio-
ne premeditata; in tutte le descrizioni si rivolge alla fantasia imitatrice del lettore, al ricordo di persone e ambienti simili. È un
dato di fatto rimediato, penetrante e suggestivo, senza dimostrazione. Ne risulta un ambiente riprodotto con mezzi suggestivi e senso-
riali, quasi demoniaci. La descrizione fisica della donna è sulla stessa linea: l’occhio vitreo rimanda a elementi morali e storici. Bal-
zac non da informazioni reali sul passato della signora, ma riferisce con discorso indiretto le chiacchiere che lei stessa tiene con colo-
ro che le fanno domande. Il marito ha perso il patrimonio “dans les malheures”, senza precisare i motivi reali. Il demoniaco volgare
del carattere della signora de Vauquer emerge dal fatto che sembra povera, ma invece possiede un discreto patrimonio ed è capace di
tutto pur di migliorare la propria sorte: è notevole la volgare grettezza dei fini di questo egoismo, la mescolanza di stupidaggine ed
energia vitale che produce l’impressione di repellente fantasma.
Come Stendhal, Balzac ha collocato gli uomini nella loro cornice storica e sociale circoscritta ed ha inteso questo le-
game come necessità. Ogni spazio si trasforma in atmosfera morale di cui si imbevono il paesaggio, la casa, gli abiti, i corpi,
l’agire degli uomini; e la situazione storica generale a sua volta appare come atmosfera totale che abbraccia tutti i singoli spazi di vita.
Tutto questo gli è riuscito benissimo per la piccola e media borghesia di Parigi e provincia, mentre la sua rappresentazione della clas-
se elevata gli riesce melodrammatica, falsa e persino comica. Questo realismo atmosferico di Balzac è un prodotto della sua epoca.
comprensione per la caratteristica atmosferica dell’epoca in tutte le sue molteplici forme.
Il Romanticismo produsse la
Gli avvenimenti in Francia tra il 1789 e il 1815 e le ripercussioni nei decenni seguenti portarono come conseguenza
L’unità culturale e politica del paese dette alla Francia un gran
che fosse proprio la Francia a dar vita al realismo contemporaneo.
vantaggio rispetto alla Germania: la realtà francese con la sua varietà si lascia abbracciare come un tutto. Allo svilupparsi del reali-
smo moderno ha contribuito anche la mescolanza di stili cui si è già accennato, la quale ha consentito che divenisse oggetto di rap-
presentazione letteraria qualsiasi persona con la sua complessa vita giornaliera.
Più difficile è descrivere il sentimento che domina la rappresentazione di Balzac. Egli è ricco di pensieri e trovate, ma man-
di separare gli elementi del suo sentire, di miscelare l’irrompere di immagini suggestive ma oscure e di esercitare la
ca la capacità L’insieme delle sue riflessioni filosofiche sbocca in una macroscopia fantasiosa che ri-
critica contro il fiume della sua ispirazione.
Nell’avant-propos
corda il suo contemporaneo Hugo. a La Comédie humaine Balzac inizia la spiegazione della sua opera con una
similitudine tra regno animale società umana, ispirandosi alle teorie del biologo G. de Saint-Hilaire. Affermava il concetto
secondo cui nell’organizzazione delle piante e degli animali esista un piano generale. Balzac si richiama ai sistemi di altri mistici,
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per arrivare a questa formulazione.
filosofi e biologi (Leibniz, Swedenborg, Saint-Martin…) Le creature si sono servite di un solo
principio per tutte le altre organizzazioni. L’animale è un’entità che si differenzia all’interno del luogo dove si sviluppa. Tale
principio è trasferito alla società umana. Balzac raffronta le distinzioni tra un soldato, un operaio, un poeta, un mercante, un prete,
con quelle tra lupo, leone, pecora, asino, corvo… I diversi generi e specie sono solo le forme esteriori.
Balzac si sforza di dimostrare la particolarità della società di fronte a quelle della natura; e le trova soprattutto nella
maggiore varietà della vita e dei costumi umani, come nell’impossibilità del regno animale del trasmutamento di una specie in
inoltre specie diverse si parificano (“la donna di un mercante è comunque degna di poter essere la donna di un principe”) e
un'altra;
vengono menzionati i drammi amorosi tra animali e la diversità di intelligenza negli uomini. La relativa semplicità della vita socia-
le e psichica degli animali viene accettata come un dato di fatto obiettivo.
Dopo il passaggio dalla biologia alla storia dell’uomo, Balzac polemizza contro la storiografia, a cui rimprovera di non
aver scritto la storia del costume; ed è questo il compito che lui si è assegnato. Non fa parola dei tentativi precedenti (Voltaire in
primis) e nomina solo Petronio. Si sente incoraggiato dall’esempio dei romanzi di Walter Scott e qui ci muoviamo nel mondo dello
storicismo romantico. Spuntano motivi caratteristici e importanti: l’idea del romanzo di costumi l’idea
come storiografia filosofica,
l’intenzione di su-
che la sua attività sia storiografia, e soprattutto la giustificazione di tutti gli stili di ogni statura, volgare o sublime,
perare Walter Scott, in quanto egli (Balzac) colloca i suoi romanzi nella società francese del XIX secolo. Balzac può attuare le sue
dimostrazioni teoretiche solo all’interno di un romanzo mentre a lui non bastava la filosofia dei suoi romanzi. Questo lo induce a ser-
virsi dei modelli classici: le regole eterne del vero, del bello, che però nei suoi romanzi non si possono applicare. Nonostante molte
oscurità ed esagerazioni, elementi biologici e storici si fondono ottimamente nelle opere di Balzac, poiché si addicono al carattere
dinamico-romantico di essa, che talvolta si trasforma anche in magico-romantico e demoniaco.
l’elemento classico-moralistico fa spesso l’effetto di un corpo estraneo. Si manifesta nella tendenza di Balzac a
Invece
formulare sentenze moraleggianti, che sono trovate del momento, spesso assurde e non sempre di buon gusto. Balzac ha
l’ambizione di essere un moralista classico, ma è cosa che non si adatta al suo stile né al suo temperamento. Le migliori senten-
ze morali si trovano nei romanzi, dove egli non pensa di fare il moralista.
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