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Il principio di separazione dei poteri nello stato liberale
Lo stato liberale si afferma grazie al principio di separazione dei poteri, teorizzato da Montesquieu, che mette in discussione la concentrazione del potere in mano ad un solo soggetto perché condurrebbe all'abuso di potere. Per garantire libertà politica e diritti del popolo era necessario separare i poteri. I tre poteri dunque sono:
- Il potere legislativo
- Il potere esecutivo
- Il potere giudiziario
Potere: complesso di organi a cui è attribuita una determinata funzione.
I cardini della teoria della separazione dei poteri sono:
- L'attribuzione ad ogni potere di una funzione ben delineata
- La necessità che i tre poteri dello Stato siano fra loro separati e indipendenti, ma in rapporto di reciproco controllo e condizionamento, al fine di impedire che ciascuno di essi possa esorbitare dalle proprie attribuzioni (Sistema di pesi e contrappesi)
I caratteri dello stato liberale sono:
- Separazione dei poteri
- Costituzionalità: un complesso di regole, che
- Iniziativa legislativa popolare: il popolo può presentare proposta di legge alle camere: raccolte 50 mila firme e realizzato un progetto di legge questa proposta può essere presentata allo stato.
- La petizione: richiesta che il popolo può rivolgere direttamente agli organi dello stato per fare presente una situazione che richiede un intervento del potere pubblico.
- Il referendum, tra questi il più importante: è l’istituto attraverso cui il popolo è chiamato ad assumere una decisione che diventa poi decisione dello stato. Il referendum può essere abrogativo, cioè che la legge cessa di avere efficacia, costituzionale, il popolo decide se una modifica della costituzione già approvata dal parlamento debba o meno entrare in vigore, consultivo.
pluriclasse (uno stato che riconosce che la società è composta da tanti gruppi sociali e da modo di far sentire la propria voce all'interno dei processi decisionali e nelle assemblee rappresentative). Lo strumento che consente il passaggio tra monoclasse e pluriclasse è l'estensione del diritto di voto, nello stato liberale era concesso in base al reddito e al livello di istruzione quindi il parlamento era espressione esclusivamente della classe borghese. L'estensione del diritto di voto avviene per gradi: nel 1912 viene concesso a tutti i maschi di 21 anni che sanno leggere e scrivere, nel 1946 si ha il suffragio universale e il voto si estende anche alle donne, nel 1970 viene abbassata l'età da 21 a 18. L'estensione determina anche la nascita dei partiti politici, che sono associazioni che organizzano la partecipazione politica dei cittadini e sono espressioni di come la società intende partecipare alla vita politica dello stato.
E questo comporta un cambiamento nella conformazione dei parlamenti: diventano la sede di espressione di interessi eterogenei e tra loro anche contrapposti, perché i valori della classe borghese devono trovare un bilanciamento con valori espressi da gruppi sociali con esigenze diverse, così si arricchisce anche il catalogo dei diritti che vengono riconosciuti, che vanno a tutelare gli interessi anche dei gruppi sociali più svantaggiati.
I caratteri dello stato sociale:
- Garanzia di partecipazione politica: attraverso l'estensione del diritto di voto.
- Garanzia del pluralismo sociale: perché riconosce che la società è composta da tanti gruppi sociali che esprimono interessi ed esigenze diverse, quindi si assume anche l'impegno di bilanciare e garantire l'esistenza di più interessi contrapposti.
Vede la nascita delle formazioni sociali che consentono ai gruppi sociali di organizzarsi e di far sentire la loro voce a livello
istituzionale.- Garanzia di pluralismo istituzionale: il riconoscimento di enti territoriali autonomi per garantire e governare meglio le esigenze delle piccole comunità. Il nostro ordinamento è uno stato sociale pluralista. È uno stato che si fa carico di intervenire all'interno della società e del tessuto economico a favore delle categorie sociali più disagiate, per garantire il benessere collettivo. Lo stato sociale è uno stato interventista, riconosce e si impegna a rimuovere le disuguaglianze di fatto per garantire l'uguaglianza sostanziale. Le finalità dello stato sociale sono più numerose e articolate di quelle dello stato liberale, altre finalità sono la pubblica istruzione, l'assistenza sanitaria pubblica, l'assistenza sociale, la tutela previdenziale e quindi tutti quegli istituti che garantiscono ai lavoratori tutela per malattia, disoccupazione involontaria, per la vecchiaia. Lo stato sociale ha unRuolo importante anche nell'economia. È garantita la liberainiziativa economica, tuttavia lo stato indirizza l'attività economica per garantire delle finalità sociali, con un intervento di redistribuzione della ricchezza, dato che il mercato lasciato solo alle dinamiche della libera iniziativa economica rischierebbe di produrre disuguaglianza sociale; lo stato ha quindi un ruolo che serve ad integrare le categorie sociali che verrebbero escluse dal mercato nei benefici che il mercato stesso produce. Si ha così un sistema di economia mista.
Nella forma di stato sociale la persona non viene considerata solo nella sua individualità ma come parte di una comunità sociale, riconosce che la persona sviluppa la propria personalità con la partecipazione alle formazioni sociali in cui è inserita (famiglia, scuola). Vengono affermate anche le libertà di partecipazione. Si affermano inoltre i diritti sociali, che hanno ad oggetto
Una prestazione per cui l'individuo è legittimato ad avere dallo stato.
03/10/2022
Le crisi dello stato sociale: le attività che lo stato sociale assume hanno un costo elevato, lo stato ha finanziato la spesa pubblica attraverso due modalità: il ricorso alla tassazione, quindi la pressione fiscale, e il ricorso all'indebitamento pubblico. Questa duplice modalità ha tenuto finché l'andamento dell'economia ha garantito una crescita sostenuta del PIL. A partire dagli anni '70 l'andamento dell'economia rallenta, diminuisce la crescita del PIL e diminuisce la ricchezza prodotta, di conseguenza anche quella tassata, quindi diminuiscono anche le risorse che entrano nelle casse dello stato. Lo stato ricorre sempre di più all'indebitamento pubblico che diventa sproporzionato rispetto alla ricchezza prodotta. Aumenta anche la pressione fiscale e a partire dagli anni '90 si scatena la reazione dei ceti più colpiti.
azione, i social media sono diventati uno strumento potente per influenzare le opinioni e i comportamenti delle persone. Grazie alla loro ampia diffusione e alla facilità di accesso, i social media hanno il potere di raggiungere un vasto pubblico e di diffondere rapidamente informazioni e idee. Tuttavia, l'impatto dei social media sulla società non è sempre positivo. Spesso, i social media possono essere utilizzati per diffondere notizie false o distorte, alimentando la disinformazione e la polarizzazione. Inoltre, i social media possono anche essere una fonte di stress e ansia, poiché le persone possono sentirsi costantemente sotto pressione per mantenere una presenza online perfetta e per ottenere il consenso degli altri. Nonostante questi aspetti negativi, i social media hanno anche il potenziale per creare connessioni significative e per promuovere il cambiamento sociale. Possono essere utilizzati per sensibilizzare su questioni importanti, per mobilitare le persone per cause sociali e per fornire una piattaforma per le voci marginalizzate. In conclusione, i social media sono diventati una parte integrante della nostra società e hanno un impatto significativo sulle nostre vite. È importante utilizzare i social media in modo consapevole e responsabile, cercando di bilanciare il loro potenziale positivo con la consapevolezza dei loro effetti negativi.