vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
B. Penninervie: quando è presente una nervatura principale dalla quale si dipartono delle secondarie che fungono a
loro volta da principali per altre secondarie ma sempre disposte seguendo l'andamento penninervio della lamina.
C. Palminervie: quando sono presenti molte nervature principali che partono dalla base della foglia in corrispondenza
del picciolo e si dirigono come le dita della mano e da esse si sviluppano ulteriori ramificazioni.
D. Parallelinervie: quando tutte le nervature partono dal picciolo e si dirigono verticalmente seguendo l'andamento
della foglia e senza ramificarsi.
E. Peltinervie: quando partono dal centro della foglia e si dirigono in tutte le direzioni come una ruota.
F. Dicotomica: quando sono tutte parallele tra di loro e partono dal picciolo e arrivano fino al margine della foglia, che
è divisa quasi completamente in due lobi, così le nervature si dividono tra i due lobi.
Le foglie finora descritte sono semplici, ma possono esistere anche quelle composte, ovvero quando i solchi di
divisione sono così profondi da far apparire una foglia composta da diverse foglioline. Esse vanno però considerate
sempre come un'unica foglia, infatti quando la foglia cade si staccano tutte le foglioline come un unico bocco. Si
stacca infatti il picciolo come se la foglia non fosse divisa. Le foglie composte possono essere:
Pennato-composte: ovvero dal lungo picciolo si dipartono molte foglie disposte come le foglie opposte. Se all'apice
• c'è una foglia singola, l foglia diventa imparipennata, se essa manca è detta paripennata.
Palmato-composte: i setti di divisione separano le foglie in circa 5-7 lobi che partono dallo stesso punto.
•
Le foglie non sono sempre parallele al terreno, ma possono anche essere rivolte verso l'alto o verso il basso ( foglie a
simmetria isolaterale ) e in tali casi le due pagine sono ugualmente esposte alla luce del sole e presentano dunque la
stessa epidermide, lo stesso parenchima sottostante (solitamente composto da cellule isodiametriche con molti spazi
tra di loro, se invece il parenchima si specializza in parenchima a palizzata, esso risulta presente su entrambe le facce,
ma nella parte centrale della foglia si sviluppa un parenchima con cellule isodiametriche e pochi cloroplasti) e lo stesso
numero di stomi. Tale disposizione è caratteristica delle monocotiledoni e porta dunque ad avere foglie non picciolate
perpendicolari al terreno, allungate e di forma lineare. Le nervature sono parallelinervie e sono costituite da fasci che
entrano direttamente nella foglia dal fusto, per questo motivo il legno dei fasci sarà rivolto verso la faccia aderente al
fusto, mentre il cribo sarà rivolto verso la faccia opposta. Frequentemente la base fogliare abbraccia il fusto e la foglia
prende il nome di "guainante". In alcuni casi, nel punto di inserzione della foglia nel fusto, è presente una piccola lamina
traslucida detta ligula. Nelle monocotiledoni può capitare anche che la foglia si pieghi in corrispondenza dell'asse
fogliare unendo le due metà in modo che la pagina interna scompaia e che rimanga visibile solo la faccia esterna. In
questo caso non bisogna confondersi e bisogna riconoscere che non esiste più una distinzione tra le due faccio. Esso
è osservabile guardando la disposizione del cribo, che deve essere rivolto verso l'esterno.
Le graminacee e alcune monocotiledoni possono avere nell'epidermide delle cellule chiamate bulliformi, che in
condizioni di mancanza di acqua si afflosciano e la foglia si arrotola diminuendo la superficie traspirante.
Una stessa pianta può presentare diversi tipi di foglie, in tal caso si dice che la pianta presenta eterofillia. In generale,
diversi organi di una pianta posso comparire in più varianti, quindi generalmente si parla di eteromorfismo. Nelle
monocotiledoni è presente un meristema intercalare nella porzione basale del primordio delle foglie che serve per far
accrescere continuamente la foglia, specialmente se viene tagliata. La foglia ha però una lunghezza massima che può
raggiungere. Nelle monocotiledoni può anche capitare che la foglia sia amplessicaule e tutta la zonadi foglia che
abbraccia il fusto è detta guaina. A volte è presente la ligula tra fusto e guaina per impedire all'acqua di insinuarsi tra
esse.
Caduta delle foglie: nel momento in cui le foglie devono cadere, alla base del picciolo si ha una proliferazione di cellule
che formano il tessuto di abscissione e che contengono l'enzima cellulasi, in grado di idrolizzare la cellulosa
indebolendo le pareti cellulari, inoltre vengono occlusi i vasi a causa dell'acido abscissico e che alla minima
sollecitazione (es. vento) le foglie cadono. Nel punto in cui la foglia si stacca si forma uno strato di cellule con parete
fortemente suberificata in modo che al momento della caduta, il fusto risulti isolato e impermeabilizzato.
Nelle gimnosperme le foglie sono solitamente aghiformi o squamiformi e presentano un mesofillo interno ricco di
parenchima clorofilliano formato da cellule che presentano delle invaginazioni della parete che dividono la cellula in
diversi setti formando dei sottilissimi spazi intercellulari. Nel parenchima sono presenti anche i canali resiniferi e le
nervature solitamente sono costituite da un unicogrande vaso che corre per tutta la lunghezza della pianta.
Forma della foglia in relazione alla presenza di acqua: la disponibilità di acqua nell'ambiente determina molto la forma
delle foglie. Negli ambienti ricchi di acqua, la lamina è solitamente espansa, ma questo comporta una maggiore
traspirazione, ma allo stesso tempo, una buona ventilazione per aumentare la fotosintesi. In tali foglie,mi tessuti
meccanici sono scarsi perché non servono aevitare che la foglia si afflosci in mancanza di acqua perché essa è
sempre abbondante. Negli ambienti in cui l'acqua scarseggia invece, le foglie hanno una lamina con un'espansione
minore per evitare la traspirazione, ma questo limita anche il ricambio di aria limitando la fotosintesi. Inoltre queste
foglie hanno dei tessuti meccanici molto sviluppati per sostenere la foglia nel caso in cui si afflosci per mancanza di
acqua. Un afflosciamento potrebbe provocare, infatti, un danno alla foglia. Queste foglie presentano inoltre un picciolo
breve o assente per evitare che vengano mosse dal vento che aumenterebbe la traspirazione.
Le piante adattano le loro foglie anche in relazione a altri stimoli ambientali, come la disponibilità di luce ( vedi strato di
palizzate ), oppure in base al vento, infatti le piante che vivono in zone molto ventose hanno le foglie divise in parti
sottili (tipo le palme) in modo che l'aria passi tra le foglioline senza danneggiarle. Se fossero grandi infatti potrebbero
essere danneggiate o sradicate.
Modificazioni delle foglie: alcune foglie possono evolversi a spine per limitare la traspirazione e proteggere la pianta dai
predatori, altre foglie possono evolversi a brattee (ipsofilli) accompagnando i fiori e le infiorescenze proteggendole.
Possono anche essere molto colorate e richiamare gli insetti impollinatori. In alcune monocotiledoni l'infiorescenza è
avvolta in una foglia modificata e colorata che prendere il nome di spata. Alcuni tipi di piante carnivore dicotiledoni
presentano dei tentacoli che si contraggono bruscamente catturando la preda. Su queste foglie ci sono anche delle
ghiandole che secernono degli enzimi in grado di digerire la preda. Le foglie spesso fungono da organi di riserva che
servono a ricreare la pianta e a farla fiorire non appena le condizioni ambientali tornano ad essere favorevoli.
La foglia nelle briofite: le briofite, ovvero i muschi, non possiedono nè un vero fusto nè delle vere foglie. Esse in
particolare sono formate da cellule tutte uguali e sono monostratificate a livello della lamina e pluristratificate a livello
delle nervature. Possiedono tutte cloroplasti e non sono organizzate in tessuti.