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La città sorge nella terra degli Elimi, discendenti degli abitanti dell’antica Troia."
• Orestea è un’incarnazione perfetta della sicilitudine."
• In Sicilia gli odi tra famiglie rivali della mafia si trasmettono da tempo e ciò
• accadde anche nei tempi che furono con uccisioni varie."
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L’Orestea di Gibellina di Emiliano Isigrò: Agamennuni, I Cuefuri e Villa
Eumenidi!
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Agamennuni!
1983. Crivelli allestisce uno spettacolo non privo di incertezze. Dalle prime scene si
nota l’ingresso in scena di una bambina (simile a una che morì nel terremoto dopo
essere stata 48h sotto le macerie) seguita da una ventina di bambini con l’elmetto,
non sono il coro della tragedia ma essi stessi tragedia. C’era l’idea di tradurre
l’opera eschilea in siciliano. "
L’Orestea di Isigrò viene messa in scena per i tre anni successivi, vengono riprese
le tre tragedie ma non le partiture e il canto di Eschilo. La lotta non è classicamente
tra Oreste e i traditori della sua casa ma tra la lingua colta e istituita e un dialetto
accaldato. "
In Agamennuni al centro c’è Clitemnestra, una borsanerista che vende droga, una
donna rimasta sola in una casa vuota dove cerca di sopravvivere. Agamennone
torna con la sua divisa bianca di ufficiale di marina e trova il paese della propria
giovinezza distrutto. Il Carrettiere apre la vicenda, egli incontra tutti gli altri
personaggi nella piazza diroccata. "
L’effimero e l’eterno 3 di 12
In scena ci sono più di 200 persone, si sono nuovi personaggi come Amàlia, madre
di Egisto, la figura reale di Baldassarre, i Cantastorie, Petru Alò che ha il ruolo di
messaggero e ambasciatore delle ombre. "
Il coro è formato dal popolo stesso di Gibellina. L’opera si chiude con i funerali di
stato e una marcia funebre dove in fondo è presente il Carrettiere che scompare
nella notte dalla quale è venuto. Pomodoro cura la scenografia. "
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I Cuéfuri!
1984. Agamennuni è ambientata verso la Seconda guerra mondiale, I Cuéfuri
invece sono verso il 1943, un anno di morte, anno dello sbarco degli alleati in
Sicilia; mette in evidenza la devastazione morale e materiale del territorio. Questo è
uno spettacolo più ricco di risvolti psicologici e sociali del precedente. Ci sono tre
nuclei fondamentali:"
1. Sbarco degli americani in Sicilia, tra i quali c’è Pilade."
2. Nozze di Clitemnestra e Egistu."
3. Clitemnestra e Egistu saranno uccisi da Oresti su una scala luminosa."
Lo spettacolo si apre con una testuggine corazzata che passa per i sentieri di
Gibellina, da cui sortirà l’esercito. "
Viene rievocato Amleto, perché a Oresti appare uno spettro (Pilade-oracolo) che
chiede giustizia per un uomo ucciso dalla propria moglie. "
Nella terra cui hanno fatto ritorno Oresti e Pilade scoprono violenze, omicidi e
tradimenti. Da qui si sviluppa una terrificante violenza nella famiglia dal cognome
Cuéfuri. Elettra, sorella di Oresti, ha amore per il padre ucciso e odio per la madre
assassina. Clitemnestra rappresenta la vecchia Sicilia che sta per frantumarsi, si
assimila alla mafia per quello che compie ma vuole essere assolta e ha un forte
contrasto con la figlia Elettra, che ha subito violenza dal patrigno Egistu. Dalla
violenza nasce un figlio accudito da Clitemnestra che lo alleva e accusa la figlia di
non essere in grado di allevarlo. Oresti e Elettra sono pronti al matricidio. "
Pomodoro crea macchine sceniche formidabili, immagina lo sbarco come un
animale acquatico."
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Villa Eumènidi!
1985. Si torna a usare prevalentemente l’italiano. SI apre con un millepiedi che
cammina sulle rovine di Gibellina, poi l’ambientazione si apre su un manicomio
detto Villa Eumènidi. Tutti sono invecchiati e impazziti, perfino il mondo sembra
tale. Oresti incontrerà le Erinni che si moltiplicano in una contrapposizione di voci:
le cinquanta madri, i generali, i marinai, ecc. che cercano assoluzione per i propri
peccati. Villa Eumènidi è un lager della follia, dove ci sono tutte le categorie sociali.
Clitemnestra e Oresti subiscono un giudizio farsesco dal dittatore Pilade-oracolo,
che si sdoppia in Oracolo e Agamennuni. Tutti sono posti sotto il giudizio del
tribunale. Tutti chiedono pietà per i loro misfatti fino a quando Petru Alò chiede la
libertà per le vittime e i carnefici. Solo Oresti potrà sottrarsi al tribunale dopo aver
incontrato la madre e la sorella e essersi scusato. Petru dopo essere stato
incoronato come Agamennone I muore tra il vino e il veleno di Clitemnestra. "
L’effimero e l’eterno 4 di 12
Nella tragedia di Eschilo la regina morta appare in sogno alle Erinni,
personificazione delle maledizioni dei defunti, per svegliarle ed incitarle a punire il
matricida, perseguitando Oreste. Quest'ultimo si reca prima a Delfi e poi ad Atene,
per recare di lasciarsi alle spalle il passato luttuoso della sua famiglia, che riuscirà
a fare grazie all'aiuto di Apollo e di Atena e grazie al tribunale umano che lo
assolve. Nel finale delle Eumenidi lo vediamo partire per Argo verso una nuova vita
In questo finale si afferma un’assenza di speranza.
è un opera pensata per un particolare luogo teatrale e qui insorgono dei problemi:"
1. Ridurre al minimo le sottigliezze psicologiche."
2. Raccontare una storia che è in parte leggenda degli Atridi e in parte una
riflessione sulla Sicilia."
3. Quello della parola. "
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Oresteia (regia di Yannis Kokkos)!
1987. Quasi 500 persone. Dalla tragedia eschilea si mantengono la lingua greca e
la sobrietà di molte scene. Nella versione di Gibellina il traduttore Xenakis aggiunge
parti tra cui quella di Cassandra. L’unione di antico e moderno mette in evidenza la
volontà del compositore di proiettare l’Oresteia nell’avvenire. Xenakis sostiene che
il teatro greco travalica i sensi dell’udito e della vista per estendersi alla sfera del
pensiero; e sostiene che l’esperienza sensoriale si trovi in primis nell’intelletto. In
ciascuno delle tre sezioni (Agamennune, Coefore e Eumenidi) ci sono elementi
corali, partendo da una presenza inferiore nel primo per finire con una maggiore
per l’ultimo. Elemento floreale alla fine per sottolineare il risplendere della società. "
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Le troiane (regia di Therry Salmon)!
1988. Il tragediografo assume il punto di vista delle donne superstiti della sconfitta
dei Troiani da parte degli Achei. Non mette in risalto la vittoria quanto la sconfitta.
Forte la componente sonora. Sei sono i cori che corrispondono alle parti della
tragedia, due sono i canti e tre i recitativi. Costumi fatti per risaltare la corporeità.
Salmon all’inizio voleva far recitar il tutto in turco ma poi desiste e fa recitare in
greco antico. "
Ci sono tre tipi di memoria:"
1. Memoria individuale dell’inizio, quando le troiane sono chiuse ciascuna nel
proprio dolore."
2. Memoria collettiva quando Ecuba chiama a raccolta le donne."
3. Memoria mitica che rimanda alle origini della civiltà e si manifesta nel canto
di Cassandra. "
Lo spazio della scena è costituito da una collinetta di terra e sabbia. "
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2003-2004 Un nuovo progetto che si focalizza sulla giovane regia
contemporanea, proponendo un’interpretazione dell’Oreste in chiave
moderna !
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L’effimero e l’eterno 5 di 12
Agamennone (regia di Rodrigo Garcìa)!
2003. Sottotitolato “Sono tornato dal supermercato e ho preso a legnate mio figlio”.
Garcìa intende il teatro come un conflitto tra testo drammaturgico e messa in scena
per attivare una reazione nel pubblico. Lega la dimensione tragica del testo di
Eschileo alla società dei consumi odierna. L’Agamennone moderno torna dal
supermercato e va con la famiglia a mangiare in un fast-food. L’azione segue un
ordine cronologico e gli avvenimenti si succedono secondo un climax di tensione
drammatica ascendente. Ci sono attori-cose nudi che si spalmano addosso cibo. "
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Le due opere che seguono sono lavorate attraverso la traduzione del 1960 di
Pasolini, secondo il quale le tre tragedie di Eschilo avvengono in una società
primitiva dominata dai sentimenti, oscuri ed istintivi, ovvero le Erinni, pronte a
travolgere le istituzioni (monarchia di Agamennone), operanti sotto il segno della
madre. Ma contro questi sentimenti si erge la ragione e li vince, creando così per la
società alte istituzioni moderne come l'assemblea e il suffragio. *Pasolini dunque
vede le Erinni come elementi primitivi che non devono cambiare con il nuovo ma
sopravvivere ed essere valorizzate. Da qui i temi di Pasolini sono: l'universo
materno, il mondo contadino del Friuli e il sottoproletariato romano, la realtà
paterna identificata come il luogo dell'odio.
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Le Coefere (regia di Monica Conti)!
La storia è ambientata in un Italia ancora rurale, tra dopoguerra e lotta partigiana,
con i corpi di Egisto e Clitemnestra che a fine spettacolo vengono mostrati in due
teche di vetro, chiaro riferimento a piazza Loreto. In questa lettura c’è un conflitto
tra dittatura e ribellione, una lotta politica che divide passando per il sangue. "
La prima parte è ambientata in un cimitero che nella seconda si trasforma in un
teatrino da avanspettacolo in cui compare Egisto in veste di capocomico. Elettra è
zitta e piegata sulla tomba del padre e con il fratello vendica la morte del padre
uccidendo una Clitemnestra in vestaglia alcolizzata"
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Eumenidi (regia di Vincenzo Pirrotta) "
2004. Il prologo è tradotto nel siciliano in forma di cunto (utilizzato per parlare del
mito in forma arcaica e popolare). Il primo cunto serve a introdurre la tragedia che
trova spazio in questa forma arcaica e popolare di narrazione epica. Il cunto è
l’espediente drammaturgico usato dal regista per parlare del mito. Lo stesso
espediente è usato nel finale dall’attore che passa tra il pubblico provocandolo
intellettualmente riassumendo la vicenda. Nella scena finale le Eumenidi vengono
viste come vendicatrici del sangue materno poiché Pasolini preferisce mettere in
evidenzia l’impegno civile e politico, a sostegno delle antiche civiltà barbare.
Pirrotta predilige la forma del corpo e della voce che sfociano in un esplosione di
carne e gesti. "
Clitemnestra vista positivamente. "
• Corpo più rispetto parola. "
• Canto funebre alla giustizia più umana. "
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