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CONSEGUENZE PRATICHE DEL RICONOSCIMENTO DI UN ATTO COME FONTE NORMATIVA

Per tutte le fonti normative valgono le seguenti regole:

  1. Iura novit curia mentre spetta a chi vi ha interesse provare determinati fatti, solo al giudice d'ufficio spetta il compito di trovare il diritto, ossia le norme giuridiche poste da fonti normative, applicabile nella risoluzione di controversie giudiziarie;
  2. Ricorso in cassazione contro le sentenze e altri provvedimenti giurisdizionali per "violazione di legge";
  3. Interpretazione e applicazione per le fonti normative valgono norme giuridiche diverse da quelle applicabili ad altri atti giuridici;
  4. Funzione di nomofilachia della cassazione, si intende il compito di garantire l'osservanza della legge, la sua interpretazione uniforme e l'unità del diritto in uno stato;
  5. Principio della legalità della giurisdizione la funzione giurisdizionale è applicazione di norme.
giuridicheàprecedenti e non create apposta; 6) Pubblicazione condizione necessaria per l'entrata in vigore degli atti normativi e per la conoscenza legaleàda parte di tutti i destinatari; 7) Applicazione del principio ignorantia legis non excusat con l'eccezione dell'errore scusabile delle normeàpenali;

CAPITOLO TERZO - VICENDE NORMATIVE

Con vicende normative alludiamo ai fenomeni relativi alla vita di un fatto o un atto normativo: nascita, modificazioni, estinzione. Il regime di una fonte dipende dalla sussistenza di determinati requisiti stabilitiall'ordinamento come condizioni necessarie perché si abbia una fonte normativa: esistenza, validità, efficacia e successione nel tempo.

Perché una fonte possa produrre norme, è necessario che esista giuridicamente. L'esistenza di un atto normativo è la condizione per la quale un atto è riconoscibile come tale, perché possiede le

caratteristiche che l'ordinamento prevede debba avere. Se esso è riconoscibile come tale appartiene ad un ordinamento giuridico.

I requisiti di esistenza di un atto-fonte sono:

  1. Il soggetto emittente;
  2. Il procedimento di adozione;
  3. La volontà e la causa dell'atto;
  4. L'oggetto dell'atto;
  5. L'esternazione dell'atto;

Un atto normativo deve essere posto da un SOGGETTO competente, che sia dotato di potere normativo, mediante un PROCEDIMENTO, ossia una sequenza di atti distinti ma collegati, previsti da norme di riconoscimento dell'ordinamento giuridico. Questo procedimento si articola in due fasi:

  1. la deliberazione (iniziativa, istruttoria, deliberazione dell'atto);
  2. l'attività integrativa dell'efficacia dell'atto (promulgazione e pubblicazione).

Un atto deliberato si dice atto perfetto. La fonte atto si caratterizza per la manifestazione volontaria. La VOLONTÀ si identifica come la

volontà degli effetti dell'atto, ovvero il contenuto volitivo dell'atto, la volontà di stabilire una determinata disciplina giuridica (voluntas legislatoris). Oltre alla volontà, vi è anche la CAUSA come requisito essenziale degli atti normativi. Si considera la causa come sinonimo di ratio: lo scopo al quale l'atto tende, al suo obiettivo (ratio legis). La necessità che un atto debba perseguire un fine va separato dal fatto che questa debba avere o meno una motivazione (prevista per l'atto amministrativo): questa è il mezzo di conoscenza delle ragioni che hanno giustificato l'adozione dell'atto; è a sua volta formata da due parti: giustificazione e motivazione in senso stretto. La differenza tra potestà legislativa e funzione amministrativa permette di spiegare perché la motivazione sia necessaria solo per gli atti amministrativi e non per gli atti normativi il difetto di motivazione.È un vizio di eccesso di potere amministrativo, causa di annullamento del relativo provvedimento. Invece il legislatore non è tenuto a esternare la motivazione dell'atto normativo (invece è richiesta per l'adozione del decreto legge). Normalmente motivate a differenza degli atti normativi sono le fonti dell'Unione europea. In questo modo gli organi dell'UE esplicitano le ragioni di fatto e giuridiche che stanno alla base dello specifico intervento normativo. L'atto-fonte deve avere un OGGETTO ossia un qualcosa a cui si riferiscono le prescrizioni e deve essere determinato o determinabile. Poiché un atto possa produrre effetti giuridici è necessario che la volontà normativa sia esternata. L'ESTERNAZIONE viene spesso confusa con la forma dell'atto, che deve essere obbligatoriamente scritto. Il documento che contiene l'esternazione dell'atto consta di un titolo (oggetto, data e numero).

progressivo dell'atto in base all'anno solare), un preambolo ove richiesto (fondamento normativo e motivazione), un articolato.

La pubblicazione degli atti normativi ha una duplice funzione: 1) permette all'atto normativo di produrre efficacia normativa, dopo la vacatio legis, esso entra in vigore, 2) strumento mediante il quale l'atto diventa legalmente conoscibile (pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana).

VALIDITÀ DELL'ATTO NORMATIVO

Validità in senso largo= rimanda alla condizione di appartenenza di un atto normativo a un ordinamento giuridico

Validità in senso stretto= indica la conformità di un atto all'ordinamento giuridico

Un atto-fonte che non rispetti le regole costituzionali sulla forma sul contenuto non sono atti invalidi, ma atto valido ma viziato che deve essere rimossi dall'ordinamento con il suo conseguente annullamentoà dichiarazione di illegittimità.

I vizi

dell'atto normativo possono classificarsi in: - Vizi formali che riguardano il procedimento di formazione da seguire per l'approvazione delle leggi e degli atti aventi forza di legge; - Vizi sostanziali o materiali riguardano il contenuto di leggi contrastanti con norme della Costituzione; - Vizi di ragionevolezza quando non ha trattato in modo eguale situazioni eguali e in modo diverso situazioni diverse. Per le leggi e gli atti aventi forza di legge la dichiarazione di illegittimità e il conseguente annullamento spetta alla corte costituzionale mentre per le fonti regionali e secondarie in genere, il giudice amministrativo. EFFICACIA DELL'ATTO NORMATIVO Quando si parla di efficacia dell'atto normativo si vuole indicare l'idoneità a produrre effetti giuridici e l'effettiva capacità regolativa (vigenza). L'efficacia dell'atto normativo può essere diversa a seconda che si abbia riguardo al tempo e.

allo spazio di operatività delle norme giuridiche: l'efficacia nel tempo individua il periodo durante il quale l'atto normativo è applicabile; l'efficacia nello spazio, l'ambito di applicazione materiale dell'atto normativo. Queste due condizioni possono cambiare durante la vita di un atto normativo per cause differenti: la successione nel tempo di norme diverse nella stessa materia; la delimitazione dell'efficacia di una norma generale da parte di una norma speciale; l'annullamento di una norma giuridica.

L'intervallo tra la perfezione dell'atto normativo e la vigenza si denomina vacatio legis, ossia la condizione in cui versa l'atto normativo che, concluso il procedimento di formazione, è perfetto ed efficace ma non è ancora obbligatorio e applicabile. Ne consegue che la vigenza si ha una volta decorso il termine di vacatio.

LA SUCCESSIONE NEL TEMPO DEGLI ATTI NORMATIVI:

  1. Il principio di
irretroattività e le sue deroghe. Legge retroattiva e legge interpretativa Regola generale è che gli atti normativi producano effetto solo pro futuro e quindi non abbiano efficacia retroattiva come l'art.11 delle preleggi stabilisce. La retroattività è la capacità di un atto normativo di estendere la sua efficacia anche al tempo precedente a quello della sua emanazione o della sua entrata in vigore, ma in linea di massima gli atti normativi sono quasi sempre irretroattivi. Il principio di irretroattività si giustifica sulla base della regola della sopravvivenza della fonte antica e quindi si postula l'esigenza che sia dichiaratamente espressa dal legislatore. Il suo principale problema riguarda la sua derogabilità, con conseguente ammissibilità delle leggi retroattive. In materia la costituzione separa solo le norme penali sfavorevoli, per le quali sussiste un divieto assoluto di retroattività ma al di fuori diquesto dottrina e giurisprudenza ammettono leggi retroattiveLa legittimità delle leggi retroattive è sottoposta a una serie di limiti: - Deve sussistere una specifica causa di giustificazione alla base dell'intervento retroattivo - Deve rispettare i principi di eguaglianza, ragionevolezza e di affidamento del cittadino alla scurezza giuridica (funzioni costituzionalmente riservate al potere giudiziario) In ambito penale, l'irretroattività della legge postula che nessuno possa essere processato e condannato per fatti che non costituivano reato al momento in cui sono stati commessi. Se una legge penale introduce una nuova figura di reato, questa non può quindi essere applicata alle azioni precedenti la sua emanazione, poiché al momento in cui si sono svolti i fatti il reato non era previsto come tale. Parziali deroghe si riscontrano in caso le nuove norme depenalizzino o correggano in senso favorevole le precedenti disposizioni. Nelcaso in cui un rapporto si venga a trovare tra due norme successive nel tempo che lo vadano a regolare in modo diverso, se non viene previsto nulla in merito nella nuova legge, una delle teorie che può essere seguita è la teoria del diritto acquisito e del fatto compiuto. I diritti acquisiti sono diritti che sono entrati a far parte della sfera giuridica di un soggetto sotto la norma precedente, anche se egli non ha avuto ancora modo di farli valere prima dell'entrata in vigore della nuova legge. Secondo questa teoria la nuova norma non può toccare i diritti acquisiti che continuano ad essere disciplinati dalle norme precedenti. Nella pratica ha però trovato sempre maggiore applicazione la teoria del fatto compiuto secondo la quale la nuova norma non ha efficacia sui fatti compiuti sotto la norma precedente anche se da essa sono ancora pendenti gli effetti. L'esempio più frequente di legge retroattiva è quello della legge interpretativa.conformarsi alla Costituzione, essere orientata verso la tutela dei diritti fondamentali, favorire la coerenza e l'unità del sistema normativo, garantire la certezza del diritto e promuovere la giustizia sostanziale.
Dettagli
A.A. 2019-2020
14 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martibartoli24 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Morrone Andrea.