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Tutti i sistemi sensoriali elaborano quattro attributi dello stimolo

modalità, intensità, durata e sede. In quanto alla modalità, il SN trasforma diverse forme di energia in sensazioni, all'interno delle quali si riconoscono anche delle submodalità, come il dolce e l'amaro. Muller, nella sua legge delle energie specifiche della sensazione, descrisse che la modalità riflette le caratteristiche specifiche delle fibre nervose. L'intensità della sensazione è connessa all'intensità dello stimolo, il cui livello minimo di percezione viene definito soglia sensoriale. Le soglie percettive individuali per un dato stimolo possono cambiare in funzione di diversi aspetti, anche di carattere cognitivo-emozionale. La durata della sensazione non è assoluta ma dipende anche dall'intensità percepita dello stimolo, ovvero la stimolazione va incontro a fenomeni di adattamento che ne diminuiscono la durata percepita.

La capacità di localizzare di una stimolazione si esprime anche mediante la soglia dei due punti (Weber), ovvero l'abilità di discriminare la minima distanza fra due punti di stimolazione contigui. Questa soglia è bassa sulle punte delle dita (maggiore precisione) e aumenta spostandosi in direzione prossimale. Inoltre, esistono alcuni principi di organizzazione comuni a tutti i sistemi sensoriali, ossia:

  1. la comunicazione con l'ambiente esterno avviene mediante i recettori sensoriali;
  2. la trasduzione dello stimolo - conversione delle forme di energia in segnali elettrochimici;
  3. la codificazione nervosa - una serie di potenziali d'azione codifica gli attributi fondamentali dello stimolo;
  4. i recettori sensoriali hanno dei campi recettivi e, ciascun recettore è sensibile ad una diversa forma di energia;
  5. le informazioni vengono trasmesse da neuroni di ordine inferiore a neuroni di ordine superiore a livello dei nuclei di ritrasmissione;
  1. L'organizzazione gerarchica - recettori proiettano aneuroni di primo ordine che proiettano a quelli di secondo ordine e infine a quelli di ordine superiore;
  2. Organizzazione corticale topografica dei sistemi sensoriali. In quanto al gusto, si riconoscono 4 saporifondamentali: salato, acido, dolce e amaro. C'è anche un quinto gusto detto umami, il gusto dell'aminoacido glutammato. Tuttavia, riusciamo a percepire una complessa varietà di sapori dei cibi, grazie all'integrazione di esperienze gustative ed olfattive. Anche le sensazioni termiche, la vista e il dolore contribuiscono all'esperienza gustativa. La lingua è l'organo principale del gusto ma, la sensazione del gusto è mediata anche da altre aree: il palato, la faringe, l'epiglottide e la cavità nasale. Nella lingua alcune aree sono più sensibili ad alcuni sapori, quindi vi è una diversa specializzazione in settori specifici.
della lingua. Sempre la lingua è cosparsa da papille, si possono riconoscere le papille circumvallate (rotonde), fogliate e fungiformi. Le papille crescono in dimensioni dalla punta verso il fondo della lingua e, ogni papilla contiene centinaia di bottoni/calici gustativi che contengono le cellule recettrici del gusto. Un calice del gusto è composto dalle cellule del gusto, dagli assoni afferenti gustativi e dalle cellule basali. Sulla sommità delle cellule del gusto ci sono i microvilli, cioè la regione della cellula sensibile agli stimoli chimici che si prolunga fino al poro gustativo, dove la cellula entra in contatto con la saliva. Quindi, le cellule del gusto formano delle sinapsi con gli assoni afferenti gustativi e con alcune cellule basali. Una cellula recettrice del gusto vive in media due settimane e viene poi rimpiazzata. Gli stimoli chimici attivano le cellule depolarizzandole ed eventualmente innescando un potenziale d'azione. L'entrata diCa determina il rilascio di diversi trasmettitori in base alla cellula stimolata. In particolare, vi sono tre nervi cranici che conducono l'informazione dagli assoni primari sino al tronco. Ciascun nervo cranico proviene da porzioni diverse della lingua e della bocca: nervo facciale - due terzi anteriori della lingua - nervo glossofaringeo - terzo posteriore - nervo vago - regioni attorno alla gola. Nel tronco encefalico i nervi cranici contraggono sinapsi con il nucleo gustativo, situato nella porzione rostro-laterale del bulbo. In sintesi, le vie del gusto seguono il seguente percorso: calici gustativi, assoni primari, nervi cranici, tronco, talamo, corteccia. Dal nucleo gustativo del tronco encefalico il segnale è diretto verso il nucleo ventroposteromediale (VPM) del talamo e, da qui, verso la corteccia gustativa nell'area di Brodman 36. Inoltre, una caratteristica del gusto è che le sue vie sono ipsilaterali ai nervi cranici da cui provengono.

Ricevono informazioni. Quindi, la via del gusto è l'unica che non decussa. Inoltre, vi sono evidenze secondo cui diversi sottotipi di recettori del gusto rispondono a diversi sapori, anche se questa selettività tende poi a svanire nei passaggi di ordine superiore. In quanto ai meccanismi neurofisiologici che consentono il riconoscimento del gusto, sono state individuate due teorie:

  1. La teoria delle vie specifiche - la sensazione del gusto è mediata da fasci di fibre gustative altamente specifiche.
  2. La codificazione in base al profilo globale di scarica di una popolazione di fibre - la sensazione gustativa viene convogliata da fibre che rispondono a più modalità, aspecifiche. La percezione di ogni sapore deriverebbe quindi dal confronto del profilo di attivazione di un gran numero di neuroni sintonizzati. Tuttavia, è probabile che siano attivi entrambi i meccanismi.

Il senso dell'olfatto ha perso parte della sua rilevanza.

nella regolazione dei rapporti sociali. Tuttavia, il nostro cervello ha parzialmente preservato alcune caratteristiche primordiali dell'olfatto come la secrezione di feromoni, sostanze chimiche rilasciate dall'organismo che mediano la comunicazione fra individui. Gli odori hanno la capacità di evocare ricordi ma, anche di regolare i rapporti fra animali ed esseri umani. Infatti, l'odore di ciascun individuo è definito geneticamente e i gemelli hanno lo stesso odore. L'olfatto ricopre un importante ruolo comunicativo già nelle prime fasi di vita. Il neonato, ad esempio, riconosce l'odore della propria madre e per questo mostra una preferenza selettiva per il seno della madre rispetto a quello di altre donne e, anche la mamma è in grado di riconoscere il proprio bambino grazie a segnali olfattivi. Oltre che il riconoscimento, l'olfatto nell'uomo sembra favorire la regolazione di alcuni rapporti sociali. Evidenze sperimentali

Dimostrano che le donne che vivono insieme tendono a sincronizzaremaggiormente il ciclo mestruale se esposte all'odore ascellare delle altre donne. Mentre, negli uomini iferomoni possono mediare in parte anche l'attrazione sessuale. L'epitelio olfattivo consente di percepire gli odori ed è situato nella cavità nasale e, composto da tre cellule principali: cellule recettrici dell'olfatto - neuroni che mandano i loro assoni nel SNC - cellule di supporto - produzione di muco e azione simile alle cellule gliali - cellule basali - producono nuove cellule recettrici dell'olfatto. Soltanto una piccola parte di aria inalata raggiunge l'epitelio olfattivo poiché le sostanze odorose si sciolgono nello strato mucoso prima di raggiungere i recettori dell'olfatto. È fondamentale la presenza di anticorpi nel muco che impediscano a virus e batteri di trovare un canale di accesso al cervello. Lo strato

Il mucoso circonda le cilia delle cellule olfattive ed è composto da proteine, enzimi e anticorpi. I recettori dell'olfatto presentano da una parte un lungo dendrite che termina con delle cilia alle estremità, dall'altra degli assoni che raggiungono il bulbo olfattivo attraversando uno strato osseo denominato lamina cribrosa. L'insieme degli assoni olfattivi costituisce il nervo olfattivo che corrisponde al I nervo cranico. Gli assoni amielinici dei recettori olfattivi raggiungono i due bulbi olfattivi a livello dei glomeruli, ovvero delle formazioni sinaptiche dove migliaia di assoni dei recettori olfattivi formano sinapsi sui dendriti di cellule dette mitrali e a pennacchio. Gli assoni delle cellule mitrali e a pennacchio si immettono poi nel tratto olfattivo e proiettano a diverse aree cerebrali. Gli assoni del tratto olfattivo raggiungono aree diffuse della corteccia frontale ma, soltanto una parte dei segnali raggiunge la neocorteccia passando attraverso il

Talamo mediante il nucleo dorso-mediale. Infatti, vi sono alcune vie olfattive che seguono un percorso differente raggiungendo il sistema limbico, in particolare l'amigdala e l'ippocampo. La via limbica dell'olfatto si occupa dell'elaborazione delle caratteristiche affettive degli odori, oltre che dei ricordi ad essi associati. Inoltre, nei centri olfattivi non si riconosce una rappresentazione topografica poiché, a causa della scarsa selettività dei recettori olfattivi, i centri di elaborazione superiore sono chiamati ad interpretare odori diversi provenienti dalle medesime aree del bulbo olfattivo. Le disfunzioni che coinvolgono il sistema olfattivo possono essere: iposmia - ridotta sensibilità agli odori, raffreddore - anosmia specifica - ridotta sensibilità verso una specifica sostanza odorifera - anosmia totale - perdita completa della percezione olfattiva - e cacosmia - allucinazioni olfattive.

Spesso disgustose, a seguito di accessi epilettici in sede temporale.

Sistema Visivo

La quantità di luce che raggiunge la retina è regolata da un muscolo circolare, l'iride, la cui pigmentazione determina il colore degli occhi. La luce entra attraverso la pupilla e, grazie all'iride, la pupilla può variare di dimensioni in funzione al grado di illuminazione, trovando il giusto compromesso fra sensibilità e acuità.

Dietro la pupilla c'è il cristallino che si occupa di mettere a fuoco la luce sulla retina. La variazione di tensione del cristallino aumenta o riduce la capacità di messa a fuoco degli oggetti. Il processo di adattamento del cristallino è detto accomodamento. La posizione delle immagini retiniche nei due occhi non sarà mai uguale. La differenza di posizione emerge maggiormente per gli oggetti vicini e, il sistema visivo usa questa disparità binoculare per costruire una percezione di tipo tridimensionale.

La retina è composta da 5 strati di cellule: i recettori, le cellule orizzontali, le cellule bipolari, le cellule amacrine e le cellule gangliari retiniche. La luce raggiunge i recettori solo alla fine del percorso. Una volta attivati, i recettori inviano l'informazione attraverso gli strati retinici.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
29 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher robyro2000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti anatomo-fisiologici dell'attività psichica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Picazio Silvia.