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ASSOLUTA

PARLAMENTARE(Italia) COSTITUZIONALE

PRESIDENZIALE(Stati Uniti)

SEMI-PRESIDENZIALE(Francia) PARLAMENTARE PURA

(

Inghilterra)

D’ ASSEMBLEA O DIRETTORIALE(Svizzera)

POPOLARE (Russia)

DITTATORIALE 3

Introduzione

DEFINIZIONE DI FORME DI STATO

E FORME DI GOVERNO

Per forme di Stato si intende il modo in cui è risolto il rapporto tra

autorità e libertà, e tra stato e società; quindi ci riferiamo sia alla struttura

dello stato, che al rapporto tra sovranità da un lato e popolo e territorio

dall’altro ( rapporto governanti-governati ).

Per forme di Stato si può anche intendere le finalità che lo stato si

propone di raggiungere e i valori a cui ispira la propria azione.

Per forme di Governo indica il modo con cui le varie funzioni dello

Stato sono distribuite ed organizzate tra i diversi organi costituzionali;

quindi il modo in cui viene esercitata la sovranità.

Sinteticamente, si può affermare che forme di Stato e forme di governo

è concetto impiegato per indicare il modo di essere del rapporto tra Stato-

autorità e Stato-società, avendo particolarmente riguardo,

rispettivamente, all'aspetto finalistico e all'aspetto strumentale; inoltre

rappresentano due concetti distinti, ma in realtà strettamente connessi.

Infatti ogni forma di governo va valutata alla luce della forma di stato in

cui essa opera. 4

Capitolo 1. I DIVERSI TIPI STORICI DI STATO.

1.1. Lo Stato patrimoniale o medievale.

Lo Stato patrimoniale è la prima forma di stato affermatasi dopo l’impero romano e

che ha caratterizzato il periodo medievale. Nello Stato patrimoniale il territorio viene

considerato proprietà privata del sovrano e le persone che vi abitano sono sudditi

senza diritti, manca un’organizzazione amministrativa stabile, non persegue fini di

carattere generale, ma un unico fine che è quello della tutela del diritto di proprietà

per i feudatari e dunque la difesa dalle minacce che possono provenire dall’esterno. Il

diritto di proprietà rappresenta la fonte stessa di legittimazione del potere e l’insieme

dei diritti che spettano allo stato.

1.2. Lo Stato assoluto(XV secolo).

Lo Stato assoluto si afferma a partire dal XV secolo con l’affermazione dei grandi

stati nazionali a partire dal regno di Francia. Già alla fine del Medioevo lo Stato

assoluto si caratterizza per due elementi determinanti: l'accentramento del potere

nelle mani del re ( monarca) e l’unificazione territoriale, esso è quindi l'opposto dello

Stato feudale. Infatti si passa da un’economia chiusa a un’economia di scambio,

svanisce la concezione del potere sovrano come proprietà privata e si sente l’esigenza

di un’autorità capace di imporre un unico indirizzo politico, economico, militare e

religioso. Lo Stato assoluto era caratterizzato dalla concezione interventista: questo

intervento si manifesta nella proprietà fondiaria, nel settore finanziario e in quello

dell’istruzione. Lo Stato diventa tutore dell’interesse generali.

La teorizzazione dello “stato assoluto” come strumento razionale per uscire dalla

condizione naturale di guerra permanente di tutti contro tutti assume nella riflessione

filosofica di Thomas Hobbes una valenza rivoluzionaria: egli infatti non propone la

figura di un monarca assoluto che fa derivare il proprio potere da una investitura

divina, ma quella di un potere assoluto chiamato a governare esclusivamente dal

popolo attraverso un patto fra cittadini. Per Hobbes la sovranità appartiene al popolo:

e questo è un concetto decisamente innovativo.

I caratteri fondamentali dello Stato assoluto sono:

• Accentramento del potere nelle mani del monarca

• Assunzione da parte dello stato della cura degli interessi generali

• Arricchimento dei compiti dello stato 5

• Intervento diretto nei vari settori sociali

1.3. Lo Stato di polizia.

Lo Stato di polizia si affermò all’epoca dell’Illuminismo particolarmente in Prussia e

nell’Impero austriaco. Un'altra espressione per designare lo Stato di polizia è quella

di dispotismo illuminato. Altri hanno proposto Stato paternalistico. Uno "Stato di

polizia" indica un sistema totalitario o oligarchico nel quale lo stato si arroga il

perseguimento di politiche pubbliche ad ogni livello dell'amministrazione. Da ciò

deriva, etimologicamente, il nome stato di polizia.

Lo Stato di polizia pur mantenendo i connotati dello Stato assoluto, si caratterizza per

un elemento di novità, cioè il riconoscimento di alcune posizioni soggettive ai

singoli, tutelabili davanti ai giudici anche contro i pubblici poteri. Si tratta di un

riconoscimento ancora molto parziale, ma che ha una grande importanza, in quanto

prelude al principio cardine dello stato di diritto, in base al quale la pubblica

amministrazione è tenuta al rispetto della legge, altrimenti sarà sottoposta al giudizio

dei giudici. Quindi in questo stato vengono maggiormente tutelati i diritti individuali

con una razionalizzazione delle norme giuridiche e un sistema fiscale più giusto. I

singoli, come sudditi, non godono ancora di diritti pubblici, ma vantano di diritti

privati. Il re rimane interprete esclusivo delle necessità nazionali e detiene tutti i

poteri, ma questa onnipotenza non è fine a se stessa, bensì è strumento della

cosiddetta ragione di Stato per la sicurezza e il benessere del popolo.

Sul continente europeo, in virtù di cause contingenti di carattere economico, della

perdita delle prerogative della nobiltà, a fronte del mantenimento dei suoi privilegi, e

dell'aumento della tassazione e delle imposte, lo Stato di polizia entra

progressivamente in crisi.

1.4. Lo Stato liberale.

In Inghilterra, in seguito alle due rivoluzioni (prima rivoluzione inglese, 1649,

gloriosa rivoluzione, 1688), in Francia, in seguito agli eventi della rivoluzione

iniziata nel 1789, inizia a svilupparsi lo Stato liberale. Quindi favoriscono la nascita

dello Stato liberale l’entrata in crisi dello Stato assoluto, ragioni di ordine economico

legate all’aumento della conflittualità internazionale e alla conseguente pressione

fiscale. In questa forma di Stato, che si fonda sulla classe borghese e assume le

finalità di questa, la legittimazione del potere risiede ora nei singoli: si sviluppano,

quindi, i concetti di nazione e di sovranità nazionale e quello distinto, ma collegato,

di unità della nazione raggiunta per il tramite dei suoi rappresentanti. Lo Stato

liberale conserva ai pubblici poteri il compito di perseguire come finalità generale il

soddisfacimento degli interessi dell’intera collettività attraverso un’azione indiretta

che assicura condizioni di sicurezza sul piano esterno C politica estera ) e il rispetto

dei diritti di libertà, in primo luogo quelli economici, e sul piano interno ( sicurezza

pubblica ). Lo Stato liberale ottocentesco poggia su una concezione garantistica e

negativa dei fini dello stato e si presenta come uno stato non interventista. La volontà

6

popolare è vista come un nuovo principio di legittimazione. La caratteristica

fondamentale dello Stato liberale è l’introduzione di regole generali destinate a

disciplinare l’azione degli organi di vertice dell’apparato statuale.

La nascita di uno spirito di classe nei ceti non possidenti porta allo sviluppo dello

Stato liberale in Stato democratico, caratterizzato politicamente dalla piena

partecipazione di tutti i cittadini alla determinazione delle politiche nazionali

generali, e socialmente dall'intervento statale nei rapporti socioeconomici per

modificarne l'assetto in favore di alcuni gruppi o classi, non eliminando i presupposti,

ma gli effetti del meccanismo di accumulazione del capitale.

1.5 Lo Stato autoritario e Stato totalitario.

L’ autoritarismo è la forma di esagerata autorità esercitata da persone o istituzioni,

mentre l’ autorità indica l’ accettazione dell’ esercizio del potere. In numerosi paesi

del continente europeo la progressiva evoluzione verso forme democratiche viene

ostacolata dai ceti dominanti borghesi, i quali abbandonano le idee liberali di cui si

erano serviti per arrivare al potere, e tendono a recuperare istituzioni di governo

autoritarie proprie dello Stato di polizia, in particolare l'abrogazione delle garanzie

dello Stato di diritto. Sorgono così numerosi casi di Stato autoritario, il cui primo

esempio può essere considerato il Secondo Impero instaurato da Napoleone III in

Francia. Ma è nel Novecento che tale forma di Stato dilaga trovando terreno fertile

nei gravissimi problemi sociali lasciati dal primo conflitto mondiale. La storia del XX

secolo offre vari esempi di regimi di questo tipo: dal franchismo in Spagna alle

dittature militari dell’ America centrale e meridionale e dell’ Africa. I regimi

autoritari si fondano sul principio di autorità e, quindi, sulla completa

subordinazione dell’ individuo allo stato. Essi restringono le libertà personali e non

riconoscono,in particolare, la libertà di manifestare il proprio pensiero, né di

associarsi in partiti.

Il totalitarismo è un sistema sociale che implica il controllo politico e l’intervento

coatto in tutti gli aspetti della vita politica e privata. Per definire il totalitarismo

bisogna fare riferimento a due teorie: la teoria fenomenologia e la teoria

essenzialista.

La teoria fenomenologia: è stata studiata da Fridrich il quale afferma che un governo

totalitario ha sei caratteristiche:

• Una sola ideologia presente

• Un unico partito guidato da un solo uomo

• Potere basato sulla polizia che incute terrore

• Il monopolio delle comunicazioni

• Il monopolio degli armamenti

• Un’ economia centralizzata e governo di tutte le organizzazioni 7

La teoria essenzialista afferma che il timore è la vera essenza del totalitarismo. L’

essenza sta nel fatto che esso annienta ogni individualità e tutto avviene in maniera

coatta.

Lo Stato totalitario è uno stato che nasce con l’obbiettivo primario di sostituire

l’apparato istituzionale dello Stato liberale, mediante l’introduzione di una nuova

organizzazione ispirata ad un forte accentramento del potere intorno al capo, in grado

di regolare in maniera autoritaria i conflitti sociali. Questa forma di stato, pur

conservando il principio di legalità, nega i diritti di libertà e di libertà politica

arrivando a calpestare lo stesso principio di uguaglianza quindi il principio autoritario

viene spinto all’ estremo attraverso l’ imposizione alla società di un ideologia

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
24 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/11 Sociologia dei fenomeni politici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher radis25 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei fenomeni politici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof D'Amico Giovanni.