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SEMANTICA

Branca linguistica che studia il significato, uno dei concetti più discussi in linguistica e filosofia. Significato=contenuto associato a un'espressione

linguistica, definizione sufficiente per descrivere il funzionamento generale del sistema, ma qui non esauriente. Definire il significato implica definire

una relazione triadica fra linguaggio, pensiero e realtà, cioè definire le modalità per cui gli esseri umani possono usare il linguaggio per esprimere i

propri pensieri e caratterizzare la realtà al di fuori di sé. Le possibili risposte a cosa sia il significato dipendono quindi dalla concezione alla base dei

rapporti pensieri-parole-cose.

Semantica referenziale/denotazionale

Nata nell’ambito della filosofia analitica (del linguaggio quando applicata ad esso), sorta con gli studi logico-filosofici nel '900 in area anglosassone. La

filosofia analitica concepisce l’analisi filosofica non come sintesi teorica autarchica e onnicomprensiva del rapporto degli esseri umani col mondo, ma è

una descrizione oggettiva e circoscritta che parte dall’impostazione dei problemi e ha alla base la considerazione del linguaggio come principale

strumento del pensiero. Questi aspetti fondano la svolta linguistica di Frege, vissuto fra '800-'900, fondatore della logica matematica e della filosofia

analitica del linguaggio, basata appunto sul linguaggio per porre in modo analitico e oggettivo i problemi. Questi studi influiscono anche sulla visione

strettamente linguistica sul significato, elaborata del '900. Altri studiosi oltre a Frege legati a tale approccio sono i contemporanei Bertrand Russell,

Rudolf Carnap, Wittgenstein, Tarski.

La filosofia analitica riguardo alla semantica è caratterizzata dall’attenzione alla relazione referenziale=relazione linguaggio-realtà extra linguistica cui

si riferisce/che il linguaggio denota→semantica referenziale/denotazionale. Da una prospettiva linguistica il significato è una realtà linguistica in

relazione col significante, mentre qui il significato é nella relazione fra il linguaggio e la realtà extralinguistica che denota. Significato=relazione fra

un’espressione linguistica e una referenza concreta; capacità di riferirsi alla realtà extralinguistica. Approccio delle semantica referenziale si basa su

principio di antimentalismo/antipsicologismo: il significato non viene inteso come un concetto, costrutto mentale, ma come un’entità oggettiva che

scaturisce da una relazione fra il linguaggio e la realtà extralinguistica, quindi per semantica referenziale il significato non è determinato dalla capacità

delle forme linguistiche di rappresentare contenuti mentali (prospettiva della linguistica), ma dalla capacità di riferirsi a elementi esterni al linguaggio, di

rinviare al mondo extralinguistico.

Prima difficoltà del modello: questo modello che identifica nella relazione referenziale/denotazionale del linguaggio con la realtà extralinguistica non dà

gli strumenti per descrivere il fatto che uso non sempre la stessa forma. Seconda difficoltà del modello: come stabilire il significato di termini astratti,

che non hanno una referenza concreta? Terza difficoltà: il modello non spiega quale sia l'utilità o la modalità attraverso cui scegliamo espressioni

linguistiche diverse per riferirci alla stessa realtà extralinguistica. Per ovviare a tali difficoltà Frege nel saggio di fine ‘800 "Über Sinn und

Bedeutung" (=senso e significato) pone una distinzione fra senso e significato, con l'intento di rendere conto del diverso valore informativo e

conoscitivo di espressioni linguistiche con la stessa referenza, quindi con lo stesso significato, ma senso diverso, perché si presentano in modo

diverso. Significato=capacità di riferirsi alla realtà extralinguistica; senso=modo in cui l’oggetto presentato all’interno delle espressioni linguistiche, il

modo in cui la particolare realtà extralinguistica ci si presenta attraverso la selezione di alcune specifiche caratteristiche/contenuti/elementi informativi,

quindi modi, diversi per rappresentarla. Questa concezione di Frege sarà più volte fraintesa e abusata.

Semantica linguistica

Il fondatore è Breal ('800-'900), poco più anziano di Saussure. Conia il termine semantica per "scienza delle significazioni", che analizza le leggi che

• regolano il cambiamento di significato delle forme linguistiche, in chiave diacronica (noi invece la consideriamo come descrizione sincronica e

strutturale). L’impostazione di Breal é simile a contemporanei come Antoine Meillet, ovvero storico-diacronica, finalizzata all’analisi del mutamento

delle forme linguistiche (es.“pater” ha la valenza giuridico-istituzionale che “padre” non ha). Le forme possono restare le stesse o possono essere

individuate come corrispondenti tramite l'applicazione della linguistica storica, ma i significati veicolati da tali forme sono diversi; la forma non si

mantiene costante nella relazione con un significato. Oltre alle tipologie di modificazione del significato la semantica diacronica ricercava le cause di

tali modificazioni in fattori di ordine linguistico-sociale-psicologico indicati non a propri, ma individuati caso per caso; mentre per il cambiamento

fonetico si possono individuare dei comportamenti che sistematicamente si verificano, ovvero le leggi fonetiche (cfr.regole fonologiche che

descrivono il cambiamento sia in diacronia che diacronia), per la semantica non si può fare lo stesso, non si possono cioé prevedere i fattori

extralinguistici che condizionano il cambio del significato. Posso stabilire solo delle linee di tendenza per il cambio del significato: es.da significato

più generale a man mano significati specifici, ma non avviene sempre ed esclusivamente. Le strade del cambiamento semantico non sono percorse

sempre allo stesso modo dalla lingua: si possono individuare delle linee di tendenza, ma di volta in volta bisogna individuare, per capire come in tale

linea di tendenza il cambiamento si è concretizzato, quali siano stati i fattori storici-culturali-ambientali che hanno spinto in un modo o nell’altro il

cambio semantico.

Il concetto che fonda tutte le teorie semantiche strutturaliste (quindi anche quella di Saussure) è che il significato sia un’entità esclusivamente

• linguistica, cioè scaturisce dal rinvio non a un oggetto né a un concetto né rappresenta la relazione con l’oggetto, ma che si definisca all'interno del

sistema linguistico, in cui ogni lingua organizza un pensiero di per sé non strutturato. Il significato è determinato da una serie di rapporti che

ciascuna lingua proietta sul significabile (cioè sui concetti, sul pensiero), che di per sé non é strutturato, ma si struttura tramite la griglia che la lingua

proietta: lingue diverse organizzano le stesse porzioni di significato in modo diverso, la stessa sostanza di significato è organizzata in modo diverso

in lingue diverse, perché diversa é la griglia di rapporti che organizza il pensiero, che metaforicamente é una nebulosa indistinta su cui ogni lingua

proietta una griglia. Es.tale griglia in italiano indica come unica categoria il bianco, mentre il latino separa albus e candidus (diversa lucentezza),

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idem per nero=ater o niger, zio=patruus (paterno) o avunculus (materno), marmellata=jam (rossa) o marmalade, legno/legna/bosco=bois. Quindi per

la semantica strutturale il significato é linguistico, sta nei rapporti peculiari di ciascuna variante linguistica che organizzano il pensiero, che non è

strutturato al di fuori e prima della lingua, quindi è la lingua a dar forma al pensiero organizzandolo in categorie: per Saussure pensiero e suono

prima della lingua sono due masse indistinte, cui la lingua dà forma instaurando rapporti specifici di ciascuna variante linguistica e che fanno in

modo che attraverso tale griglia di rapporti chi parla una certa lingua guardi una realtà, il che implica che sia la lingua a categorizzare e

tassonomizzare la realtà, la nostra variante linguistica ci fa vedere, strutturare e percepire in un certo modo la realtà extralinguistica (riflessione

filosofica). La lingua categorizza la realtà significa che la mia lingua fa in modo che zio paterno e materno non si distinguano, stiano sullo stesso

piano, a differenza del latino e in ciascuna si hanno presenti le pertinenze. É quindi la lingua che distingue quanto la realtà sia pertinente in essa. Il

significato è l’altra faccia del significante, ma questa è una definizione insufficiente, è una finzione per ipostatizzare il segno; in realtà il significato

non é una porzione specifica, bensì viene specificamente individuato dai rapporti fra le parti del sistema del significato di una specifica lingua. Per la

semantica strutturale non esiste il significato in sé, ma esiste il sistema del significato es.dell'italiano, ovvero la griglia specifica dell’italiano diversa

da quelle delle altre lingue che si proietta sul significabile, cioé sull’insieme della nebulosa del pensiero. Significato=insieme totale dei rapporti fra le

parti, che si determinano le une con le altre (cfr.def.sistema=insieme di elementi non considerati per loro stessi, ma per i rapporti definitori fra loro).

Ogni griglia di rapporti costituisce il sistema del significato di ogni lingua, quindi il significato è un’entità linguistica e idiolinguistica (=peculiare della

singola variante linguistica). Radicalizzando tale posizione dal punto di vista filosofico, il rapporto fra il pensiero, le parole e le cose si definisce così:

il pensiero è organizzato dalla lingua e, poiché rapporto con le cose passa per il pensiero, la lingua condiziona il nostro rapporto con le cose. Le

distinzioni che la lingua opera nelle masse indistinte del pensiero e del suono sono arbitrarie, non dipendono cioè da caratteristiche intrinseche del

pensiero o del suono, non c’è una motivazione logica o naturale, cioè esterna alla lingua, per la quale esistano certi significanti o significati ritagliati

nel significato. È arbitrario il modo di organizzare la rete dei significati, cioè è arbitrario il rapporto fra forma e sostanza dei significati, ciascuna lingua

ha al proprio interno il proprio repertorio dei significati, sul pensiero ciascuna lingua proietta le proprie divisioni e tutto ciò non ha nulla a che fare con

referenti e concetti. I concetti non sono uguali nella mente degli esseri umani, non ci sono significati nella mente cui corrispondono delle etichette, é

lo stesso errore di dire che il significato corrisponde al referente. Nel modello saussuriano non c'é il significato di una singola parola, ma il significato

é un valore definito dal sistema linguistico e dalla rete di rapporti fra le parti del sistema linguistico. Quindi il significato &eacut

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
21 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher franci240294 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di linguistica testuale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Solinas Patrizia.